12/01/15

Top 10 | i film del 2014

L'anno è ormai finito e dunque, mi chiedevo, perché non fare una top 10 dei film che ho preferito tra quelli visti durante il 2014 al cinema?
Ecco, appunto, non c'è risposta, quindi la faccio! Pronti? Viaaa...
Ah già, solo un secondo. Cliccando sui titoli finirete alle varie recensioni. E ora via!

10 White Bird in a blizzard
Qui doveva starci Grand Budapest Hotel (quindi se volete lanciatemi pallettoni di cacca cinefili cari, sono pronto) ma giusto all'ultimo arriva l'uccelletto bianco che lo scalza.
La madre di Kat scompare da un giorno all'altro senza lasciare traccia. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e viviamo la storia di un'adolescente tra sesso, amicizia e nuove difficoltà familiari. Scopriamo inoltre il conflitto misto a complicità tra madre (mentalmente instabile) e figlia, alternando leggerezza e mistero, passioni e incubi, certezze e cose non dette. Una Shailene Woodley fantastica e un sound in sottofondo che rimarca quegli anni lasciando un sorriso nostalgico. Imperdibile!

Dopo X-men first class si gioca a fondere la vecchia saga con il più recente reboot, e ci si riesce alla grande, dando coerenza, aggiustando buchi logici provenienti dagli altri episodi, e inaugurando un prossimo capitolo da far venire l'acquolina in bocca. Il film in sé, comunque, è una bomba. 

Secondo capitolo del reboot de Il pianeta delle scimmie, che raccoglie l'ottima eredità del suo episodio di lancio e ci porta a vedere uomini e scimmie sempre più simili tra loro, con gli stessi pregi e gli stessi terribili difetti. 

Un esperimento senza precedenti che vede un film girato nell'arco di 12 anni, con gli stessi attori che crescono e interpretano la vita di una famiglia in continuo divenire. Per qualcuno può essere palloso, per me è estremamente interessante.

Ho finito l'anno con questa ciliegina sulla torta e ne sono davvero felice. Un Ben Affleck in parte e una Rosamund Pike fantastica. Ambientazione fredda e precisa, una colonna sonora tagliente ed efficiente. Merita!

5 Italy in a day
Per quanto sia... empatico, diciamo, io non mi commuovo praticamente mai di fronte a un film. Qui mi è scesa una lacrimuccia. Italy in a day è bellissimo, poche storie.

McConaugay è dannatamente bravo, e ci mostra la lotta di un uomo prima contro la sua malattia e poi contro un sistema che pensa più ai propri sporchi soldi che alla salute dei pazienti, perché anche la malattia in questo mondo è un dannato business.

Adoro Christopher Nolan e mi aspettavo un capolavoro da questo Interstellar. Le mie aspettative altissime sono state deluse però, perché non ne è uscito un capolavoro, bensì un ottimo film, che va comunque benissimo, e che ho visto due volte in sala, e io non vado mai due volte in sala. Da non perdere!

Di Caprio, carissimo di Caprio, per quest'intepretazione ti amo, ma forse amo di più quella bonazza che ti bombi nel film. Di Caprio, Leo carissimissimo, in The wolf of Wall Street, sei comunque un grande.

Un film perfetto, visionario, dolce, toccante, intelligente. Non solo Her è il mio film preferito dell'anno, ma è forse diventato uno dei miei preferiti di sempre. Ma ho già speso tantissime parole per questa pellicola, quindi non aggiungo altro, se non Andate a vederlo cazzo!

E voi, cari donzelli, che mi dite? Quali sono stati i vostri film preferiti per questo concluso 2014?

08/01/15

Je suis Charlie, je suis confus.

Verso le 11.30 del 7 gennaio tre attentatori entrano nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ammazzano dodici persone ferendone undici, quattro gravemente, inneggiando Allah. 
Parigi è sconvolta, la Francia è sconvolta, il mondo intero è sconvolto. La matita di Charlie Hebdo ha terrorizzato gli jihadisti, loro di contro terrorizzano con le armi. Bisogna temere l'integralismo islamico, bisogna temere l'Islam, bisogna dividere e creare odio per far si che i musulmani diventino i nemici, così che i nemici del mio nemico diventino miei amici: l'Islam contro tutti, perché tutti contro l'Islam.

La prima reazione a questa merda è stata lo sdegno per l'accaduto e il sostegno alle vittime. Poi il casino, come sempre, perché questo mondo di cui facciamo parte è effettivamente un gran casino.
Si riflette sulla matita come simbolo, sulla libertà d'espressione, sul non aver paura di parlare di certi tabù, facendolo con ogni mezzo e in ogni modo, uno dei quali la satira appunto, che non è semplice ironia o comicità, ma è un attacco intellettuale che dietro una risata vuol far pensare e riflettere. Tutti diventano paladini della libertà d'espressione. Poi eccoli, ci sono quegli altri che dicono Fermi tutti, qui c'è l'ipocrisia! e sostengono che è facile riempirsi la bocca di questi discorsi proprio ora, quando invece la maggior parte dei giornalisti, dei politici, dei centri d'informazione e potere praticano la censura come a bere un bicchier d'acqua. Pure le persone comuni, per dire, si autocensurano mettendosi su la maschera del politically correct, e chi non lo fa viene etichettato come razzista e intollerante. L'Islam è nata come religione violenta, usando la violenza nel corso della propria storia, ed è scritto nero su bianco, documentato, perché non dirlo? Perché sei stronzo! Beh, e tu ignorante!

07/01/15

American Sniper il cecchino, White bird in a blizzard le bombe!

American Sniper
Clint Eastwood ci porta a conoscere Chris Kyle, un Bradley Cooper super pompatissimo che interpreta il soldato americano divenuto una vera e propria leggenda, ovvero il cecchino più letale nella storia degli Stati Uniti. 
Un film in cui i momenti di grande tensione non si contano, tant'è che partiamo subito da Kyle in missione in Iraq, intento a proteggere dall'alto come un angelo custode i marines sul campo di battaglia, col mirino puntato su una donna e su un bambino forse armati. Uno dei temi principali è quindi il modo in cui chi sta dietro l'arma affronta la decisione di premere o meno il grilletto, dato che poi con quelle morti ci deve convivere per il resto della vita. E si scava allora indietro, nell'infanzia del protagonista, dandogli un background che spieghi perché si trovi in missione, come sia arrivato a quel punto e quali siano i principi che lo guidano.

Non si può dire molto di American Sniper senza imbattersi in spoiler, anche perché la trama in sé, basata sull'autobiografia dello stesso Kyle, alterna periodi di missione con momenti di ritorno alla vita tra i civili, quella di marito e padre. Si può però parlare degli intenti di Clint Eastwood, che per quanto registicamente regali una visione coi controcazzi, non fa lo stesso sul piano dei contenuti. Questo perché, ovviamente a parere mio, accenna soltanto a un paio di tematiche importanti ma poi non le sviluppa. E' come un cecchino che prende di mira il suo bersaglio ma poi si rifiuta di sparare per chissà quale motivo.
Risultato? Ne esce fuori un film buono, ma piuttosto vuoto, che anzi, per chi non digerisce molto l'american way of life potrebbe addirittura infastidire, sembrando una mera esaltazione del classico eroe americano patriota invicibile supermuscoloso e supergiusto. Non c'è una riflessione che sia una, nella testa del cecchino, non c'è un ripensamento, un tentennamento, nemmeno un ragionamento sulla guerra che sta combattendo, sul fatto che sia sensato o meno quel che fa. Tutto, dentro di lui, pare diviso perfettamente in: loro sono i cattivi, noi i buoni, devo difendere la mia America a tutti i costi perché è il paese più bello del mondo. E anche nel ritorno alla civiltà, con tutte le difficoltà dovute allo stress da campo di battaglia, Eastwood non da segno di voler approfondire, mettendo in scena pochi istanti di dramma interiore e correndo poi con superficialità verso il loro buon esito.
Un peccato quindi perché poteva essere una vera e propria bomba. Ma quindi, se di bombe dobbiam parlare, parliamo di...

