19/12/16

Rogue One | Non sarebbe bello se...

Stavolta partivo con molte meno aspettative. Come già vi avevo accennato lo scorso anno parlando di Star Wars episodio 7, per me questa saga significa SPADE LASER e soltanto poi... tutto il resto. Uno spin off che quindi vedeva protagonisti dei comuni ribelli in una mission impossible mi incuriosiva sì, ma senza farmi salire la scimmia. Capite bene che lo stupore finale per me è stato parecchio!
Immagine di dan-zhbanov che trovate Qui

Rogue One è un tassello dell'enorme space opera che si ritaglia uno spazio piccolo ma importante, dato che racconta di un episodio cruciale nell'economia della storia. Sì perché come ormai avrete anche ben compreso dai trailer e dai vari spot, si va a scoprire come sia stato possibile distruggere la Morte Nera, e cioè rubandone i progetti di costruzione molto tempo prima.

L'improbabile suicide squad ci porta perciò in vari angoli della galassia, mostrandoci in maniera sontuosa quanto sia imponente la presenza dell'Impero; tutto fornendo un buon background alla protagonista e accompagnandola a delle spalle interessanti e ben caratterizzate, e gettandoci, come dice bene qualcuno più bravo di me a parlarne, nella parte Wars del famosissimo titolo.

Ovviamente il comparto visivo di questi nuovissimi capitoli è sempre strepitoso ed è forse ciò che porta al cinema saggi esperti della Forza e nuovi padawan. L'universo di Guerre Stellari è sempre stato fonte di meraviglia per me, che ricordo con quale stupore guardavo le video cassette con Luke Skywalker sognando di essere un jedi sul Millenium Falcon. Oggi è tutto perfetto e ancora più vero, e gli alieni e i pianeti assurdi e le esplosioni e le battaglie spaziali e... mioddio, tutto è superbo, davvero!
Ciò che è un po' assente, come dicevo, in questo particolare capitolo sono i duelli tra jedi e sith che però non rendono il film noioso, anzi.

15/12/16

#OpenMinded | Cercando di essere prete (di Luca Lunardon)

Bentornati, cervelli cari, a un nuovo appuntamento della rubrica #OpenMinded!
Come forse ricorderete lo scopo di #OpenMinded è dare spazio e voce a Voi lettori, che diventate parte creativa del mio blog raccontando qualcosa di "particolare" che vi riguarda e vi sta a cuore.

Il macro tema di quest'episodio è la Religione, e andrete a conoscere il giovane prete Luca Lunardon che si è gentilmente prestato ad alcune domande anche piuttosto "scomode". Insomma... avevo delle curiosità e anche la possibilità di togliermele. Che ne è venuto fuori? Non vi resta che scoprirlo qui sotto.
Vi sentite pronti? Tre, due, uno... Aprite le vostre Menti!

Una breve presentazione: chi sei, quanti anni hai, cosa fai... insomma, due parole!
Sono Luca Lunardon, ho 32 anni e sono prete. Sto cercando di fare in modo che la mia vocazione non diventi un'abitudine o un lavoro.

Qual è il tuo ruolo all'interno della Chiesa?
Sono stato ordinato prete un anno e mezzo fa. Da allora presto servizio nell'unità pastorale di Malo.
Al di là dei ruoli e degli incarichi, quello che mi interessa è prendermi cura delle persone di queste comunità e aiutarle ad incontrare Dio. Un po' alla volta sto imparando cosa significhi concretamente.

Prima di scegliere questa strada come vivevi? Cosa facevi?
Avevo una vita piena, bella, una vita normale. Alle superiori ho frequentato l'artistico, poi mi sono laureato in disegno industriale e ho lavorato un paio d'anni, principalmente come grafico pubblicitario. Ero riuscito a realizzare tutti i miei progetti: fin da piccolo avrei voluto laurearmi e lavorare come designer. Nel tempo libero ero un ragazzo impegnato, nel senso che dedicavo del tempo agli altri, facevo volontariato, collaboravo con le politiche giovanili del mio comune, bazzicavo in parrocchia. Avevo una vita realizzata sì, ma solo secondo i miei programmi.

