16/10/23

Per farmi un'idea di Luigi Meneghello

A Malo, paese in provincia di Vicenza in cui ho vissuto fino a praticamente ieri, è celeberrimo lo scrittore e partigiano Luigi Meneghello

Nonostante a scuola ci invitassero a leggerlo più e più volte, in particolare con Libera nos a Malo e I piccoli maestri, io non me lo filavo di striscio.
Un po' perché leggere mi faceva sinceramente noia, un po' perché, sfogliate quelle due o tre pagine, non riuscivo a seguire il senso dei suoi discorsi, rimanendo sempre con un E quindi?! che mi rimbombava per la testa.

Mi spiace non aver saputo cogliere il valore di una persona (e personaggio) del genere. Ma che posso dire? Ero preso da cose ben più importanti, tipo che ne so... l'adolescenza, le ragazze, i compiti per casa, l'xbox! Quanto poteva fregarmene di uno che aveva vissuto un'epoca in cui il mondo era ancora in bianco e nero?

Meno male sono cresciuto e cambiato e così, complice la mia passione per la lettura, unita a una bizzarra propensione all'adorazione di Malo (comune a tutti i maladensi, nonostante la trovino una cittadina piuttosto noiosa e priva di chissà che opportunità o forma di intrattenimento) sono finito col leggere, appunto, queste due sue opere: Libera nos a Malo e I piccoli maestri.

Era arrivato il momento giusto per farmi un'idea di questo famigerato compaesano!

Tutti e due i libri mi hanno dato l'idea di un grande amore per Malo e i suoi dintorni: da Vicenza alle cittadine vicine, arrivando ai colli e soprattutto ai monti della provincia.

Libera nos a Malo è il lavoro che più mi ha trasmesso questo senso di affetto.
Racconta infatti dell'infanzia di Meneghello perdendosi per le case e le contrade del paese, ma lo fa (e qui sta la difficoltà che avevo percepito le prime volte) per aneddoti e modi di dire.
Non c'è un vera e propria trama con un inizio e una fine. La bussola te la dà lo scorrere del tempo, l'età di Luigi che avanza piano piano nel contesto dell'Italia fascista

A proposito di fascismo: non emerge chissà quanto, e infatti ci sono per lo più i giochi, la scuola, le avventure e soprattutto gli onnipresenti spauracchi delle punizioni di Dio in combinata con le zozzerie legate alla scoperta della sessualità.

E c'è Malo, ovviamente. Il paese che è proprio un personaggio.
Ma invece di spiegarvi il perché o il come lo sia, vi lascio questo pezzetto, così capite meglio che cosa intendo:



I piccoli maestri invece, sempre raccontato in prima persona e per via aneddotica, parla di un Luigi Meneghello poco più che ragazzo, uno studente universitario che si ritrova a fare il partigiano tra i monti e le colline.



Di questo testo, in realtà, oltre che il senso di meraviglia per i luoghi dell'Altopiano di Asiago, mi ha colpito molto sia come lui e i suoi compagni agissero, rimanendo persone comuni e normali, sia come percepissero la situazione generale, perché ecco... non la percepivano.
Col senno di poi, studiando i libri di storia, è semplice dare un contesto, inquadrare la guerra in Italia, in Europa e nel mondo. Ma mentre stava succedendo era tutto più confuso. 

In merito a questi due concetti vi lascio alcuni pezzi:

"Arcigni nei concetti di fondo, garbati e quasi soavi nella fattispecie, non prendevamo nemmeno in considerazione l'idea di fucilare qualcuno villanamente. Inoltre, non volevamo rompere senza pagamento (coi buoni), non spaventare senza bisogno, non assassinare senza spiegazioni. Queste erano le intenzioni: in pratica poi, non rompevamo molto, non spaventavamo che mediocremente, e non assassinavamo quasi nulla; un gruppo di artigiani-artisti, dalla produzione severamente limitata, e con un forte senso di autonomia professionale e personale."

e poi, riflettendo sulla permanenza in montagna, la guerra e l'Italia:




Insomma, sono state per me due letture illuminanti, nel senso che mi hanno acceso una luce su un pezzetto di storia (e di Malo) che mi ha sempre incuriosito ma per cui non avevo gran pazienza di approfondire. 

Soprattutto però, mi è sembrato di cominciare a conoscere Meneghello, forse per la sua scrittura a volte simile a un flusso di coscienza, o per l'ironia intelligente che ha seminato qua e là nel testo.





Cervelli maladensi e non: se cercate qualcosa da leggere, date un'occhiata a Luigi Meneghello ;)

22 commenti:

  1. Ciao Davide, la penso come te, scrittura magica e grande orgoglio per un paese che ha un gran passato da raccontare.

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    1. Proprio vero! Ah, scrittura magica, ma non facilissima. Bisogna avere un attimo di pazienza. ;)

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  2. Credo che certe letture le si possa apprezzare pienamente soltanto da adulti.

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    1. Vero. O in determinati momenti. Per esempio avevo tentato diverse volte Viaggio al termine della notte ma sono riuscito a leggerlo solo lo scorso anno.

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  3. Anch'io ho sviluppato la passione per la lettura solo crescendo e, da ragazzo, avevo ben altre passioni. La voglia di leggere è venuta fuori spontaneamente. Quasi per incanto. Quando gli adulti hanno finalmente smesso di spingermi alla lettura. Quando la decisione di leggere è stata finalmente una scelta personale suscitata dall' emergere della curiosità e dall' interesse verso il mondo e, per certo, da una accresciuta maturità. Così anch'io ho iniziato ad andare alla scoperta di quegli autori che prima mi annoiavano . Le passioni si sviluppano sempre con gradualità . Poi ti accompagnano per il resto della vita. Un salutone a te.

