02/05/16

Lui è tornato

E se Hitler si risvegliasse nella Germania di oggi, che accadrebbe?
Da questa semplice domanda parte Lui è tornato, diretto da David Wnendt e trasposto dal romanzo omonimo di Timur Vermes. Un film che gioca molto sulla convinzione che il fuhrer, visto quanto accaduto in passato, oggi sarebbe ovviamente condannato all'unanimità, e che mostra invece quanto sia forte il potere della persuasione nelle mani di una persona particolarmente abile e ambiziosa.

La pellicola è tutta costruita su una satira pungente e su una forte componente di ambiguità. Ci si trova infatti sempre in bilico nel rapportarsi a Hitler perché questi, nonostante venga ritenuto da tutti come un attore particolarmente pedante nel ricalcare il proprio ruolo, è in ogni caso grande fonte di riflessione, tanto più quando diventa fenomeno virale e (ri)acquista una certa fama. Tramite la sua nota visione di una Germania forte e da riscattare infatti, abbindola il popolo tedesco facendogli da una parte mettere in discussione le proprie idee sul ruolo tedesco in relazione ai problemi d'oggi, e dall'altra offrendo ai nostalgici di una certa appartenenza politica un nuovo modello cui identificarsi e sfogare le proprie frustrazioni.

Quel che più mi è piaciuto è sicuramente la non banalizzazione a fronte di un'idea tanto semplice. E' interessante infatti (e tragicomico) osservare come Adolf affronti questa nuova realtà, come si stupisca delle innovazioni tecnologiche e quanto, nonostante il progresso, trovi di che criticare a livello di contenuti, specie del mezzo televisivo, che a suo avviso distoglie dai problemi reali e insulta l'intelletto umano con la spazzatura che propina. Importante, assieme alla tv, è anche internet, fonte immensa d'informazioni che noi diamo ovviamente per scontata ma che ai suoi occhi ha un potere immenso.

28/04/16

#MyTesyTelling | La tesi di laurea come storia da raccontare

Ci sono molti buoni modi per cominciare quell'esperienza teoricamente fantastica e appagante che è la tesi di laurea. Io, di questi buoni modi, devo confessare non ne conosco nessuno e perciò il mio, ho deciso d'inventarmelo.
Dovete sapere che anche per me è arrivato il momento di iniziare l'avventura verso la laurea. Una roba che a guardarla adesso mi pare tanto la scalata al milione di Chi vuol essere milionario, con Gerry Scotti che se la ride di gusto aspettando un mio passo falso, il pubblico che mi osserva pronto a mandarmi fuori strada, la telefonata a casa con la linea occupata e il 50 e 50 che mi lascia con la via giusta e quella sbagliata che però pare proprio giusta uguale. Vedete? Sto già delirando e devo ancora iniziare. 


''A parlare delle cose belle e dei giorni lieti si fa in fretta, e non è che interessi molto ascoltare; invece di cose gravose, emozionanti o addirittura spaventose si può trarre una buona storia, o comunque un lungo racconto.'' [J.R.R. Tolkien]

Ecco. Iniziamo dall'inizio allora. Come spesso accade tutto parte da una domanda che ti ronza in testa senza darti pace, e continua fintantoché non le dai una manata (metaforica eh, che ci manca solo mi prenda a botte in testa da solo) e riesci miracolosamente a fermarla. 
A guardarla finalmente tranquilla non pare neanche tanto male questa domanda, e più o meno, la mia faceva così:
Ma perché non affrontare questa tesi... raccontandola?
Raccontandola? Ma chi, io? (sì, se ve lo steste chiedendo mi interrogo e rispondo da solo)
Nonnò... meglio ancora! Tutti insieme! 

25/04/16

Diamo spazio al Tempo

Parliamo di tempo. Tempo inteso come scorrere cronologico degli eventi e anche come azioni che compongono quegli eventi. 

''People assume that time is a strict progression of cause to affect, but actually, from a non-linier, non subjective point of view it is more like a big ball of wibbly wobbly timey wibbey... stuff''

Mi è capitato di vedere una puntata di Doctor Who intitolata Blink, e in quest'episodio il tema era il viaggio nel tempo. Nell'episodio, ambientato nel 2007, Sally esplorando una vecchia casa trova un messaggio scritto su un muro. Tale messaggio è un avvertimento indirizzato a lei ma inciso nel 1969 da un certo Dottore. Della bizzarria ne parlerà con l'amica Khaty, che gironzolando poi per il rudere s'imbatterà in un essere che la spedirà dritta negli anni Venti.
Da qui inizia un processo machiavellico. Pochi istanti dopo la scomparsa dell'amica infatti, Sally riceverà una lettera scritta proprio da Khaty (morta intanto nel 1987), fatta recapitare tramite un nipote. E in seguito si aggiungerà il ruolo del Dottore, viaggiatore del tempo intrappolato nel '69 e bisognoso dell'aiuto di Sally che...

E' un po' complessa da trascrivere. Il consiglio che vi do è di guardarla. Il punto è che una simile storia mi da l'occasione per discutere del tempo, almeno a livello narrativo, e quindi dei viaggi nel tempo. Questo perché nel caso presentato il tempo appare perfettamente strutturato. Ogni azione, per quanto dettata dal libero arbitrio degli attori che la eseguono, si rivela esattamente funzionale allo schema degli eventi, in modo tale da non far collassare tutto in un tripudio di paradossi.
Ho sempre inteso il tempo e i viaggi nel tempo in due modi possibili, e ve ne parlerò sempre dal punto di vista puramente fantastico/fantascientifico, che qui la scienza credo c'entri poco e niente.

