25/02/15

Walkman | Febbraio

Era da un po' che mi girava l'idea di dare un po' di spazio anche alla musica qui sul blog, solo non sapevo ancora come farlo. Se ben ricordate, qualche settimana fa, vi spiegavo di quanto sia drogato di Spotify, il programmino che ti permette di ascoltare tutta la musica che vuoi al modico prezzo di un po' di pubblicità rompi coglioni ogni tot canzoni. Ecco, io grazie a spotify scopro quasi ogni mese nuovi artisti, album e canzoni. Quindi che fare? Parlerò mese per mese di cosa ho scoperto, cosa mi ascolto, e cosa mi piace.
Ultima nota: perché Walkman? Perché di walkman non se ne vedono proprio più in giro, ma sono comunque il simbolo della musica ascoltata fuori casa, sempre a portata di mano, e sono anche i primi aggeggi con cui ho iniziato ad ascoltare musica.

Ok ma iniziamo. Com'è andato questo febbraio?

Florence + The Machine
La canzone che ho ascoltato, riascoltato e consumato è What Kind of Man, nuovo singolo tratto dal prossimo album in uscita a Giugno. E' la prima volta che sento i Florence? Certamente no, li ho anzi scoperti su suggerimento di Ale Tredici con le canzoni Cosmic Love (la mia preferita), Rabbit Heart e Seven Devils, quest'ultima usata per il trailer di Game of Thrones 2, sicché capirete l'epicità. You've got the love era invece già passata molto, troppo per radio, e io l'avevo ingiustamente snobbata causa fastidio.
Cosa troverete provandoli? La voce bollente di Florence Welch, le sonorità fantastiche de La Macchina ''costruita'' per accompagnarla, e un genere che spazia da indie rock a soul, prendendo di mezzo pop, folk rock e tutta una carrellata d'altra roba che a sto punto, aprite wikipedia che ve lo spiega meglio lei. Il mio suggerimento e: ascoltate e divertitevi.


Selah Sue
Il nuovo singolo è Alone, che anticipa l'uscita del prossimo album della giovane cantante belga, acquistabile da marzo. E' una tipa che conquista subito per voce e presenza, per il mix reggae e soul (che vedremo se verrà mantenuto nei nuovi lavori) irresistibile e per quei due grandissimi occhioni blu incorniciati da dei capelli piuttosto incasinati.
L'ho scoperta  un paio d'anni fa con Raggamuffin, poi incuriosito l'ho spotifyzzata incantandomi con l'omonimo album. Interessanti i singoli Crazy Vibes e Time. Un suggerimento che vi do e di cercarvi i suoi video in live. E' ipnotica.

Ed Sheeran
Thinking Out Loud la continuano a passare ovunque per radio, e ogni volta mi capitava di beccarla, cambiavo, per non rovinarmela. Poi è successo che me la sono ascoltata per forza e niente... mi è entrata in testa. Ce la farà a resistere alla nausea da ripetizione? Lo spero vivamente!

La prima volta che ho notato Ed Sheeran è stato col singolo Lego House, che ''Ehi, ma quello è Ron Weasley, oddio s'è messo a fare il cantante!?!?!'' e invece era Ed, che con un'abile mossa di marketing ha attirato subito l'attenzione sfruttando prima il suo aspetto fisico e poi la sua voce, assolutamente magnifica. 
Caldamente consigliati entrambi i suoi album, e i singoli Drunk, Bloodstream, I'm a mess e I see Fire, quest'ultima colonna sonora del secondo capitolo de Lo Hobbit.

E basta, per Febbraio direi è tutto. Principalmente mi sono drogato di questi tre artisti. Voi che avete ascoltato di bello? Questo simpatico trio lo conoscete? Vi piacciono?

22/02/15

Guidato dai fili

Mi svegliai al rumore del fulmine. Doveva essere caduto in zona. Restai un attimo in silenzio, in compagnia del sonno pesante degli altri e del ticchettio delle gocce sulla tenda. Sgusciai fuori dal sacco a pelo, infilai le scarpe e il k-way, presi la torcia e andai fuori. Un albero, a una ventina di metri da noi, era stato squartato in due dalla scarica. Decisi di vederlo da vicino, spinto da una sensazione.
Avanzai, i piedi sempre più fradici ad ogni passo, guidato dal fascio della torcia e dai flash del temporale che rimbalzavano nella  boscaglia. Raggiunsi il mio albero. Restai a fissarlo col cuore in gola. Davanti all'arbusto, in un cerchio fumante marchiato sul terreno, stava un uomo completamente nudo, e mi osservava. Quell'uomo ero io.
Lo raggiunsi e mi tolsi il k-way e il maglione per coprirlo dal gelo.
"Ha funzionato." disse impassibile.
"Che cosa ha funzionato?" chiesi aiutandolo a ripararsi.
"Il viaggio nel tempo. Dovresti saperlo. Oggi è il  3 marzo 2032, e io sono te, proveniente dal futuro."
Restai senza parole. I miei attuali studi sul viaggio nel tempo avrebbero quindi trovato un senso? La risposta era ovviamente davanti ai miei occhi. Avrei viaggiato nel tempo e mi sarei ritrovato, incredibilmente, proprio qui e ora.
"E tu, quindi... da quando vieni? Dio, non posso crederci. Allora ce la farò davvero!"
Il me del futuro mi guardò tristemente. "Ce la farai, certo. Io provengo dal 4 febbraio 2056. Come noterai, sono un po' più vecchio di te." rispose stringendosi nei vestiti.
"Non di molto però." replicai euforico, notando solo ora gli anni in più sulla sua pelle.
"Il punto è, che non abbiamo inventato il viaggio nel tempo. Non solo quello, almeno."
"Che intendi?"
"Ebbene... mi sento come, costretto. Io credo abbiamo inventato il destino, credo ne abbiamo involontariamente scoperto l'essenza. Questo momento io, l'ho già vissuto anni fa, ma nella tua pelle. Un me dal futuro, proprio oggi, era qui giunto, dove sto io ora, e mi disse le medesime e precise parole che sto pronunciando. Non solo, io stesso a quel tempo agivo esattamente come tu stai ora facendo. È più forte di me e di te, il tempo incede identicamente ad allora, io ripeto azioni già viste, pronuncio frasi già parlate, e tu consumi una vita più e più volte vissuta, da qui al 4 febbraio 2056, forse oltre, intrappolato nelle regole del tempo per non mandare l'universo in frantumi. Non potrai farne a meno."
"Regole... l'avevo teorizzato."
"Lo so. Fortunatamente, d'ora in poi, per quel che mi riguarda, mi sembrerà d'esser libero. Buona fortuna."
Detto ciò, il me del futuro si allontanò nel buio del bosco, e io me ne tornai alla mia tenda, comandato dai fili del tempo, ragionando sul tempo.

18/02/15

La vita di Adele vs Il blu è un colore caldo.

Il film La vita di Adele mi incuriosiva parecchio, e ancora di più il fumetto da cui è tratto: Il blu è un colore caldo. Finalmente sono riuscito a vedere il primo e a leggere il secondo, e... risultato? Mi sono piaciuti? E' meglio uno o l'altro? Sono veramente porni come dicono? Scoprivatelo qua sotto!

Il tema centrale di entrambe le opere è ovviamente l'omosessualità. Questa ci viene mostrata attraverso gli occhi di Adele, Clémentine nella controparte cartacea, una quindicenne alla scoperta della propria sessualità che si accorge, non senza l'insorgere di una marea di dubbi, di non essere del tutto a proprio agio nella relazione con un ragazzo. Conoscerà quindi Emma, una ragazza più grande dai capelli tutti blu, e per lei proverà subito un'attrazione irresistibile, senza controllo.

La vita di Adele.
E' un film abbastanza lungo, il cui ritmo non aiuta di certo. Mi è piaciuto, certo, ma non posso non dire che qualche volta fa capolino la noia. Da un lato questo è dovuto alla lungaggine delle scene tra Emma e Adele, da quelle dei loro primi incontri, delle chiacchierate, degli sguardi, arrivando a agli incontri sessuali, che per carità, si guardano con interesse (che poi l'attrice che interpreta Adele è veramente una bonazza che ciao proprio!) ma risultano persino a te, spettatore col durello, piuttosto lente. Non è un porno, quindi perché dilungarsi tanto?
Dall'altro invece il tedio lo si sente nello scorrere degli eventi. Si parla infatti di una vita normale, che scorre via senza alcun evento particolarmente degno di nota. Certo l'omosessualità vuole essere presentata nella sua normalità, e questo non è affatto un punto a sfavore, ma le difficoltà che stanno dietro a questa storia non vengono assolutamente mostrate. E' accennata la tensione tra Adele e i genitori, ben mostrata, e per fortuna, quella con gli amici di scuola, ma per il resto nulla. C'è una storia normale, come tutte le altre, fatta di passione, vita quotidiana, sbagli, litigi, e appunto, noia.
Ottimo invece uno spunto che nel fumetto è completamente assente, ovvero il tema della mancanza. Adele ed Emma, in un certo punto della storia, non si vedono, e ci viene mostrata l'ossessione della prima per la seconda, che percepisce la sua assenza in maniera fortissima. Un'assenza non solo dettata dall'affetto, ma anche e soprattutto dal sesso, dagli stimoli fisici e dal piacere carnale che la distanza fa riaffiorare in continuazione mischiandosi tragicamente alla tristezza, al malessere. Questo mi è piaciuto, il tema della mancanza, non più visto finalmente sotto il mero punto di vista dell'amore platonico e cazzate simili. 

