31/03/14

Suor Maria Palma al profumo di violette e zucchero.

Marzo, 1995, e un Cervello di ben quattro anni d'età. Come cazzo fai a ricordarti di quando avevi quattro anni? potreste chiedermi voi. No infatti, non è che me lo ricordo bene di quel marzo '95, ma dei due successivi, che si ripetevano identici, sì. 
Io e il nonno, nel giardino dietro casa sua, sotto l'abete. Da qualche parte per radio Zucchero si scatenava con Per colpa di Chi, particolare questo che ricordo bene perché una radio, accesa in quel da qualche parte, c'era sempre. Sì ma che ce stavamo a fà sotto l'abbete a marzo? Raccoglievamo violette per la nonna e la mamma, ovvio!
Ricordo che proprio sotto a quell'albero si presentava un tripudio di violette, e io ero intento a fare i mazzolini di fiori a mamma e nonna, le mie donzelle, perché a quel tempo in effetti ero libero dalla malefica influenza della giordana che negli anni successivi m'avrebbe condizionato la vita. E quindi io raccoglievo violette. Ok, l'ho già detto. E' che ora mi piacciono ancora tanto le violette. Doveste chiedermi qual è il mio fiore preferito? Le violette! Sì ma ai maschi di solito non si chiede qual è il fiore preferito, ch'è sei ghei?
O ma che cazzo volete? A me MI piacciono le violette, ok? Non si può? Morite! E poi mi piace parlarne, che sotto sotto, tutti noi, siamo fatti di ricordi...

Comunque, ricordo anche dell'altro oltre alle violette, ricordo dell'asilo e di Zucchero che cantava mentre tornavo a casa in macchina il pomeriggio. C'eravamo io e una compagna più grande in macchina, e le nostre mamme se la raccontavano mentre noi ci mangiavamo metà kinder bueno a testa, e intanto la primavera esplodeva fuori dal finestrino. Mi ricordo anche dell'asilo, di quel cortile assurdamente figo, immenso, col prato, la casa delle streghe e le altalene strane che perdevano olio nero. Poi arrivava suor Maria Palma, la suora dall'aspetto più terribile che abbia mai visto, e quella ti sgridava se ti sporcavi il grembiule. Ti sgridava pure se avevi il codino. Suor Maria Palma odiava i bambini col codino, perché il codino è cosa da bambine, mica da maschi. E quindi c'era lei, la suora spaventosa, che se ti sgamava sporco o col codino erano cazzi e mazzi. 
Mi viene in mente, e scusate se salto da un episodio all'altro con la leggerezza d'una rondine (perché è primavera, amo la primavera, faccio le similitudini con la primavera e una rondella non fa primavera, boh!), comunque mi viene in mente anche di quando la mamma mi disse: oggi devi restare all'asilo un po' di più, non tornare a casa in pulmino, stai lì che ho già avvertito la maestra e le suore e io arrivo un'oretta più tardi. Te ne ricordi?
avevo risposto io, pur non avendo ascoltato una parola. 
Dove sarà piccolo Cerv?

Arrivata l'ora di tornare io mi fiondai in pulmino e bonanotte, e alla fermata per scendere, tra le varie mamme, la mia non c'era. Ma che sorpresa! Toni Bomboni (soprannome dell'autista) a quel punto decise di riportarmi indietro, perché in effetti non è che poteva lasciare un bambino senza nessuno in mezzo a na strada. Tornato all'asilo quindi, disperato perché non capivo dove fosse la mamma, ecco arrivare in soccorso la suor Maria Palma, spaventevole, ed ecco me pensare che un pomeriggio peggio di quello non poteva proprio esserci. Tra tutte le suore proprio lei?!
Mi offrì un panino alla marmellata esagerato, fantastico, buonissimo. Fuori iniziava il classico acquazzone di marzo. Lei mi sorrideva mentre io smettevo di piangere e m'abbuffavo come un maiale. Non era più tanto spaventosa quella suora, era una vecchietta gentile e dolce. Pazzesco! Lei che per tutto quel tempo m'era sembrata il demonio, altro che la sposa di Gesù Cristo (strani gusti questo Gesù Cristo).
''Mi dai un pezzetto anche a me?'' mi chiese con gentilezza.
''No è mio!'' rispose quella facciadimerda che ero io da piccolo.
 E poi infine ecco la mamma, che chiaramente mi da dello scemo perché non ascolto mai, e mi riporta a casa.

