Visualizzazione post con etichetta Libri ed Ebook. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Libri ed Ebook. Mostra tutti i post

22/10/24

L'orda del controvento e la filosofia del Contrasto

Maestoso, originale, spiazzante.
Devo dirvelo: sono rimasto profondamente colpito dalla bellezza de L'orda del controvento di Alain Damasio e ve ne devo per forza parlare.

Siamo di fronte a un romanzo di genere fantascientifico, anche se molti lo inseriscono nel fantasy.
Io dico: chissenefrega!


Il mondo in cui ambientato non è sicuramente il nostro.
Siamo infatti portati, assieme alla 34esima Orda, a "contrastare" un luogo costantemente battuto dal vento, un pianeta per gran parte inesplorato e che, proprio con la spedizione dell'Orda, potrebbe rivelarsi nell'Estrema Vetta, dove la terra finisce e il vento ha origine. O almeno è quel che si spera...

La missione dell'Orda, un gruppo composto da 23 persone, è infatti di viaggiare per migliaia e migliaia di km da ovest ad est lungo la fascia di contrasto, sempre controvento e a piedi
Solo il Contrasto, che si fa a piedi dall'inizio alla fine, permette infatti a un'Orda di essere pronta e formata, di poter essere all'altezza della fine del mondo.


Cosa ho amato di tutto questo?

Partiamo dal vento, vero e proprio protagonista.
Il vento qui è scienza, cultura, spiritualità, e viene studiato, vissuto, ammirato e temuto.
Posso lasciarvi per un attimo alle parole di Sov lo scriba, per farvi capire meglio?

24/10/23

Speranza nella fine, speranza nella pace

Volevo scrivere un pezzo su Punto e a Copy che parlasse dei problemi del giornalismo e dell'informazione e... niente, non ce l'ho fatta!
Il motivo è che io, su Punto e a Copy, vorrei essere imparziale e chiaro, e quel che accade in questi giorni mi coinvolge troppo a livello emotivo, perciò bonanotte e tanti saluti.

Ho preferito leggere e condividere qualcosa qui. Quindi eccoci, cari cervelli!

Proprio mentre iniziavano gli anni da partigiano di Meneghello, di cui vi ho raccontato nel post precedente, una ragazzina ebrea, reclusa nel suo nascondiglio con altre sette persone, scriveva:

Ma no, era una splendida notizia, così belle non ne avevamo udite da mesi, forse mai in tutti gli anni di guerra. "Mussolini ha dato le dimissioni, il re d'Italia ha assunto il governo." Eravamo felici. Dopo tutti gli spaventi di ieri, finalmente qualcosa di buono e... una speranza. Speranza nella fine, speranza nella pace.

Il testo, come immaginerete, arriva dal Diario di Anna Frank, altro libro di cui avevo letto giusto qualche spezzone e che, per non so bene quale motivo, mi è capitato tra le mani.


La prima cosa che mi sento di sottolineare è l'importanza fondamentale delle testimonianze di chi ha vissuto certi orrori.
Questo perché, soprattutto grazie al potere delle storie, tanto più se personali (come per Anna Frank e Luigi Meneghello) si può empatizzare con qualcuno di profondamente lontano da noi (nel tempo, per esempio) facendone propri i pensieri, i sogni, le paure e le speranze. 

Credo fermamente che la capacità di metterci nei panni degli altri sia, oggi più che mai, merce molto rara. Al momento in cui scrivo è in corso il conflitto tra israeliani e palestinesi (oltre a quello già dimenticato Russia - Ucraina) e i termini ignobili che circolano tra opinionisti, giornalisti e politici sono: morti necessarie, guerra necessaria, danni collaterali, reazione forte, civili morti e soprattutto, armi.

Ciò che è lontano, come i freddi bollettini numerici sulle migliaia di vite distrutte, non ci fa provare compassione. Si perde il senso del "patire con", e nel mentre ne guadagna il cinismo, coi suoi freddi calcoli che identificano le persone come cose.

Ora, a me è parso tragicamente ironico leggere il terrore di Anna Frank sotto le bombe e di come non si spiegasse l'odio che il popolo tedesco aveva verso gli ebrei (e non solo).
Dico tragicamente ironico perché da anni, nella Giornata della Memoria, sopratutto noi occidentali  amiamo ripeterci Mai più, affinché certi orrori non si ripetano.