13/02/15

L'anima del pinguino.

All'inizio ci sono io che sto volando qua e là, da qualche parte in un pomeriggio uggioso. Si deve intendere che lo stia facendo proprio personalmente, cioè senza l'ausilio di qualche mezzo che mi permetta di farlo. Sotto di me una collina dall'aspetto piuttosto smorto, sarà che è inverno, chi lo sa. Poi nebbia. Non ricordo né dove il mio volare mi stesse portando né perché fossi in grado di farlo.
Mi ritrovo allora in una casa orrenda, un rudere, solo mattoni grigi e qualche parete mancante. All'interno ci abitano, in compagnia di qualche gallina e coniglio, i miei zii e cugini, assieme ad altra varia gente che non conosco. 
''Ma che cazzo ci fate qui?''
''Eh...'' mi fa Angelo, ''Ci viviamo! L'affitto costa pochissimo.''
''Sì ma... che vuol dire pochissimo? E' na catapecchia! Non potete vivere qui sul serio.''
''Sì invece. E poi costa solo'' e mi fa il segno ''uno'' con un dito.
''Costa mille al mese?''
Interviene mio cugino. ''No cretino, ti pare? Quale sano di mente paga mille al mese per questo?''
''Allora sarà cento euro?''
''Ancora troppo.'' continua mio zio. ''Dieci al mese, abbiamo il cibo compreso. Finché quelli ce lo danno, ecco...''
''Quelli chi? E poi manca la luce, il riscaldamento, l'acqua, non c'è niente! Come fate d'inverno?''
''E' un po' più duretta ma cosa vuoi, mi ricorda i tempi di quando eravamo in guerra.'' fa con aria nostalgica e sognante.

Più perplesso che mai decido senza volerlo di cambiare sogno, e sono in aereo, in cabina piloti, in fase di decollo. Fuori nebbia. Non si vede un cazzo. Ora, penserete voi, giacché è un sogno ricorrente potrei per esempio accorgermi di essere in un sogno, così da iniziarne uno lucido, e invece no, sono troppo concentrato sul vivere la mia fobia. 
Il pilota parte col decollo. Visibilità zero.
''Ma come fai a decollare con sta nebbia?'' chiedo un po' preoccupato.
''Tranquillo, routine. Non serve vedere con gli occhi, noi piloti sappiamo vedere con altro.''
''Sarà...'' rispondo pensando che questo mi sta dicendo una marea di puttanate, vedendo pure un po' di tensione sul suo volto.
Ed ecco che sterza bruscamente. Esce di pista. Prato. Entra nella pista a fianco, sfiora un altro aereo in decollo, sterza di nuovo per evitarlo rientrando nella prima pista, si alza leggermente in volo, dice ''No no no non ce la facciamo'' e atterra malamente, rallentando e rimettendosi in posizione di partenza. ''Riproviamo!'' mi dice.
"No, riproviamo i miei coglioni!"
Vorrei morire.
Nebbia nebbia ancora nebbia. Nell'aereo fortunatamente non ci sono io per davvero, ma ci sono due ragazze messicane in erasmus da un nostro amico. Boh! E noi le stiamo proprio portando in aeroporto. Ripeto, boh! Se vi sentite confusi a leggere, figuratevi io che lo vivevo. Comunque sia, siamo fermi in un furgoncino a far benzina. Le tipe scendono un attimo a comprarsi le caramelle in autogrill.
''Meno male non devo prendere io l'aereo.'' dico a Lorzone guardando fuori dal finestrino, in mezzo a tutta quella nebbia...

10/02/15

Se tu sei Alabama, mi dici io chi sono? Monroe?!

Si parte con un sottofondo costante di musica, genere bluegrass, il country nella sua forma più pura, che lega la vita di Elise e Didier, due persone tra loro molto diverse ma capaci di innamorarsi e di vivere la loro relazione in totale sintonia. E poi entra in scena Maybelle, la loro piccola, destinata a cambiarne per sempre vita e storia, nel bene e nel male.

Ammetto fin da subito che Alabama Monroe mi è piaciuto davvero tanto. A partire dal modo in cui viene raccontato, un'alternanza di continui salti temporali che s'intrecciano sottolineando di volta in volta situazioni visive e uditive totalmente in contrasto tra loro, quindi valorizzandole, passando poi per la musica, sempre presente, e per la delicatezza e per il realismo con cui ci viene presentata tutta la vicenda. Una storia che è essenzialmente d'amore, preso nel senso più ampio del termine, che difatti ci viene mostrato in ogni suo lato, dall'affetto al sesso, dal volersi bene all'intesa, puntato infine con forza su quello rivolto verso un figlio. 
Ci sono proprio per questo molte figure e molti temi che ruotano attorno ai protagonisti. C'è ovviamente loro figlia Maybelle, che porta con sé quelli della malattia e del dolore, così come il loro gruppo, un'allegra e strambissima combriccola di musicisti che con loro condivide non solo passioni e risate, ma qualsiasi momento importante. E di molto importante, infine, ci sono Dio, la scienza, e la morte.

Non che se ne parli in maniera pesante ed esplicita di questi tre aspetti, che anzi sono componente essenziale di questo normale scorcio di vita, ma vengono fatti sentire e bene per la durezza e l'estrema bellezza di ciò che si vede. Impossibile restare indifferenti agli scontri ideologici totalmente opposti di Elise e Didier, la prima credente e il secondo fortemente coi piedi per terra, razionale. Impossibile schierarsi da uno o dall'altro lato, o meglio difficile, poiché si empatizza con entrambi. Perché da una parte è evidente quanto il concetto di Dio, di entità superiore e di fuga dalla morte siano un sollievo, una via d'uscita per non perdersi nel dolore, ma dall'altra è fortissima la critica rivolta proprio a ciò che questo credere comporta. Una società, a detta di Didier, bigotta, limitata da se stessa e incapace di scalzare un Dio di cui non avrebbe affatto bisogno, se non come salvagente dal terrore appunto; una società che impedisce al pensiero logico, scientifico, di progredire e di imparare a conoscere davvero il mondo, o nel loro specifico caso, la malattia, quindi una cura.

Non si vuole comunque salvare una visione piuttosto che un'altra. Semplicemente si racconta un dato di fatto, quello di come ogni persona sia diversa dall'altra, libera di scegliere e credere e contemporaneamente legata, condizionata da ciò che ha vissuto e imparato. Soprattutto, si racconta di come l'amore elevi lo spirito umano alla felicità più grande, ma anche al dolore, e alla salvezza. 

08/02/15

Fine dei giochi: il tè collettivo di Camilla è agghiacciante!

Vi dirò, ero partito con le migliori intenzioni, riponendo grande speranza in voi su quel giochino della scrittura collettiva. Che ne è venuto fuori però? Beh, un mezzo disastro. Sicuramente più di qualcuno, me compreso, s'è fatto due risate, che di assurdità ne sono saltate fuori e non poche. Però però però, amen, ormai i giochi sono chiusi e il risultato è...
Ma che minchia stanno scrivendo?!?!?!
Ecco, parliamo del risultato. Io avrei dovuto concludere il racconto collettivo inserendo un finale. Il problema è che mi risulta impossibile. Pare infatti una storia, per quanto traballante, arrivata a un punto morto, forse distante da un finale. Quindi che fare? Ve la incollo qui tutta di seguito così come si presenta grazie ai vostri contributi, dopodiché, nei prossimi giorni, pubblicherò un racconto partendo da questo vostro intricato incantevole incasinamento di pensieri incartati, ma scrivendolo a modo mio. Praticamente vi rubo le idee, e vedo se ne esce qualcosa di... leggibile?

Prima di mostrarvi l'agghiacciante creatura che avete partorito comunque, ci tengo a ringraziarvi per la partecipazione, l'entusiasmo, e la passione (per lo splatter, il porno, il nonsense ecc ecc) che avete messo. E ora via!...