Questi quindi i ricordi e la canzone di marzo. Suor Maria Palma, se tu sapessi quanto ci spaventavi... mannaggia a te mannaggia!

28/03/14

La grande bellezza: diamo alle tette il valore che meritano!

La grande bellezza è un bel film ma non m'è piaciuto. La grande bellezza sono le tette di una ragazzina.

Ne ho sentito parlare tantissimo perché ha vinto l'Oscar, perché è l'orgoglio dell'Italia nostra, perché l'hanno trasmesso su canale 5 in prima tv assoluta e ommioddio ve lo dovete vedere perché è una cosa che guarda proprio io ci sono rimasto e bellissimoooooo. Dopo tutti questi perché l'ho visto, in ritardo rispetto al mondo, pure io. E? E mi son detto: ma facciamo finta che i perché di cui sopra non ci siano, che tutto questo sgallinare non esista, ecco, facciamo finta; tu Cervello, cosa ne penseresti de La grande bellezza se non ci fossero tutti questi perché che ti fanno partire prevenuto e ti condizionano il giudizio?
Penserei... che è triste.

Jep Gambardella è il re delle feste, uno scrittore che ha scritto un solo romanzo, un intellettuale, uno che vive nella Roma della gente che conta, della Roma chic, quella dell'arte e dello spettacolo. Lo conosciamo alla festa dei suoi 65 anni, una cosa enorme in cui il meglio del meglio da il meglio di sé in pista, tra alcool, droga e musica. Ed è proprio qui che notiamo la prima delle espressioni tra il cinico e lo svogliato che Jep ci riserva: lui in questi posti ci vede il niente.
E' del niente infatti che parla La grande bellezza, un intero film che parla del vuoto e della frivolezza, del blablabla superficiale in cui questi riccastri si crogiolano per dare un valore aggiunto alla propria vita. L'arte è in particolare la passione comune che lega tutti loro: il piacere per i grandi della letteratura che vengono puntualmente citati a casaccio, per le esibizioni esagerate e tanto grottesche da risultare soltanto ridicole, ma accompagnate da uno scroscio d'applausi, perché l'arte non è che si deve per forza capire, bisogna sentirla, o no? No, un gran par di cazzi, ci dice Jep Gambardella proprio intervistando una che per l'arte quasi si spacca la testa, una che lo fa perché sente le vibrazioni. E che cosa sono queste vibrazioni?, chiede Jep all'artista complessata, e questa non sa rispondere, non ne è proprio capace, e gli mostra tutta la sua superficialità, la sua studiata e complessa finzione. 
Col niente Jep si scontra per tutta la vita, e ne è parte di quel niente pur essendone vittima. Anche lui è pura immagine e apparenza, un personaggio costruito per compiacere gli altri, per adattarsi allo stile di vita che gli altri si aspettano da lui, per conquistarli tutti, per essere non quello che viene invitato alle feste, ma quello col ''potere di rovinare le feste''.
Ci si muove sempre nel nulla quindi, per tutta la pellicola, per tutto il tempo. Una camminata in questo stralcio di vita di Jep, che pure lui cammina, complice lo sconforto per la notizia della morte della sua storica fidanzatina. Ed è la struttura stessa del film a sembrare una camminata. Noiosa se si vuol dire la verità, lenta, che non sa bene dove vuole andare a finire. Perché è proprio questo uno degli aspetti di queste vite che ci vengono mostrate, si lasciano vivere senza un vero senso, senza qualcosa di profondo. E tu spettatore, sei lì che ti chiedi dove diavolo si voglia andare a parare, cosa succederà dopo, qual è il senso di tutto questo e dove cazzo sta questa grande bellezza.