White bird in a blizzard
... e parliamo delle bombe di Shailene Woodley, che non mi convinceva propriamente come attrice, ma qui, cari miei, vince tutto, e non solo perché mette in bella vista le sue fantastiche tette. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e la madre di Kat Connors, così di punto in bianco, sparisce senza dire niente a nessuno. Suo padre, un uomo semplice e parte debole della coppia, non si capacita di cosa sia successo, gli investigatori dal canto loro non sembrano giungere da nessuna parte, e lei, in bilico tra la sua vita da adolescente e qualche seduta dallo psicologo ricostruisce di volta in volta scene del proprio rapporto con la madre, dall'infanzia agli ultimi momenti prima della scomparsa.

La narrazione scorre via che è un piacere, e viviamo la vita di Kat, tra sesso, primi amori e avventure (miracolosamente senza un briciolo di romanticismo e sdolcinatezze da diabete come magari il trailer poteva far pensare) che mostra il contrasto nettissimo con la figura della madre, una donna bellissima, elegante, perfetta, ma infelice, a causa soprattutto del matrimonio che ha visto realizzare i suoi sogni ma non ha saputo darle una visione futura di se stessa. Un'eterna ripetizione dei soliti momenti, una routine senza senso snervante, diretta verso la pazzia.
C'è allora il confronto continuo su ciò che la madre era e non è più potuta essere, e quel che la figlia Kat è adesso, combattuto sul classico teatro di guerra che vede figli adolescenti contro genitori, un confronto fatto di continua tensione ma anche di sottile intesa: la figlia riesce spesso a capire sua madre Eve, ma non ne giustifica certo gli atteggiamenti.
Si aggiunge allora il continuo rimando al mistero, ma non puntando sulla volontà di risolverlo, quanto piuttosto mostrando cosa significhi per Kat e suo padre dover andare avanti senza Eve. E si va avanti così senza grossi accadimenti, col tempo che scorre quasi monotono come nella normale vita di tutti i giorni, tra sogni bizzarri della protagonista, che vede la mamma coperta di neve in una tormenta, e qualche parola che di tanto in tanto ne rammenta l'ambiguità e l'instabilità mentale.
Null'altro da aggiungere, data anche l'esigua durata del film, ma sicuramente una delle migliori visioni dello scorso anno, e non lo dico solo per Eva Green o per le tette di Shailene Woodley, lo giuro!

05/01/15

Ambienti.

Quando mi metto a scrivere un racconto, o quando ho voglia di scriverlo, e poi ci provo e non salta fuori una ceppa di nulla, parto solitamente da un paio di input: una scena reale o immaginaria, costituita da uno scambio di battute, oppure un ambiente, cioè un paesaggio o un luogo che solo per la propria presenza estetica mi comunica qualcosa.
Non so se capita lo stesso a voi, ma io funziono così. Soffermandoci soltanto sul secondo punto, quello degli ambienti, ecco un breve elenco di quelli che preferisco, e non solo per scriverci su, per immaginarci qualcosa di mio che deve finire per forza di cose nero su bianco, ma piuttosto anche per i singoli pensieri, per le varie seghe mentali che mi faccio quotidianamente, per le emozioni e le sensazioni che l'immagine fa nascere.

Temporale. 
Di sicuro il cielo grigio, l'assenza quasi totale di luce e il borbottio del temporale che sta per scatenarsi è uno degli ambienti che preferisco, tant'è che dell'estate, assurdo a dirsi, amo anche e soprattutto questi momenti. Hai una giornata splendida col sole che spacca e nel giro di una mezz'ora ti ritrovi col cielo nero e l'odore dell'asfalto bollente che inizia a bagnarsi. Magnifico! 

Pioggia sul finestrino.
Mi piace l'immagine di una persona riflessa sul finestrino di un treno, sporco di gocce, con la notte fuori e le luci della città che giocano sul vetro e sull'acqua. 

Strada di montagna.
Asfalto grigio scuro umido ma pulito, e abeti o boschi di un verde bello scuro che abbracciano il percorso. Il cielo s'intravede soltanto, ed è coperto.

Prato e cielo.
Erba folta e scura, prati enormi, e a sfondo un cielo immenso e stellato. In alternativa verde brillante, tipicamente primaverile, e il cielo che tende al tramonto con qualche nuvola che va dall'arancione al rosa.

Alberi.
In tutte le salse. Da quelli ricoperti di fiori primaverili a quelli pieni di chiome rigogliose, arrivando poi all'esplosione di colori tipica dell'autunno e ai rami spogli e scuri, quasi neri, dell'inverno, magari coperti di neve. Ecco, adoro la neve, ma sempre associata alla natura e in particolare agli alberi.

Acqua e cielo.
Di solito meglio il mare calmo e al tramonto, col sole che pare tuffarsi in acqua, o in alternativa anche bello incazzato, con onde alte e schiumose e un cielo grigio piombo. Perfetto anche il gioco di specchi tra acqua (calma, quindi ancora meglio coi laghi) e cielo limpido leggermente annuvolato.

Montagne.
Che siano innevate o no, adoro vederle al tramonto, tanto belle da mettere i brividi.

Riflessi e luci contrastanti.
Mi piacciono gli ambienti che moltiplicano le forme pur mantenendo un certo ordine geometrico. Mi vengono in mente il buio, le superfici riflettenti come specchi e acqua, e la luminosità debole del fuoco o di qualche vecchia lampadina.

Ora giro a voi un paio di domande: avete qualche particolare input che vi scatena pensieri e favorisce il processo di scrittura o creazione? E riguardo gli ambienti, avete qualche debole come succede a me?

02/01/15

Potrei scrivere di questo.