04/02/15

Il giorno del mio compleanno.

A mezzanotte ero rincoglionito fisso di sonno, ma volevo stare sveglio. Gli occhi bruciavano, sbraitando: dormi, chiudici, và che ti rompiamo il culo spegni sta cazzo di luce, e insomma ho passato un'ora di lotta in dormiveglia finché non sono crollato e ho cominciato a sognare.
I sogni non si ricordano mai un granché, e verso le sei di mattina, quando mi sono svegliato per bene, avevo tante energie da correre a caso, ovunque. E però pensavo confusamente ai sogni fatti le ore prima... all'una per esempio mi cagavo allegramente addosso, finché non si è deciso di farla come gli uomini veri, e quando ho visto in faccia lo stronzo che avevo prodotto mi son spaventato a morte e non ho più defecato per giorni. Alle due parlavo di qualcosa ma chissà che cavolo dicevo, a capirmi ero io, i miei, e basta; alle tre invece mi piacevano le lavatrici e gli ombelichi delle persone, e fermavo la gente chiedendo se gli ombelichi loro ce li avessero per davvero, e se potevo passare qualche minuto con i loro elettrodomestici. Alle quattro c'erano montagne innevate fuori dal finestrino della macchina, nonno guidava e io e il mio amico gli chiedevamo cos'era quella roba. ''Zucchero! Guardate quanto zucchero sulle montagne!'' rispondeva. Alle cinque, poi, ci sono salito per davvero alle montagne di zucchero, che invece era neve, ma a me pareva un mare enorme, un po' strano, ma comunque mare. E alle sei, come detto, sveglia!

Sono le sette e mi sento grande, pure vecchio dato che mi dindolano i denti. Prendo in braccio questo tizio minuscolo con la testa che penzola di qua e di là. Dicono sia mio fratello. Ho deciso: lo torturerò, farò casini, e darò la colpa sempre a lui. Sono le otto quando mi accorgo che questo è una volpe e m'ha distrutto tutti i giocattoli, e alle nove, a festeggiare la fine di un millennio, i fuochi d'artificio riempiono il cielo a giorno e i'm blue da ba dee da ba daa, mentre gente là fuori si spara per strada o si caca in mano per il Millennium bug. Alle dieci vedo un aereo che si schianta su una torre. Cazzo ma come ha fatto a non vederla? Era enorme! E poi arriva un secondo aereo che si ficca dentro giusto giusto nella torre a fianco. Ma si sono tutti rincoglioniti oggi? E' grave di sicuro, lo trasmettono su ogni canale! Boh... 
Alle undici di mattina c'è un tipo nuovo che tira giù più bestemmie di quante ne abbia mai sentite. Insulti a Dio come piovesse: wow! A mezzogiorno invece, quando il sole è bello dritto in cielo, Dio lo sento ringraziare tante volte, tra un colpo di tosse e l'altro di un nuovo piccoletto, che è venuto a invadermi la casa.

Alle tredici mi dedico al contrabbando di pornazzi e m'avvio con nonchalance alla falegnameria e alla cecità, e sono le quattordici quando poi, con la poca vista rimasta, scorgo qualcosa di veramente ma veramente bello... due occhi verdi, un sorriso che mi rimbambisce, e baci e baci e baci a non finire, ma alle quindici è già tutto finito, e quanto mi mancano, quanto li rivoglio, quanti di nuovi me ne andrò a cercare di quei baci.
Sono le sedici, sono più arrapato di Giuseppe Simone. Sì, esatto, sono proprio tanto, tanto, troppo arrapato. Ho una voglia di scopare che non riesco a tenermi l'uccello nelle mutande. Vola, vola via, e avanti, vuoi uscire sì o no? Acchiappate quell'uccello, qualcuno lo prenda, per carità, io ormai l'ho addomesticato per bene, ve lo regalo volentieri, e alle diciassette parte un circo, o meglio uno zoo, o insomma, non ci si capisce più niente, guardate che razza di capelli mi sono venuti in testa! Ecco, sono le diciotto e non c'ho più voglia di studiare, vaffanculo, che depressione, la vita fa schifo! Meglio festeggiare ma festeggiare non si sa nemmeno bene che cosa cazzo ci sia, da festeggiare. Dico bene? Eh?! Come?! Sì, boh, ti piacciono le bionde? Le bionde? Sempre piaciute a me le bionde! Ohh, bene bene mio caro, e allora bionde per tutti! Sì ma io, di ste bionde, mai vista una manco per sbaglio!

Comunque sia... fortuna vuole che alle diciannove sia ora di cena, e il cuore si mangia un piatto tutto nuovo, mai provato, che lo sazia, lo rende pieno, e lo ubriaca d'amore e lo sbronza finché non gli arriva di stare male. Alle venti sono una persona matura, più o meno. Oh suvvia, levatevi quella faccia di culo, sono maturo, non lo vedete sto foglio di carta che ho in mano?! Lo dice lui, mica io! E poi, e poi è estate, rilassatevi, non pensiamoci più, che sta arrivando sera e a certe ore passano per la testa idee strane.
Alle ventuno infatti mi ci metto sotto coi numeri. Ma che grande idea è mai questa? No infatti, è na cazzata, ma me ne accorgo solo alle ventidue che preferisco le lettere, le parole, le frasi che parlano, che raccontano della tristezza che hai intorno, degli amici che ti tirano su, degli incontri inusuali, delle risate come stronzi, del destino che ti chiedi se esiste o se va piuttosto tutto a cazzo, a caso. 
Alle ventitré ho solo voglia di prenderla come viene, poi ci ripenso, cerco di dare un giro diverso a tutto, e me ne strafrego di nuovo, cambio idea, e non la cambio, e giro, e canto in auto, e incontro gente nuova o vedo gente vecchia, anche molto, che se ne va via, per sempre. Mi giro e rigiro a letto, da solo, in compagnia, al caldo, al freddo, col sorriso a volte e col muso qualche altra.

Sei felice? Sì, no, boh, ma che domanda è?! Finché non arrivano le ventiquattro, e il giorno è finito.
E quando il giorno finisce, che cosa fai? Mah, niente di particolare. Ne inizio uno nuovo, no?

03/02/15

Scrittura collettiva! Pronti? Partenza, via...

Buongiorno cervelli. Come vi anticipavo martedì scorso oggi iniziamo a giocare scrivendo un racconto unico tutti insieme. Prima di lasciarvi all'incipit, da cui voi poi partirete evolvendo (o stravolgendo) la storia, vi do qualche regola da tenere presente, giusto per non creare confusione.

  • Può partecipare chiunque con massimo due interventi, chiaramente non consecutivi, sennò che gusto c'è?
  • Si continua la storia agganciandosi all'ultimo commento postato (maddai!?), e non ci sono limiti di genere: sbizzarritevi.
  • Se postate il continuo di un pezzo e un minuto dopo qualcuno scrive lo stesso seguito, vince il pezzo pubblicato prima (guarderò l'orario). Chi pubblica per secondo dovrà cancellare e riscrivere, mi spiace.
  • Il vostro pezzo non deve superare le 5/6 righe. Nel caso ci siano dialoghi facciamo che potete arrivare anche a 10, dai, insomma non sto a rompervi la palle ma non dilungatevi troppo.
  • Per aggiungere il contributo al racconto iniziate il commento con la scritta RACCONTO.
  • Se volete semplicemente commentare, senza giocare per forza quindi, potete farlo liberamente.
  • Domenica è l'ultimo giorno possibile per poter scrivere, dopodiché stop ai giochi. Il finale, ovviamente, lo aggiungerò io, quindi non perdetevelo, che martedì prossimo, il 10, pubblicherò qui il vostro operato tutto d'un pezzo.
  • Una condivisione sui social, anche nel caso non voleste scrivere e giocare, è sempre benvenuta e di grande aiuto.

E ora, iniziamo sì o no?