21/04/16

Cosa succede se collego il blog al profilo Google+

Da alcuni giorni sto sperimentando l'opzione che permette di associare il profilo G+ al proprio blog, andando a cambiare radicalmente il sistema dei commenti. Non so se l'avete notato, ma ora nel box presente sotto a ogni post è possibile interagire esclusivamente tramite accesso al proprio profilo Google, e questo ha portato a una serie di accadimenti, sia positivi che negativi, che vorrei analizzare qui sotto in caso vi possano essere d'aiuto.

Finalmente un sistema di notifiche
Il primo beneficio di tale implementazione è che finalmente c'è un sistema di notifiche ai commenti. Ho sempre trovato fastidioso non sapere se qualcuno avesse commentato e risposto ad un mio intervento, e ora grazie a questo passaggio ogni nuova interazione è segnalata dalle notifiche di Google +.

Si può commentare solo se si è utenti G+
Chi interviene lo può fare soltanto utilizzando il profilo G+, ma possederlo è automatico se si ha una mail con Gmail. Essendo blogger proprietà di Google, ed avendo io una maggioranza di commentatori affiliati a Blogger, ho ritenuto non fosse un gran problema perdere quei rarissimi commenti anonimi che ogni tanto facevano capolino. Sì, ecco: viene da sé che ora è impossibile commentare anonimamente o con altri profili che non siano G+.

Sparisce la sezione commenti su Blogger
Il fatto che ci sia un sistema di notifiche funzionante cancella però la sezione commenti presente in Blogger. Non potrete più quindi scorrere su tutti i commenti ricevuti, ma poco importa, le notifiche rimangono comunque disponibili per essere consultate nel caso sfugga qualcosa.

Aumento traffico e condivisione
L'aspetto più interessante riguarda sicuramente un generale aumento del traffico sul singolo post, dovuto principalmente al fatto che per ogni commento lasciato parte automaticamente (a meno che il lettore non voglia toglierla) la condivisione sul proprio profilo Google +. 

18/04/16

Come costruire una bufala e farci cadere tutti

La scorsa settimana sulla pagina facebook CervelloBacato ho fatto un esperimento postando l'immagine che vedete qui vicino (senza l'aggiunta Tutte Balle!). Non so se conoscete l'effetto fascetta, ma di tale strategia ne ho sentito parlare un po' in giro per blog e ho voluto provare a metterla in pratica a modo mio. Di che si tratta è presto spiegato:

Avete presente le fascette che trovate applicate ai romanzi quando andate in libreria? Quelle che sparano numeroni vantando vendite stratosferiche e riconoscimenti da far invidia pure a The Revenant? Ecco. Un gioco che prevedeva l'utilizzo di fascette finte l'han fatto alcuni scrittori indie coi propri ebook accompagnandoli a cifre stratosferiche, e il risultato è stato che la gente, in barba a qualsiasi buon senso, non si sia assolutamente accorta che tali risultati fossero palesemente impossibili. Mi sono chiesto quindi se non potessi applicare la stessa cosa al mio blog e... tadàà!

L'immagine qui presente è stata creata ad hoc partendo da un header ideato dal buon Cyberluke. Quel che ho fatto è stato semplicemente cambiare un po' i colori, aggiungere una frase ad effetto sotto, con ben evidenziati i numeri 17 e 6, e inventare di sana pianta tre citazioni uscita dalla bocca di personaggi che nemmeno esistono. In meno di cinque secondi chiunque avrebbe potuto controllare un secondo zio Google scoprendo quindi che:

  • 17 milioni di visitatori unici sono una sciocchezza, dato che il contatore visite del mio blog lì in bella mostra ne indica quasi 400 mila (che comunque non sono mica male in 4 anni eh!)
  • gli Oscar di internet non so cosa siano, ma generalmente ci sono gli Oscar del web (conosciuti anche come Oscar della rete) e in ogni caso non ho mai avuto una pippa di niente. 6 nomination inoltre mi sembrano giusto un po' eccessive, e anche questo lo si può scoprire facile facile
  • ''Uno dei migliori blogger della blogosfera italiana'', ''Aria fresca! Meglio di molti sedicenti critici cinematografici'' e ''Satira schietta e irriverente!'' le ho scritte io
  • come per le citazioni, anche i personaggi che le pronunciano non esistono, e difatti Angelino Covallaro è la semplice storpiatura di nome e cognome di un personaggio che ha dichiarato l'esatto contrario di quanto detto lì sopra, mentre il Post on Web e The Blogger Italia lì ho inventati da zero mischiando parole a caso che suonassero vagamente autorevoli

16/04/16

#Referendum17aprile | Vota Sì o spremiti i brufoli

Buongiorno cervelli! L'articolo che segue è scritto principalmente da Lorenzo (un amico attivo nel settore delle energie rinnovabili) a cui ho aggiunto solamente qualche link e nota per permettervi di approfondire gli aspetti più interessanti del suo discorso. Buona lettura!

Ciao a tutti, mi presento: sono Lorenzo, un amico di Davide CervelloBacato.
Quando mi ha chiesto di scrivere qualcosa per il suo blog riguardo il referendum del 17 aprile mi sono subito chiesto perché, visto che il mio parere non può essere autorevole.
Provo però volentieri a dirvi qualcosa visto che l'argomento ambiente mi interessa e penso che non sia mai troppo il tempo che spendiamo per discuterne o per pensarci.
Cercherò di portare una riflessione colloquiale, senza andare a sparare tecnicismi o dati perché come spesso succede possono venire fraintesi. Mi appellerò quindi più al buonsenso di voi lettori.

Trivellareo non trivellare? E' questo il dilemma?
Beh, di fatto stiamo già trivellando, giusto? Quindi per mettere le cose in chiaro questo referendum serve solo a non rinnovare le concessioni ad estrarre da piattaforme già attive entro le 12 miglia nautiche dalla costa. Sarà con i prossimi referendum sociali che si andrà a chiedere il DIVIETO a nuove trivellazioni in tutto il territorio nazionale.