C'è il caminetto acceso, due tipi improvvisano con le chitarre. Chiara, di fronte a me, si stringe nel maglione fissando Gimmi che suona, Matteo, invece, si passa un preservativo tra le mani. Giulia è persa a guardare le fiamme. Gioco coi suoi capelli. Ha gli occhi scuri, sembrano i miei, il fuoco ci si riflette dentro. La rossa che le sta di fronte, intanto, è un tutt'uno con quel caldo.
Finiscono di suonare.
''Dai, bella questa! No?'' fa Gimmi appoggiando a terra la chitarra.
''Certo, sì...'' risponde Chiara. 
''Ahh è la cosa migliore che abbiamo suonato fin'ora e non apprezzate un cazzo.''
Anche l'altro posa lo strumento. ''Io vado su.'' dice, prendendo il vino e scomparendo per le scale. La musica riparte.
''No a me piaceva sul serio comunque...'' riprende Chiara, coi riflessi delle fiamme sulle scarpe nere.
''Oh, chi è che vuole un preservativo?'' fa Matteo lanciandone uno.
''Tanto a te non serve, no?'' risponde Giulia sarcastica, mentre le intreccio a caso i capelli.
''Ahah, simpatica.''
''Non c'è di che.''
Potrei scriverci su qualcosa di sta roba, penso tra me, e l'altro suona ancora, e Chiara pare incantata a sentirlo mentre bevo un sorso e riprendo coi capelli dell'altra.
''Sì, tanto qua non va mai come dovrebbe.'' ricomincia Matteo.
''Cioè?''
''Cioè il buono perde, Dio c*n!''
Il chitarrista ride, Giulia e la rossa pure, io anche. Chiara invece è persa nelle note, pare sciogliersi. Potrei scrivere qualcosa di questo, penso. Ma cosa?... non mi viene in mente nulla, zero. Bevo un altro sorso, Matteo mi tira il preservativo addosso. Quanti cazzo ne ha? Decido di fissare la rossa. Non sono bravo al gioco di fissare la gente e restare serio, ma stranamente ora mi riesce. Mi guarda, ride, distoglie lo sguardo, mi guarda di nuovo, come a dire che cazzo hai da guardare? e poi sorride e prende fuoco. Davvero, letteralmente: le prendono fuoco i capelli, ma lei non fa una piega.
Che cazzo di roba è? Le note vanno più rapide, mi rompo di giocare col ciuffo di capelli e metto la mano dietro al collo bollente di Giulia. La rossa mi guarda e si rigira, frustando l'aria di scintille. La musica sale ancora ed ecco svelato tutto l'interesse di Chiara per il chitarrista: si sta sciogliendo, per lui. Parte dalle scarpe nere e lucide, che gocciolano formando una pozzanghera nera petrolio a terra. Poi gocciolano via anche le calze, le unghie dei piedi, la pelle, le gambe, pian piano, a tempo con la musica. Ma tu guarda che cosa strana, un'altra! Potrei scrivere di questo? 
Smetto di giocare col collo. Mi stravacco sulla sedia per quanto possibile e Matteo mi allunga la bottiglia. 
''Guarda come si scioglie.'' dico a Giulia prima di buttar giù il vino.
''Eh?'' 
''Guarda Chiara come si sta sciogliendo guardando Gimmi. E' proprio persa, non vedi?''
''Naa, cosa dici?'' fa tornando a fissare il fuoco. 
Che tipa strana, che razza di tipa strana. Forse potrei scrivere di lei? No, la donna che si scioglie vicino a quella che va a fuoco è più divertente. Ed è quasi alle ginocchia ormai, e sotto di lei si spande un lago scuro come la pece, con le striature di rosa pallido della pelle, il sangue cremisi e il bianco delle ossa. Non ho idea di come possa andare a finire, tra un po' non dovrebbe nemmeno più riuscire a stare seduta.
Matteo si alza e se ne va: ''Vado su anch'io, ciao.''
Gimmi suona, Giulia si sposta nella sedia, la rossa è un incendio e io guardo Chiara nel suo punto più interessante: le cosce. Sono lì per metà sì e per metà no, ma non è una cosa macabra da vedere, qualcosa che fa senso o schifo o vomito. E' un fenomeno con una sua certa eleganza, con forme dolci che vanno via via assottigliandosi, sempre di più, cadendo verso il pavimento in rivoli fini, come la cera bollente. Le gambe sono quasi finite, barcolla, si dondola infastidita sulla sedia. E ora che succederà? Potrei scrivere di questo, diavolo se potrei! Ma devo vedere che succede quando si scioglie tutta la parte sotto. Ancora pochi secondi, poche gocce...
''Oddio oddio oddio basta, devo andare.'' fa la ragazza mezza sciolta alzandosi, distogliendo finalmente lo sguardo da Gimmi e la sua chitarra. ''Devo fare la pipì, me la sto facendo sotto!'' e detto questo, si fa strada passandomi di fianco, e se ne va.
La pipì. Si stava facendo la pipì addosso. Come ho fatto a non pensarci prima? Bella mossa Chiara, questa sì che potrei scriverla! Però ora mi manca un finale e Gimmi non suona più.
''Ou Gimmi.'' gli faccio mentre Giulia e la ragazza in fiamme si dicono qualcosa. ''Ma, come potrei finirla secondo te tutta questa storia?''
''Non lo so.'' fa lui senza un'espressione precisa in volto, senza chiedermi Quale storia?, massaggiandosi il pizzetto. ''Di' qualcosa di conclusivo!''. Poi si alza, pesta per sbaglio la pozzanghera di ragazza sciolta, e va a prendere le sigarette. Credo di sì, potrei proprio scrivere di questo.

31/12/14

2014 in due minuti

Prendendo spunto dalla splendida idea di Mareva, vi racconto in breve questo 2014 ormai prossimo alla fine, e colgo l'occasione per augurarvi un Capodanno col botto e per ringraziarvi tutti, dato che spendete il vostro tempo a leggere le castronate che partorisco in queste pagine. Grazie grazie grazie! E ora torniamo indietro a...

Gennaio
Inizia coi soliti amici, un bel mal di testa, un paio di mesi di lavoro ancora davanti e tanta voglia di provare qualcosa di nuovo. Si inizia dallo sci di fondo, con calma...

Febbraio

Il signorino compie gli anni e promette più barba per il 2015. Festeggia allora con gli altri febbraioli come lui, ritrova la passione per la nobile arte del portapizze (esatto, è un'arte non un lavoro), si rilassa alle terme cercando di conquistare donzelle il giorno di San Valentino (povero coglione) e tenta l'approccio semi catastrofico con il secondo sport sulla neve: lo snowboard. 

Marzo
Ho capito come si usa lo snow, ma è finita la neve e quindi ci si rivede per l'anno prossimo, che cazzo. E allora sapete cosa? Tentiamo di non mangiare più carne! Ma perché? Boh, per vedere che succede. E allora sapete cos'altro? E' carnevale e a carnevale is better dance, e poi, dopo carnevale, che son due anni di blog, CervelloBacato vi presenta Davide e Davide vi presenta Cervello!

Aprile
Poi colsi la mia immagine riflessa che li fissava... foruncoli e cicatrici, camicia stracciata. Ero come un animale della giungla attratto dalla luce. Perchè ero venuto? Avevo voglia di vomitare. Le coppie conversavano disinvolte tra di loro. Io non sapevo conversare né ballare. Tutti sapevano qualcosa che io non sapevo. Le ragazze erano così belle, i ragazzi così eleganti. I sarei stato terrorizzato anche solo a guardarla, una di quelle ragazze, figuriamoci a starle vicino. Guardare una ragazza negli occhi o ballare con lei era una cosa che non riuscivo nemmeno a concepire.
Eppure sapevo che quello che vedevo non era bello e semplice come sembrava. C'era un prezzo da pagare, per tutto questo, un'ipocrisia generalizzata, alla quale era facile credere, e che costituiva il primo passo lungo una strada senza uscita. L'orchestra riprese a suonare, e i ragazzi e le ragazze ricominciarono a ballare. Le luci roteavano sopra le loro teste colorandoli d'oro e di rosso, di blu e di verde, poi ancora d'oro. Guardandoli, dissi a me stesso, un giorno la festa comincerà anche per me. Quando arriverà quel giorno, io avrò qualcosa che loro non hanno. [Panino al prosciutto, Bukowski]


Maggio
Buttati, buttati, buttati, buttati maledizione buttatiiii... e così, col parapendio, mi buttai. E poi fu Roma (e capirete: addio dieta vegetariana) e poi fu Federer!

Giugno
Vuoi dirmi che sono finito davveramente in un libro?

Luglio
Piove sempre, o quasi, e ho voglia di mare. Poi un giorno il mare lo becco per caso, e becco pure un po' di gente nuova, sempre per caso, e poi il caso un po' di questa gente nuova se la prende e se la porta dietro per tutto il resto dell'anno. Vedi te, il caso, che combina a volte.