''Papàààààà. Paaaapiiiii. Vieniiii?''
''Aspetta due minuti amore, finisco un attimo qui.'' risponde dalla cucina.
''Ma il tè si raffredda! Papiiiiiii, papiiiiii...''
Sua madre entra in camera. ''E allora? Hai finito di fare casino? Papà sta cercando di sistemare il frigo e io devo finire i miei disegni. Viene a giocare dopo!''
''Ma il tè si raffredda.'' sbuffa Camilla alzando la teiera giocattolo.
''Ho detto dopo. E ora gioca un po' in silenzio!''
''Ma uffaaaa!'' grida la bambina sbattendo ripetutamente la teiera per terra. ''E' tre ore che aspetto uffaaaaa!''
Sua madre non ne può più, le da uno schiaffo, poi cerca di levarle la teiera dalle mani. 
''No, no è mia è mia, mamma no.'' piagnucola Camilla tenendola stretta.
''Mollala! Guarda che ti tolgo la televisione sai? Mollalaaa!''
E' una guerra tra madre stressata e figlia incavolata, due gocce d'acqua tanto nell'aspetto quanto nell'atteggiamento. 
''Che cavolo combinate?'' domanda il povero Cristo dalla cucina, costretto ogni giorno ai battibecchi tra le due.
''Basta!'' urla infine Camilla, mollando la teiera e arrendendosi a sua madre. ''Ti odio, vorrei che sparissi!'' 
Qualche minuto dopo Enrico raggiunge la sua piccola in camera, che versa in tutta tranquillità del tè caldo nelle tazzine di plastica. 
''Tieni papi, questo è il tuo tè. E' bollente, appena fatto.'' dice tutta felice porgendogliene una.
''Oh grazie tesoro. Hai fatto pace con la mamma, sì? A proposito, dov'è andata?''
La bambina finisce di versare, appoggia con cura la teiera sul tavolino, ed esclama in un sorriso grande grande: ''Non lo so, adesso però beviamo questo buonissimo tè, dai.''

A voi continuare... 

01/02/15

Dove si va poi.

Vola tra i tetti e i fili di fumo che escono dai comignoli. C'è un cielo d'inverno che va verso sera, di poche nuvole e qualche rumore: le campane della chiesa, il traffico cittadino, il fruscio degli alberi sorpresi dal vento. E' proprio quel soffio che lo sta cullando, gelido ma tanto leggero da abbandonarcisi volentieri, e svolta qua e là, tra i rami del parco, oltre i cancelli, per le strade grigie illuminate dai lampioni. Dove lo porterà, quel vento quieto, non gli è dato saperlo, ciò nonostante si fa guidare senza alcun timore, fuori da Kensington, all'imbrunire di mercoledì.
Un uomo là sotto attira la sua attenzione. E' avvolto in un grosso cappotto scuro e cammina goffamente, appoggiandosi a un bastone. Il suo incespicare, quando una pozzanghera incontra i suoi passi, gli fa molto ridere, da fargli lacrimare gli occhi e persino perderci il fiato. E allora lui gli passa vicino, dimenticando la corrente per un attimo, per godersi meglio il suo uomo nel cappotto. Gira due volte poco sopra il cappello, fa una capriola, una piroetta, e poi lo afferra, portandoselo appresso. L'uomo esclama qualcosa vedendolo andare a zonzo per proprio conto, e incomincia a correre, bastone dritto in alto, nel tentativo di agguantarlo. 
Gioca, si diverte un mondo, ma infine, vedendolo affaticato, perde il piacere. Inverte la rotta e gli poggia il cappello direttamente in testa, volando verso il soffio freddo.
Ecco, una finestra appena illuminata, è lì che il vento porta. E' al primo piano ed è molto accogliente: vetri puliti, tende rosse come rubini, e un vaso di fiori del colore del cielo. Scrutandovi attraverso nota un vecchio steso a letto. E' un signore striminzito, pieno di rughe e avvolto in coperte lana, una mano stretta tra quelle giovani  di una ragazza. Il vento apre un poco la finestra, invitandolo a entrare. 
La ragazza ora piange, singhiozzando in silenzio sul suo vecchietto immobile. La sta osservando ed è in quel momento che qualcuno lo strattona, tirandogli i calzoni. Si volta, trova un bambino impaurito. Avrà si e no la sua età, qualche centimetro in meno d'altezza, e guarda il vecchio e la ragazza con aria sconvolta. Il piccolo si avvicina alla ragazza, gli occhi gonfi di lacrime, e con la manina paffuta prova ad accarezzarle i capelli, ma non ce la fa, qualcosa glielo impedisce. Il vento soffia da un altra parte.
Peter prende quella mano persa nel vuoto, accoglie il bambino sperduto, lontano dallo spettro di quel che era, dalla sua vecchiaia. Insieme volano via, fuori dalla finestra, portati dal vento verso i giardini di Kensington. Guarderanno dall'alto lo specchio d'acqua del lago, e leggeri come rondini vi passeranno attraverso.

29/01/15

Il valore di un fumetto (guest post MikiMoz)

Benvenuti! Oggi a intrattenerci ci sarà il caro MikiMoz con un guest post tutto in ambito fumettoso. Siete pronte signorine? Vi consiglio di leggerlo perché mi son rotto un po' i maroni di voi altri là fuori (e siete in tanti) sempre pronti ad additare questa forma d'arte come qualcosa di indegno e stupido. Ma bando alle ciance, a lui la parola... e ascoltatelo o finisce che vi prende a fumettate in testa! Moz: un nome una garanzia.

Da sempre considerato un media di serie B, specie rispetto al più blasonato romanzo, solo in questi ultimi anni il fumetto sta conoscendo un processo di sdoganamento agli occhi della massa.
Lui si chiama Mozgus e converte a suon di Bibbiate in testa!
Addirittura facendosi chic per quanti, spesso gli ignoranti di ieri, oggi se ne vanno al parco a leggere la propria graphic novel o l’ultimo lavoro di qualche vignettista. Tra questi e la massa di cui sopra, non ho alcun dubbio su chi salvare: nessuno. Ma almeno, pur come moda, si dà voce al fumetto.
Che è in realtà un mezzo di comunicazione stupendo, perché unisce le parole di un romanzo all’arte del disegno.
In passato, si è detto di tutto sui fumetti, e sempre in negativo. Tanto che nella nostra lingua, definire qualcosa “fumettone” non è certo lusinghiero. Colpa anche della scuola e dei vecchi insegnanti tromboni, per nulla avvezzi alle novità o forse spaventati di fronte a qualcosa che faceva leva sui più giovani.
Sì, non sia mai che paragoniate un libro a un fumetto! A scuola fanno leggere solo libri, tacendo sul resto.
Ma quanti sanno, aspiranti scrittori, quale grande lezione di ritmo e dialogo può essere appresa grazie al fumetto?
Ma quanti sanno, rampanti lettori, che ci sono fumetti che nulla hanno da invidiare (anzi…) ai romanzi?
Personalmente conosco decine di opere che ritengo assolutamente superiori a molta della produzione libresca. E, come per i romanzi, ci sono opere commercialissime. E altre bruttissime.
Titoli per ogni età, per ogni gusto, di ogni genere. 
Diverse “scuole”, da quella americana a quella francese, passando dal Giappone all’Italia.
Un vasto mondo fatto di storie adulte, mature, ma anche divertenti e scanzonate. Supereroi, criminali, indagatori dell’incubo, guerrieri, santi cavalieri, combattenti in marinaretta, omini blu, cowboys, soldati, astronauti, artisti, ladri… Un mondo infinito che abbraccia Topolino e Diabolik, Valentina e Batman, L’Uomo Ragno e Lucky Luke, Lupin e Goku.
Il fumetto ha un valore, un valore immenso. Ultimamente se ne sono accorti anche a Hollywood, sempre più a corto di idee originali e a caccia di storie già pronte. Come quelle, colorate o b/n, dei fumetti.

27/01/15

Scrittura collettiva! Giochiamo giochiamo giochiamo?

Ho recuperato un pc. Olè! Per un po' di tempo almeno, perché l'ho scroccato ai nonni e finché sono in vacanza posso approfittarne. Comunque sia, post breve, che oggi voglio soltanto invitarvi a giocare.
Ho iniziato a frequentare un corso di scrittura creativa, roba molto figa, tenuta da un tipo molto in gamba che non solo scrive ed è un blogger, ma ha pure un canale youtube. Qualcuno di voi magari lo conosce già, si chiama Riccardo e lo trovate cliccandoci sopra. Cliccate Riccardo dai, cliccatelo!
Vabè ma arriviamo al punto. 
Mi è venuta voglia, proprio prendendo spunto da una delle sue lezioni, di fare Scrittura Collettiva con voi. Un giochino facile facile eh, niente di troppo impegnativo e complicato. Giusto per vedere cosa viene fuori.

Come giocare e quando
La prossima settimana, di martedì 3, pubblicherò le primissime righe di un racconto qui sul blog. Che dovete fare voi? Continuarlo nei commenti, in due, tre, quattro, massimo cinque righe a testa, ovviamente agganciandovi al punto della storia a cui sono arrivati i commentatori che vi precedono. Tenendo presente la media di commenti del blog non credo la cosa andrà avanti troppo per le lunghe, ma non si sa mai. Io comunque il martedì successivo, a distanza di una settimana, posterò il racconto completo tutto in un pezzo, così potrete leggerlo comodamente senza andare a vedervi i millemila commenti.

