E' fine maggio e inizia a far caldo, il sole scalda il mondo coi suoi raggi fotonici e fa presagire un'estate bollente. Col senno di poi, sti raggi del pene, verrebbe da prenderli a cinquine dirette in faccia dato c'hanno messo tutti a pigreco mezzi nei mesi successivi, ma tant'è.
Tempo fa vi dissi che avevo un amico parapendiista, parapendaiolo, parapendolo, chissà come si dice, e che quest'amico m'avrebbe fatto fare un volo assieme a lui. Vi dissi anche che avevo voglia di farlo perché io e l'aria, o meglio io e l'altezza, anzi no, io e... beh non so bene cosa sia, ma insomma un po' di rapporto disagiato con questo qualcosa di strano ce l'ho, e quindi dovevo farlo, dovevo volare!
Tu chiamalo, se vuoi, disagio... |
''Ok!'' faccio io, guardando in su, tra la boscaglia, pensando che vabè, non sembra nemmeno poi così alto il posto.
E' fine maggio, scendiamo dall'auto dopo venti minuti di tornanti, mi avvicino allo strapiombo da cui faremo il nostro saltino. Ok, siamo un po' alti, li mortacci... Presto sarò in aria, prestò volerò, presto mi schianterò e morirò. Anzi no, là sotto c'è la casa dell'ex morosa, sai che figura rovinarle il tetto e piombarle in salotto?
L'amico monta il parapendio, è un tripudio di fili colorati che io ancora un po' solo a districare le cuffiette per la musica penso sia stato Satana in persona a defecare quella cacata demoniaca di un ingarbugliamento. Lui però pare abbastanza sciolto nello sciogliere, e metti l'imbrago, e allaccia lì, e infila il caschetto, e preparati che tra un po' si parte, insomma siamo pronti.