E però... sappiamo quel che sta avvenendo, addirittura col nostro (neanche troppo mascherato) assenso: Israele, il popolo ebraico, nell'intento di distruggere i propri nemici mette in scena una risposta totalmente fuori misura (e questa non è solo la mia opinione, anche le Nazioni Unite criticano duramente quanto sta avvenendo).

16/10/23

Per farmi un'idea di Luigi Meneghello

A Malo, paese in provincia di Vicenza in cui ho vissuto fino a praticamente ieri, è celeberrimo lo scrittore e partigiano Luigi Meneghello

Nonostante a scuola ci invitassero a leggerlo più e più volte, in particolare con Libera nos a Malo e I piccoli maestri, io non me lo filavo di striscio.
Un po' perché leggere mi faceva sinceramente noia, un po' perché, sfogliate quelle due o tre pagine, non riuscivo a seguire il senso dei suoi discorsi, rimanendo sempre con un E quindi?! che mi rimbombava per la testa.

Mi spiace non aver saputo cogliere il valore di una persona (e personaggio) del genere. Ma che posso dire? Ero preso da cose ben più importanti, tipo che ne so... l'adolescenza, le ragazze, i compiti per casa, l'xbox! Quanto poteva fregarmene di uno che aveva vissuto un'epoca in cui il mondo era ancora in bianco e nero?

Meno male sono cresciuto e cambiato e così, complice la mia passione per la lettura, unita a una bizzarra propensione all'adorazione di Malo (comune a tutti i maladensi, nonostante la trovino una cittadina piuttosto noiosa e priva di chissà che opportunità o forma di intrattenimento) sono finito col leggere, appunto, queste due sue opere: Libera nos a Malo e I piccoli maestri.

Era arrivato il momento giusto per farmi un'idea di questo famigerato compaesano!

09/11/21

LIBRI luglio - settembre | Amore, virus letali e Sally Rooney

Ciao cervelli!

In mega ritardo ecco il recap delle letture estive, cioè di luglio, agosto e settembre. Nella descrizione del video (sul Tubo) trovate pure i link se v'interessa accattarvi qualcuno dei titoli citati ;)





13/10/21

Come comunichiamo il dolore? Poco e male | Parole di Libri

Come comunichiamo il dolore?
Teniamo tutto dentro o preferiamo parlarne? Ne facciamo esperienza o tendiamo a evitarlo?

Prendendo spunto da Pastorale Americana vi racconto la mia esperienza e commento quanto mi avete detto.




30/06/21

Il racconto dell'ancella e il femminismo (anche) per maschi

Il Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood è un libro così denso e ben scritto che non può lasciarci indifferenti. Di domande me ne ha suggerite parecchie e vorrei condividerle con voi. 

Vi lascio qui il mio ultimo video e se vi va, miei cari cervelli... iscrivetevi al canale e parliamone!




20/01/20

Il fantastico? Meglio assaggiarlo che censurarlo

Se vi dicessi di un cuoco toscano cacciatore di mostri? Se vi dicessi che poi i mostri li serve nel suo locale, e che questi hanno gusti ed effetti assurdi su chi li assapora?
Ecco: questa roba è Italian Way of Cooking, una storia (pazzesca) in due romanzi scritta da Marco Cardone. Il primo l'ho letto giusto un anno fa mentre il secondo, pensate un po', l'ho terminato giusto un minuto fa, col risultato che ora sono qui a parlarvene.

Le due domande iniziali non sono messe lì a caso. Io sarei davvero curioso di sapere che ne pensate, perché quando ho raccontato quel che stavo leggendo ad amici e colleghi il risultato, riassunto in questa frase di rappresentanza, è stato: Ma di che cosa si fanno certe persone?!
Ma di che vi farete voi, piuttosto, mi domando io!

Ormai i film dei supereroi sbancano al botteghino e serie come Game of Thrones sono viste praticamente da chiunque. Eppure, quando si tratta di approcciarsi al fantastico, se l'elemento straordinario non è familiare o comunque riconosciuto dalla macchina della cultura pop, parte il sopracciglio all'insù. Avete presente? Quello messo lì strategicamente per mascherare la voglia di riderti in faccia, perché dai, sei proprio strambo se scrivi o apprezzi certe cose, giusto? 