Regole?
Pochissime. 
  • Se volete rispondere al post senza giocare potete farlo tranquillamente, come sempre.
  •  Per rispondere al post continuando il racconto invece, iniziate anticipando il vostro pezzo con la scritta RACCONTO. 
  • Importante è che potete contribuire con un solo intervento a testa. 
E questo è quanto. Vi aspetto martedì 3 febbraio, siateci!

22/01/15

Quando te la chiami.

Alcuni ritengono sia il destino che fa il suo corso, altri invece al destino ci pisciano in bocca, e credono sia tutto governato dalla casualità... poi ci sono io, che so perfettamente che cosa c'è sotto: pura, semplice, rottainculo e stronzissima sfiga.
Non so se v'è mai successo, ma io a volte la sfiga me la chiamo proprio, tipo l'altro ieri sera. Me ne stavo in macchina a guidare facendo i cavoli miei, quand'ecco mi metto a ragionare sulla roba che sto scrivendo, quell'ebook di racconti in fase di lavorazione. Ecco che arriva, bastardo (e grammaticalmente scorretto), il pensiero Ma pensa se mi si rompe il pc... e come faccio? Non ho nemmeno salvato in chiavetta gli ultimi file! Manco a farlo a posta e Sbam! Inculato con la sabbia. Il pc il giorno dopo s'impianta lì, col monitor nero e nient'altro. Insomma, questo è il motivo per cui il Signore s'è trovato insultato un po' più del suo solito. Scusami eh!

Questo emozionante preambolo quindi per dirvi che? Ebbene, il punto che voglio affrontare oggi è... rullo di canguri... di quando me la chiamo! La sfiga intendo, sì, di quando mi chiamo la sfiga.
Pronto? Si parlo con la sfiga? Ecco, vattela a pijà n'culo!

Sono finite le scuole medie e sono in vacanza in Croazia con i miei e mio cugino. Bel villaggio, bel posto. La sera sto camminando con lui e un paio d'amici. A un tratto eccolo lì, sul lato del sentiero, al buio, a una ventina di metri da noi: un cane grande quanto un orso che si fa i fatti suoi senza uno straccio di collare addosso, ma soprattutto un padrone che gli stia dietro. Continuiamo a passeggiare come niente fosse. Poi mi viene spontaneo dire Ma pensa se a questo adesso gli prende male e ci corre dietro per mangiarci! L'avessi mai detto?! Ecco l'amabile grizzly mettersi in posizione d'attacco, ringhiare e poi partire alla carica puntando giusto noi. BellaSimona (nome dell'amico) salta in braccio a mio cugino urlando, l'altro tipo corre via, io chiudo gli occhi conscio che la morte sta arrivando, cugino grida ''Ma che cazzo fai?''. E poi niente, a un passo dallo sbranamento un fischio lontano lontano richiama quel mostro.

Siamo in uscita col catechismo. Non ricordo dove e quando. C'è un campo bello grande, si gioca a rincorrersi. Mi allontano dai due amici e mi ritrovo un pallone da calcio tra i piedi. L'amico, inseguito dall'amica, urla verso di me ''Aiutami maledetto! Perché sei scappato via, aiutoo!''. Ho il pallone comodo comodo e che faccio? Sono una ciofeca a calcio, e questo ve lo può assicurare chiunque, ma mi viene la malsana idea di Pensa se adesso tiro il pallone e la prendo giusto in faccia! Mi preparo, tiro a caso verso di loro e Sbam! Presa in pieno, bambina tramortita. Daje!

Siamo in auto e la serata sta per iniziare. Per arrivare dove dobbiamo andare dobbiamo passare per stradine secondarie in mezzo ai campi. Il guidatore guida sereno, anzi un po' grintoso, ma insomma, tant'è, nulla di particolarmente strano. Però penso Ma pensa se adesso facciamo uno sbaro (incidente), qui in mezzo al nulla... Dieci secondi dopo, non so come né perché, siamo tutti in un fosso a testa in giù. Sbam!

Sono a letto, luce spenta, buio. Questo solitamente è il momento in cui mi faccio le migliori pippe mentali. E abbassate quel sopracciglio e levatevi il sorrisino malizioso. Giuro che sono pippe mentali, brutti deficienti! Comunque sia, tra una pugnetta e l'altra, arriva un Ma pensa se, dato che è da un secolo che non succede, riparte quella cosa bruttissima che è il terremoto. Un paio di giorni dopo, proprio mentre sono a letto a dormire, indovinate che succede? Terremoto!

E' maggio ormai, e io devo andare a Roma a vedere gli Internazionali d'Italia, ma in realtà ci vado solo per lui, il Re, Roger Federer. Eccitato come un Giuseppe Simone mi passa per i neuroni un Ma pensa se proprio ora che posso vederlo dal vivo Federer si ritira! Apro la pagina di sport sull'internet e Sbam! Prima notizia: Federer non parteciperà al torneo di Roma... Panico, sudorazione, ansia, un vero e proprio momento mariomerolo alla doc manhattan. Perché, perché non me ne sto (mentalmente) zitto?! Il giorno dopo fortunatamente la smentita, e il mio cuore riprende a battere. E quindi il giorno della partita ero lì, a guardarlo brillare, quel talento immenso, quel genio, quel Dio! Ero lì a consumarlo con gli occhi dicendomi Ma pensa se adesso, al primo turno, contro sto mr Sconosciuto, perde. Sbam! Roger perde.

Sono o non sono una merda? E a voi, giusto così per sapere, capitano mai ste cose? Io non capisco. Sarà che ho un superpotere sfigato? Intanto che pensate a cosa rispondermi io provo a... ma pensa se adesso quelli che leggono domani mattina si svegliano stronzi! 

19/01/15

Exodus: Ramsexy aveva ragione.

Io e Vale usciamo dalla sala. Ho sempre il sorrisino stampato quando esco dal cinema, pure quando il film fa cacare al cazzo. Non è questo il caso per fortuna.
''Allora?'' le faccio, ''Come ti pareva?''
''Beh dai, non male ma un po' un'americanata, no?''
''Tu stai cercando sooolo guai! Sì, e non c'erano i due sacerdoti che facevano le magie!''
''Vero! Ehh il Principe d'Egitto era figo.''
''Beh, meglio Il principe d'Egitto! Deehh ma Ramses il pelato ti piaceva però!''
''Sì vabè, che figoo! Comunque, sai... mi fa pensare che, sto Dio...''
''Sto Dio?''
''Insomma. Dio si schiera, però voglio dire, li ha creati tutti lui, ha creato l'intera umanità, e perché allora decide di stare solo dalla parte degli ebrei a discapito di tutte le altre popolazioni? E le vuole pure annientare!''
''Beh, gli ebrei credono in lui e vengono torturati e uccisi e...''
''Sì ma che senso ha?''
''Ha dato all'uomo il libero arbitrio. Sì in effetti se gli lasci libertà di scelta non è che puoi prendertela a male.'' 
''Appunto. E poi Ramses che dice...''
''Ramsesxy vorrai dire!''
''Ahah sì esatto, che figoooo. Comunque, Ramsexy che dice Quale fanatico crede in un Dio massacratore di bambini? Cazzo ha ragione!''
''Già, mi sono trovato d'accordo pure io.''
Ridley Scott è proprio un bravo regazzo quando si tratta di mettere in scena lo sfarzo del popolo egizio. E poi i panorami mozzafiato, le ambientazioni perfette e curate, la fotografia pulita e profonda che sicuramente in 3d potrebbe rendere ancora meglio... insomma, una meraviglia per gli occhi questo film, nulla da dire. Però, il resto?
Niente di incredibilmente innovativo a dir la verità, ma forse non è che ci sia molto di cui aspettarsi da una storia del genere. La vicenda di Mosè in effetti la conosciamo tutti, e lo splendido Il principe d'Egitto firmato Dreamworks non è nemmeno così lontano nel tempo da essere dimenticato. Anzi, è proprio a Il principe d'Egitto che ho pensato guardando il film, canticchiando nella testa la canzoncina ''Tu stai cercando soooolo guai!'' di quando l'uomo di Dio affronta i due sacerdoti di Ramses a colpi di magie e trucchi. Non potevo fare a meno di paragonare i due, nonostante la loro rappresentazione non possa essere più diversa.

