Martedì, complice il tanto atteso arrivo dell'estate, ci siamo presi una bella pausa dagli esami e dopo due ore di macchina siamo arrivati di buon mattino al lago d'Iseo per andare a visitare The Floating Piers, la passerella di Christo che ormai è rimbalzata su ogni possibile e immaginabile social.
Prima di raccontarvela però vi faccio una domanda: perché questa passerella galleggiante è arte e non una semplice opera d'ingegneria? Cosa la distingue da una qualsiasi altra costruzione?
E' perché è arancione? Perché galleggia? Perché il lago d'Iseo è un ottimo sfondo? Perché ha un'aura particolare? Perché è gratis?
Incalzato da questa domanda mi sono svegliato molto (ma molto) presto per prendere morosa, amici e poi via, verso l'avventura! In un paio d'ore siamo al lago e cominciano le bestemmie preghiere per riuscire a trovare parcheggio. Una volta individuato scopriamo la furbata assoluta: gran parte dei parking sono (ovviamente) a pagamento e non permettono di sostare l'intera giornata ma soltanto per un massimo di 5 ore alla volta, e questo vale dalle 8 alle 23. Ciò significa che se uno vuole stare lì tutto il giorno ogni 5 ore deve tornare all'auto per pagare un secondo e un terzo biglietto. A che servirà mai questo stratagemma? Probabilmente, pensiamo, per non affollare la passerella e far sbrigare le persone. Il che ha senso, sì, ma ne hanno pure le nostre parolacce.
Se sentite di posteggi giornalieri a 15 euro da prenotare da casa dunque, fatelo senza pensieri!
Se sentite di posteggi giornalieri a 15 euro da prenotare da casa dunque, fatelo senza pensieri!
Pensieri e riflessioni sulla sosta al parcheggio |
Complice il parcheggio sanguisuga ci ritroviamo invece a far la fila per il Floating Piers già attorno alle 16. C'è tanta gente ma basta giusto un'ora di attesa. Scopriremo soltanto più tardi di aver avuto un poderoso deretano.
Un caro saluto e una pacca sulla spalla a chi s'è messo in fila alle 19 e dopo tanta sofferenza si è sentito dire Ehi belli ci dispiace ma non potete più salire per oggi chiudiamo!
Un caro saluto e una pacca sulla spalla a chi s'è messo in fila alle 19 e dopo tanta sofferenza si è sentito dire Ehi belli ci dispiace ma non potete più salire per oggi chiudiamo!
Arriviamo infine al pontile d'accesso e mettiamo finalmente piede sul tessuto arancione galleggiante che tanto c'aveva incuriosito... dondola! Soprattutto i primi metri, questo affare, dondola cullato dalle onde e dal sali scendi delle persone. Che sensazione assurda!
I turisti sono tantissimi e tutti sorridenti. C'è qualcosa nell'aria, un che di elettrizzante che si respira tra tutti i presenti. E non è un modo di dire eh, è proprio una cosa reale: perché o si va scalzi, o ci si carica come batterie e si tirano e ricevono scosse a destra e a manca!
La passeggiata prosegue alla grande, la giornata è stupenda, i movimenti della passerella sono insoliti e divertenti, mai fastidiosi, e camminare a pelo d'acqua in mezzo al lago è veramente molto suggestivo. Anche la prima isola che si raggiunge lo è: Monte Isola, che tra baretti, locali, abitazioni adornate di fiori e giardini regala una visione che ti verrebbe voglia di dipingere. Ma dato che non siamo capaci di farlo partono foto, selfie, e ancora foto.
Verso le 19, dopo un po' di relax sul nylon arancione di Christo, decidiamo di tornare indietro, infrangendo il buon proposito di goderci il tramonto da lì. Sapete. Quella storia del parcheggio a pagamento e delle 5 ore. Procediamo quindi verso l'auto osservando shockati la fiumana di gente che si è moltiplicata a dismisura, formando code che neanche al padiglione del Giappone di Expo. Ci spostiamo cercando un luogo furbo dove parcheggiare senza spendere altri euri e ci rimettiamo in pace su una spiaggia per vedere il calar della sera.
Poi si riparte e tutti a casa. Felici, sorridenti e molto molto stanchi.
Se vi consiglio di andarci? Certo! L'istallazione chiuderà il 3 luglio e a quanto detto dal suo creatore sarà qualcosa di irripetibile, che non potrete più sperimentare in nessun altra parte del mondo. Ma sappiatelo: d'ora in poi è molto probabile che di persone ce ne saranno veramente ma veramente tante. Forse i tempi migliori per visitarla sono passati, quindi armatevi di santa pazienza e tanta tanta acqua fresca.
Se è un'opera d'arte? Non saprei dirlo. Ma cercando un po' su internet ho scoperto che la corrente da cui è concepita si chiama Land Art, e che tra i suoi intenti ha sia quello di riconnettere l'opera in un contesto naturale (rispettando la natura, dato che l'impatto ambientale è minimo e tutto poi sarà riciclato), sia quello di far percepire una dissonanza tra i diversi elementi che entrano in gioco, tipo il brillante arancione artificiale su cui si cammina e l'azzurro del cielo che si specchia nell'acqua.
Voi ci andrete o ci siete già stati? Come vi è sembrato? E soprattutto: la sentite la mistica aura dell'opera d'arte?
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