Agosto
Estate, uscite con gli amici, Festival celtici, acqua park, lago di Garda, festa dei colori, mare, e soprattutto, esami universitari per un nuovo inizio, verso una nuova strada totalmente diversa. Prendiamoci il rischio e seguiamo le passioni.

Settembre
Comincio a scrivere per la rivista universitaria e la cosa mi diverte parecchio. Ex compagni di economia, quella che ho appena abbandonato, iniziano a laurearsi. Mi sento un attimo perso.

Ottobre
Ma partono i corsi, nuove cose da studiare, nuove conoscenze, e poi Lucca Comics, e finalmente vedo la mia Misa e la dolcissima Marty!

Novembre

Ed a volte ti vedi stupido 
una lacrima ad una festa 
altre volte ti credi libero 
un cavallo sopra una giostra 

ed a volte ti vedi limpido 
il mattino in una finestra 
altre volte ti senti arido 
come un gesto che resta in tasca 



Dicembre

Bruxelles, birra, waffle, Grand Place, Natale, snowboard, dolori, terme e aceto, ma proprio parecchio. E ora sotto col prossimo ;)


28/12/14

TrailerZ #7

Bentornati al nostro appuntamento coi trailers più interessanti e le news più succccculente. Pronti per una carrellata di roba da non perdere? Viaaa!

Pan

Lo aspettavo da molto perché adoro Peter Pan e non vedo l'ora di arrivare in sala. Inizialmente credevo si parlasse dei giardini di Kensington, dato che lì inizia la leggenda di Peter, poi invece ho notato la direzione presa dal film, che vede come nemico principale Barbanera, nominato invece nel romanzo Peter Pan e Wendy. Vedremo!

Jurassic World

Sono contento per i dinosauri, e tanto, però... che è sta roba?!

Star Wars The force awaken

Spade laser, spade laser, spade laser con la guardia laser!!! Che Forza!

24/12/14

L'amore bugiardo.

L'occhio clinico e preciso di Fincher dona un alone di freddezza a tutta la vicenda di Gone Girl, L'amore bugiardo, nonostante gli eventi si svolgano in piena estate e alla luce del sole. Si respira tensione e nervosismo per tutta la durata della pellicola, che vede Nick Dunne, di ritorno in casa propria, ritrovarsi col soggiorno a soqquadro e con sua moglie Amy sparita nel nulla. Lei non si trova più, è scomparsa, e ben presto il mistero che lui stesso ha inizialmente dato in pasto all'opinione pubblica gli si rivolta contro, portando tutti, autorità comprese, a vederlo come unico indiziato per un possibile omicidio.

A dar sempre maggior peso alle difficoltà del protagonista, e quindi all'interessamento dello spettatore, si aggiungono vari elementi inizialmente tenuti nascosti. A sfondo c'è allora un matrimonio apparentemente perfetto, la coppia che festeggia il quinto anniversario proprio il giorno della sparizione, e una grande affinità tra marito e moglie, che arricchisce l'indagine con indizi più che sinistri, tutti volti a mettere nei guai Nick. E poi c'è chiaramente lui, Nick, un Ben Affleck che interpreta un personaggio a tratti preso dall'ira ma spesso freddo e misurato, addirittura alienato nonostante tutto, molto difficile da capire. E giustamente questo crea il dubbio col quale chi guarda si interroga: ma è lui il vero colpevole, forse un po' sprovveduto nell'architettare il delitto, oppure è la moglie che tenta di incastrarlo? E perché? Non meno importante dunque è la prova dell'attrice Rosamund Pike, la splendida moglie scomparsa, in grado di cambiar volto, da un istante all'altro, a seconda del punto di vista che la vede raccontata. Vale il film, credetemi.
Aggiungiamo poi le micidiali colonne sonore di Trent Reznor e Atticus Ross, con cui si inscenano situazioni dove la tensione la fa da padrona, con crescendi musicali intensi che accompagnano immagini veramente d'impatto (credo ci sia una delle scene più belle che abbia visto), e si mettono in tavola temi forti, primo tra tutti la difficoltà che il matrimonio crea nella coppia, e poi di seguito il tradimento, la complicità, la forza dell'opinione pubblica, la paura e la violenza.

Ci si trova a tifare per uno o per l'altro protagonista. Si giudica, si giustifica, si cerca di soppesare chi abbia veramente la colpa e quanta. E infine si guarda come la costruzione del matrimonio, o dell'amore più in generale, sia tenuta insieme soltanto da un sottile filo di complicità, che non sempre è positiva, anzi, e che comprende quindi delusione, frustrazione, paura e tanto amor proprio. Una visione abbastanza inquietante. Già... direi non ho molta voglia di sposarmi.

22/12/14

Il contrario

Nevica in su e tutta la gente cammina.
Scarponi nel cielo piovono lacrime luride
andandosene veloci nelle loro case, nelle chiese,
nei negozi con le luci che ballano le canzoni.

Grandina una moneta e centra
la tazza col resto del ghiaccio.
Stasera il compare è fortunato. Io non ne ho voglia
di stare in ginocchio, ore di mani sporche
di freddo a pregare verso il freddo.

Meglio il mio cartone sotto al culo,
la lana sopra e il vino nella pancia,
e me ne sto steso a guardare il mondo al contrario,
che lo so che è tutto il contrario di me.
Scarponcini e tacchi che corrono nel Natale, sotto la neve che sale.


di Davide Storti

19/12/14

Tu non hai spotify?!

Oggi voglio parlarvi di spotify, un programma scaricabile gratuitamente su ogni pc, tablet e smartphone che vi permette di ascoltare in streaming gratuitamente tutta la musica che volete. Perché un post del genere? Mi pagano forse? Sìccertomagari! Nulla del genere, è semplicemente che lo trovo dannatamente comodo.
Il funzionamento è semplicissimo. Scarichi spotify e lo installi e hai a disposizione tutti (con qualche eccezione) gli artisti che vuoi. Cerchi Ed Sheeran? Lo trovi e hai in sequenza le 5 canzoni più popolari e di seguito tutti gli album in ordine di uscita uno sotto all'altro, nonché tutti i singoli. Di lato poi, gli artisti simili. Capite bene quindi che uno dei vantaggi immediati è quello di scoprire nuova musica partendo da generi o cantanti che già ti piacciono.
In più? Puoi aggiungere amici da seguire, e in questo modo provare la musica che ascoltano, puoi creare playlist e mettere in play gli elenchi che ti sei creato, ascoltare una specie di radio, che si chiama proprio radio, divisa per generi, che ti spara una dopo l'altra canzoni di quel genere, e vedere le classifiche delle canzoni più ascoltate in Italia e in qualsiasi paese estero tu voglia, ecc ecc ecc scopritelo da soli sù.

Ora, dato che spotify ce l'ho da un po' e ne sono dipendente, che me ne faccio di questo post? Lo uso per chiedervi di seguirmi, se già siete iscritti, cercando il mio nome facebook, ovvero Davide Storti, così che io possa seguire voi. Lo uso anche per presentarvi in breve le playlist principali che ho creato in questi anni di spotify, e pure quelle, se vi va, potete seguirle. Che poi suvvia, siamo sotto le feste e sicuramente avere un po' di musica non stop in sottofondo fa comodo.