Il punto è che a fronte di uno spettacolo visivo eccezionale ho trovato davvero debole la narrazione, aspettandomi molto di meglio proprio perché quel che sarebbe dovuto accadere lo conoscevo già. Si va via molto lentamente in alcuni punti, in altri, al contrario, rapidamente, e i collegamenti di troppe parti sembrano non esserci affatto, quasi mancassero scene all'appello, forse tagliate, chi lo sa. I personaggi poi, sono un altro punto debole davvero imbarazzante. Il principe d'Egitto e Ramses, che sono i due protagonisti assoluti, non vengono approfonditi quanto meriterebbero, ma accennati, tratteggiati appena, dando punti interessantissimi che però ti lasciano l'amaro in bocca visto lo spreco. Perché il Mosè schizzato male che vede Dio è davvero splendido, e notare i suoi occhi da pazzo fanatico quando minaccia il fratello è uno dei momenti più strani di tutta la pellicola, pensando appunto che qui si sta parlando di un'opera che esalta Dio stesso e la sua potenza. Dall'altro lato invece, troviamo Ramses, il dio in terra, che si ritrova inadatto, insicuro e ferito nell'orgoglio, ma è talmente preso da sé che con testardaggine continua per la sua strada finché non perde ciò che ha di più caro. Fighi tutti e due allora, per carità, ma... di più, scaviamo di più nell'animo del principe e del faraone. E infine tutti gli altri, che sono niente più che comparse nonostante i nomi importanti che prestano il loro volto, come Aaron Paul, Ben Kingsley, John Turturro e Sigourney Weaver, messi lì giusto per fare presenza.

Se si accenna alla potenza visiva comunque non si può non parlare delle piaghe d'Egitto, rese superbamente e con un pizzico di plausibilità scientifica che di certo non guasta, e quindi di Dio, che è rappresentato non solo come l'arbusto in fiamme che non brucia, ma anche come un bambino, immagine davvero emblematica. Sì perché si evidenzia quanto il Signore sia capriccioso e vanitoso, pieno di rabbia, incomprensibile, contraddittorio nelle sue stesse parole e scelte, proprio come un bambino appunto, e non per ultimi anche violento e sadico, tant'è che quando uccide ogni primogenito maschio del popolo egizio, Ramses distrutto dal dolore chiede a Mosè, così come ci chiediamo anche noi che guardiamo, Quale fanatico crede in un Dio massacratore di bambini?
Una bella critica che può essere estesa alle religioni in generale, ai suoi credenti, e alle contraddizioni che i vari credo si portano appresso.  Il film è comunque promosso, quindi andate con Dio!

12/01/15

Top 10 | i film del 2014

L'anno è ormai finito e dunque, mi chiedevo, perché non fare una top 10 dei film che ho preferito tra quelli visti durante il 2014 al cinema?
Ecco, appunto, non c'è risposta, quindi la faccio! Pronti? Viaaa...
Ah già, solo un secondo. Cliccando sui titoli finirete alle varie recensioni. E ora via!

10 White Bird in a blizzard
Qui doveva starci Grand Budapest Hotel (quindi se volete lanciatemi pallettoni di cacca cinefili cari, sono pronto) ma giusto all'ultimo arriva l'uccelletto bianco che lo scalza.
La madre di Kat scompare da un giorno all'altro senza lasciare traccia. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e viviamo la storia di un'adolescente tra sesso, amicizia e nuove difficoltà familiari. Scopriamo inoltre il conflitto misto a complicità tra madre (mentalmente instabile) e figlia, alternando leggerezza e mistero, passioni e incubi, certezze e cose non dette. Una Shailene Woodley fantastica e un sound in sottofondo che rimarca quegli anni lasciando un sorriso nostalgico. Imperdibile!

Dopo X-men first class si gioca a fondere la vecchia saga con il più recente reboot, e ci si riesce alla grande, dando coerenza, aggiustando buchi logici provenienti dagli altri episodi, e inaugurando un prossimo capitolo da far venire l'acquolina in bocca. Il film in sé, comunque, è una bomba. 

Secondo capitolo del reboot de Il pianeta delle scimmie, che raccoglie l'ottima eredità del suo episodio di lancio e ci porta a vedere uomini e scimmie sempre più simili tra loro, con gli stessi pregi e gli stessi terribili difetti. 

Un esperimento senza precedenti che vede un film girato nell'arco di 12 anni, con gli stessi attori che crescono e interpretano la vita di una famiglia in continuo divenire. Per qualcuno può essere palloso, per me è estremamente interessante.

Ho finito l'anno con questa ciliegina sulla torta e ne sono davvero felice. Un Ben Affleck in parte e una Rosamund Pike fantastica. Ambientazione fredda e precisa, una colonna sonora tagliente ed efficiente. Merita!

5 Italy in a day
Per quanto sia... empatico, diciamo, io non mi commuovo praticamente mai di fronte a un film. Qui mi è scesa una lacrimuccia. Italy in a day è bellissimo, poche storie.

McConaugay è dannatamente bravo, e ci mostra la lotta di un uomo prima contro la sua malattia e poi contro un sistema che pensa più ai propri sporchi soldi che alla salute dei pazienti, perché anche la malattia in questo mondo è un dannato business.

Adoro Christopher Nolan e mi aspettavo un capolavoro da questo Interstellar. Le mie aspettative altissime sono state deluse però, perché non ne è uscito un capolavoro, bensì un ottimo film, che va comunque benissimo, e che ho visto due volte in sala, e io non vado mai due volte in sala. Da non perdere!

Di Caprio, carissimo di Caprio, per quest'intepretazione ti amo, ma forse amo di più quella bonazza che ti bombi nel film. Di Caprio, Leo carissimissimo, in The wolf of Wall Street, sei comunque un grande.

Un film perfetto, visionario, dolce, toccante, intelligente. Non solo Her è il mio film preferito dell'anno, ma è forse diventato uno dei miei preferiti di sempre. Ma ho già speso tantissime parole per questa pellicola, quindi non aggiungo altro, se non Andate a vederlo cazzo!

E voi, cari donzelli, che mi dite? Quali sono stati i vostri film preferiti per questo concluso 2014?

08/01/15

Je suis Charlie, je suis confus.

Verso le 11.30 del 7 gennaio tre attentatori entrano nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ammazzano dodici persone ferendone undici, quattro gravemente, inneggiando Allah. 
Parigi è sconvolta, la Francia è sconvolta, il mondo intero è sconvolto. La matita di Charlie Hebdo ha terrorizzato gli jihadisti, loro di contro terrorizzano con le armi. Bisogna temere l'integralismo islamico, bisogna temere l'Islam, bisogna dividere e creare odio per far si che i musulmani diventino i nemici, così che i nemici del mio nemico diventino miei amici: l'Islam contro tutti, perché tutti contro l'Islam.

La prima reazione a questa merda è stata lo sdegno per l'accaduto e il sostegno alle vittime. Poi il casino, come sempre, perché questo mondo di cui facciamo parte è effettivamente un gran casino.
Si riflette sulla matita come simbolo, sulla libertà d'espressione, sul non aver paura di parlare di certi tabù, facendolo con ogni mezzo e in ogni modo, uno dei quali la satira appunto, che non è semplice ironia o comicità, ma è un attacco intellettuale che dietro una risata vuol far pensare e riflettere. Tutti diventano paladini della libertà d'espressione. Poi eccoli, ci sono quegli altri che dicono Fermi tutti, qui c'è l'ipocrisia! e sostengono che è facile riempirsi la bocca di questi discorsi proprio ora, quando invece la maggior parte dei giornalisti, dei politici, dei centri d'informazione e potere praticano la censura come a bere un bicchier d'acqua. Pure le persone comuni, per dire, si autocensurano mettendosi su la maschera del politically correct, e chi non lo fa viene etichettato come razzista e intollerante. L'Islam è nata come religione violenta, usando la violenza nel corso della propria storia, ed è scritto nero su bianco, documentato, perché non dirlo? Perché sei stronzo! Beh, e tu ignorante!

07/01/15

American Sniper il cecchino, White bird in a blizzard le bombe!

American Sniper
Clint Eastwood ci porta a conoscere Chris Kyle, un Bradley Cooper super pompatissimo che interpreta il soldato americano divenuto una vera e propria leggenda, ovvero il cecchino più letale nella storia degli Stati Uniti. 
Un film in cui i momenti di grande tensione non si contano, tant'è che partiamo subito da Kyle in missione in Iraq, intento a proteggere dall'alto come un angelo custode i marines sul campo di battaglia, col mirino puntato su una donna e su un bambino forse armati. Uno dei temi principali è quindi il modo in cui chi sta dietro l'arma affronta la decisione di premere o meno il grilletto, dato che poi con quelle morti ci deve convivere per il resto della vita. E si scava allora indietro, nell'infanzia del protagonista, dandogli un background che spieghi perché si trovi in missione, come sia arrivato a quel punto e quali siano i principi che lo guidano.

