22/10/24

L'orda del controvento e la filosofia del Contrasto

Maestoso, originale, spiazzante.
Devo dirvelo: sono rimasto profondamente colpito dalla bellezza de L'orda del controvento di Alain Damasio e ve ne devo per forza parlare.

Siamo di fronte a un romanzo di genere fantascientifico, anche se molti lo inseriscono nel fantasy.
Io dico: chissenefrega!


Il mondo in cui ambientato non è sicuramente il nostro.
Siamo infatti portati, assieme alla 34esima Orda, a "contrastare" un luogo costantemente battuto dal vento, un pianeta per gran parte inesplorato e che, proprio con la spedizione dell'Orda, potrebbe rivelarsi nell'Estrema Vetta, dove la terra finisce e il vento ha origine. O almeno è quel che si spera...

La missione dell'Orda, un gruppo composto da 23 persone, è infatti di viaggiare per migliaia e migliaia di km da ovest ad est lungo la fascia di contrasto, sempre controvento e a piedi
Solo il Contrasto, che si fa a piedi dall'inizio alla fine, permette infatti a un'Orda di essere pronta e formata, di poter essere all'altezza della fine del mondo.


Cosa ho amato di tutto questo?

Partiamo dal vento, vero e proprio protagonista.
Il vento qui è scienza, cultura, spiritualità, e viene studiato, vissuto, ammirato e temuto.
Posso lasciarvi per un attimo alle parole di Sov lo scriba, per farvi capire meglio?

23/07/24

Inespresso

L'inespresso viaggia feroce
nei contorni delle cose a cui tenevi. 

Di solito risposa quieto,
nei giorni che crescono a mesi e anni,
e così, indisturbato,
s'infila tra le fessure dei mobili di casa,
nelle intersezioni dei tasti delle tastiere,
dentro i cuscini stanchi del divano,
sotto le coperte sgualcite dei letti,
nelle tasche dei vestiti appesi alle grucce,
sulle credenze e le mensole colme di oggetti,
sopra al tappeto assieme alla polvere. 

Se ne sta silenzioso,
in attesa,
dimenticato,
fintantoché, al momento opportuno...
striscia veloce e ti s'infila negli occhi!

Oh! come saltano all'occhio
le imperfezioni della tua vita,
come risaltano i futuri immolati
per distrazioni e fatiche intentate. 

Ogni sguardo è un mancamento,
un'occhiata alla banalità delle certezze inscalfibili,
una ferita netta e quasi indolore,
un sanguinamento che non puoi più tamponare.

Rimangi le stesse bugie che ancora racconti,
ingoi i rimpianti,
stordito,
senza forze.

Ma ormai è quasi andato,
quasi morto ancora una volta
il bagliore dei passati che hai lasciato scappare.

L'inespresso riprende la strada
che va dai tuoi occhi ai sogni infranti,
tornando a nascondersi tra i particolari
che riempiono un vuoto che non vuoi più rivedere.

25/06/24

Stretto

Ovunque si trovasse,
qualunque cosa facesse,
si sentiva sbagliato,
fuori posto,
stretto.

Eppure non c'era niente che non andasse
in lui.

Solo
aveva idee troppo grandi
e ancora non lo sapeva.




20/04/24

Dodici anni fa, sul blog...

Dodici anni fa, sul blog, comparivano le prime tracce di una storia che mi girava per la testa. Quella storia doveva essere un romanzo. Un romanzo che avevo intenzione di scrivere qui post dopo post.

Inutile dire che l'anonimato iniziale, l'inesperienza del mezzo e la scarsa consapevolezza di ciò che potevo, volevo e sapevo scrivere, bloccarono tutto, trasformando poi questo posto nel CervelloBacato che conoscete.


Ma quella storia, quel romanzo a puntate, che fine ha fatto? Da qualche parte è continuato a esistere...

03/03/24

Blu

Ero blu come il cielo di marzo,
come i riflessi su Riva del Garda,
come un pomeriggio ancora ghiacciato.