#1 FrullatoèMeglio
La playlist principale in cui butto dentro tutto quel che ascolto, anche e soprattutto per caso, e che mi piace, almeno in un primo momento, poi in caso sfoltisco il superfluo. Per ora conta oltre 400 brani. 5 canzoni che la rappresentano sono: 
Hurricane - MS MR 
Abiura di me - Caparezza 
Cosmic love - Florence + the machine
Royals - Lorde
Disperato erotico stomp - Lucio Dalla

#2 RockazzieMazziVari
Si parte dal rock e si va via via verso tutti (ok, tutti è un parolone) i suoi sottogeneri. Siamo oltre i 300 brani. 5 canzoni che la rappresentano sono:
Breezeblocks - alt-J
Fluorescent Adolescent - Arctic Monkeys
Di vino - Marta sui tubi
Dazed and Confused - Led Zeppelin
Dirty Paws - Of monsters and men

17/12/14

Caro Babbo Natale...

Caro Babbo Natale, quest'anno, dato che sono stato buono, per Natale vorrei giusto un paio di cose. Visto che gli scorsi anni non è che tu m'abbia proprio accontentato, mi è venuto da chiedermi il perché di questo comportamento. Sì, caro Natale, perché non mi hai cagato di striscio? 
Poi mi sono risposto: perché non t'avevo scritto la letterina. Che stolto sono stato, caro Babbo, lo sanno pure i bambini che se si vuole qualcosa bisogna chiedertela in lista, mandandoti la letterina. E allora, giacché sono molto previdente, eccomi qui pronto a correre ai ripari e a rimediare al passato, eccomi pronto a scriverti il mio elenco di desideri arricchito di quelle dimenticanze da letterina che vanno dal '95 al duemilaeadesso. Sono sicuro saprai farmi felice, d'altro canto sei Babbo Natale, lavori un solo giorno l'anno e solo quello c'hai da fare nella vita. Muovi il culone, ciccione bastardo! Cordialmente, CervelloBacato.

Dunque, carissimo, quest'anno vorrei...

Il Super Nintendo con Super Mario Bros e Donkey Kong Conuntry 1, 2 e 3. E Mortal Kombat 3, giusto!
Il game boy color con pokemon giallo, argento o oro, fai tu insomma quale dei tre, sorprendimi!
Il camper delle micro machines.
La bat mobile di Batman, quella con gli alettoni dietro a forma di ala di pipistrello.
La pleistèscion 2. 
L'icsbox
Il cellulare, ma quello con fotocamera integrata eh, e non fare scherzi!
Un giubotto nuovo.
Un ipod.
Un lettore mp3 perché ho capito che io con iTunes ci litigo abbomba!
Un pc portatile.
Un giubotto da snowboard.
Una morosa.
Un'amante (per me, non per la morosa)
Anzi facciamo Iggy Azalea nuda nel mio letto che dice rappando ''Cerv, ho tanto tanto freddo, vieni che il mio culone ti aspetta!''
Una stalker gnocca che non mi lascia pace e che mi faccia capire cos'è la violenza sugli uomini.
L'amore incondizionato di Rooney Mara.
Una laurea.
Una barba tipo la tua, magari non bianca, insomma per quello c'è tempo.
Un lavoro.
Un pacco di soldi che ciao proprio.
Due settimane a Londra, un po' per la città ma un po' tanto per il torneo di Wimbledon.
Una partita con Federer e una notte con Sharapova e Bouchard e Radwanska e Kournikova.

Bene. Credo sia tutto e non mi pare di pretendere chissà che cosa. Se poi, così di fantasia, ti venisse voglia di aggiungere qualcosina, giusto perché, ripeto, sono stato molto buono e come vedi sono una persona umile, fai pure.
E voi, cari lettori stronzi, le avete scritte le letterine a Babbo Natale negli ultimi anni?  Perché allora non cogliete la palla al balzo e recuperate così come ho fatto io? E perché, sopratutto, v'ho chiamato stronzi, così aggratis? La magia del Natale mi da alla testa, perdonate.

15/12/14

Barbonismo a Thiene

E' passato un po' di tempo dall'ultima volta, e oggi finalmente torna un guest post sul mio blog. L'autore dell'articolo che segue, che vuole mantenersi anonimo (e così sia), ci parla allora di arte, artisti, lavoro, Thiene e barbonismo. Pronti? Comodi? Via!...

Che l'arte in Italia non venisse incentivata, pareva già un dato di fatto. Invece gli artisti hanno voluto rimarcare questa triste situazione dando vita ad un nuovo movimento artistico: il "Barbonismo".
A dare il via ufficiale al Barbonismo sono stati due gruppi di artisti di Roma che hanno esposto in tutta la città 80 manichini rappresentanti dei barboni, a sottolineare la "fine" che farà chi, al giorno d'oggi, vuol vivere di sola arte. E la filosofia del Barbonismo è proprio questa, malgrado alcune piccole sfaccettature tra le varie zone in cui esso viene applicato. Già in diverse città d'Italia, come accaduto a Padova, alcuni artisti "abbandonano" le loro opere alla mercé di chi le troverà; e non è vandalismo.
E Thiene non fa eccezione da quando un gruppo di artisti anonimi capeggiati da un (cosiddetto) "artista e poeta maledetto", il cui nome d'arte è Caramello Chambers, abbandonano letteralmente le loro opere, specialmente quadri di piccole e medie dimensioni, per tutta la città, davanti a case, lungo le strade e sulle panchine. Un fenomeno barbonista legalmente non riconosciuto ma certamente senza alcuno scopo di lucro, tanto che sul retro di alcuni dipinti sono state trovate delle scritte che affermano che tali opere sono veri e propri "regali" per chiunque abbia il coraggio di raccoglierli.

Gli artisti maledetti, in passato, erano inetti della società, disadattati e rifiutati da tutti, spesso alcolizzati e mentalmente disturbati. E questo "Barbonismo" è un chiaro riferimento alla "maledizione" di questi nuovi artisti che, come quelli passati, vivono allo stesso modo.
Forse una resa, più che una ribellione, al consumismo artistico dettato dalle gallerie d'arte che impone di applicare un prezzo a qualsiasi opera? Di sicuro, qualcosa di cui sentiremo ancora parlare, una vera rivoluzione nel mondo dell'arte.

12/12/14

Bruxelles 3/3 |The master of puppets.

Mi sveglio più o meno presto, la Vale dorme e che faccio, la sveglio? Mi giro dall'altro lato e bonanotte. Ci si alza quindi abbastanza tardi e verso le 11 siamo in centro da Starbucks a far colazione. Non c'ero mai stato ma ehiii miei cari turisti della democrazia, c'è una prima volta per tutto no? Caffé natalizio e muffin coi mirtilli grandi come nocciole che esplodono in bocca. Buongiorno!
Decisi a visitare il famoso giardino botanico di Bruxelles sbagliamo in pieno destinazione e ci imbattiamo nel botanique park, cioè un parchetto normalissimo ma comunque molto carino. Siamo dei geni eh!



10/12/14

Bruxelles 2/3 | Mangiamerda.

Ci si sveglia di buon mattino e si esce alla volta del centro di Bruxelles: missione colazione. Un'invitante scritta Cafe attira la nostra attenzione, e ci rendiamo poi conto che quasi ogni locale, in effetti, ha la scritta Cafe nel proprio nome, e di Cafe, ma guarda un po', nemmeno la traccia. Con lo stomaco cantante ci inoltriamo per il centro finché non troviamo un posto dove m'ingozzo di croissant al cioccolato e cheesecake. Resuscitati dalla morte decidiamo di andare verso la Grand Place, considerata una delle piazze più belle del mondo, e quindi via diretti!
Seguendo una mappetta spiegazzata fornitaci in ostello, perché noi furboni non ci siamo stampati niente da casa, ci perdiamo nonostante si vada sempre e solo dritti.