13/12/16

La storia di un pesce grande

Ci sono due modi di vedere quel che ci accade. 
In uno potremmo immaginare di metterci una telecamera sopra la testa, così da osservare la nostra vita come fossimo i protagonisti di un film. Certo uno di quelli coi piedi ben piantati per terra, pieno zeppo di tempi morti, piuttosto noioso e con pochi dialoghi. 
Nell'altro invece, il punto di vista lo si potrebbe ficcare ben dentro al nostro cervello, manovrato dai sensi e dalle emozioni, così che ciò che viviamo diventi una vera e propria storia da raccontarci e raccontare. E qui allora altro che realismo a tutti i costi, altro che fatti tediosi e banalità! Potremmo inserirci per esempio una colonna sonora, degli effetti speciali e lavorare di fantasia per rendere straordinario quel che siamo.

Questa breve riflessione parte da Big Fish, film di Tim Burton dell'ormai lontano 2003, che parla dell'eccezionale vita di Edward Bloom, un uomo che spesso e volentieri narra delle proprie avventure tra peripezie impensabili, imprese eroiche, luoghi misteriosi e personaggi assurdi. Un personaggio che è anche un padre sul punto di morire e che vede un figlio determinato a ogni costo nel voler risolvere la sua storia, per capire cosa effettivamente sia vero e cosa invece sia frutto di invenzione, e quindi finto.

05/12/16

Il tempo della politica social

Il giorno dopo il voto mi trovo ancora una volta dalla parte dello "sconfitto". Come per le trivelle intuivo già come sarebbe andata a finire, ma il mio , nonostante il forte clima d'opposizione respirato nell'internet, l'ho voluto dare lo stesso e a maggior ragione, perché ritenevo fosse la cosa più giusta.

Il mio pensiero di oggi comunque, è riassunto qui da Bob
Non voglio parlare delle ragioni della mia scelta comunque. Se siete cervelli intelligenti (e do per scontato che lo siate) saprete che qualcuno può avere un'idea diversa senza per forza essere un coglione. Volevo però spendere due parole nate da quest'ennesima esperienza di confronto politico social. 
Un ambiente che, personalmente, un po' mi spaventa. Vi dico le mie (personalissime) impressioni.

Il rammarico più grande per me è stato il non poter discutere mai, e sottolineo MAI, in maniera serena e pacata delle ragioni del Sì e del No. Si è creata, qui sul web, una tifoseria da stadio che ha azzerato ogni possibilità di dialogo, portandomi a zittirmi ogni qual volta si iniziasse a parlare. Per non venir travolto dalla valanga di insulti, pesantezze e idiozie già viste e riviste, ho preferito non dire quasi mai cosa pensassi.
Perché era incredibile la sicumera di chi aderiva al No, insinuando nell'avversario a favore del Sì una sorta di deficienza cognitiva o di oscura collusione coi poteri forti. E di pari passo era anche l'altro fronte, con la spocchiosa formuletta dell'analfabetismo funzionale, sempre sulla punta della lingua, pronta ad essere sganciata come una bomba per radere al suolo dall'alto di un piedistallo ogni possibilità di ribattuta.

01/12/16

Cose che finiscono, cose che iniziano e altre cose

Questa tendenza a utilizzare la parola cosa un po' dappertutto è veramente orripilante, però non riesco più a farne a meno. Venisse a scoprirlo la prof d'italiano delle medie mi riempirebbe il blog di bestemmie in penna rossa da cima a fondo ma io a quel punto le direi Ehi baby, benvenuta nel mio lonfo!
e allora lei Cosa?
e quindi io A-hà! Beccata!

Cazzate a parte oggi volevo scrivervi due parole in tranquillità per aggiornarvi un po' sui cavoli miei e le possibili svolte e/o colpi di scena di questo posto. Sì lo so, vi è partita la palpitazione molesta a tale rivelazione che in realtà ancora non rivela niente, cosa che in effetti sa un po' di vedo/non vedo, vero?

Comunque... iniziamo dalle cose che finiscono, quelle che, come avrete intuito se siete soliti sprecare il vostro tempo seguendomi sui social 
(ehi, li trovate lì a sinistra, iscrivetevi merde!)
riguardano la fine dei miei studi universitari e la laurea. Ebbene: sono libero! 
Libero dagli impicci degli esami, dai treni di Trenitalia, dalle ansie e dai mal di pancia pre appello orale e dai libri fotocopiati e recuperati a prezzi stracciati rincorrendo per il vicentino e il veronese gente che li vende alla metà della metà del prezzo di copertina ma aggiungendoti quegli appuntini strategici che Ehi te li devi piglià perché con questi io ho preso 30 cioè dai, mettici 5 euri in più fratè daje così brav!
Tra l'altro da ste parti mica parlano così ma quando mai dico io, QUANDO MAI qui siamo aderenti alla realtà? Se la risposta non vi viene siete sulla strada giusta. Il concetto comunque è che sono libero. Bastava una riga Cervello, e checcazzo!