Ero blu di malinconia,
blu a pensare alla primavera,
blu la domenica prima
di una settimana di lavoro in ufficio.

Ero blu ma c'eri tu,
e guardavamo il lago insieme,
aggiungendo una sfumatura di blu
al colore che ami di più.




21/02/24

Luci e ombre

Non puoi pretendere sia solo luce,
altrimenti rimarresti accecato.
Aggiungici invece l'ombra
e inizierai a capire lo spessore
di quel che hai davanti.




09/02/24

A un passo da una nuova rivoluzione

Credo ci troviamo a un passo da una nuova rivoluzione digitale. Digitale?! Ma che dico? Sarà qualcosa di ancora più potente!

Non so se lo sapete ma è da poco uscito il nuovo Apple Vision Pro, un visore che ci permetterà di vivere nella realtà mista.

Questo aggeggio promette di fare meraviglie ma, conscio di tutte le criticità già emerse con l'utilizzo degli smartphone, che hanno cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi, non posso che mettere le mani avanti e pormi qualche domanda.

Prima tra tutte: ha senso credere di aver bisogno di vedere di più?
Ne parlo approfonditamente nel nuovo articolo del mio sito Punto e a Copy, quello dedicato al mondo della comunicazione.

Se vi va, lo potete leggere qui: Credere ciecamente al bisogno di vedere oltre



15/01/24

A cosa serve soffrire?

Questi primi giorni del nuovo anno sembrano volermi far riflettere su una domanda: a cosa serve soffrire?

La questione del dolore, fisico o mentale che sia, e del perché lo si debba affrontare, mi sta seguendo attraverso tre opere totalmente scollegate tra loro: il romanzo Il mondo nuovo di Huxley e i film Saltburn e Perfect Days.

Tre storie che apparentemente non c'entrano davvero niente l'una con l'altra ma in cui invece, a me, pare d'aver trovato un filo conduttore. Un filo che riguarda proprio la domanda iniziale.


Vi spiego in brevissimo di cosa parlano, così poi capite il senso del discorso.

29/12/23

2023 in due minuti

Un 2023 in cui sono successe tante cose, sia belle, sia brutte, ma che come da tradizione (questo ormai è il decimo anno!) riassumo in appena due minuti.

Qui trovate: 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, 2015 e 2014.


Gennaio
L'idea è di rimettersi in forma e crearmi una routine. Dai Cervello, corri almeno due volte a settimana pure se fa schifo e non mollà! Per il resto snow a manetta e il bellissimo Scheletro Femmina.


Febbraio
[...]
una risata, decisa e ispirata,
cenerino in spalla
battuta in canna:
oh, è appena salpato, un vero pirata!

21/12/23

Il primo bacio

I suoi dicevano che lì dentro si praticasse la magia nera. Che gli spiriti maligni venissero invocati da loschi figuri che potevi sentire qualche volta di notte.

Quell'estate Marco, proprio lì dentro, diede il suo primo bacio a Celeste, la ragazza più bella che avesse mai visto. E allora rise, ripensando alle stupide storie dei grandi, che volevano soltanto tenerlo lontano da un luogo che associavano più a un bordello che alla casa del demonio, e rise ancora di più quando raccontò tutto anche a lei, che poi di ridere a un certo punto non la smetteva quasi più, tanto lo trovava divertente, e rideva, e rideva, rideva, in un crescendo di spasmi scomposti che le rimbombavano per tutto il corpo, deformandole il petto e trasformandone il torace, che si aprì in un fiotto grigiastro di tentacoli marini che lo afferrò per la faccia e lo inghiottì per dilettare il Male.

Caro Marco, e che cavolo, la prossima volta ascoltali i tuoi genitori!