Oh ma 'ndo cazzo siamo?
In teoria girando a sinistra c'era questa via e poi si andava verso la piazza...
Uhmm...
Ahhh ecco, siamo finiti fuori dalla mappa! 
Ma come fuori dalla mappa?! Avremo camminato si e no venti minuti!

La prima sorpresa è quindi che Bruxelles è una città abbastanza contenuta. Non servono mezzi, basta infatti camminare e s'arriva comodamente dappertutto senza impiegare troppo tempo. Torniamo quindi sui nostri passi e capito come funziona il tutto si arriva alla Grand Place... tadàààààààà!!!



09/12/14

Bruxelles 1/3 | Vai vai stupida capra!

Era l'inizio di settembre quando l'amica Vale saltava fuori con un Oh, volo Bruxelles andata e ritorno 30 euri. Chi viene?, ed era proprio l'inizio di settembre quando io, unico deciso tra gli altri ammighi dubbiosi risposi con un secco Sì, dai, fatta!

Bruxelles, 30 euri di volo, è un affare cavolo, vi pare? Il fatto è che non ero deciso proprio un cazzo. Questo, in realtà, era quel che invece pensavo:
Bacato: Sì ma... soldi che non son niente, vabè, ma l'aereo?
Cervello: E' ora di affrontarlo. Dai, ce la famo, te lo prometto.
Bacato: Ma come me lo prometti? Io ho già l'ansia!
Cervello: E' settembre stupido amico mio. Da qui a dicembre mancano 3 mesi pieni, ci penseremo.
Bacato: Ma sì dai, chissene. Tanto ce ne vuole prima che arrivi dicembre...

E poi dicembre è arrivato.

Sudo già dal viaggio in macchina verso l'aeroporto. Fortunatamente la mia (finta) calma zen non da segni esterni della tensione che m'attanaglia. Scesi dall'auto confesso tutto alla Vale. Devo farmi uno spritz, o due, qua muoro qua muoro qua oggi muoro!
Faccio il check in e mi avvio al gate con i messaggi al cellulare e gli hashtag su twitter che mi dicono #volastronzo per farmi ridere un po'. Saliamo in aereo e l'unica sensazione che ho è un principio d'infarto.
Tutto ok? mi fa la Vale. Vuoi che ti tenga la manina? continua prendendomi un po' per il culo.

Le prendo la mano appoggiandola al petto, le faccio sentire il rullo di tamburi che ho dentro. A momenti non ci crede.

Vecchio non morire! dice stupita.
Rullaggio 
Bacato: Oddio oddio oddio precipitiamo precipitiamo!
Cervello: Non siamo ancora decollati, stiamo semplicemente andando verso la pista.
Indicazioni degli hostess (aka le persone più coraggiose dell'universo)
Bacato: Sì sì, in caso di morte mettetevi la mascherina e il fottuto giubbotto di staminchia gonfiabile, bravi.
Cervello: L'aria quando si vola è più dura del cemento, più dura del cemento, cemento, cemento cemento dappertutto. Ok, mi sta prendendo male pure a me, metto Skrillex in cuffia così ignoriamo questa bagascia che parla!
Si parte
Bacato: Porca merda c'ho la sedia incollata al culo senti quanto tira muoio muoio muoioooo
Cervello: E' come essere su un treno. Ok, va un po' veloce. Famo finta che siamo su un freccia rossa, che quelli vanno a 300 e sono più rapidi. Freccia rossa, freccia rossa ok?
Decollo
Bacato: Ma perché mi ficco in ste situazioni del cazzo?!?!
Cervello: Mezzo più sicuro del mondo mezzo più sicumavaffanculo...

Passo il resto del volo con la musica a palla nelle orecchie e una quantità spropositata di scurrilità che mi gira in testa, che eviterò di scrivervi ovviamente, che tanto ne avete già avuto un buon assaggio in queste righe. E' la mia psiche impanicata, non posso farci nulla. Tutto tranquillo comunque. Troppo. Il tempo non passa. Soluzioni? Vai vai capra! cioè un giochino per tablet in cui devi far salire una capra su per una montagna, sempre più in alto, proprio come stai facendo te, stupida capra d'un uomo. Il bello è che ogni partita dura quindici minuti e più, quindi posso farne una manciata e sono arrivato. 
Un'ora e mezza d'asocialità dopo, che la povera Vale ha passato non ho idea di come perché la mia (im)probabile morte era in cima alla classifica dei miei interessi, le ho finalmente parlato, ci si è fatti due foto e si è atterrati assieme ai Sidh a tutto volume.

Bene! Ora inizia la vacanza! Non sono più asociale. Ciao Vale! Come stai? Non è una magnifica giornata? Che meraviglia stare coi piedi per terra. Ahhh la vita è meravigliosa!
Mi guarda malissimo. Alleluja cazzo! Bentornato tra noi! mi dice. 
Nell'aria c'accoglie un intenso odore di roba fritta. Prendiamo un bus da Charleroi a Bruxelles e quaranta minuti dopo siamo in città. Ma non abbiamo idea di dove sia il nostro ostello. Giriamo un po', totalmente a caso, per strada non c'è un mezzo cavolo di nessuno, solo le lucine di Natale. Ma io sono calmo, sono sulla terraferma, niente può scalfire la mia felicità! Chiediamo a un tipo che fa pulizie (all'una di notte) in stazione sperando ci dia qualche dritta. Consiglia di prendere un taxi perché camminare per quella parte di Bruxelles a quell'ora non è sicuro. Dopo 8 euri di taxi siamo a sorpresa dentro l'ostello più fico del pianeta, e non scherzo, dato che dal sito pareva na bettola. 
Soddisfatti si va a dormire in stanza mista da 10 persone. Tutto tranquillo, finché alle 4 del mattino due tipe sbronzissime mi svegliano scaricando tipo immondizia una terza tipa a letto, che continua a ridere e ruttare dopo che le amiche se ne sono andate via chissà dove chissà come. Mi addormento col suono dei suoi colpi di singhiozzo. 
Mi chiamo Davide, sono a Bruxelles, e sono sopravvissuto a un volo aereo.
Bruxelles 2/3 | Mangiamerda. --->
Bruxelles 3/3 | The master of puppets. --->

02/12/14

Boyhood? Boyhood non succede un cazzo!

Ci siamo io, l'amico Howard (immaginate Howard Wolowitz di Big Bang Theory, che a lui fa piacere essere paragonato a Wolowitz e se mai dovesse leggere sta roba mi sgozzerà come un capretto in un rito satanico), l'amico L'orzo (amante del cereale conosciuto come orzo) e l'amico Cupido (un suo sogno è diventato un racconto e lui un personaggio con questo nome, che trovate qui) che eravamo appena usciti dal cinema.