La grande bellezza la si vede in tutto ciò che contiene questi disgraziati portatori sani di stupidità. La si vede in Roma, nell'arte vera rimasta immutata nel tempo che, silenziosa e pure lei schifata (c'è un bel gioco d'ombre in una certa scena che rende l'idea), è segregata a lontano ricordo, a sfondo immobile che fa da spettatore allo spettacolo vuoto dei suoi abitanti. La grande bellezza è quella che forse tutti vorrebbero trovare, ma non ci riescono, perché si sono persi e lasciati trasportare, distrarre dal niente.
E non sono solo questi aspiranti artisti, scrittori, pittori e imbrattatori di muri a rappresentare il nulla, ma sono anche gli esponenti della Chiesa. Suore al botulino, sacerdoti ai ristoranti che la povertà non sanno nemmeno cosa sia, preti chef che la spiritualità l'hanno lasciata sotto le scarpe e che rimbambiti dalla mondanità dimostrano di non capir nulla del posto in cui vivono (l'Italia ha davvero bisogno di scrittori! ci dice uno di questi). Anche loro puntualmente intrappolati nel vortice dell'apparenza. Emblematica, davvero, la scena in cui l'unica persona di chiesa, ovvero un'anzianissima suora considerata Santa, viene lasciata immobile in mezzo al giardino nell'attesa che ogni gruppo religioso si possa fare la foto con lei. Un circo!

La grande bellezza, più di tutto questo, sono le tette, come dicevo all'inizio. Non guardatemi male, vi prego, sono serio eh! Sono le tette di una ragazzina, della fidanzatina di Jep, ora scomparsa dopo più di quarant'anni. Jep ha un ricordo speciale per lei, per quel momento con lei, e lo notiamo ogni volta che lui si stende a letto e, solo, osserva il soffitto vedendo il mare. Si ricorda di quando era un ragazzo, in vacanza sull'isola del Giglio, di quella sera in cui la ragazza che l'ha fulminato, poco più grande di lui, gli sta di fronte, in una notte splendida sotto al faro. E si stanno per baciare, ma lei si sposta, fa due passi indietro...
La grande bellezza è un ragazzo con una cotta, e una voglia curiosa e mostruosa che è pura libido, e che finalmente viene soddisfatta. La grande bellezza è la volgarità sincera con cui questa ragazza si mostra a questo ragazzo. Non frivola, ma piena di significato, perché infondo è di questi momenti inaspettati, voluti e veri che la vita prende valore. Valore che il mondo della pura immagine e dell'arte vuota che non è arte, invece, tenta stupidamente di emulare.
Questo c'è di triste ne La grande bellezza. Che parla anche di noi, perché non sono solo quei cacasoldi della Roma bene ad essere così. Non ci credete? Non siete d'accordo? Uscite la sera, guardatevi intorno, guardatevi allo specchio. Poi fatevi un selfie e scrivete uno stato profondo, magari su quanto questo film vi faccia cacare e non meriti l'Oscar.

25/03/14

Tanti auguri CervelloBacato! Ma... CervelloBacato chi?

Ci siamo, è il momento. La verità è che questo post l'ho scritto e cancellato un certo numero di volte. N'è mica facile sapete? Uno se ne sta due anni tutto nascosto nel suo anonimato bello al calduccio e poi arriva il momento che si deve sputtanare davanti a tutto il mondo. Sia chiaro, ho usato il termine sputtanare perché suona aggressivo e minaccioso, così mi do un po' di carica fornendo appunto un'immagine di me aggressiva e minacciosa. State bene attenti, o voi che leggete, sono aggressivo e minaccioso!
Come mi avete visto in
questi 2 anni.
''Dici che funziona?''
''Mmhh non lo so proprio Cerv, non lo so...''
Dunque questo è un post che va a parlare a due tipi di pubblico, cioè voi che mi leggete da tanto e non sapete che faccia io abbia, e gli altri che conoscono la mia faccia e mi leggono praticamente da mai. Siete una bella coppia voi due pubblici, davvero. Mi state facendo venire un cancro ai marroni con questa storia del cercare di capire cosa scrivere per presentarmi. Che poi dovrò pur trovare un certo equilibrio d'ora in poi, vi pare? Mica posso scrivere ogni cacata mi viene in mente, no? Mmah...