Ora facciamo un passo indietro: 
Siamo tutti consapevoli del fatto che le nuove tecnologie che pensiamo, produciamo ed utilizziamo ogni giorno, necessitano di energia, giusto? Tecnologie che ci devono agevolare la vita, da intendersi ad ampio raggio: si va dalla cara lavatrice all'ultimo smartphone. Sappiamo quindi che da qualche parte dobbiamo costruire qualcosa per attingere ad una fonte energetica, che sia fossile o rinnovabile. 
La vera domanda a questo punto è: ad oggi ci siamo resi conto oppure no che l'estrazione delle fonti fossili ha fatto la sua storia, e che è ormai ora di promuovere innovazione e altre tecniche? Idrocarburi che hanno caratterizzato società e modello di sviluppo del '900 che ben conosciamo e di cui piace tanto lamentarci. Penso che il nesso con guerre e disparità sociali dovute alla corsa all'oro nero sia condiviso da tutti, e mi sento di dire con tranquillità che a tutti non piacciono i conflitti2.
I vantaggi delle fonti rinnovabili sono innumerevoli, anche sul piano della ridistribuzione della ricchezza, oltre al fatto che evitano le emissioni di gas serra e conseguentemente... ok, non mi dilungherei su questo punto. Credo lo sappiate meglio di me...

14/04/16

Florence and the Machine | 13.4.16 Bologna

Lo scatto incredibile è di Mathias Marchioni
Inizia tutto sulle note di What the Water Gave Me. Suoni profondi, voce bollente, e migliaia di occhi e obiettivi s'incantano ammirando quello spettacolo quasi onirico che è Florence Welch. Sul palco è salita una dea, uno spirito coi capelli di fuoco che danza avvolto da un trasparentissimo abito turchese. Wow! Ma dove diavolo sono finito?

Lo ammetto. La mia morosa m'ha fatto una sorpresona con questi biglietti! Un regalo del genere non me l'aspettavo e sentire Florence + the Machine dal vivo era da tempo un mio enorme desiderio. Ieri ho assistito assieme a lei a uno dei concerti più belli che mi sia capitato di vedere. E non tanto per la scenografia o lo sfarzo dell'esibizione, che erano in realtà piuttosto contenuti, quanto più per l'energia vibrante di questo gruppo e per la voce incredibile della sua cantante. Temevo, avendo sentito qualche live sul tubo, di rimanerne deluso, e invece più di una volta sono rimasto a bocca aperta e con la pelle d'oca alta due metri di fronte a un talento così magnifico.

Abbiamo saltato come pazzi assieme a tutta l'arena con Dog Days Are Over, mentre sotto sotto pensavo 
Cazzo, sono stato un po' pirla a fare lo scherzone ad Ale Tredici che domani ha la data di Torino dicendogli che la cara Fiorenza s'è cappottata dopo un salto e che ora ha smesso di cantare (non c'è cascato per fortuna),
e ci siamo meravigliati di fronte a un cielo stellato di flash che incorniciava una Cosmic Love pulsante, inondata in ogni dove da infiniti palloncini rossi a forma di cuore, tanti da sorprendere la stessa Florence. E poi ancora, una dopo l'altra, la gasatissima Shake It Out, una You've Got the Love con invito esplicito ad abbracciarci, baciarci e volerci bene tutti quanti (guardando giù c'era una massa di gente aggrovigliata stile orgia), e poi Sweet Nothing spogliata di ogni tamarrata alla Calvin Harris e resa così ancora più potente...

Mamma mia. Che gruppo incredibile. Che atmosfera. Che intonati io e la mia bella mentre facciamo da accompagnamento! E che artista eccezionale Florence Welch, fatta non di sola voce ma di passione per la musica e (anche se forse talvolta esagerava un pelo) amore per i suoi fan. E' stato grandioso, e non aggiungo altro. Vi lascio però con un filmato del mio scrausissimo smartphone. Certo è che se ne avete l'occasione, almeno una volta, dovete andarveli a sentire live. Ne rimarrete estasiati!

12/04/16

Veloce come il vento

Con l'aiuto di un trailer davvero ben fatto, il che è quasi un'utopia per un film italiano, sono andato a vedermi Veloce come il vento di Matteo Rovere e devo dire ne sono rimasto parecchio soddisfatto. S'intuiva già sarebbe stato un buon film e le aspettative non sono state affatto deluse.

In breve, qui si racconta di Giulia, una ragazza molto talentuosa che gareggia nel campionato GT assistita dal padre, e che a causa dell'improvvisa perdita di quest'ultimo rincontrerà il fratello maggiore (tossicodipendente ed ex pilota) e dovrà lottare per non perdere la propria casa e la custodia del fratellino Nico. Che ne esce da qui?
Un film emozionante, adrenalinico e ben curato in ogni sua parte. Già nei primi minuti, accompagnati da una potentissima colonna sonora che sostiene sempre quel che accade durante tutta la pellicola, siamo gettati nell'abitacolo di Giulia nel bel mezzo di una corsa, e viviamo con lei l'euforia per la velocità e il colpo fortissimo per la perdita del padre. E questo è appena l'antipasto, perché poi entra in scena la vera star, uno Stefano Accorsi fantastico che interpreta appunto il fratello fuori di testa e fenomeno delle corse.

