Tra i miliardi di nomi e concetti e definizioni che comparivano in fase di ricerca, mi sono imbattuto in un personaggio che avevo sentito nominare soltanto grazie al premio che ne porta il nome: Joseph Pulitzer.
Avete presente sì, l'onorificenza tanto ambita dai giornalisti americani? In caso, qui trovate tutto quel che c'è da sapere. Comunque sia voglio raccontarvene un po', e quindi...
"Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile."
[Joseph Pulitzer]
Dopo aver partecipato alla guerra di secessione nell'esercito nordista, Pulitzer, immigrato ungherese, dà vita nel 1878 al periodico St. Louis Post-Dispatch.
Un paio d'anni più tardi eccolo invece a New York dove acquista il vecchio quotidiano The World e lo fa esplodere conquistando lettori tra le classi più povere.
Un paio d'anni più tardi eccolo invece a New York dove acquista il vecchio quotidiano The World e lo fa esplodere conquistando lettori tra le classi più povere.
Il successo del suo giornale è strabiliante e le otto pagine proposte parlano principalmente agli immigrati di prima e seconda generazione, un pubblico in gran parte di non elettori e perciò sistematicamente ignorato.
Il World diventa un vero e proprio colosso dell'informazione e la cosa interessante non è tanto il perché di questo successo, individuabile nel bisogno latente intercettato, ma piuttosto il come, e cioè con Accuracy, accuracy, accuracy!
Lo slogan, ripetuto allo sfinimento all'interno della redazione, sta a significare precisione nel trattamento delle notizie, ma è proprio qui che arriva il bello, perché al suo fianco prende forma una stranezza che pare scontrarsi con tale direttiva: il colore.