Oddio, poche righe e sento già la pesantezza. Ricominciamo. Ciao, pubblici carissimi. Io sono CervelloBacato, e sono pure Davide, molto piacere. Sono un giovine ragazzo di ventiehmehm anni (anzi ora si può anche dire, di ventitré anni) che vive nel pisciatoio di Dio, ovvero Malo Thiene Schio, ma precisamente soltanto Malo, solo dovevo fare la rima carina e quindi ho tirato fuori tutta la filastrocca del pisciatoio di Dio. Gli altri due paeselli comunque, per voi altri debosciati che non sapete, sono appunto due paeselli situati nel nord est del caro italico stivale. Malo, dei tre, è il più piccolo, ma in compenso le dotazioni dei suoi abitanti maschi sono robe che... e questo è quanto. Donne, se volete fare una capatina da queste parti noi tutti vi diciamo grazie. Io v'aspetto eh! Il posto, giusto spiegare, si chiama pisciatoio di Dio perché ci piove sempre, e su questo non ci piove, a meno che chiaramente non nevichi, ma quest'anno ad esempio di neve non se n'è vista per niente, fa troppo caldo. Pensate che pare primavera da un sacco, c'ho i campi e i prati e giardini vicino casa che si sono tutti rincoglioniti già da febbraio e sputavano fuori fiori come fossero antani.

Un vecchio saggio una volta mi disse che quando si parla del meteo qualcosa non va. Io sto parlandovi del meteo e dovrei invece parlarvi di me.
Dicevo dunque che io sono nato e vissuto in questo posto. Di me posso dirvi che ho molte passioni, molte delle quali tutte lasciate a metà, alcune pure a metà della metà, tipo il clarinetto, passione coltivata a metà, che poi è diventato un sax, passione coltivata metà della metà, che fa un quarto. Cari ragazzi a cui do ripetizioni, impariamo ste frazioni eh! C'è stata poi anche la parentesi tastiera/pianoforte. ma lasciamola stare.
Riflessioni d'un certo tono a parte, ho anche qualche piccola passione che invece riesco a trascinarmi avanti. Film, serie tv, musica, lettura penso non valgano, troppo mainstream no? Allora c'è il Tennis, grande amore sportivo, in cui sono una sega patentata perché perdo sempre ma che in fin fine non mi vede malaccio perché mentre gioco ''sono bello da vedere''. Almeno questo è quel che mi dicono gli altri, e per altri intendo me medesimo e la mia mamma. Gentile la mamma. Un saluto alla mamma che sta leggendo, ciao mamma!
Oltre al tennis abbiamo la passione per le femmine, si esatto, le femmine, lo dico così proprio con nonchalance perché insomma non c'è niente di male nel parlare di femmine e di quanto mi piacciano. E' la natura. A voi che femmine piacciono? A me queste qui, le mie Gnocche con la G maiuscola, un elenco creato e spammato in lungo e in largo nel web per aumentare le visite al sito perché come sapete il pelo di figa tira che è una meraviglia, più dei buoi, lo dice pure Elio.
Ultima piccola passione infine, dopo tennis e femmine e altre cazzate che ho omesso, nominate non in ordine di importanza, è la scrittura.

21/03/14

L'ultimo (non troppo gentile) post di CervelloBacato: il culopesismo della blogosfera.

Ebbene sì, questo è l'ultimo post di CervelloBacato, perché poi, pur mantenendo il soprannome e pur scrivendo i miei consueti schizzi da doppia personalità, ci sarà pure il vero tizio dietro a tutto questo a metterci faccia e nome. 
Bacato: Ma perché, perché caro Cerv hai deciso di fare questa svolta?
Cervello: Perché mi sono un po' rotto le balle di come funziona la blogosfera, un po' rotto di alcuni comportamenti di altri blogger.
Bacato: Bene, ci stiamo per inimicare i follower?
Cervello: No, stiamo per dire la sacrosanta verità!