28/11/16

#MyTesyTelling | Dottore del buso del cul!

"Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione." 
[Johann Wolfgang Goethe]

Suona la sveglia. Dovrei alzarmi, fare colazione, lavarmi e vestirmi elegante. Poi dovrei prendere la macchina e andare fino a Verona, aspettare almeno un paio d'ore prima di discutere la mia tesi e... niente, penso solo al momento della discussione. Tutto finisce lì. La testa non riesce ad andare oltre. Mi rigiro ancora qualche minuto tra le coperte. Mi alzo.

Non devo fare chissà che discorso. In 5/10 minuti al massimo dovrei presentare la tesi e poi rispondere a qualche domanda. E però stare lì nel corridoio ad attendere che i laureandi prima di me finiscano è una tortura. Penso 
E che sarà mai? Hai già parlato di sta roba davanti a un sacco di studenti. Qui c'hai giusto 4 professori!
e poi mi metto a chiacchierare con buona impazienza assieme ad amici e parenti lì ad ascoltarmi.

21/11/16

Gli animali fantastici dove li trovi?

Li trovi al cinema, tornando di nuovo, pieno d'entusiasmo, nel mondo magico di Harry Potter. O meglio... nel mondo magico molto prima di Harry Potter, perché qui siamo nell'America degli anni '20 e seguiamo le vicende di un certo Newt Scamander, autore di un saggio che poi sarà uno dei libri scolastici che il caro horcrux saettato studierà a scuola, intitolato appunto Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli. Magari più avanti ne parleremo in un articolo dato che ce l'ho pure io!
Immagine presa da ilPost

Ma allora com'è questo nuovo film?
Senza troppi giri di parole, dico fin da subito che mi è parso meno coinvolgente rispetto al primo capitolo della saga del maghetto. Credo però che sia del tutto naturale, perché sticavoli, quello era Harry Potter, una delle opere fantasy più apprezzate degli ultimi anni mentre qui, si parte da un suo spin-off, ovvero una "spalla" dei film (e libri) a noi noti.
Nonostante il minor coinvolgimento però, la nuova pellicola riserva moltissime sorprese e alla fine dei conti si presenta come una storia ben fatta, interessante e dal grandissimo potenziale. E m'è pure piaciuta un bel po'!

17/11/16

Il tradimento del porco

Alla fattoria, una sera, il Vecchio Maggiore raduna tutti e racconta di un sogno che ha fatto: gli animali sono finalmente liberi dall'oppressione dell'uomo e possono vivere dignitosamente col frutto del proprio lavoro, senza più essere sfruttati e derubati. Infervorati gli animi e piantato in loro il germe della Rivoluzione, l'anziano maiale muore poco dopo, lasciando in eredità un'ideale da inseguire per il benessere e la libertà.
Potete trovare La fattoria degli animali cliccando Qui

Ho terminato da poco La fattoria degli animali di George Orwell e non posso che dirvi di sentirmi turbato. C'è stato qualcosa che mi ha fatto del male.

Quel che si ricava dalla storia di Orwell è una gigantesca metafora sul nostro mondo, del modo in cui è organizzato, di come funzioni la società e di quali siano alcune delle dinamiche e dei ruoli che animano la vita collettiva.
Si racconta di una fattoria e i protagonisti sono tutti bestie; animali che prima erano proprietà del signor Jones ma che in seguito, dopo la Rivoluzione, si liberano dal dominio dell'uomo e si impadroniscono di ciò che producono. 

Sette comandamenti scandiscono la nuova civiltà fondata nella fattoria:
Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico.
Nessun animale vestirà abiti.
Nessun animale berrà alcoolici.
Nessun animale ucciderà un altro animale.
Tutti gli animali sono eguali.

14/11/16

Tutorial | Come creare sondaggi su Telegram

Buondì cervelli!

Su suggerimento di un amico oggi farò un post tecnico, pensato per chi come me utilizza Telegram e vuole creare un sondaggio sul proprio canale (il mio lo trovate Qui).

Se non sapete cosa sia Telegram, se pensate sia soltanto una specie di imitazione di whatsapp, e se state cercando dei validi motivi per scaricare l'app vi invito a leggere questo vecchio post che magari potrà convincervi. 
Ma ora bando alle ciance e arriviamo al tutorial!