Quel che mi è piaciuto è che nonostante sia un film di auto, mondo che non è che mi appassioni un granché, le vicende personali mostrate e il carisma dei protagonisti si uniscono perfettamente all'obiettivo di vittoria nelle singole corse. Le guardi anche se non ti piacciono perché senti che c'è un motivo vero dietro a ogni sorpasso, che ci sono paure, sogni, compromessi e duro lavoro prima di arrivare al traguardo. 
Assistiamo alla classica parabola della formazione del campione, l'allenamento estenuante, che si accompagna al rapporto complicato tra Giulia e Loris, un personaggio questo, giudicato dai più come un disadattato; un fallito che però si ricorda perfettamente cosa significhi correre in auto e che nonostante tutto vuole bene a ciò che resta della propria famiglia, dimostrandolo in più occasioni se pur senza farsi comprendere davvero.

La storia qui, più che sulla ragazza, è forse maggiormente incentrata sul percorso di redenzione di Loris, che vuole far qualcosa di buono nella vita proprio ricordando i bei tempi in cui era lui il fenomeno e lo chiamavano il Ballerino. Stefano Accorsi ci regala una splendida prova che mostra la fragilità, la follia e quindi l'ambiguità di un personaggio che si prende la scena fin dal primo istante in cui fa la sua comparsa, e porta a riflettere su quanto possa essere facile prendere una sbandata dalla vita quando la si vive al limite.
Che altro dirvi ancora se non di andare a vederlo? Ve lo consiglio perché intrattiene ed emoziona. Ed è piuttosto interessante guardandolo sapere che il tutto è ispirato e costruito partendo da una storia realmente accaduta

07/04/16

Il tennis senza Federer e con un re poco amato

Forse sarà un articolo poco letto ma non m'importa. Devo parlarne perché il tennis è roba mia, è casa mia e sono io, e quindi...
In questi mesi di tornei c'è stato il forfait di Roger Federer da tre importanti eventi a causa di un problema al ginocchio. Tanto è bastato per darmi un assaggio di ciò che accadrà quando il campione svizzero, ormai vecchietto del circuito (ad agosto 35 anni) ma nonostante ciò ancora numero 3 del mondo, si ritirerà dai giochi: la noia!

Magari non siete ferrati del mondo di cui sto parlando, ma dovete sapere che Federer non è un semplice tennista ma più un'icona, una leggenda vivente; un uomo che ha infranto ogni record e che ha saputo regalare un tripudio di emozioni che il suo giovane erede, Novak Djokovic, non sembra riuscire a trasmettere.
Attualmente infatti è proprio il serbo il numero 1 in carica, e sta macinando vittorie su vittorie rendendosi da un paio d'anni a questa parte un osso duro per qualsiasi giocatore esistente. Credetemi, non è un esagerazione dire che Djokovic ora è invincibile. Non lo batte nessuno. Mai. Fatto caso per poche eccezioni, tra cui, appunto, l'accecante talento di quel vecchietto di Federer che nonostante non sia più nei suoi anni d'oro e parta quindi da sfavorito è l'unico capace di tenergli testa servendogli ogni tanto qualche sgambetto. Pare irreale ma è così.

E parlavo di noia proprio per questo. Un ritiro dalle scene di Roger da qui a pochi anni è cosa abbastanza scontata. Uno non è che può giocare per sempre! E notare in questi mesi cosa sia il tennis senza di lui fa un pochino male. E' chiaramente appagante per i fan sfegatati di Djokovic vederlo vincere tutto, ma non è altrettanto divertente per un appassionato di tennis guardarlo accumulare premi su premi senza un minimo di battaglia, senza pathos, senza un po' di tragedia. Ed è questo forse il motivo per cui Nole, a differenza di ex numeri 1 come Federer e Nadal, non è amato profondamente dal pubblico.

05/04/16

5 tipi di porno colazione

Vorrei parlarvi della mia insana passione per la colazione nonché per le schifezze che mangio durante questa sagra del foodporn. Io sono uno di quelli che non possono farne a meno e non perché la ritengo il pasto più importante della giornata, ma piuttosto per le porcate che mi permette di mangiare con la scusa del pieno d'energia necessario a incominciare la mattina con la grinta di uno struzzo incazzoso. Yeee! 
Quindi ecco a voi i miei 5 modi di strafogarmi facendo finta che olio di palma e grassi saturi siano solo leggende vegan e che gli spottoni che sto per fare mi frutteranno un sacco di big money. 

Nutella 
e pane, gocciole, pandistelle, fette biscottate e bische fettottate. Poco importa il sostegno, non è un mistero che la nutella stia bene con tutto. 
Sarà quel mix di nocciole, cacaomeravigliao, grasso di balena e colesterolo spalmabile, oppure la semplice cremosità e il sapore che sa di coccole quando si torna a casa dopo una giornata dura come Rocco Siffredi che ti entra nel cuore, fatto sta che Lei mi fa impazzire e resisto dal non divorarla a cazzuolate soltanto perché il mio metabolismo, crescendo, non è più paragonabile a un reattore nucleare fuori controllo.

Cereali Barchette
No! Barchette un par di palle! Questi si chiamano Chocos e io ricordo perfettamente che la pubblicità mi plasmò già alla tenera età di cinque anni o poco più assieme all'orso della confezione che cantava Crocca la mattina solo c'è Chocos, cereale supercioccocroccocioccolosooo... eccetera eccetera e io mi ci ingozzavo e mi ci ingozzo ancora degustandone la ricchezza di ferro, vitamine e folacina (qualunque cosa essa sia) il tutto immerso in un buon cafelatte o in un più semplice ma pur sempre soddisfacente latte bianco e freddo soprattutto quando è estate. Dio mio, quanto vi amo! Comprate Chocos! Mangiate Chocos!