Non si può dire molto di American Sniper senza imbattersi in spoiler, anche perché la trama in sé, basata sull'autobiografia dello stesso Kyle, alterna periodi di missione con momenti di ritorno alla vita tra i civili, quella di marito e padre. Si può però parlare degli intenti di Clint Eastwood, che per quanto registicamente regali una visione coi controcazzi, non fa lo stesso sul piano dei contenuti. Questo perché, ovviamente a parere mio, accenna soltanto a un paio di tematiche importanti ma poi non le sviluppa. E' come un cecchino che prende di mira il suo bersaglio ma poi si rifiuta di sparare per chissà quale motivo.
Risultato? Ne esce fuori un film buono, ma piuttosto vuoto, che anzi, per chi non digerisce molto l'american way of life potrebbe addirittura infastidire, sembrando una mera esaltazione del classico eroe americano patriota invicibile supermuscoloso e supergiusto. Non c'è una riflessione che sia una, nella testa del cecchino, non c'è un ripensamento, un tentennamento, nemmeno un ragionamento sulla guerra che sta combattendo, sul fatto che sia sensato o meno quel che fa. Tutto, dentro di lui, pare diviso perfettamente in: loro sono i cattivi, noi i buoni, devo difendere la mia America a tutti i costi perché è il paese più bello del mondo. E anche nel ritorno alla civiltà, con tutte le difficoltà dovute allo stress da campo di battaglia, Eastwood non da segno di voler approfondire, mettendo in scena pochi istanti di dramma interiore e correndo poi con superficialità verso il loro buon esito.
Un peccato quindi perché poteva essere una vera e propria bomba. Ma quindi, se di bombe dobbiam parlare, parliamo di...

White bird in a blizzard
... e parliamo delle bombe di Shailene Woodley, che non mi convinceva propriamente come attrice, ma qui, cari miei, vince tutto, e non solo perché mette in bella vista le sue fantastiche tette. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e la madre di Kat Connors, così di punto in bianco, sparisce senza dire niente a nessuno. Suo padre, un uomo semplice e parte debole della coppia, non si capacita di cosa sia successo, gli investigatori dal canto loro non sembrano giungere da nessuna parte, e lei, in bilico tra la sua vita da adolescente e qualche seduta dallo psicologo ricostruisce di volta in volta scene del proprio rapporto con la madre, dall'infanzia agli ultimi momenti prima della scomparsa.

La narrazione scorre via che è un piacere, e viviamo la vita di Kat, tra sesso, primi amori e avventure (miracolosamente senza un briciolo di romanticismo e sdolcinatezze da diabete come magari il trailer poteva far pensare) che mostra il contrasto nettissimo con la figura della madre, una donna bellissima, elegante, perfetta, ma infelice, a causa soprattutto del matrimonio che ha visto realizzare i suoi sogni ma non ha saputo darle una visione futura di se stessa. Un'eterna ripetizione dei soliti momenti, una routine senza senso snervante, diretta verso la pazzia.
C'è allora il confronto continuo su ciò che la madre era e non è più potuta essere, e quel che la figlia Kat è adesso, combattuto sul classico teatro di guerra che vede figli adolescenti contro genitori, un confronto fatto di continua tensione ma anche di sottile intesa: la figlia riesce spesso a capire sua madre Eve, ma non ne giustifica certo gli atteggiamenti.
Si aggiunge allora il continuo rimando al mistero, ma non puntando sulla volontà di risolverlo, quanto piuttosto mostrando cosa significhi per Kat e suo padre dover andare avanti senza Eve. E si va avanti così senza grossi accadimenti, col tempo che scorre quasi monotono come nella normale vita di tutti i giorni, tra sogni bizzarri della protagonista, che vede la mamma coperta di neve in una tormenta, e qualche parola che di tanto in tanto ne rammenta l'ambiguità e l'instabilità mentale.
Null'altro da aggiungere, data anche l'esigua durata del film, ma sicuramente una delle migliori visioni dello scorso anno, e non lo dico solo per Eva Green o per le tette di Shailene Woodley, lo giuro!

05/01/15

Ambienti.

Quando mi metto a scrivere un racconto, o quando ho voglia di scriverlo, e poi ci provo e non salta fuori una ceppa di nulla, parto solitamente da un paio di input: una scena reale o immaginaria, costituita da uno scambio di battute, oppure un ambiente, cioè un paesaggio o un luogo che solo per la propria presenza estetica mi comunica qualcosa.
Non so se capita lo stesso a voi, ma io funziono così. Soffermandoci soltanto sul secondo punto, quello degli ambienti, ecco un breve elenco di quelli che preferisco, e non solo per scriverci su, per immaginarci qualcosa di mio che deve finire per forza di cose nero su bianco, ma piuttosto anche per i singoli pensieri, per le varie seghe mentali che mi faccio quotidianamente, per le emozioni e le sensazioni che l'immagine fa nascere.

Temporale. 
Di sicuro il cielo grigio, l'assenza quasi totale di luce e il borbottio del temporale che sta per scatenarsi è uno degli ambienti che preferisco, tant'è che dell'estate, assurdo a dirsi, amo anche e soprattutto questi momenti. Hai una giornata splendida col sole che spacca e nel giro di una mezz'ora ti ritrovi col cielo nero e l'odore dell'asfalto bollente che inizia a bagnarsi. Magnifico! 

Pioggia sul finestrino.
Mi piace l'immagine di una persona riflessa sul finestrino di un treno, sporco di gocce, con la notte fuori e le luci della città che giocano sul vetro e sull'acqua. 

Strada di montagna.
Asfalto grigio scuro umido ma pulito, e abeti o boschi di un verde bello scuro che abbracciano il percorso. Il cielo s'intravede soltanto, ed è coperto.

Prato e cielo.
Erba folta e scura, prati enormi, e a sfondo un cielo immenso e stellato. In alternativa verde brillante, tipicamente primaverile, e il cielo che tende al tramonto con qualche nuvola che va dall'arancione al rosa.

Alberi.
In tutte le salse. Da quelli ricoperti di fiori primaverili a quelli pieni di chiome rigogliose, arrivando poi all'esplosione di colori tipica dell'autunno e ai rami spogli e scuri, quasi neri, dell'inverno, magari coperti di neve. Ecco, adoro la neve, ma sempre associata alla natura e in particolare agli alberi.

Acqua e cielo.
Di solito meglio il mare calmo e al tramonto, col sole che pare tuffarsi in acqua, o in alternativa anche bello incazzato, con onde alte e schiumose e un cielo grigio piombo. Perfetto anche il gioco di specchi tra acqua (calma, quindi ancora meglio coi laghi) e cielo limpido leggermente annuvolato.

Montagne.
Che siano innevate o no, adoro vederle al tramonto, tanto belle da mettere i brividi.

Riflessi e luci contrastanti.
Mi piacciono gli ambienti che moltiplicano le forme pur mantenendo un certo ordine geometrico. Mi vengono in mente il buio, le superfici riflettenti come specchi e acqua, e la luminosità debole del fuoco o di qualche vecchia lampadina.

Ora giro a voi un paio di domande: avete qualche particolare input che vi scatena pensieri e favorisce il processo di scrittura o creazione? E riguardo gli ambienti, avete qualche debole come succede a me?

02/01/15

Potrei scrivere di questo.