05/05/19

Un futuro senza spazio, né tempo

L'altra sera cercavo qualcosa di rapido e divertente da leggere e quindi mi sono lasciato ispirare dall'angolo fantascientifico della mia libreria. 
Ad attendermi una quarantina di Urania (parte di una collezione molto più grande) ereditata alcuni anni fa. E allora scorri, sfoglia, cosa leggo, cosa non leggo e alla fine ho scelto Allarme sulla Terra di Robert Blochautore forse più noto per Psycho
Il libro al suo interno presenta due storie: Non c'è più posto per noi e Donne di tutto il mondo.  Tutto sto preambolo solo per dirvi che vi parlerò della prima delle due.

Siamo nel 1997. L'umanità ha conquistato prima la Luna e poi Marte, il dominio sull'energia atomica è ormai cosa scontata e la fame, le guerre, la disoccupazione e le tensioni per credo, razza e disparità sociali sono del tutto debellate.
Sembrerebbe di vivere un'utopia, se non fosse che... manca lo spazio.
Stiamo troppo bene, il numero di persone cresce in modo incontrollato e le soluzioni adottate finora iniziano a mostrare dei limiti. È qui che l'elemento più sinistro di tutta la faccenda si palesa: la dimensione di questo problema è sia fisica che psicologica.

13/03/18

Il potere della lettura

"Questi... sono libri magici?"

"Ragazzina, tutti i libri sono magici. Pensa a cosa fanno fare alle persone. C'è chi va in guerra sulla base di quel che legge. La gente crede ai "fatti" solo perché sono messi per iscritto. Decidono di adottare sistemi politici, di viaggiare verso un luogo a dispetto di un altro, di lasciare il lavoro e partire all'avventura, di amare o odiare. Tutti i libri hanno un potere tremendo. E il potere è magia"

Ditemi se dopo aver letto un libro non vi si è mai mosso qualcosa dentro.
No, non fermatevi ai mappazzoni indigesti, quelli dell'infelice sensazione di aver buttato via soldi e tempo stimolato nient'altro che una notevole produzione di feci. 

Pensate invece a emozioni e idee e soddisfazioni o perché no: incazzature belle e buone.
I libri, suggerisce la scrittrice Scarlett Thomas, sono delle porte verso altri mondi, scontri e incontri tra noi e l'Altro. O meglio ancora... tra noi e l'Altrove!

13/09/17

Una bomba atomica non è abbastanza

Una cosa che mi rilassa da morire?

I grandi disastri naturali e le catastrofi. Che siano vulcani in eruzione, terremoti, tsunami, tornado o esplosioni termonucleari poco importa... guardare cotanta distruzione comodamente dal Tubo è un nuovo passatempo che spesso e volentieri mi da la buonanotte.
What the fuck sta dicendo?
Potreste pensare che io non sia del tutto normale, ma d'altra parte davvero volete negare il fascino irresistibile di un tsunami assassino? 
E' un po' come quando da bambini si distrugge qualcosa di bello, tipo il castello di sabbia del tuo amichetto che c'aveva messo tanta cura per tirarlo su e che sfiga vuole sia edificato comodamente a un tiro di schioppo del tuo fettone di cui tu, incuriosito, testi senza tanti complimenti il potenziale distruttivo.
Una soddisfazione, no?

23/03/17

Ritrovare la meraviglia

Alcune settimane fa mia nonna mi dice che le hanno regalato scatoloni e scatoloni e scatoloni stracolmi di libri. 
Vado perciò a dare un'occhiata e in effetti mi ritrovo in una stanzina piena zeppa di Urania e tante altre belle robette.

Mi porto a casa giusto qualcosa di Poe, Lovecraft, Dick, Asimov, Adamas, Pratchett, Evangelisti e compagnia bella  e il resto lo lascio lì in coda di lettura. Uscendo, però, l'occhio mi casca su un altro librone, uno che conosco bene e che da piccolo era alto quasi quanto me... questo qui:


Lo sfoglio e ne resto subito folgorato, perché rivedendo le illustrazioni meravigliose che tanto mi avevano fatto fantasticare da bambino mi tornano in mente un sacco di sensazioni. Decido perciò di portarmi a casa pure questo e di leggermi, dopo più di vent'anni, la storia che racconta.
Il grande libro delle Meraviglie - Uno straordinario viaggio, che cercando un po' sull'internet non riesco nemmeno a trovare (l'edizione è dell'85 ed è di Dami Editore) io in effetti non l'avevo mai letto, e a dirla tutta non ricordo nemmeno l'avesse fatto qualcuno per me.
Mi limitavo infatti a sfogliare il volume per i disegni di Tony Wolf, che ancora oggi mi lasciano a bocca aperta per lo stile ricercato, la ricchezza dei dettagli e la vivacità dei suoi colori.