12/12/23

La partita di Ugo

Piangeva dandogli le spalle, verso le ombre lunghe degli alberi, pensando che se ne poteva anche andare al diavolo lui e il suo Street Fighter.
Ugo era il bambino più odioso, maleducato, violento e maledetto che avesse mai incontrato, e stava giocando la sua partita con quella che era la sua mancia. Gliel'aveva rubata con una scusa stupida, un Famm' veré! che in teoria voleva dire Fammi vedere, ma detto con quell'accento del sud che le dava fastidio, perché era odioso, maleducato, violento e maledetto proprio come Ugo, e che significava Comando io, è casa mia!
Forse era cattiveria gratuita, o forse era invidia, perché di tenerle testa a quel tipo proprio non gli riusciva. Fatto sta che partita dopo partita non mancava di dargli una lezione e lui, per ripicca, la tormentava fino a farla piangere.
Quindici anni dopo, sotto le fronde degli stessi alberi, poco distante dalla sala giochi in disuso, era ancora intenta ad asciugarsi le lacrime, che stavolta erano di gioia.
Estate dopo estate quello era diventando un posto speciale, e soprattutto, era speciale lui, Ugo, col suo accento gentile, buffo, caldo e benedetto, che la conosceva come non aveva mai conosciuto nessuno.
Fu così che in ginocchio, rosso per l'agitazione e l'imbarazzo, le chiedeva di passare il resto della sua vita al proprio fianco. Un'ultima partita da giocare, ma stavolta assieme.






06/12/23

Lunatica

Oggi è dolce,
domani non la puoi avvicinare.

Ama l'arte,
la letteratura,
la lettura.
Piega gli angoli delle pagine
e sottolinea
con la matita
le parole che la disorientano.

Non vuole sembrare incoerente,
ma se rinunciasse
a quel cambiamento
non sarebbe più lei,
non si capirebbe.

Parlassero pure gli altri.
Ridessero.

Che tanto a che serve
sembrare d'un pezzo
se puoi essere
felicemente lunatica?






02/12/23

Tutta la tua Volontà

Desiderava così tanto lasciare quel posto che quando ne ebbe l'occasione gli mancò - per un pelo - il coraggio.
Prese il suo bolide e pedalò giù per il pendio, sempre più giù, tra i monti di sale viola che si imponevano come le guardie di una prigione.
Visualizzò le strade, i profumi, i suoni e i sapori di una terra lontana lontana. Poi si aprì al vuoto con tutta la sua Volontà e cominciò a proiettarsi all'altro capo del mondo.
Svanì prima la ruota, poi un pezzo di manubrio e allora capì che succedeva davvero. E se avesse sbagliato? Se non fosse pronto?
Bastò questo a tenerlo fermo. Rimase lì: solo in mezzo alla strada, ferito e sanguinante con la metà di una bicicletta. Il resto era andato, là nel suo luogo del cuore. Quello che non aveva avuto il coraggio di prendersi.





27/11/23

L'osservazione del pilone

Il pilone zurbzicone,
l'erba frizzillèra,
il sole oleosmatico e poi io, io, io:
che non colgo neanche un tarfuglio!


Quello che avete appena letto è un mio tentativo di poesia metasemantica.

E che roba è?

Il linguaggio metasemantico è un'espressione artistica e letteraria che crea linguaggio seguendo un processo piuttosto particolare.

Anziché partire dai concetti per poi associare loro suoni e segni grafici, fa il contrario: prima vengono i suoni e poi si attende che il patrimonio d’esperienze interiori di chi legge o ascolta, magari il suo subconscio, dia significati, valori emotivi, profondità e bellezze.

Se volete saperne di più, ci ho scritto un bell'articolo (ma bello davero davero!) su Punto e a Copy, il mio sito dedicato al mondo della comunicazione. Lo trovate qui.

23/11/23

Il Temporale di Arquà Petrarca

Ha smesso di piovere e l’aria è fresca, ma Elvira non se ne accorge.
Deve correre, arrivare dall’altro lato di Arquà Petrarca. Deve dirlo agli altri e allora scivola tra i vicoli in salita senza fermarsi, col cuore e i polmoni che esplodono.
Ha smesso di piovere e l’aria è fresca, ma Elvira non se ne accorge perché sta bruciando.