10/11/16

#MyTesyTelling | Il giornalismo colorato di Pulitzer

Tra i miliardi di nomi e concetti e definizioni che comparivano in fase di ricerca, mi sono imbattuto in un personaggio che avevo sentito nominare soltanto grazie al premio che ne porta il nome: Joseph Pulitzer.
Avete presente sì, l'onorificenza tanto ambita dai giornalisti americani? In caso, qui trovate tutto quel che c'è da sapere. Comunque sia voglio raccontarvene un po', e quindi...


"Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile." 
[Joseph Pulitzer]

Dopo aver partecipato alla guerra di secessione nell'esercito nordista, Pulitzer, immigrato ungherese, dà vita nel 1878 al periodico St. Louis Post-Dispatch. 
Un paio d'anni più tardi eccolo invece a New York dove acquista il vecchio quotidiano The World e lo fa esplodere conquistando lettori tra le classi più povere.
Il successo del suo giornale è strabiliante e le otto pagine proposte parlano principalmente agli immigrati di prima e seconda generazione, un pubblico in gran parte di non elettori e perciò sistematicamente ignorato.

Il World diventa un vero e proprio colosso dell'informazione e la cosa interessante non è tanto il perché di questo successo, individuabile nel bisogno latente intercettato, ma piuttosto il come, e cioè con Accuracy, accuracy, accuracy!
Lo slogan, ripetuto allo sfinimento all'interno della redazione, sta a significare precisione nel trattamento delle notizie, ma è proprio qui che arriva il bello, perché al suo fianco prende forma una stranezza che pare scontrarsi con tale direttiva: il colore.

07/11/16

Benvenuto a Twin Peaks

Twin Peaks, serie cult degli anni '90, io non l'avevo mai vista. Complici però le chiacchiere sul web per l'imminente terza stagione (dopo ben 25 anni!) e grazie alle insistenze di Denis e Mikimoz, l'ho recuperata e quindi eccomi qui a parlarvi della prima parte, con le otto puntate che mi hanno dato il benvenuto a Twin Peaks.

Come mi avevano anticipato, sono stato accolto dal cielo uggioso di una tranquilla cittadina immersa tra i boschi, e dai suoi caffè caldi, dalle torte di ciliegie e dai camion carichi di legname. 
Qui un giorno accade che sulle rive del lago, avvolta in un telo di plastica, si scopre il cadavere di una giovane del luogo: Laura Palmer, e così si apre il mistero che tiene le redini di Twin Peaks...
Chi ha ucciso Laura Palmer?

A iniziare le indagini è lo sceriffo Truman, affiancato immediatamente dal mitico agente Cooper dell'FBI, vera e propria bussola all'interno dei molti segreti che si andranno a scovare sul conto della vittima. La tranquilla cittadina, via via che le ricerche proseguono, rivela perciò un brulicare di loschi affari che coinvolgono i più disparati personaggi, con le mani in pasta in progetti a cui la stessa "povera e innocente" Laura sembrerebbe in qualche modo invischiata.

03/11/16

Stanza, letto, armadio, specchio

Ogni mattina Jack da il buongiorno agli elementi del suo intero universo. Saluta letto, armadio, lavandino, gabinetto, tavolo sedia1 e sedia2, poi comincia la giornata. Fa un po' di attività fisica con ma', mangia, guarda la tv ed esplora il mondo, finché quando è ora, va a dormire. Jack è un bambino di quattro anni, e sembra felice.

La sua ma', Joy, è invece una ragazza che è stata rapita e rinchiusa per sette anni in un bunker. 
Room lo potete trovare anche QUI 
Qui viene violentata ripetutamente e messa incinta; quindi, sola, partorisce e cresce il piccolo Jack, facendogli credere che all'infuori dei pochi metri quadrati di Stanza non esista nulla e nessuno, se non l'infinito Cosmo.

La loro vita procede in maniera terribile e monotona finché, al quinto compleanno di Jack, Joy si trova costretta ad agire per liberare il figlio e darsi possibilità di fuga. Questo, in buona sostanza, è ciò che racconta Room, film del 2015 con Brie Larson che vince l'Oscar da miglior attrice protagonista.

