Pensavo che certe idee, una volta attecchite, sono davvero difficili da sradicare. I processi con cui queste vivono e crescono, consci o meno, possono diventare un gran bel problema se ci si convince di qualcosa di sbagliato, di una verità che non è vera.
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Problema per chi, poi, non saprei nemmeno dirlo. Perché siamo un po' tutti soggetti a giudizio nel momento in cui mostriamo le nostre idee agli altri.
La verità che convince uno allora, diventa per noi giusta o sbagliata a seconda di quanto essa sia d'accordo con la nostra, di verità. E ciò che noi riteniamo vero spesso è frutto nient'altro che di compromessi, dati dal bisogno di venire a patti con la realtà che ci sta attorno. Ma di questo, in qualche modo, ne avevo già parlato qui un po' di tempo fa.
Oggi volevo soltanto mettere nero su bianco alcuni pensieri che mi frullano nel cervello in questi giorni. Ragionamenti che mi portano a tirare in ballo anche Inception, il film di Christopher Nolan che col suo finale "aperto" fa discutere di sé tutt'ora.
Se ricordate, nella vicenda il protagonista Cobb e sua moglie Mal sperimentano vari livelli di profondità del subconscio, costruendo di volta in volta nuove realtà in cui muoversi. E proprio esplorando così a fondo loro stessi accade un imprevisto: lei si sente perduta e non trova più come orientarsi verso la superficie; lui quindi decide di aiutarla innestandole l'idea che quello in cui si trova è un sogno, e che quindi bisogna svegliarsi.