01/04/16

La spada buttò via Menelao vedendo Elena a tette nude

L'avete sentita l'ultima sul candidato repubblicano Donald Trump
No, stranamente non è lui stavolta che ne ha sparata una grossa come una vacca, ma le donne, che tacciandolo di misoginia e non volendolo come nuovo presidente Usa si sono inventate Vote Trump, Get Dumped, uno slogan che è il preludio di un oscuro e terribile... sciopero del sesso! Uomini ammeregani, scegliete bene! Volete amare Trump o le vostre donne? Perché finché il carismatico Donald non sarà sconfitto voi vi ritroverete col pene eretto un giorno sì e l'altro pure, e questo non è un gioco ma un sacro impegno per un mondo migliore!

C'è poco da fare, l'originale presa di posizione mi piace davvero un sacco. Perché al di là del fine o dell'effettiva messa in pratica
ch'è volete farci credere che non morite di voglia pure voi, eh porcelline?
il risvolto mediatico di un simile progetto è davvero d'impatto. Tanto che, per esempio, persino un blog importante come il mio ne parla!
Ma cavolate a parte, dopo aver sentito di sfuggita per radio tale Vote Trump, Get Dumped sono andato a ricercare la nascita del movimento, e ho scovato così l'idea d'origine dello sciopero del sesso per ottenere un fine nobile. Quel che ho trovato mi ha parecchio divertito e quindi ora vi chiedo: conoscete per caso Lisistrata?

Lisistrata è il nome della commedia del 411 a.C. di Aristofane e della donna sua protagonista, la quale, stufa degli uomini perennemente assenti e impegnati nella guerra del Peloponneso, organizza un piano assieme a tutte le altre per riportare la pace tra ateniesi e spartani.. il piano del pisello!

LISISTRATA
Allor vuoterò il sacco. Se vogliamo
costringere gli uomini a far pace,
dobbiamo tutte insieme rinunciare...
CLEONICE
A cosa, avanti, dillo...
LISISTRATA
... Lo farete?
CLEONICE
A costo di morire lo faremo.
LISISTRATA
Al pisello dobbiamo rinunciare!...

27/03/16

Batman v Superman v i sogni bagnati degli integralisti DC

Sono passati 18 mesi dallo scontro che ha visto l'uomo d'acciaio prendersi a mazzate col generale Zod distruggendo mezza Metropolis, e Batman v Superman inizia proprio tornando lì, mostrandoci come il signor Wayne abbia vissuto quei momenti spaventosi perdendo delle persone a lui care. Più o meno quindici minuti di puro spettacolo, intervallati dalla visione suggestiva della terribile morte dei genitori del piccolo Bruce e di come si sia avvicinato al simbolo del pipistrello.

Con un incipit spettacolare si riprende il tema che era stato accennato nel primo lungometraggio dedicato a Superman, ovvero: gli alieni esistono e sono tra noi, ma più che esseri con cui confrontarci sono simili a dei capaci di calpestarci senza nemmeno troppi complimenti. Tutta la prima parte del lavoro di Zack Snyder si incentra quindi su come il mondo si relazioni alla figura divina di Kal El, intessendo una trama davvero intrigante che mischia complotti ai danni dell'immagine del supereroe e grande tensione nelle scelte che lo stesso deve operare durante le sue azioni di salvataggio. Il tutto inscenando quello scontro che poi da il titolo al film, giustificato appunto dalla pericolosità che l'affidarsi ciecamente a un simile essere può comportare per il futuro dell'intera razza umana.

Vi dirò. Ero partito senza alcuna aspettativa nei confronti di questo secondo capitolo dell'universo DC, e forse è per questo che sono uscito dalla sala piuttosto soddisfatto. E' un buon film, certo nulla di eccezionale, ma sicuramente non terribile come dicono moltissimi (soprattutto gli integralisti dei fumetti). La figura de l'uomo d'acciaio è ben strutturata col mondo che la circonda, e il nuovo Batman, interpretato da Ben Affleck, funziona alla grande proponendo qualcosa di un po' diverso da quello di Bale a cui eravamo abituati. Un cavaliere oscuro molto violento, spaventato da ciò che l'alieno può fare e che non accetta compromessi, perché scommettere sulla bontà delle sue intenzioni, in questo caso, potrebbe portare a conseguenze devastanti. Un Batman quindi che uccide senza troppi problemi e che vuole uccidere, probabilmente distanziandosi dai fumetti (?) ma che sinceramente chemmenefregaammè! Voglio un film, non la trasposizione su pellicola dei miei sogni bagnati sull'uomo pipistrello.
Altra decisione azzeccata è poi l'estetica adoperata per rendere questo conflitto, dedicando un'ambientazione sempre piuttosto oscura, ricca di simbolismo e continuamente alla ricerca di quell'effetto figo che fa sembrare ogni inquadratura un cavolo di sfondo da salvare su desktop. Io l'apprezzo insomma. L'occhio è accontentato, seppur il montaggio spesso e volentieri lasci un po' a desiderare. Così come è felice per la scelta di Wonder Woman, terza figura supereroistica che si inserisce nella trama principale soltanto intersecandola un paio di volte per altri motivi. Un'introduzione che funziona che diviene purtroppo ridicola sul finale con l'entrata in azione vera e propria, che per carità, scalcerà pure i culi a destra e a manca sta santa ragazza, ma le viene dedicata una colonna sonora davvero da risate forti fortissime.

25/03/16

Quattro anni fa nasceva CervelloBacato

Sono passati quattro anni da quando ho tentato di muovere i primi passi nel mondo dei blog. Con zero conoscenze tecniche, nessuna consapevolezza di quel che sarebbe venuto poi e una totale convinzione nell'essere bravino a scrivere (ahah idiota), iniziai con l'intento di sfondare e diventare famoso con una storia, una specie di romanzo a puntate. Ma questa roba i più affezionati la sanno già. 
Poi tutto è cambiato. La mia percezione del blogging è mutata, assieme al mio impegno e così agli obiettivi che mi ero posto. Qui sopra mi ci sono divertito tanto, il blog è diventato la mia casa virtuale e lo scriverci si rivelato una sorta di palestra in cui sperimentare stili e passioni. Cominciò tutto nel 2012 così:
 E poi proseguì così...
 e così...
 e così...