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    1. Condivido in pieno. Poi credo che la passione per la lettura, anche volendo trasmetterla, sia difficile. Leggere richiede uno sforzo che non sempre si è disposti a fare. All'inizio poi, quando non si ha idea di cosa ti ritorni indietro, è proprio una scommessa. Io ho cominciato in un profondissimo momento di noia. Giusto per riagganciarmi al tema di qualche post fa qui sul blog, credo che oggi, con gli smartphone, sia ancora più difficile annoiarsi e capitare in questi momenti noiosi da riempire. Questo per dire che se fossi nato più tardi probabilmente non avrei ammazzato la noia con la lettura. Chi lo sa...

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  4. Credo che anche i libri abbiano il loro tempo e il momento giusto in cui leggerli, mi è accaduto spesso di approcciarmi a un libro senza riuscire a leggerlo, salvo poi leggerlo quasi d’un fiato qualche tempo o addirittura qualche anno dopo.

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    1. Eh già! Mi è successo per esempio con Viaggio al termine della notte e diversi tentativi anche per La scopa del sistema. Alla fine però il tempo giusto è arrivato!

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  5. È inevitabile, ci sono età poco adatte ed età perfette per questo tipo di autori. Io ne ho aborriti un bel po' come te in adolescenza, per esempio leggendo Per chi suona la campana avrei voluto una bella storia d'amore magari esplicita, ma erano gli ormoni. :)
    Non ho mai letto Meneghello ma conosco queste sue opere, perché una bella realtà associativa da queste parti si chiama proprio I piccoli maestri e uno di loro me ne ha spiegato il motivo.

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    1. Ma dai? Da queste parti dove, se posso sapere? :)
      Sì ecco, poi si aggiungono pure le aspettative. Tipo Il maestro e Margherita è uno di quelli che dovrò riprendere prima o poi. Totalmente diverso da come mi aspettavo.

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    2. Fra Roma e i Castelli Romani. Una parte per esempio è a Frascati. Ma vi fanno parte anche scrittrici come Nadia Terranova, svolgono un servizio meraviglioso: vengono nelle scuole a parlare del tutto gratuitamente di autori celebri.
      Riguardo a Il Maestro e Margherita, vi ho dedicato un post sul blog. Fatti salvi alcuni passaggi e in generale l'invenzione, ho trovato faticosissimo leggerlo.

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    3. Dai, che bello!
      Ecco, sul Maestro e Margherita siamo d'accordo. Non sono strano io :)

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  6. Di Meneghello ho letto "Libera nos a Malo". C'era un brano tratto da questo libro sulla nostra antologia delle medie che mi era piaciuto moltissimo e, dopo qualche anno, sono riuscita a trovarlo in biblioteca. L'ho divorato.
    E' vero, non c'è un vero e proprio filone di accadimenti, lo scorrere del tempo è percettibile in parte, eppure quei ricordi in bianco e nero (come a volte li definisco anche io) ti arrivano dritti.
    "I piccoli maestri" invece mi manca all'appello. Lo leggerei molto volentieri!

    Off topic: Ah ma allora sei vicentino!! Ho un paio di amici a Vicenza city ma è da un po' che non salgo dalle tue parti!

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    1. Anche I piccoli maestri ha un modo di raccontare simile. Se ti è piaciuto Libera nos a Malo penso che anche quello lo leggerai con piacere.

      Eh sì, vicentino magnagati! :)

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  7. Consigliato, ma non ricordo da chi, Libera nos a Malo è nella mia lista d'attesa da tempo. Nel frattempo sto leggendo Works di Vitaliano Trevisan, un altro vicentino 😁, è ben scritto e mi sento di consigliarvelo.

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    1. Me ne hanno parlato diverse persone di Works, e molto bene! Me lo segno e prima o poi ci arriverò. Grazie per avermelo ricordato ;)

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  8. Anche io ho avuto i miei pentimenti per non aver apprezzato certi autori, scoprendoli molto più tardi. Però da giovani capita di non trovare il tempo e l'interesse, e anche di "non poterci arrivare" con la propria scarsa maturità. Come tanti, ho un gruppetto di libri che poi ho rivalutato, dopo averli odiati a morte quando letti per obbligo scolastico. Ma Manzoni no, a Manzoni non gliela perdono.

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    1. Ahahah "a Manzoni non gliela perdono". Ti ha fatto proprio una violenza😅🫣

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    2. Letto estesamente alle medie, al ginnasio , e di nuovo al liceo. Fosse anche così fenomenale, e non lo è, non è un sacco di tempo in cui si poteva fare anche altro?

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    3. In effetti sì. Io Manzoni solo alle superiori e non ho molti ricordi. Però non ha avuto l'effetto repulsivo che hai provato tu. Quindi chissà... magari un giorno🙃

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  9. Ogni età ha la propria musica, le proprie letture.
    Mai visto un adolescente ascoltare Wagner.

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    1. Banale, ma vero. Mi fa solo sorridere il pensiero dei professori delle medie che ci spingono a leggere Meneghello. Che poi, credo che anche tanti prof non l'avessero letto per intero :D

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