Howard: Ohhh cazzo finalmente è finito!
Cervello: Ahah Howard non vedeva l'ora, era dai primi 10 minuti che pensava di andar fuori, solo che dopo sei euri di biglietto c'ha ripensato.
Howard: Sì ma che palle era?
Cervello: Dai, la milf almeno ti piaceva, e pure la tipa là.
Cupido: Eh, sentivo che faceva le battutine. Diobon non stava zitto un secondo!
Howard: E insomma Cervello, n'altro film dimmerda mi hai portato a vedere.
Cervello: O ma che cazzo vuoi?
L'orzo: A me è piaciuto invece...
Cervello: Grande L'orzo, lo sapevo. Io te l'avevo promesso che non t'avrei più deluso coi miei film al cine! Gli altri due però in compenso sono rimasti da culo...
L'orzo: Ma sì era particolare, cioè, bell'idea poi. E faceva strano vedere sti attori che crescevano quando sei abituato a vederli cambiare per colpa dell'età.
Howard: Dai ma era na merda! Ma che cazzo dite? Dioo che due maroni non succedeva un cazzo.
Cupido: Ti dirò, è piaciuto anche a me invece. Sì vero, un po' lento, tanto lento, mi sa il più lento che abbia mai visto, ma aveva dei messaggi che mi sono piaciuti. Soprattutto verso il finale, no?
Howard: Sì perché sapevi che stava finendo cazzo, per quello verso il finale ti piaceva!
Cervello: Cazzo Howard, sei senza sentimenti, vai a vederti i Mercenari cazzo!
Howard: Ecco, piuttosto, quello era figo. L'ultimo gli hanno dato abbastanza stelline anche.
Cupido: Ma sul serio, come cazzo fai a dire così?
Howard: Ma scherzate? Madonna oh ma non fanno un cazzo in sto film! Ohhh il padre alcolizzato wow che roba mai vista, ohhh i divorzi mamma mia, cos'è avete i padri alcolizzati voi?
Cupido: Ma no vecchio ma...
Cervello: Cazzo Howard sei insensibile, sei proprio una merda!
L'orzo: Dai, ci vogliono ogni tanto film così. Aveva tutta una costruzione sotto, e poi ti faceva ragionare su certe robe...
Cupido: Sì tipo sul finale soprattutto, ci son state due, tre frasi che... tipo la scena finale con cui si è chiuso, SBAM, bella lì, ci stava.
Howard: Ma era lentoooo, non finiva mai! Cazzo non succedeva niente.
Cervello: Cosa vuoi, era la vita di un tipo. Pensa che la tua è uguale e non succede un cazzo, noiosissima.
Howard: Ma appunto lo so che è na rottura di maroni, ti pare allora che devo andare al cinema a vedermi n'altra rottura di maroni del genere? Abbiamo già la nostra, di vita, cazzo!
L'orzo: Si potrebbe fare un film su un tipo che va a vedere un film sulla vita di qualcun'altro.
Cupido: Ma sì, in effetti era un po' lento dai. La parte finale era un po'...
Howard: Ma se è tre ore che dici che la parte finale era quella che t'è piaciuta di più!
Cupido: Ma sì, ma Dioxxx Howard! Intendevo che...
Cervello: Oh vabè dai, sono arrivato io, ciao regazzi. E tu Howard sei una persona brutta.
Cupido: Ciao Cerv!
L'orzo: Oi ci si becca!
Howard: Sì sì ciao ciao!...

Tranquilli no, non inizio una recensione dopo tutto sto casino. Però sto Boyhood com'è? Sicuramente non ha quel ritmo che ti rapisce, anzi, però... che devo dirvi, secondo me il ritmo qui non c'entra proprio un cazzo, e va bene così. A me è abbastanza piaciuto. Certo è che si va a gusti, o meglio, a tipi di spettatori. Se siete più Cervelli/L'orzi/Cupidi, allora fa per voi, se siete più Howard, allora forse no. Fosse per me vedetevelo insomma! 

21/11/14

Il canto della rivolta fallo un'altra volta.

Katniss coi ribelli e Peeta dall'altro lato, a Capitol City. Due vincitori del distretto 12, nonché amanti agli occhi del pubblico, che si trovano a dover plasmare le masse chi per alimentare il fuoco della rivoluzione e chi invece per tenerle a bada. Ma i due credono davvero nelle loro azioni? Sono davvero liberi di agire secondo il loro volere, oppure sono manipolati da qualcuno che vuole mantenere o viceversa capovolgere il potere, sfruttando una rivoluzione?

Il nuovo capitolo di Hunger Games senza gli Hunger Games non è mica niente male, e se nei primi due episodi si puntava molto sull'aspetto spettacolare, proprio sfruttando i giochi, e lasciando da parte quindi il contesto socio politico in cui vivono gli abitanti di Panem, qui ora avviene il contrario. Non sono molte le scene d'azione, se così si vuol chiamarle, e quelle presenti non sono certamente paragonabili a ciò che accadeva nelle battle royale dei poveri sfigati di turno. Ciò nonostante l'excursus sulla situazione dei ribelli è abbastanza interessante, così come il ritorno del tema della strumentalizzazione dell'immagine a scopo propagandistico.
Si parla molto di ciò che serve, al di là dei mezzi pratici, per fomentare una ribellione, per aizzare gli spiriti rabbiosi contro il giusto obiettivo. Ci viene quindi mostrato come sia necessario lavorare sulla psicologia delle persone, catalizzando la loro rabbia verso un simbolo che li rappresenti e che dia loro un senso comune votato a qualcosa di costruttivo: la rivoluzione appunto. Katniss in questo senso è allora la personificazione della ghiandaia imitatrice, e deve tentare, colpendo gli altri distretti, di farli unire alla causa contro Capitol City.

Non che ci sia molto altro da raccontare, che il film in sé pur avendo spunti interessanti è abbastanza privo di roba importante. E' questo forse un po' il suo limite, presentando inoltre una struttura in cui non si riescono bene a scorgere parte centrale e finale, un po' per mancanza di ritmo e un po' perché probabilmente il meglio è sacrificato in attesa del capitolo definitivo. Un film monco insomma. Interessante quanto volete, perché finalmente non ci si dimentica di Panem e i suoi abitanti, intelligente, dato l'aspetto propagandistico sempre molto presente e qui più sfruttato del solito (sarà molto divertente vedere il teaser trailer del film dentro il film stesso) e ben recitato, dalla Lawrence in particolare. Però monco. 
Aspettiamo la seconda parte allora, attendiamo che il canto della rivolta sia rimandato alla prossima volta, che qui ultimamente si divertono a farci vedere gli episodi conclusivi una metà prima e poi l'altra, sti stronzi. E noi lì a spendere il doppio dei soldi quando non sarebbe tanto brutto tagliare scene morte e piazzare un film da tre ore. Mokingjay part 1, comunque, perde contro i suoi prequel.

20/11/14

La distilleria è aperta e io cerco cavie!

L'idea girava già da mesi, ma non sapevo bene come metterla in pratica. La materia prima era in realtà il vero problema: le storie. 
Pubblicare un ebook e metterlo in vendita a pochi spiccioli, certo, grande trovata, ma dentro sto libro che ci ficco? Ehmm... i miei racconti già presenti nel blog? Più o meno... Sarò breve e conciso dunque: entro la fine di gennaio, cari amici, o almeno è questa la prima intenzione, pubblicherò il mio primo ebook fatto come Dio comanda: La distilleria è aperta. E' ancora tutto in fase di lavorazione, ma so già che se non mi do delle scadenze non combino un bel niente.

Che ci troverete dentro?
Ebbene, sarà una raccolta di racconti (più o meno) brevi. Troverete quindi 14 o 15 storie che già sono presenti nel blog, ovviamente accuratamente rimaneggiate, più una decina di pezzi inediti, che spero quindi possano sorprendervi più che piacevolmente. 
Quali sono le cavie che cerco?
La verità è che prima di darlo in pasto a voi altri, cioè prima di metterlo in vendita, vorrei essere abbastanza sicuro della qualità di quel che andrete a leggere. Ergo, ho bisogno di qualche volontario che legga l'ebook in anteprima, e che ne dia un giudizio spietato fornendomi delle dritte. Se, dunque, tra di voi c'è qualcuno che vuole far da cavia, si faccia avanti. Io poi guarderò quante manine si sono alzate e vi sceglierò per la tortura.

Siete pronti?