C'è il caminetto acceso, due tipi improvvisano con le chitarre. Chiara, di fronte a me, si stringe nel maglione fissando Gimmi che suona, Matteo, invece, si passa un preservativo tra le mani. Giulia è persa a guardare le fiamme. Gioco coi suoi capelli. Ha gli occhi scuri, sembrano i miei, il fuoco ci si riflette dentro. La rossa che le sta di fronte, intanto, è un tutt'uno con quel caldo.
Finiscono di suonare.
''Dai, bella questa! No?'' fa Gimmi appoggiando a terra la chitarra.
''Certo, sì...'' risponde Chiara. 
''Ahh è la cosa migliore che abbiamo suonato fin'ora e non apprezzate un cazzo.''
Anche l'altro posa lo strumento. ''Io vado su.'' dice, prendendo il vino e scomparendo per le scale. La musica riparte.
''No a me piaceva sul serio comunque...'' riprende Chiara, coi riflessi delle fiamme sulle scarpe nere.
''Oh, chi è che vuole un preservativo?'' fa Matteo lanciandone uno.
''Tanto a te non serve, no?'' risponde Giulia sarcastica, mentre le intreccio a caso i capelli.
''Ahah, simpatica.''
''Non c'è di che.''
Potrei scriverci su qualcosa di sta roba, penso tra me, e l'altro suona ancora, e Chiara pare incantata a sentirlo mentre bevo un sorso e riprendo coi capelli dell'altra.
''Sì, tanto qua non va mai come dovrebbe.'' ricomincia Matteo.
''Cioè?''
''Cioè il buono perde, Dio c*n!''
Il chitarrista ride, Giulia e la rossa pure, io anche. Chiara invece è persa nelle note, pare sciogliersi. Potrei scrivere qualcosa di questo, penso. Ma cosa?... non mi viene in mente nulla, zero. Bevo un altro sorso, Matteo mi tira il preservativo addosso. Quanti cazzo ne ha? Decido di fissare la rossa. Non sono bravo al gioco di fissare la gente e restare serio, ma stranamente ora mi riesce. Mi guarda, ride, distoglie lo sguardo, mi guarda di nuovo, come a dire che cazzo hai da guardare? e poi sorride e prende fuoco. Davvero, letteralmente: le prendono fuoco i capelli, ma lei non fa una piega.
Che cazzo di roba è? Le note vanno più rapide, mi rompo di giocare col ciuffo di capelli e metto la mano dietro al collo bollente di Giulia. La rossa mi guarda e si rigira, frustando l'aria di scintille. La musica sale ancora ed ecco svelato tutto l'interesse di Chiara per il chitarrista: si sta sciogliendo, per lui. Parte dalle scarpe nere e lucide, che gocciolano formando una pozzanghera nera petrolio a terra. Poi gocciolano via anche le calze, le unghie dei piedi, la pelle, le gambe, pian piano, a tempo con la musica. Ma tu guarda che cosa strana, un'altra! Potrei scrivere di questo? 
Smetto di giocare col collo. Mi stravacco sulla sedia per quanto possibile e Matteo mi allunga la bottiglia. 
''Guarda come si scioglie.'' dico a Giulia prima di buttar giù il vino.
''Eh?'' 
''Guarda Chiara come si sta sciogliendo guardando Gimmi. E' proprio persa, non vedi?''
''Naa, cosa dici?'' fa tornando a fissare il fuoco. 
Che tipa strana, che razza di tipa strana. Forse potrei scrivere di lei? No, la donna che si scioglie vicino a quella che va a fuoco è più divertente. Ed è quasi alle ginocchia ormai, e sotto di lei si spande un lago scuro come la pece, con le striature di rosa pallido della pelle, il sangue cremisi e il bianco delle ossa. Non ho idea di come possa andare a finire, tra un po' non dovrebbe nemmeno più riuscire a stare seduta.
Matteo si alza e se ne va: ''Vado su anch'io, ciao.''
Gimmi suona, Giulia si sposta nella sedia, la rossa è un incendio e io guardo Chiara nel suo punto più interessante: le cosce. Sono lì per metà sì e per metà no, ma non è una cosa macabra da vedere, qualcosa che fa senso o schifo o vomito. E' un fenomeno con una sua certa eleganza, con forme dolci che vanno via via assottigliandosi, sempre di più, cadendo verso il pavimento in rivoli fini, come la cera bollente. Le gambe sono quasi finite, barcolla, si dondola infastidita sulla sedia. E ora che succederà? Potrei scrivere di questo, diavolo se potrei! Ma devo vedere che succede quando si scioglie tutta la parte sotto. Ancora pochi secondi, poche gocce...
''Oddio oddio oddio basta, devo andare.'' fa la ragazza mezza sciolta alzandosi, distogliendo finalmente lo sguardo da Gimmi e la sua chitarra. ''Devo fare la pipì, me la sto facendo sotto!'' e detto questo, si fa strada passandomi di fianco, e se ne va.
La pipì. Si stava facendo la pipì addosso. Come ho fatto a non pensarci prima? Bella mossa Chiara, questa sì che potrei scriverla! Però ora mi manca un finale e Gimmi non suona più.
''Ou Gimmi.'' gli faccio mentre Giulia e la ragazza in fiamme si dicono qualcosa. ''Ma, come potrei finirla secondo te tutta questa storia?''
''Non lo so.'' fa lui senza un'espressione precisa in volto, senza chiedermi Quale storia?, massaggiandosi il pizzetto. ''Di' qualcosa di conclusivo!''. Poi si alza, pesta per sbaglio la pozzanghera di ragazza sciolta, e va a prendere le sigarette. Credo di sì, potrei proprio scrivere di questo.

31/12/14

2014 in due minuti

Prendendo spunto dalla splendida idea di Mareva, vi racconto in breve questo 2014 ormai prossimo alla fine, e colgo l'occasione per augurarvi un Capodanno col botto e per ringraziarvi tutti, dato che spendete il vostro tempo a leggere le castronate che partorisco in queste pagine. Grazie grazie grazie! E ora torniamo indietro a...

Gennaio
Inizia coi soliti amici, un bel mal di testa, un paio di mesi di lavoro ancora davanti e tanta voglia di provare qualcosa di nuovo. Si inizia dallo sci di fondo, con calma...

Febbraio

Il signorino compie gli anni e promette più barba per il 2015. Festeggia allora con gli altri febbraioli come lui, ritrova la passione per la nobile arte del portapizze (esatto, è un'arte non un lavoro), si rilassa alle terme cercando di conquistare donzelle il giorno di San Valentino (povero coglione) e tenta l'approccio semi catastrofico con il secondo sport sulla neve: lo snowboard. 

Marzo
Ho capito come si usa lo snow, ma è finita la neve e quindi ci si rivede per l'anno prossimo, che cazzo. E allora sapete cosa? Tentiamo di non mangiare più carne! Ma perché? Boh, per vedere che succede. E allora sapete cos'altro? E' carnevale e a carnevale is better dance, e poi, dopo carnevale, che son due anni di blog, CervelloBacato vi presenta Davide e Davide vi presenta Cervello!

Aprile
Poi colsi la mia immagine riflessa che li fissava... foruncoli e cicatrici, camicia stracciata. Ero come un animale della giungla attratto dalla luce. Perchè ero venuto? Avevo voglia di vomitare. Le coppie conversavano disinvolte tra di loro. Io non sapevo conversare né ballare. Tutti sapevano qualcosa che io non sapevo. Le ragazze erano così belle, i ragazzi così eleganti. I sarei stato terrorizzato anche solo a guardarla, una di quelle ragazze, figuriamoci a starle vicino. Guardare una ragazza negli occhi o ballare con lei era una cosa che non riuscivo nemmeno a concepire.
Eppure sapevo che quello che vedevo non era bello e semplice come sembrava. C'era un prezzo da pagare, per tutto questo, un'ipocrisia generalizzata, alla quale era facile credere, e che costituiva il primo passo lungo una strada senza uscita. L'orchestra riprese a suonare, e i ragazzi e le ragazze ricominciarono a ballare. Le luci roteavano sopra le loro teste colorandoli d'oro e di rosso, di blu e di verde, poi ancora d'oro. Guardandoli, dissi a me stesso, un giorno la festa comincerà anche per me. Quando arriverà quel giorno, io avrò qualcosa che loro non hanno. [Panino al prosciutto, Bukowski]


Maggio
Buttati, buttati, buttati, buttati maledizione buttatiiii... e così, col parapendio, mi buttai. E poi fu Roma (e capirete: addio dieta vegetariana) e poi fu Federer!

Giugno
Vuoi dirmi che sono finito davveramente in un libro?

Luglio
Piove sempre, o quasi, e ho voglia di mare. Poi un giorno il mare lo becco per caso, e becco pure un po' di gente nuova, sempre per caso, e poi il caso un po' di questa gente nuova se la prende e se la porta dietro per tutto il resto dell'anno. Vedi te, il caso, che combina a volte.

Agosto
Estate, uscite con gli amici, Festival celtici, acqua park, lago di Garda, festa dei colori, mare, e soprattutto, esami universitari per un nuovo inizio, verso una nuova strada totalmente diversa. Prendiamoci il rischio e seguiamo le passioni.

Settembre
Comincio a scrivere per la rivista universitaria e la cosa mi diverte parecchio. Ex compagni di economia, quella che ho appena abbandonato, iniziano a laurearsi. Mi sento un attimo perso.

Ottobre
Ma partono i corsi, nuove cose da studiare, nuove conoscenze, e poi Lucca Comics, e finalmente vedo la mia Misa e la dolcissima Marty!

Novembre

Ed a volte ti vedi stupido 
una lacrima ad una festa 
altre volte ti credi libero 
un cavallo sopra una giostra 

ed a volte ti vedi limpido 
il mattino in una finestra 
altre volte ti senti arido 
come un gesto che resta in tasca 



Dicembre

Bruxelles, birra, waffle, Grand Place, Natale, snowboard, dolori, terme e aceto, ma proprio parecchio. E ora sotto col prossimo ;)