13/03/17

Non credo alla scienza! scrisse da uno smartphone

Non molto tempo fa l'ormai noto virologo Roberto Burioni, divenuto suo malgrado una star dell'internet, scrisse un lungo post in cui sosteneva di come la scienza non fosse democratica, trattando di un problema piuttosto fastidioso e così riassumibile: la gente non si fida più della scienza.

Il perché proprio oggi un discorso del genere sia tanto sentito è facile dirlo. 
Scienza, di Gilberto Corbellini lo trovi cliccando QUI
Il web ci ha permesso di condividere con chiunque le nostre conoscenze, siano esse realmente concrete come colossali baggianate. Non essendoci alcun discriminante per giudicare il marasma di input che ci sta attorno però, se non quello della nostra valutazione personale, ecco che spesso conoscenze scientifiche perdono terreno sotto l'irresistibile appeal delle balle dei cantastorie più abili.

E cantastorie non è un termine usato a caso. Ma per questo, date un occhio qui.

09/03/17

Il reato di design

Conoscete Marcantonio Raimondi, il "papà" della pornografia? No?

Ecco, nemmeno io sapevo chi fosse prima di imbattermi nel singolare motivo per cui fu arrestato nel lontano 1524. 
La sua colpa fu, in un certo senso, l'aver commesso del "design". Sì lo so... che cavolo significa?

Facciamo un po' di ordine, suvvia!
La vicenda, citata nelle primissime pagine del saggio Critica portatile al Visual Design, viene raccontata per spiegarne uno dei concetti cardine, e cioè che un artefatto di design non esiste in un originale, ma nelle sue copie
Parlare di originalità e di copie significa anche parlare di arte legata alla sua diffusione di massa. E dato che l'arte è prima dispensatrice di pensieri e idee, talvolta persino rivoluzionarie, viene da sé, per qualcuno, ragionare tirando in ballo parole come controllo, ordine e perché no, la sempreverde repressione.

23/02/17

Il grande elenco telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso)

E perché Giove è escluso?
Mi sono bastati il titolo e questa domanda per spingermi a leggere il romanzo, uno di quelli che una volta aperto è... sorprendente!
Sì perché tutto quanto, miei cari neuroni che non siete altro, è una lunga, delirante, unica telefonata tra un uomo del 2010 e un alieno del 2054.

Ecco. Uno dei motivi per cui l'ho trovato incredibile è che costruire un'intera storia soltanto col botta e risposta di due personaggi è assurdo. Davvero, pensateci un attimo. Quanto è complesso creare un universo coerente in una chiacchierata? Caro Gianluca Neri, come hai fatto?

E il bello è che non è nemmeno noiosa. Il ritmo delle pagine anzi è sempre altissimo e si arriva alla fine come vi ci foste teletrasportati. A proposito: sapete che il teletrasporto esiste già? Sono sufficienti un tostapane e della crema solare. I 39 anni luce da Trappist-1 sono uno scherzo! Cara NASA, è tutto spiegato nella telefonata.

26/01/17

Se Hitler avesse perso

"Ha inondato il nostro Paese di rifugiati. Noi abbiamo aperto loro i nostri confini, le nostre braccia, le nostre case, in segno di amicizia. E sono arrivati a migliaia, a migliaia di migliaia. Le nostre città ora puzzano dei cavoli bolliti che cucinano! I loro figli parlano lingue straniere nelle nostre scuole. Stanno esaurendo le risorse della nazione, tolgono letteralmente il pane di bocca alla nostra gente!"
Wolf lo potete trovare cliccando QUI

Grida di approvazione. Braccia alzate nel saluto. Provai un brivido freddo che non riuscii a spiegare. Stava usando le mie stesse parole contro di me.