Poche ciance: l'ho trovato veramente forte e assieme a questo intelligente. 
Il modo in cui sono tratteggiate le varie personalità è perfetto e la tensione della vicenda, specie nella prima parte della pellicola, è così densa che si potrebbe affettare con un coltello. L'intelligenza invece è data dal comportamento dei pochi personaggi secondari, che non sono i soliti rincitrulliti che ci mettono trent'anni a capire le cose (il che, in molte storie, capita spesso nei momenti clou) e dall'idea di mondo che Joy fornisce a Jack, perfettamente funzionale nella loro tragedia.

31/10/16

I colori di un padre

"Ma non possiamo provarci lo stesso?"
"Io ho visto le maschere. Erano fantasmi! Quelli là di prima, là sul ponte lo facevano eh! Daaaiii papàaaa..."
Bruce iniziava a non poterne più di quei mocciosi fastidiosi che si era trovato fra i piedi. E non sopportava di essere chiamato papà. Certo non ci si poteva aspettare altrimenti dal piccolo Jack. Era un po' complicato a dire di molti, ma per lui, più semplicemente, era ritardato, perché non ascoltava e non capiva. Ed era brutto, sì, un bambino proprio brutto!
"Facciamo così." spiegò acidamente. "Io entro a dare un'occhiata e intanto voi potete provare in quelle case là dietro."
"Yeeeh!"
"Ou ou ouu!" i ragazzini si zittirono un istante. "Non più lontano di dove ho detto, capito? Fate il giro e tornate." Annuirono e presero a correre verso il ponte. "E chissà che vostro padre sia dia una cazzo di mossa... sennò cazzo se non gli prosciugo il conto!"

27/10/16

Vivere per sempre a San Junipero

E se non si morisse? 
O meglio... se al termine della nostra vita ve ne fosse un'altra, una di eterna, come quella promessa da molti culti religiosi? Che accadrebbe?

So che alcuni tra voi probabilmente sono credenti, e so anche che, nonostante non sia necessario essere devoti a qualche divinità, molti sono orientati all'idea che l'esistenza non si esaurisca tutta qui, che dopo ci sia qualcos'altro. È palese però che del dopo, per quanta fede si abbia, non ve ne sia alcuna certezza. Non a caso si chiama fede.

Le domande iniziali allora è proprio qui che vogliono inserirsi... perché, insomma, se ci fossero le prove tangibili di un'esistenza eterna, cosa cambierebbe al mondo come lo conosciamo ora?

Il dubbio mi è sorto inevitabilmente guardando la quarta puntata della nuova stagione di Black Mirror che, per chi non l'avesse mai vista (fuori di qui, bestie!) è una serie tv incredibilmente disturbante. 
Quel che fa, in soldoni, è prendere alcuni elementi della nostra società provando a spingerli un po' più avanti nel futuro, mostrandoci cosa potrebbe essere di noi (e del nostro rapporto con la tecnologia) e suggerendoci quanto di queste visioni distopiche sia già praticamente in atto.

25/10/16

La pagina facebook del mio blog è un mortorio

E ad ammetterlo, a dir la verità, un po' mi rode il culo... però mica posso far finta di niente, no?

A questa conclusione ci sono arrivato semplicemente facendo un confronto tra numero di fan della pagina, che al momento in cui scrivo sono circa 650, e quantità di interazioni (intese come like, commenti e condivisioni) sui vari post. Il risultato è pietoso e spesso pubblicare qualcosa risulta utile come parlare ad un muro. Molto meglio, per assurdo, segnalare i miei link nel mio profilo personale.

Ora la domanda è: perché succede tutto questo? Di chi è la colpa?
A mio parere i motivi sono svariati, ma grosso modo potrei riportarvene almeno quattro:
  1. Per come sono organizzati gli algoritmi di Facebook, è molto difficile far notare i post ai propri fan senza investirci qualche soldo. Di questo ne ho già parlato ampiamente Qui.
  2. Da buona parte di chi mi segue sulla fanpage (e questa non è una critica rivolta a voi follower, ma un dato di fatto riscontrabile in moltissime pagine fb) non c'è l'abitudine verso l'interazione, né con un like o un commento, né tanto meno con una condivisione. Di conseguenza (vedi il primo punto nel dettaglio) un mio nuovo status diviene presto invisibile alla maggior parte di chi mi segue.
  3. Non sono abbastanza bravo a creare relazioni e stimolare discussioni e azioni nelle mie pubblicazioni. Il che è molto probabile visto che spesso aggiorno senza dedicarci il giusto tempo. Pretendo risultati ma sono il primo a tirare il freno.
  4. Chi mi segue non è veramente interessato ai miei contenuti.