Cos'è il Deepfake e perché a causa sua non sapremo più distinguere un video vero da uno falso?
In questo video provo a immaginare l'informazione del domani.
Voi cervelli che dite?
Cos'è il Deepfake e perché a causa sua non sapremo più distinguere un video vero da uno falso?
In questo video provo a immaginare l'informazione del domani.
Voi cervelli che dite?
Siamo letteralmente ipnotizzati dagli schermi. Poi però, quando alziamo la testa, ci accorgiamo di essere soli in mezzo a un sacco di altra gente sola, tutti in compagnia del proprio amato telefono.
Che ci sta succedendo?
Sul mio canale YouTube inizia una nuova rubrica intitolata “Parole di Libri” che è tutta dedicata, pensate pensate... ai libri!
Originale, eh?
Cosa farò di bello? Che tipo di video saranno?
Allora, diciamo che l'idea è leggervi dei pezzi di romanzi che mi sono particolarmente piaciuti per poi commentarli e invitarvi a discuterne insieme.
In questo primo episodio il titolo che ho scelto è Ragazze Elettriche, e la domanda che ci pone è: ma la disparità di genere dipenderà mica dalla forza fisica?!
Non so voi cosa ne pensate ma in caso fatemelo sapere qui o sul Tubo e insomma, parliamone!
Nel caso foste più comodi c'è anche il podcast su Spotify che inizia oggi con la seconda stagione!
Il Racconto dell'Ancella di Margaret Atwood è un libro così denso e ben scritto che non può lasciarci indifferenti. Di domande me ne ha suggerite parecchie e vorrei condividerle con voi.
Vi lascio qui il mio ultimo video e se vi va, miei cari cervelli... iscrivetevi al canale e parliamone!
Scatta la mela, scatta in avanti in un flash e...
"Andata!"
Sbatto il mento sul tavolo e cado a terra privo di sensi.
Credo.
Non posso parlare.
Non mi riesce proprio.
La sensazione è di osservare a 360° come certe fotocamere.
Devo aver battuto forte perché vedo tutto, tutto...
Non so spiegarmelo ma vedo il tavolo, vedo me, vedo me che mi rialzo, me da fuori. DA FUORI! E barcollo, centro in pieno la colonna portante qui di fronte prima di urlare "Ci sono, ci sono riuscito, ci sono riuscito sul serio!"
Il mio corpo, la mia faccia, mi fissa e se la ride. Se la ride di gusto. La mia mano mi afferra, mi solleva dal tavolo e i miei denti mi staccano un pezzo con un morso netto.
Un brivido di follia mi percorre tutto il torsolo facendomi venire la grinze alla buccia. Riesco solo a pensare "MELADIZIONE!!!"
Da un po', alle pagine di questo blog, preferisco gli articoli e i podcast di Punto e a Copy e i video su YouTube. Eppure CervelloBacato è uno spazio che non voglio lasciare, perché ogni tanto, come avete visto, mi piace raccontare e raccontarmi in modo, forse, un po' più personale.
Oggi comunque no... non toccherà a me scrivervi. Non ancora. Sarà invece Luca Salvadore, che già ci ha portato con sé a Giacarta nello scorso #OpenMinded, a condividere qualcosa con noi.
Mi ha chiesto di prestargli il blog per una lettera a cui tiene molto, un testo che ha scelto di dedicare a tutti quei e quelle diciottenni a un passo dal fare grandi scelte di vita. Se vi va di leggere le sue parole quindi, sono felice di ospitarle qui.
Caro/a neo maggiorenne,
ho deciso di scrivere queste righe per condividere alcune riflessioni, vissute su un piano sia personale che di condivisione con i miei conoscenti, relative a quel famoso periodo della vita dove si decide molto del proprio destino, talvolta senza averne i mezzi. Spesso mancano le informazioni, malgrado l’esistenza del web, o le testimonianze altrui, che tanto sarebbero utili al processo di scelta del proprio futuro.
Eh sì!
Non solo torno ad aggiornare il blog, ma lo faccio rispolverando una rubrica a cui tengo particolarmente, ovvero: #OpenMinded!
Per chi non lo ricordasse (o nel malaugurato caso capitasse qui per la prima volta) #OpenMinded è composta da guest post e vuole far conoscere esperienze, abitudini, passioni e credenze che di solito sono ritenute lontane dalla rassicurante quotidianità.
Oggi allora eccoci in compagnia di Luca Salvadore che ci racconterà di un viaggio speciale tra le periferie di Giacarta! Pronti a viaggiare con lui?
Allora tre, due uno... Aprite le vostre Menti!