Chi ascolta è un Adolf Hitler molto diverso da quello che conosciamo noi. È un uomo comune tra la folla, uno che ha perso il suo appuntamento con la storia e che non è riuscito a imporsi in Germania, ora in mano al comunismo. Chi ascolta non è il celeberrimo fuhrer genocida, ma un immigrato in terra straniera, che tira a campare facendo l'investigatore privato per le strade di Londra.

17/11/16

Il tradimento del porco

Alla fattoria, una sera, il Vecchio Maggiore raduna tutti e racconta di un sogno che ha fatto: gli animali sono finalmente liberi dall'oppressione dell'uomo e possono vivere dignitosamente col frutto del proprio lavoro, senza più essere sfruttati e derubati. Infervorati gli animi e piantato in loro il germe della Rivoluzione, l'anziano maiale muore poco dopo, lasciando in eredità un'ideale da inseguire per il benessere e la libertà.
Potete trovare La fattoria degli animali cliccando Qui

Ho terminato da poco La fattoria degli animali di George Orwell e non posso che dirvi di sentirmi turbato. C'è stato qualcosa che mi ha fatto del male.

Quel che si ricava dalla storia di Orwell è una gigantesca metafora sul nostro mondo, del modo in cui è organizzato, di come funzioni la società e di quali siano alcune delle dinamiche e dei ruoli che animano la vita collettiva.
Si racconta di una fattoria e i protagonisti sono tutti bestie; animali che prima erano proprietà del signor Jones ma che in seguito, dopo la Rivoluzione, si liberano dal dominio dell'uomo e si impadroniscono di ciò che producono. 

Sette comandamenti scandiscono la nuova civiltà fondata nella fattoria:
Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico.
Nessun animale vestirà abiti.
Nessun animale berrà alcoolici.
Nessun animale ucciderà un altro animale.
Tutti gli animali sono eguali.

20/10/16

Le parole sono giocattoli e fuochi d'artificio

Spesso però, le consideriamo come qualcosa di preciso e puntuale, o peggio... di intoccabile!
Disegno di shichigoro756 che trovate Qui

Mi pare sia stato un paio d'anni fa. Per puro caso vidi il grande Gigi Proietti recitare una poesia intitolata Il Lonfo. Era formata da una serie di versi con parole che non avevo mai sentito e che a primo impatto, a ragionamento lucido, risultavano incomprensibili. Eppure, facendomi prendere dal ritmo e dalla musicalità, tutto appariva sensato. Visualizzavo questo frusco lonfo senza avere la minima idea di che cosa volessero significare "fusco" e "lonfo".
Che cavolo stava succedendo?!

Succedeva che avevo incontrato la poesia metasemantica di Fosco Maraini, un autore che, come racconta nella prefazione del suo libro-raccolta Gnòsi delle Fànfole, più che scrivere, propone.
Scusa amico Cervello ma che vuol dire sta cosa?
Beh... praticamente il suo approccio alla scrittura è pensato per offrire al lettore un trampolino di lancio verso la propria immaginazione, così che costruisca egli stesso il significato (o i vari) della storia.
Ma aspettate, fermi tutti! Facciamo che vi ci butto dentro direttamente (anche Qui col video se vi va) così lo capite meglio da voi:


Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
dilenca un poco, e gnagio s'archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrefferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.

16/09/16

Non essere mai abbastanza

Ma voi ve li ricordate i tempi della scuola? Quando si era ragazzini e tutte le insicurezze del mondo si cercava di tenerle ben nascoste, perché se gli altri le scoprivano erano piselli amari?

Personalmente non ho mai avuto grosse rotture di scatole coi compagni, ma a volte capitava che per una ragione o per l'altra fossi preso di mira con qualche scherzo e deriso. Il motivo non era neanche troppo importante. Quando si è piccoli la stronzaggine non viene frenata dal buonsenso dato poi dalla maturità. Semplicemente si vuol far parte della cerchia dei più forti cercando di non rimanere esclusi e finire tra gli strani. Succedeva però di fare un passo falso, svelando quel particolare punto debole per cui poi si è presi di mira. Istanti piccoli ma terribili che credo tutti noi in qualche misura abbiamo sopportato.