Giulio si stiracchia al sole, sbadiglia e annusa i ricordi che il temporale gli ha portato.
Se la passa bene, davvero bene, e quasi quasi farebbe una pisciatina sulla siepe, se non fosse per la pazza che corre su e giù per il suo vicolo, si appoggia al cancello, lo fissa e poi... riparte.
Giulio sarà pure speciale, uno che vede lontano e capisce al volo, ma è anche un gatto irritatabile, perché con la vescica timida, a volte, anche un’occhiata storta ti manda al manicomio.

20/11/23

Not all men... ma quindi che facciamo?

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin infuria la rabbia.
Anch'io sono arrabbiato. Ma anche molto turbato. Perché il problema della violenza sulle donne è qualcosa di complicato che, a mio parere, non può essere risolto se non con un'educazione generalizzata sui temi della gestione delle emozioni e delle relazioni, del consenso, della libertà, del rispetto, nonché, della comunicazione tra persone.

Prima di scrivere queste righe ci ho pensato bene. Un po' perché è un argomento delicato e non vorrei essere banale, un po' perché mi chiedo quale possa essere l'utilità di condividere un mio parere personale.

Ho deciso che in questo post vorrei provare a offrire qualche ragionamento, destinato non solo agli uomini e alle donne (le parti in causa in questo conflitto) ma a tutte le persone che avranno voglia di riflettere o di dire la propria in modo costruttivo.
E lo faccio perché, siccome credo sia proprio dalla cultura, dallo scambio di idee e dal parlarne, che può nascere qualcosa di buono, allora è giusto, per il poco che posso, provare a stimolare qualche discussione.


17/11/23

Hunger Games: serpenti, usignoli e tributi sfigatissimi

Riapriamo la rubrica Cinema con una vecchia (ma anche nuova) gloria del blog: gli Hunger Games!

E allora bentornati a Panem, cari cervelli, con il quinto film dedicato al mondo di Capitol City e dei suoi 12 sfigatissimi distretti, i quali sono costretti (rima simpatica) ad offrire, ogni anno, due giovani tributi che parteciperanno a questi fantastici giochi a premi.

Esiste ancora qualcuno all'oscuro di cosa siano gli Hunger Games?
In pratica Capitol City, che ha vinto la guerra sedando la ribellione, ogni anno, come punizione, pesca un totale di 24 teenagers che in diretta tv si uccideranno tra loro in una gara di sopravvivenza.
Ah già: il premio è solo per l'ultimo ed è... rullo di canguri... poter vivere!

Ora, a me questa saga ha sempre suscitato sentimenti contrastanti.
Idea affascinante.
Resa dei giochi a volte benino (vedi il primo film), a volte molto bene (vedi secondo film).
World building niente male.
Messa in scena di tutto l'anbaradàn... alti e bassi.

Questo quinto capitolo però l'ho trovato davvero piacevole.
Assieme al secondo, è in cima alla mia personalissima classifica. Che d'altro canto è l'unica che conta, qui dentro.

15/11/23

Il giardino segreto

C'era un giardino segreto dove certi pensieri danzavano riflessi leggeri sull'acqua.
Di primo mattino potevi incrociare forme incantante tra la bruma e i vapori.
Nel mezzo del giorno, sovrastata dal sole, l'immaginazione era così limpida che potevi scambiarla per una vita vera.
E poi, come quei sogni che si dimenticano tanto più li realizzi, la luce celava, tra note di sera, i più bei desideri agli occhi indiscreti.




10/11/23

Aggiornamento scrittura

Oggi post veloce, pratico, buono (quasi come i Ritter Sport) per fare il punto su racconti e su quel progetto più impegnativo che citavo giorni fa qui.

Partiamo dai racconti brevi.
Mi sono accorto che il recap di storie horror per Halloween l'avete trovato utile e la cosa mi fa molto piacere. In effetti più volte ho ragionato su come dar visibilità ai miei scritti, passati i giorni di pubblicazione. Vista la struttura del blog, finiscono in fretta nel dimenticatoio...