Jack Sock? Personaggio difficile. Americano del Texas, altezza uno e ottantasette, capello biondo sbiadito e stempiatura avanzata, è il classico statunitense sulla cinquantina che un italiano si immagina seduto al pub, in un tardo pomeriggio domenicale, a bere birra in bottiglia mentre lui guarda il vuoto e tutti gli altri la partita. Non è importante sapere di che partita si tratti, né tantomeno di quale sport. Conta solo l'immaginario, lo stereotipo, quella scena vista e rivista in decine di film che indugiano anche solo per un momento sul padre ruvido e superficiale, impegnato a evitare i classici impegni del padre decente.
Sembra assurdo e in effetti letto così suona parecchio strano.
Però, credetemi, lasciandomi spiegare bene avrete più chiaro il come mai sia cosi difficile disegnare e perché farlo a testa in giù dia una grossa mano.
Nuovo video e vi parlo di creatività!
Sì ma di preciso come ne parlo, cosa dico, e perché, perché, perché?
(momento delirio, perdonatemi)
Non c'è motivo di farsi prendere dal panico.
In pochi minuti cercherò di raccontarvi cos'è, come funzioni e se sia possibile potenziarla. Et voilà!
Davvero è arrivato quel momento dell'anno?
E davvero tu, che qui dentro ci stai scrivendo sempre meno, hai il coraggio di fare questo post?
Ehm... le risposte sono Sì e Sì, e quindi, come già fatto per il 2014, il 2015, il 2016, il 2017, il 2018 e il 2019, ECCO IL MIO 2020 IN SOLI 2 MINUTI!!!
Gennaio
Si ritorna in Venetolandia dopo il capodanno a Londra, senza sapere che sarà l'ultimo viaggio all'estero (sìvabbè, come se io uscissi dall'Italia tutti i giorni, dai!), leggo Italian Way of Cooking 2 e La memoria di Babel.
Invecchiare insieme fa schifo, è una palude in cui affoghi sempre. Preferirei essere al suo posto. A volte mi chiama Scheggia. Lo sai da quanto non mi chiamava così? Non l’hai nemmeno sentito, tu. Era il ‘63, il tempo di nascere e come una ladra ti sei rubata il suo affetto, così, e io sparita. Senti questa. A un certo punto mi chiama Scheggia e dice di amarmi, come quel giorno, sulla panchina al Kensington Park.Quel vecchio babbeo passa il tempo a sbavare senza ricordarsi come tenere in mano il cucchiaio, e poi d’un tratto si fa serio, mi prende le mani e dice Schieggia, ecco io, vedi, c’è una cosa che vorrei dirti da un po’ e… e si sistema la cravatta e si ingella i capelli che non ha, e io intanto ho come una locomotiva sparata a mille per tutte le vene, il cuore in testa che esplode e lui che dice Mi vuoi sposare. Capito? Mi vuoi sposare, mi dice, con quel suo stupido, stupido sorriso di vecchio senza denti e la mela frullata che gli sporca il mento. Dio. E poi niente. Se ne torna via. Sparisce per sempre lasciandomi sola con lui, sola sulla nostra panchina, sola per il resto della nostra vita insieme.
Trascinato sull'asfalto da scarpe da ginnastica e stivali di gomma, nei bagliori rosso fumogeno di una città che vuole gridare. Due ore prima sul sedile di un auto, sul feed di Instagram, la testa tra le foto della tipa che gli piace. Ora il manganello sulla tempia, craniata sul cemento, fischi come ai concerti e adrenalina che dice corri. Avanza faccia a terra prima di chiudere gli occhi. E chi ci pensa a come finisce? Era solo casino, di quelli che a volte servono a farti capire che non va più bene così come sta andando. Luca, poi? Magari Andrea? Corrono via. Ciro li passa a muso duro, controcorrente, mazza in mano. Farsi sentire, urla. Con noi. E Non va bene è una marea rovente sui lampeggianti che vagano incerti.
E il corpo è sempre in mezzo alla strada, sui titoli di domani, nome comune di martire pronto a gridare nelle bocche degli altri. Lui che lì c'era quasi per caso, come i suoi amici, e voleva cambiare, capire, scappare.
Avete sempre la testa per aria?
Niente paura! Non solo è abbastanza normale (lo si fa in media per il 30% del tempo) ma in certi casi è anche sinonimo di creatività.
Per un percorso di crescita personale è meglio leggere saggi o romanzi?
Molti pensano che siano le nozioni dei saggi le più utili, ma i romanzi, con le loro storie, sono altrettanto importanti e in questo video vi spiego il perché.
Quali sono le skills indispensabili per chi lavora coi social?
Ce ne sono tante, ma in questo video vi parlo di quella secondo me più importante, e di come l'abbia imparata nel mio primissimo lavoro.