21/03/16

Reverenziale timore di morte

Disteso sotto un ombrellone a pois osservava i cadaveri che affollavano la spiaggia, resti di persone aggrappati a scheletri scarnati dai vermi. Strano a dirsi, ma così coperto appena da un asciugamano non riuscivano a notarlo nemmeno per sbaglio. Erano creature assolutamente temibili ma certamente non troppo sveglie, che ora inscenavano, quasi a omaggiarli, un tripudio di cliché rubato da pagine e pagine di letteratura sugli zombie. 
Sulla sabbia infuocata dal sole di agosto emergevano o s'inabissavano nel fondale marino, tanto lenti, instabili e privi d'istinto rabbioso che c'era da chiedersi se fosse davvero il caso di averne paura. Certo Marco conosceva bene la risposta da darsi, visto che era lì a girovagare sul bagnasciuga con faccia ebete e testa esplosa. Immaginatevi un brillante ricercatore del politecnico di Milano a regalare la propria conoscenza facendosela uscire dal cranio sfondato a fucilate. Già... così stavano le cose adesso: al suo compagno mancava mezzo capo eppure brancolava sereno. E a questo punto potreste chiedervi come fosse ancora possibile deambulare tanto pacatamente e se non sapesse invece che senza cervello gli zombie morivano per davvero. Si era scordato che i fondamenti di tanta orrorifica tradizione non prevedevano assolutamente un simile comportamento? 
Lo stupore aveva subito sconvolto anche Giacomo, quando appena tre settimane prima aveva premuto il grilletto facendo fuoco dalla cima del letto a castello. Marco l'aveva assalito dopo due notti d'inferno lottando le febbri terribili del virus. Lui, per prendersene cura e rispettare la promessa che li aveva legati, lo aveva ammazzato se pur con qualche esitazione, in cuor suo confidando in una liberazione purificatrice, non certo nel risentimento da non morto non morto! Un deficiente e reverenziale timore di morte che pareva possedere gli zombie aggrediti spingendoli via, lontano dagli umani ''cattivi'' che volevano ma non potevano ucciderli. Quei cosi avevano paura dell'uomo più di quanto l'uomo ne avesse di quei cosi. E in un simile scenario di degrado e devastazione gli toccava attendere che i cadaveri finissero di farsi il bagno a mare per migrare poi da qualche altra parte.
Immobile sotto l'ombrellone a pois, coperto da un asciugamano di Willy Coyote, Giacomo studiava l'abbozzarsi di una società di asociali, intento a non turbarne l'instabile quiete. Non vi stupirà più sapere a questo punto che anche un'altra ventina di sopravvissuti lì con lui era appostata ormai da parecchie ore, attenta sotto il sole cocente a non spaventare i corpi inconsapevoli. Ciò che volevano scoprire osservandoli minuziosamente rispondeva all'idea sempre più pop che il virus in realtà fosse una manna dal cielo, vero autentico dono divino che esaudiva millenni di preghiere ignorate. Per intenderci: come reagireste voi lettori se vi dicessi che esiste il modo di vivere tutti insieme, in armonia e per sempre? Cosa fareste se il paradiso promesso non fosse nell'aldilà ma invece qui e ora, proprio sulla Terra?

17/03/16

Quella dopata schifosa di Maria Sharapova

Chi mi conosce un po' saprà certamente della mia passione smodata ossessione per il tennis. Adoro giocarlo, allenandomi e gareggiando a livello agonistico, e amo altrettanto seguirlo, idolatrando Re Roger Federer come fossi il peggio fanboy bimbominkia e fanatico religioso del mondo. Ma non è solo lui, è tutto l'ambiente che mi piace di questo sport. Guardare partite a orari improponibili, stalkerare i tennisti sui social, appassionarmi delle vicende personali e scoprire se ci sarà o meno questo benedetto ricambio generazionale...

Comunque, credo immaginerete di cosa vorrei parlare oggi. E' uno sfogo. Un'incazzatura bella e buona. E la colpa è tutta di quella dopata schifosa di Maria Sharapova. Uno tra i tanti appellativi sentiti, questo.
Lo saprete, no? Questo sport (in Italia) non se lo caga di striscio mai nessuno, e una volta tanto che finalmente se ne parla è perché salta fuori che una delle sue più grandi icone è un'imbrogliona.
Al di là dei toni, la vicenda in realtà non è così banale come possa sembrare. Maria indice una conferenza stampa senza dire mezza parola circa cosa tratti. Si suppone parlerà di uno stop, di un prematuro ritiro, o di una nuova attività legata al suo brand di caramelle... non è nulla di tutto ciò. Quel giorno infatti la siberiana annuncia la sua positività al meldonium in un test anti doping, sostanza che avrebbe assunto per molti anni per curare/prevenire un problema dovuto al diabete e che sarebbe entrata in lista nera Wada a partire dal 1 gennaio 2016. Il suo errore dunque? Una semplice svista, perché l'avviso di quell'aggiornamento le sarebbe arrivato in una mail col generico oggetto Player News e sarebbe ''nascosto'' in un fitto bosco di informazioni, anche non inerenti al doping.

Partono allora tennisti ed ex giocatori a dire la loro, chi dedicandole parole di solidarietà e chi accusandola di non meritare quel che ha vinto. E a questo poi si aggiunge l'interrogativo che tiene sulle spine tutti: ma sto meldonium poi, serve davvero per prevenire il diabete, o forse, come afferma più di qualche esperto, influisce in maniera piuttosto favorevole sull'attività cardiaca dell'atleta? Nel dubbio, Nike e altri sponsor mettono le mani avanti e si volatilizzano, mentre l'Onu non la vuole più come sua ambasciatrice. E ora?

