Spesso però, le consideriamo come qualcosa di preciso e puntuale, o peggio... di intoccabile!
Disegno di shichigoro756 che trovate Qui |
Mi pare sia stato un paio d'anni fa. Per puro caso vidi il grande Gigi Proietti recitare una poesia intitolata Il Lonfo. Era formata da una serie di versi con parole che non avevo mai sentito e che a primo impatto, a ragionamento lucido, risultavano incomprensibili. Eppure, facendomi prendere dal ritmo e dalla musicalità, tutto appariva sensato. Visualizzavo questo frusco lonfo senza avere la minima idea di che cosa volessero significare "fusco" e "lonfo".
Che cavolo stava succedendo?!
Che cavolo stava succedendo?!
Succedeva che avevo incontrato la poesia metasemantica di Fosco Maraini, un autore che, come racconta nella prefazione del suo libro-raccolta Gnòsi delle Fànfole, più che scrivere, propone.
Scusa amico Cervello ma che vuol dire sta cosa?
Beh... praticamente il suo approccio alla scrittura è pensato per offrire al lettore un trampolino di lancio verso la propria immaginazione, così che costruisca egli stesso il significato (o i vari) della storia.
Ma aspettate, fermi tutti! Facciamo che vi ci butto dentro direttamente (anche Qui col video se vi va) così lo capite meglio da voi:
Scusa amico Cervello ma che vuol dire sta cosa?
Beh... praticamente il suo approccio alla scrittura è pensato per offrire al lettore un trampolino di lancio verso la propria immaginazione, così che costruisca egli stesso il significato (o i vari) della storia.
Ma aspettate, fermi tutti! Facciamo che vi ci butto dentro direttamente (anche Qui col video se vi va) così lo capite meglio da voi:
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
dilenca un poco, e gnagio s'archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrefferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.