Sembra assurdo e in effetti letto così suona parecchio strano.
Però, credetemi, lasciandomi spiegare bene avrete più chiaro il come mai sia cosi difficile disegnare e perché farlo a testa in giù dia una grossa mano.
Sembra assurdo e in effetti letto così suona parecchio strano.
Però, credetemi, lasciandomi spiegare bene avrete più chiaro il come mai sia cosi difficile disegnare e perché farlo a testa in giù dia una grossa mano.
Nuovo video e vi parlo di creatività!
Sì ma di preciso come ne parlo, cosa dico, e perché, perché, perché?
(momento delirio, perdonatemi)
Non c'è motivo di farsi prendere dal panico.
In pochi minuti cercherò di raccontarvi cos'è, come funzioni e se sia possibile potenziarla. Et voilà!
Davvero è arrivato quel momento dell'anno?
E davvero tu, che qui dentro ci stai scrivendo sempre meno, hai il coraggio di fare questo post?
Ehm... le risposte sono Sì e Sì, e quindi, come già fatto per il 2014, il 2015, il 2016, il 2017, il 2018 e il 2019, ECCO IL MIO 2020 IN SOLI 2 MINUTI!!!
Gennaio
Si ritorna in Venetolandia dopo il capodanno a Londra, senza sapere che sarà l'ultimo viaggio all'estero (sìvabbè, come se io uscissi dall'Italia tutti i giorni, dai!), leggo Italian Way of Cooking 2 e La memoria di Babel.
Invecchiare insieme fa schifo, è una palude in cui affoghi sempre. Preferirei essere al suo posto. A volte mi chiama Scheggia. Lo sai da quanto non mi chiamava così? Non l’hai nemmeno sentito, tu. Era il ‘63, il tempo di nascere e come una ladra ti sei rubata il suo affetto, così, e io sparita. Senti questa. A un certo punto mi chiama Scheggia e dice di amarmi, come quel giorno, sulla panchina al Kensington Park.Quel vecchio babbeo passa il tempo a sbavare senza ricordarsi come tenere in mano il cucchiaio, e poi d’un tratto si fa serio, mi prende le mani e dice Schieggia, ecco io, vedi, c’è una cosa che vorrei dirti da un po’ e… e si sistema la cravatta e si ingella i capelli che non ha, e io intanto ho come una locomotiva sparata a mille per tutte le vene, il cuore in testa che esplode e lui che dice Mi vuoi sposare. Capito? Mi vuoi sposare, mi dice, con quel suo stupido, stupido sorriso di vecchio senza denti e la mela frullata che gli sporca il mento. Dio. E poi niente. Se ne torna via. Sparisce per sempre lasciandomi sola con lui, sola sulla nostra panchina, sola per il resto della nostra vita insieme.
Trascinato sull'asfalto da scarpe da ginnastica e stivali di gomma, nei bagliori rosso fumogeno di una città che vuole gridare. Due ore prima sul sedile di un auto, sul feed di Instagram, la testa tra le foto della tipa che gli piace. Ora il manganello sulla tempia, craniata sul cemento, fischi come ai concerti e adrenalina che dice corri. Avanza faccia a terra prima di chiudere gli occhi. E chi ci pensa a come finisce? Era solo casino, di quelli che a volte servono a farti capire che non va più bene così come sta andando. Luca, poi? Magari Andrea? Corrono via. Ciro li passa a muso duro, controcorrente, mazza in mano. Farsi sentire, urla. Con noi. E Non va bene è una marea rovente sui lampeggianti che vagano incerti.
E il corpo è sempre in mezzo alla strada, sui titoli di domani, nome comune di martire pronto a gridare nelle bocche degli altri. Lui che lì c'era quasi per caso, come i suoi amici, e voleva cambiare, capire, scappare.