14/03/16

Così va la vita

''Come... come finisce l'universo?'' disse Billy.
''Lo facciamo saltare in aria noi [...] Un pilota collaudatore trafalmadoriano preme uno starter, l'intero universo sparisce.'' Così va la vita.
''Se sapete tutto questo, '' disse Billy, ''non c'è qualche sistema per prevenirlo? Non potete impedire al pilota di premere il bottone?''
''L'ha sempre premuto e lo premerà sempre. Noi lo lasciamo e lasceremo sempre fare. Il momento è strutturato così.''

Dicono che Mattatoio n.5 sia il romanzo anti guerra per eccellenza e che sia un pilastro della letteratura e che se non lo si è letto si è brutte persone e tu non l'hai ancora fatto allora devi andare in un angolino e vergognarti fortissimo. Questo si dice dell'opera di Vonnegut, e forse proprio per questo inizialmente mi ci sono avvicinato con un po' di diffidenza e certo, anche vergogna, dato che non lo conoscevo, né ne avevo sentito parlare.
Tanto per citarne un secondo di... paradosso
Non ti dicono però che tra quelle righe ci si perde in un paradosso continuo, viaggiando nel tempo assieme a Billy Pilgrim, l'omuncolo protagonista di una storia nata dalla penna di un scrittore che ha vissuto il bombardamento di Dresda, scrittore a sua volta steso nero su bianco da Vonnegut: autore dell'autore di un romanzo dentro al romanzo. Co... cosa?!

La vita di Billy è grottesca, ma così l'intera struttura che regge le pagine che la contengono. Per mano si è condotti fin dentro la seconda guerra mondiale e poi lasciati lì, in balia di un mostro inconcepibile. Lo sdegno per la guerra non è una critica puntuale, ma invece un gioco privo di regole, poiché è lei stessa sregolatezza che prende forma. Billy quindi è un rispettato optometrista, e ancora un abbozzo di studente, un soldato, un marito e un papà. Billy è tante cose e capisce di esserle tutte insieme. O meglio, le vive tutte assieme, poiché il tempo, come imparerà dagli alieni di Trafalmadore, è tutto il tempo, non un solo istante, non un un pezzo di ambra con dentro una mosca.

Avanti e indietro viviamo con lui l'essere padre, l'essere animale in una zoo di trafalmadoriani, l'essere spettatori terrorizzati di una città rasa al suolo da 1500 tonnellate di bombe esplosive e 1200 di bombe incendiarie; e questo intontiti dal nonsense di una narrazione che non segue un filo lineare, stravolta come un filmato di guerra visto al contrario, in cui mitragliatori risucchiano proiettili da corpi di persone resuscitate e cannoni raccolgono colpi dagli aerei che tornano immediatamente a volare. 
Tutto assurdo, sì, certo, ma la guerra, in fondo, non lo è comunque?

11/03/16

Supereroi in Italia | Grosso guaio in Paolo Sarpi

Era da un po' che volevo scriverne qui sul blog e credo che questa sia l'occasione giusta per farlo. Vorrei parlarvi infatti di ebook, e in particolar modo di libri digitali scritti e pubblicati da autori indipendenti, con costi per noi fruitori (perché oggi non parlo come mangio?) veramente contenutissimi. Romanzi che vanno dai 90 centesimi a 3 euri massimi se proprio vogliamo fare gli splendidi. E intendo farlo raccontandovi dell'ultima storia letta: Grosso guaio in Paolo Sarpi, dell'autore e blogger Alessandro Girola.

Per capirci, lui è quello che un po' d'anni fa si è inventato l'enorme ambientazione a tema supereroistico: 2 Minuti a Mezzanotte, libera poi di essere utilizzata da altri per  costruirci sopra le proprie storie. Oggi 2MM rinasce con un reboot, come accade già per le saghe Marvel e DC Comics, e questa ripartenza comincia anche col suo nuovo ebook che potete acquistare per pochissimi euri QUI.
Siamo in Italia, a Milano. Una città in parte in evoluzione, specie dopo l'evento internazionale Expo, e in parte in preda al degrado, in cui la criminalità organizzata e le diverse bande rivali si contendono i mercati di droga, prostituzione e compagnia bella. Proprio in questi contesti si aggira nell'ombra un super umano, un eroe. Di lui si conosce gran poco, qualche diceria che gira tra gli ambienti più malmessi, ma presto, a causa di un secondo dotato che tenterà di riorganizzare gli equilibri di potere tra i gangasta della zona, dovrà esporsi mettendo in gioco le sue capacità e la propria identità segreta.

Già il fatto di parlare di un supereroe nel nostro Paese è qualcosa di inusuale. Lo sa Alessandro, che di questa percezione comune ne ha abbastanza le palle piene, e lo sanno anche i suoi personaggi, che prendono in giro se stessi dicendo che 
Arrenditi: qui a Milano non ci sono supercattivi. Come dice il tuo direttore? ''Quella roba non appartiene alla nostra cultura''.
Questo è allora il primo tra i racconti di 2MM ambientato qui da noi, e un po' come successo per il film Lo chiamavano Jeeg Robot l'esperimento pare davvero riuscito (ma purtroppo poco conosciuto).

09/03/16

Il cinema della diversità

La scorsa settimana sono riuscito a vedere due film che a loro modo mi hanno divertito e intrattenuto alla grande. Sì, entrambi. Miracolo! Oggi quindi ve ne parlerò un pochino in modo da spingere i vostri bei culoni ciccioni (non so da dove venga questa violenza, ma ogni tanto ritengo sia giusto maltrattarvi senza valide ragioni) ad andare al cinema nel primo caso, e al video noleggio o forse anche meglio su amazon per il secondo. Che poi... i video noleggi esistono ancora? E l'omino gentile (più di me di sicuro)  che ci lavora dentro riesce a campare di questo antico e nobile mestiere? Bah, e che ne so, sono i misteri del mercoledì mattina!