Motivo per cui ho aggiornato tutta la pagina racconti, che a menu si chiama "Scrivo Storie".
Seguendo l'idea del post di Halloween ho riordinato i titoli in ordine di pubblicazione, scrivendo per ognuno: il genere, se è breve o brevissimo (così vi gestite pure col tempo) e una piccola sinossi.

Tipo:

Pulp - Drammatico | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
Una storia di vendetta (da leggere e ascoltare) che sperimenta un testo sempre più esagitato seguendo il ritmo crescente della musica. 

Pulp - Splatter - Assurdo | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
George R.R. Martin, scrittore e sceneggiatore di Game of Thrones, subisce una sorte peggiore di quella riservata ai suoi personaggi.

Assurdo - Umoristico - Psicologico | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
Che fare se l'apocalisse zombie mostra aspetti alquanto... allettanti?!

Inoltre, rispolverando vecchi appunti, è saltata fuori almeno una trentina inedita (qui sul blog) tra racconti e poesie, quindi per il prossimo futuro, ho un bel po' di roba fresca da pubblicare potendomi concentrare sull'altro progetto.

Ecco: circa il progetto più corposo, uno dei motivi per cui ero bloccato era dato dalla struttura.
La parte finale non mi era del tutto chiara, c'era solo un'idea più o meno vaga di come sarebbe dovuta essere e perciò niente... ho scritto e schematizzato tutto ciò che prima era nebuloso, e ora che esiste nero su bianco, andare avanti è più facile. Basta solo sapete cosa?! La COSTANZA!

E per oggi è tutto!
Ve l'avevo detto che era un post velocepraticobuono.
Vi lascio solo ricordandovi che se mai doveste leggere qualcuno dei racconti, un commento per sapere che ne pensate mi è sempre molto utile. 

Alla prossima cervelli!

07/11/23

Qui e ora

Il Caffè si affacciava su uno dei tanti canali investiti dai turisti. Era da poco iniziato novembre e, anche se il weekend si avvicinava, il via vai di gente, a quell'ora del pomeriggio, sembrava tranquillo. 
Stefano, seduto a un tavolino, osservava là fuori i colori riflessi sulla superficie dell'acqua: gli scafi delle imbarcazioni color nero, verde e azzurro pastello, i rossi accesi e gli ori luminosi delle foglie degli alberi, le facciate così particolari degli edifici, che lo guardavano dalla sponda opposta. 
D'istinto prese il telefono per immortalare il momento. Lo avrebbe condiviso su una storia Instagram. Era anche meglio della foto del locale di poco prima. Forse ci sarebbe stata bene anche una frase d'accompagnamento, ma poi pensò No, non ne vale la pena. La scena si presentava tanto equilibrata e pulita che aggiungerci una scritta avrebbe rovinato l'incanto. Aveva appena deciso come ridimensionare e posizionare il tag di Amsterdam, ovvero appena sopra il ponte, che senza darsi una spiegazione ci si ritrovò sopra. 
Non capiva.
Mise il telefono nella tasca del giubbotto, che stranamente indossava, e fissò in lontananza la vetrina dietro la quale, fino a pochi istanti prima, stava bevendo il suo té. Ma com'è possibile? Pensò a un effetto collaterale dei funghi che aveva mangiato due giorni prima. Era l'unica spiegazione logica per un evento percettivo così singolare.
Ero lì un secondo fa e ora sono qui fuori. Non ho finito il té, non mi sono alzato, pagato nemmeno e uscito proprio no. 
Si toccò la testa esclamando Oh merda... poi, preoccupato, ragionò sull'eventualità di parlarne con un amico. Anche Hans li ha presi, avrà buchi di memoria come questo?
Si incamminò perciò verso la sponda su cui stava il Caffè di prima ma, Di nuovo?! eccolo al centro esatto del ponte. Un passante gli diede una spallata per sbaglio. Lo avrebbe volentieri fermato e preso a pugni tanto era il nervoso. Si appoggiò quindi al parapetto. Respira. Le mani sbiancate da quanto stringeva la ringhiera.
Stavolta, esclamò tra sé, mi sono fuso il cervello!