Le sensazioni di impotenza e vergogna provate da Carrie, sotto le docce della scuola dopo l'ora di ginnastica, tempestata da una pioggia di assorbenti e dalle grida isteriche delle compagne disgustate, sono state le stesse che più o meno percepivo da piccolo quando subivo un torto gratuito. Tutti gli scherzi cattivi, gli sgambetti, i piccoli sabotaggi, le risate alle spalle, gli insulti, sono però per lei la consuetudine, e non può farci assolutamente nulla. 
E' questo che, al di là della trama, mi ha veramente affascinato del primo romanzo di Stephen King, il primo di suo che io abbia mai letto (sì sì lo so lo so...) e il primo dei tanti che l'autore ha pubblicato: la pesante cappa di inadeguatezza, o il non essere mai abbastanza, di fronte agli sguardi di chi ti ha messo i piedi in testa.

05/07/16

Dare le perle ai porci

Ogni anno almeno un giovanotto del quale curiamo gli interessi viene in ufficio e vuole dar via il suo denaro. [...] E' confuso, piagnucoloso, indignato! Esige di sapere , cupamente, quanto vale. Noi glielo diciamo. Lui arrossisce dalla vergogna, anche se la sua fortuna si basa su una cosa onesta e utile [...]
La storia ci dice questo, signor Buntiline, mio caro giovanotto, se non ci dice altro: regalare una fortuna è una cosa futile e distruttiva. Trasforma i poveri in piagnoni, senza arricchirli o metter loro l'animo in pace. E il donatore e i suoi discendenti entrano a far parte della schiera di quei poveri piagnoni.

Potete trovare Perle ai porci cliccando proprio QUI ;)
Ormai mi è chiaro: io voglio molto bene a Kurt Vonnegut, e oggi vorrei spendere due parole per un romanzo che ho trovato veramente eccezionale.
Parlo di Perle ai porci, chiamato anche Dio la benedica, Mr. Rosewater, che narra le vicende di un ubriacone milionario, Eliot, che è anche un ex capitano di fanteria e vecchia conoscenza del viaggiatore nel tempo Billy Pilgrim. Sì, proprio il protagonista del Mattatoio n.5 di cui vi ho raccontato Qui.

Anche in questo caso, quel che mi ha colpito è stato lo svolgersi della narrazione, che non è del tutto lineare ma preferisce saltellare qua e là da un personaggio all'altro rimandando spesso e volentieri ad episodi passati. E assieme a questo, si inserisce ovviamente l'enorme varietà di temi che Vonnegut riesce a trattare, mantenendo sempre un tono leggero e fuori dalle righe capace però d'arrivarti dritto alla pancia, facendoti provare cose in cui non puoi non rispecchiarti.

09/06/16

Ho il garage invaso dai vermi

In questi primi giorni di giugno piove spesso. Persino ora, nel momento in cui vi scrivo, sta piovendo. E cadeva la pioggia anche quando ho iniziato, continuato e terminato la mia avventura con i vermi. Sì avete capito bene: vermi! Valanghe di schifosi e viscidi lombrichi che strisciavano su tutto il pavimento del garage e poi anche in giardino, appena fuori la veranda. Roba da accapponare la pelle anche solo a pensarci. Ma fossero stati solo loro il problema... 
Erano bianchi, mollicci, pregni di bava appiccicosa e grossi quanto una mano o un pallone da basket o un cane. Creature enormi, anzi no, che dico, bestie assolutamente colossali, dei fottuti giganti dalla stazza pari a un autobus che se ne stavano lì a strisciare sotto terra, tra la nebbia e la pioggia, invisibili.

Ok, spero l'avrete capito, non mi sto riferendo certo al giardino di casa mia (altrimenti l'avrei abbandonata da un pezzo), ma vi sto raccontando de I vermi conquistatori, romanzo di Brian Keene inquadrabile tra i generi horror e post apocalittico; che poi non mi piace etichettare le storie, però capisco per molti ci sia la necessità di sapere in anticipo che atmosfere si andranno a toccare prima di leggere, ed è infatti proprie da queste che partirò per parlarvene.
De I vermi conquistatori ne avevo sentito discutere qualche tempo fa in giro per blog e le impressioni che ne erano uscite erano davvero molto buone. Qualcuno aveva provato addirittura paura leggendolo, o quantomeno un senso di ribrezzo costante, cosa che, quest'ultima, anch'io ho percepito in più scene, proprio grazie al modo da brivido in cui sono narrati gli incontri con le creature.