Vorrei riflettere con voi su alcuni temi di questi giorni: famiglia, coronavirus, scienza e futuro.
Ieri leggevo un passaggio di
Pornage (un saggio sul mondo della pornografia e della sessualità) che indagava appunto il "sistema famiglia", interrogandosi sulla sua stabilità.
In particolare si evidenziava come la modernità, con internet, social e app abbia reso i legami tra le persone (e non solo quelli) più facili e rapidi da costruire ma meno solidi, tanto che il matrimonio, se e quando arriva, diventa spesso un peso, il fenomeno dei "single a vita" non è così inusuale e i nuclei familiari non hanno più l'importanza e la coesione che si notava 50 anni fa.
Ci ritorno ora, sul tema famiglia, perché nella triste attualità del COVID-19 ha un'importanza notevole, non solo per i molti nuclei che si disgregano a causa di perdite improvvise, ma anche perché la diffusione e la mortalità del virus sembrerebbe variare da nazione a nazione anche per il differente modo di vivere la famiglia (stendiamo un velo pietoso invece su come vengano raccolti e divulgati i dati).
Famiglie unite, che condividono la quotidianità con zii, nonni e i bisnonni, si ritrovano a fare i conti con un contagio che non guarda in faccia nessuno; famiglie meno legate e presenti invece, riescono in qualche modo a scamparla, grazie forse all'abituale distanza tra i membri che le "compongono".
Potrebbe essere un bivio, questo in cui ci troviamo, capace di mettere in dubbio quel senso di aggregazione insito nelle nostre culture? Sarà un futuro più individualista quello che ci aspetta, anche per gli impatti psicologici che avrà quest'emergenza?
Sono solo una domande eh, così, per riflettere...