17/11/14

5813 Davidi

E' molto bella l'indifferenza de laggente quando si tratta di prendere un aereo e volare via, verso nuovi orizzonti. Lo fa l'amica che va in erasmus, lo fa l'amico che parte in vacanza, lo fanno i tennisti, i critici cinematografici per le anteprime in giro, lo fa tua nonna che deve venirti a trovare. Lo fanno tutti, anche quelli che hanno la riunione importante e la mattina partono e la sera sono a casa, lo fa persino, per lavoro, quel tuo amico che va a finire nella fottuta Cina, così, sparandosi dodicimila ore di niente sotto al culo.
Oi amico, com'era il volo? gli chiedo.
Terribile, è stato terribile! capisco, quando la risposta in realtà è Terribile, è stato terribilmente noioso!

Ma allora perché io non ci riesco a provare indifferenza? Tipo come quando sono sul treno, o in macchina, o a cavalcare le onde con la brezza nei capelli guidando il mio yatch? (sì avete capito bene, ora avete la scusa che vi serviva per provarci, non siate timide).
Che sia il niente sotto al culo il mio problema? Ma che ne so. Perché in effetti c'hai il sedile comodo sotto al sedere, e se vuoi alzarti ti alzi, e se ti caghi addosso puoi pure andare in bagno a cagare, per dire. E allora com'è che stai più a tuo agio su un parapendio, che è un pezzo di carta velina portato dal vento, piuttosto che su un fottuto aeroplano che è statisticamente il mezzo di trasporto più sicuro su cui puoi viaggiare? Perché devi essere un disagiato mentale?

Ragioniamo. Usa la statistica. Viaggi intorno ai 900 km/h, l'aria sotto di te, a quella velocità, è più dura delle onde del mare, e tu pensi che ci sia il vuoto ma il vuoto in quelle condizioni è un concetto più mentale che reale. Certo in quei 10mila metri di niente che hai sotto, ok, 10 mila metri di aria, e chiamali niente, ci starebbero circa 5813 Davidi messi in verticale uno sopra l'altro. Roba che se caschi giù ci puoi fare due chiacchiere con tutti e 5813, e ti tirerebbero una sberla a testa dicendo 
Ma sei stupido ad aver paura di volare? Non lo sai che sei sul mezzo più sicuro del mondo?
e poi, vedendoti pentito della tua stupidità, ti consolerebbero con un bel panino alla nutella. 
Si amici ma... se vi sto parlando suppongo sia perché sto cadendo! farei loro notare masticando. 
E' comunque un dilemma. Seguite il discorso, che è sensato quanto la ragione del mio disagio. Se 5813 Davidi di distanza dal suolo non t'ammazzano, lo fanno comunque le 5813 sberle in faccia che ti danno per rimetterti in riga e darti un contegno, e se non sono quelle saranno sicuramente i 5813 panini alla nutella che saranno pure buoni ma in teoria non fanno questo gran bene alla salute. E' l'olio de palma che te fotte! urla il vegano in sottofondo. Si ma pure st'arietta a 5813 Davidi d'altezza mentre mi sfondo di nutella non è il massimo, me sta a venì la cacca spry!

Insomma, se non t'ammazza il volo lo fanno le sberle, e se non son quelle lo fa la nutella. Spanzare di nutella però non dev'essere malaccio, dicono sia il sogno di molti. E allora facciamo così: nel caso, erogate nutella dalle mascherine per l'ossigeno, che mi c'ingozzo e stiamo a posto. 5813 sorsoni di bontà mortale. Non suona male, eh? Fa pure rima!
Ora però me lo dite come fate voialtri a essere così indifferenti a 5813 Davidi? Già di fronte a uno soltanto vedo tanta gente a disagio...

13/11/14

Fazzoletti sfarfallanti.

Ce la posso fare.
Avevo una sensazione come di farfalle nello stomaco. Avete presente quando incontri una, che poi ti piace, che tu poi le piaci, che inizi a farti le seghe mentali e poi va tutto di culo, di nuovo, neanche fossi quello sfigatone di Ted Mosby? Sì, ho finito HIMYM e gli voglio bene. 
Insomma, mi sentivo proprio così, con sto sciame di farfalle nello stomaco, ma proprio tante farfalle eh, e io ho lo stomaco piccolo. Avevo infatti mangiato quello che poteva sembrare all'apparenza, guardandolo ben da lontano e con la luce per traverso, un kebab. Cosa fosse in verità lo ignoravo, ma andava su e giù, come un frullato di farfalle di carne e sentimenti distrutti nel mio stomaco, mentre ero in treno. Quale poesia. C'era pure il raffreddore. Evvai, non manca più nessuno eh? In verità no, grandi assenti in questo en plein dell'orrore? I fazzoletti di carta.

Ce la posso fare.
Quindi ero in treno, di ritorno da Verona, un sacco di gente, un solo misero fazzolettino usato e stra usato in tasca, il naso gocciolante, e lo stomaco in subwoofer. Resistere fino a casa così? Devo chiedere aiuto. Di fianco a me ho un indiano, di fronte i suoi due amici, uno dei quali scatarra e tossisce come non ci fosse uno stracazzo di domani nella sua vita (adoro quest'espressione). Pare stia morendo lì, di fronte a me, in un nuvolone di germi. Che schifo. E mettiti la mano davanti Cristosignoreiddio, no? Forse il mio sguardo gli fa intendere il fastidio, da lì in poi si scatarrerà con una mano davanti. Civiltà, mi sembra di riuscire a pensare, ma l'eco della parola si perde tra le grida di ogni straniero presente sul treno, intento a consumare le proprie corde vocali addosso al proprio telefono.

Bacato: Ma a chi cazzo telefonate, perché telefonate sempre, perché urlate sempre? Perché?! Perché ho dimenticato le cuffie a casa?!
Cervello: Non distrarti, ricorda la missione. Fazzoletto, fazzoletto, fazzoletto. Il naso sta perdendo.
Bacato: Beh allora spariamo il muco tappandoci la narice verso a quello che ci spara merda addosso da mezz'ora, no? Occhio per occhio, muco per muco.
Cervello: Ti rammento che non siamo capaci di soffiare via il muco come fanno i calciatori. Ricordi mentre stavamo correndo e c'abbiamo provato? Ricordi quella stella filante sulla manica? Meno male non c'era nessuno a vederci.
Bacato: Fazzoletto fazzoletto fazzoletto muoviti!

Ce la posso fare.
Alla mia destra numero quattro ragazze piacenti. Faccio tap tap sulla spalla della più vicina. Si toglie le cuffie. Scusa bi serbirebbe un fazzoleddo, non è che ne abresti uno? le chiedo. Me lo porge sorridendo, perdendo poi quel meraviglioso attimo di gioia all'udire lo scatarramento dei miei vicini e la cacofonia a decibel inconcepibili di chiacchiere in sconosciuti idiomi. Rimette le cuffie. Penso provi pena per me, questo almeno fa intendere il suo sguardo prima di isolarsi di nuovo dal mondo.
Soffio la morte dalle narici e mi faccio scudo dall'ennesimo colpo di tosse del tizio che ho davanti. Eccheccazzo, allora mi sposto. Faccio per alzarmi ma il treno si ferma, se ne vanno loro. 
Le porte si aprono e respiro aria pura. Confusione. Le porte si richiudono e torna il silenzio giusto il tempo di riorganizzarsi: italiani cuffie alle orecchie e dita che masturbano gli smartphone, tutti gli altri che invece al proprio, di smartphone, ci gridano dentro.

Come siamo strani, penso. 
Ecciù. Rrhhh... 
Venti minuti ancora, il bisogno di un altro fazzoletto, il kebab che balla la samba. Ce la posso fare?