Ma partiamo senza ulteriori indugi da Zootropolis,
ultimo lavoro della Walt Disney Animation Studios che ci porta in un coloratissimo e meraviglioso mondo abitato esclusivamente da animali antropomorfi. Esatto, niente esseri umani. No. Nada. Scordatevelo. Qui, un po' come per Il viaggio di Arlo, siamo in un gigantesco what if che preclude la nostra fastidiosa esistenza in virtù di evoluzione e civilizzazione estreme di tutte le specie animali, tali da portare ogni razza a convivere pacificamente dimenticando istinti primordiali e divisioni fortissime tra predatori e prede. Zootropolis in questo non solo è una città in cui vivere, ma la realizzazione perfetta dei principi di uguaglianza sociale e armonia, e offre ogni tipo di ambiente (e cultura) possibile come arricchimento per l'intera collettività. 

Avete un'irrefrenabile voglia di andarci in vacanza nonostante le zanzare? Sembro un'agenzia di viaggi scadente oggi, ne convengo. Allora bene, è il posto che fa per voi!... 
E' che detta così sembrerebbe il paradiso. Gli animali, mannaggia a loro, sono riusciti a fare quel che noi uomini realizzeremo forse nel duemilaecredici. Ma sarà davvero davvero tutto come sembra?
Forse dico bene paragonandomi a uno spottone ambulante, perché l'idea fondante alla base della città è proprio quella di inclusione, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo una marea di contraddizioni che pare affogare facile facile tutti i meravigliosi propositi. Zootropolis è di fatto uno splendido racconto sulla paura del diverso, e quindi affronta temi quali discriminazione, razzismo, potere, complottismo, moVimento 5 stelle e demagogia. Il tutto trasposto lì, in quell'universo, con quelle specifiche dinamiche e pronto per essere letto così com'è anche da un bambino, anziché per forza decodificato da chi è più grande. 
Un'ottima storia poliziesca e avventurosa che ovviamente soddisfa perfettamente sia l'occhio che la necessità di riderci su, magari per riflettere e capirci qualcosa un po' più nel profondo.

07/03/16

Davvero, vista al contrario, la guerra è più assurda?

Oggi, in treno di ritorno dall'università, stavo leggendo Mattatoio n.5 e mi sono imbattuto nel passo che segue. Subito ho sorriso, un po' inebetito, e ho pensato fosse un'assurdità; scrivere giocando con un simile orrore... è venuto naturale chiudere il libro per rifletterci un po'.
Ma davvero, vista al contrario, la guerra è più assurda?

''Billy guardò l'orologio sul fornello a gas. Aveva un'ora da passare prima che arrivasse il disco volante. Andò nel soggiorno, dondolando la bottiglia come una campanella per il pranzo, e accese la televisione. Cominciò a perdere la nozione del tempo, vide il film della notte dalla fine, poi ancora dall'inizio. Era un film sui bombardieri americani durante la Seconda guerra mondiale e sui loro coraggiosi equipaggi. Vista a rovescio da Billy, la storia era questa:
Gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo d'aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione.
Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracolo magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici d'acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemato ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi di acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutti e tutto a nuovo. 
Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri d'acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, a separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli ne terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più fare male a nessuno.''

03/03/16

5 cose sui blog che forse ancora ignorate

Lo so, lo so. Non si dovrebbe usare la parola cosa così a vanvera, me lo diceva sempre la prof di italiano. E' troppo generica e vuol dire tutto e niente. Ma in effetti è proprio di tutto e niente che parlerà questo post. Oggi vi elencherò infatti 5 elementi del blogging che per me (e alcuni di voi) sono assolutamente ovvi ma per molti, specie tra i lettori occasionali, rimangono punti più che oscuri.
Pronti con la carrellata? Gentile regia, grazie...

1 Aprire un blog è gratis
Non di rado mi avete chiesto quanto ho pagato per aprire il mio blog. Domanda molto divertente ma un pochino assurda. Non solo è gratis costruire il proprio blog, e questo lo si può fare attraverso siti che offrono piattaforme predefinite e facilmente modificabili come blogger, wordpress o altervista, ma anzi è possibile guadagnare denaro e prestigio utilizzandolo nella giusta maniera. Certo ora non aspettatevi un secondo elenco perché non vi spiegherò qui i metodi per farlo, altrimenti non finiremmo più e di sicuro conoscendone solo alcuni non sarei la persona più adatta a dar consigli.

2 Chiunque può commentare all'interno di un blog
Altro dubbio colto dal pubblico è: ma io che non ho un blog posso commentare nel tuo blog? Ma certo che sì! Nel box dei commenti è possibile inserire il proprio intervento sia che siate blogger, sia che possediate soltanto un profilo G+ (quasi tutti ormai ne hanno uno), sia che non lo abbiate e vogliate rimanere utenti anonimi non utilizzando alcun profilo registrato. Basta scegliere l'opzione più allettante direttamente lì sotto. 

3 Condivisione e Mi Piace sono più che gesti di apprezzamento
Se aprire un blog è facile, farsi leggere non lo è altrettanto. Esistono migliaia di blog e siti internet, e in questo mare sterminato non si è che minuscole goccioline d'acqua. La condivisione e il semplice Mi Piace da parte del lettore non solo contribuiscono alla diffusione del blog e al suo emergere un po' da questo mare (oppure stagno?), ma danno anche gratificazione a me che (al di là del commento) posso notare il vostro passaggio da queste parti.