Credo ci troviamo a un passo da una nuova rivoluzione digitale. Digitale?! Ma che dico? Sarà qualcosa di ancora più potente!
Non so se lo sapete ma è da poco uscito il nuovo Apple Vision Pro, un visore che ci permetterà di vivere nella realtà mista.
Questo aggeggio promette di fare meraviglie ma, conscio di tutte le criticità già emerse con l'utilizzo degli smartphone, che hanno cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi, non posso che mettere le mani avanti e pormi qualche domanda.
Prima tra tutte: ha senso credere di aver bisogno di vedere di più?
Ne parlo approfonditamente nel nuovo articolo del mio sito Punto e a Copy, quello dedicato al mondo della comunicazione.
Se vi va, lo potete leggere qui: Credere ciecamente al bisogno di vedere oltre
09/02/24
A un passo da una nuova rivoluzione
15/01/24
A cosa serve soffrire?
Questi primi giorni del nuovo anno sembrano volermi far riflettere su una domanda: a cosa serve soffrire?
La questione del dolore, fisico o mentale che sia, e del perché lo si debba affrontare, mi sta seguendo attraverso tre opere totalmente scollegate tra loro: il romanzo Il mondo nuovo di Huxley e i film Saltburn e Perfect Days.
Tre storie che apparentemente non c'entrano davvero niente l'una con l'altra ma in cui invece, a me, pare d'aver trovato un filo conduttore. Un filo che riguarda proprio la domanda iniziale.
Vi spiego in brevissimo di cosa parlano, così poi capite il senso del discorso.
29/12/23
2023 in due minuti
Un 2023 in cui sono successe tante cose, sia belle, sia brutte, ma che come da tradizione (questo ormai è il decimo anno!) riassumo in appena due minuti.
Qui trovate: 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, 2015 e 2014.
Gennaio
L'idea è di rimettersi in forma e crearmi una routine. Dai Cervello, corri almeno due volte a settimana pure se fa schifo e non mollà! Per il resto snow a manetta e il bellissimo Scheletro Femmina.
Febbraio
[...]
una risata, decisa e ispirata,
cenerino in spalla
battuta in canna:
oh, è appena salpato, un vero pirata!
21/12/23
Il primo bacio
I suoi dicevano che lì dentro si praticasse la magia nera. Che gli spiriti maligni venissero invocati da loschi figuri che potevi sentire qualche volta di notte.
Quell'estate Marco, proprio lì dentro, diede il suo primo bacio a Celeste, la ragazza più bella che avesse mai visto. E allora rise, ripensando alle stupide storie dei grandi, che volevano soltanto tenerlo lontano da un luogo che associavano più a un bordello che alla casa del demonio, e rise ancora di più quando raccontò tutto anche a lei, che poi di ridere a un certo punto non la smetteva quasi più, tanto lo trovava divertente, e rideva, e rideva, rideva, in un crescendo di spasmi scomposti che le rimbombavano per tutto il corpo, deformandole il petto e trasformandone il torace, che si aprì in un fiotto grigiastro di tentacoli marini che lo afferrò per la faccia e lo inghiottì per dilettare il Male.
Caro Marco, e che cavolo, la prossima volta ascoltali i tuoi genitori!
12/12/23
La partita di Ugo
Piangeva dandogli le spalle, verso le ombre lunghe degli alberi, pensando che se ne poteva anche andare al diavolo lui e il suo Street Fighter.
Ugo era il bambino più odioso, maleducato, violento e maledetto che avesse mai incontrato, e stava giocando la sua partita con quella che era la sua mancia. Gliel'aveva rubata con una scusa stupida, un Famm' veré! che in teoria voleva dire Fammi vedere, ma detto con quell'accento del sud che le dava fastidio, perché era odioso, maleducato, violento e maledetto proprio come Ugo, e che significava Comando io, è casa mia!
Forse era cattiveria gratuita, o forse era invidia, perché di tenerle testa a quel tipo proprio non gli riusciva. Fatto sta che partita dopo partita non mancava di dargli una lezione e lui, per ripicca, la tormentava fino a farla piangere.
Quindici anni dopo, sotto le fronde degli stessi alberi, poco distante dalla sala giochi in disuso, era ancora intenta ad asciugarsi le lacrime, che stavolta erano di gioia.
Estate dopo estate quello era diventando un posto speciale, e soprattutto, era speciale lui, Ugo, col suo accento gentile, buffo, caldo e benedetto, che la conosceva come non aveva mai conosciuto nessuno.
Fu così che in ginocchio, rosso per l'agitazione e l'imbarazzo, le chiedeva di passare il resto della sua vita al proprio fianco. Un'ultima partita da giocare, ma stavolta assieme.