In quasi due anni, e c'ho smanettato su parecchio per farlo, ho raggiunto più di 120mila visite, più di 240 lettori fissi, ho scritto più di 400 merdate post, sono stati pubblicati più di 7500 commenti. Questi numeri, che sembrano grossi, e in effetti lo sono abbastanza, li ho raggiunti con ben poco aiuto. Cosa intendo dire (a parte che mi sto vantando un pochino)?
Molti lamentano del culopesismo degli italioti, quel limite che hanno nel promuovere le cose per cui provano passione, nel mettere la manina in tasca per offrire un cazzo di caffè simbolico e pagare. Pagare magari per un ebook, magari per un servizio online, magari per supportare quel ''lavoro'' di scrittura e ricerca, fatto con passione sì ma anche con fatica. Ecco, molti si lamentano di questo. La mia posizione, sui soldi e sul blogging, già la sapete. Se uno vuole pagare lo fa, se non vuole è liberissimo di non farlo. Ho trovato perciò superfluo non tanto il lamentarsi per il fatto che gli italiani qui non abbiano voglia di donare soldi, quanto più quello di dir loro (più o meno velatamente) che sono sostanzialmente degli idioti a non farlo.

Ma perché sto tirando fuori il discorso soldi? Dove voglio andare a parare? 
Voglio lamentarmi del fatto che c'è più culopesismo qui nella blogosfera che là fuori quando si tratta di pagare, che qui nella blogosfera c'è la vera essenza dell'essere italioti. Questo perché quando si tratta di donare, di tirar fuori i soldi per supportare, si va incontro ovviamente a un ostacolo successivo. Mettere le mani in tasca e tirar fuori l'euro lo sapete bene che non è una cosa molto automatica da queste parti, è proprio un fattore di abitudine, ci vuole tempo a metabolizzare. E trattare appunto l'argomento dando dell'idiota a chi non percepisce il bisogno di pagare qualcosa che già di per sé trova gratuito, secondo me è un po' stupido ed è in sostanza come se si avesse un paraocchi addosso, non ci si accorge di quel che si ha intorno.
Che senso ha sostenere la tesi della donazione e nel contempo ignorare bellamente il passo appena precedente, non accorgersi che il grosso del problema sta qui? La blogosfera, parola di uno che da anonimo ha dovuto scontrarsi di testa con questa tendenza, funziona quasi esclusivamente per favori, non per spirito di condivisione e supporto.

17/03/14

Starsi in culo da soli.

Come sapete al quando toglierò l'anonimo, il 25 marzozzone, manca poco. In questi giorni sto rivedendo tutto ciò che ho pubblicato nel blog dall'inizio alla fine. Una rottura di palle, devo dirvi la verità. Ci sono momenti in cui rileggo e mi diverto assai, alcune cose le avevo quasi rimosse, alcune battute le trovo brillanti. Sì, sto dicendo mi trovo simpatico da solo. Altri articoli però li leggo e... babba bia, che merda! 
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è l'abitudine, ormai quasi del tutto sparita, di ''virgolettare'' le parole che non esistono. Ero ''piuttostamente'' precisino a quanto pare, eccessivamente preoccupato che voi non avreste capito che io, in realtà, scrivevo male apposta. Altro orrore che mi sono ritrovato sono le frasi sceme con precisazioni tra parentesi subito dopo la loro fine (anche qui con l'intento di specificare il tutto, di nuovo temendo che voi non poteste capirmi). La peggiore merda in cui mi sono imbattuto però, porcocaxxo, è l'autocensura del linguaggio scurrile: caxxo, son cose che ti turbano nel profondo, davvero. E non parliamo dei punti esclamativi! Non fatemene parlare! Mai! Per cartiàdiddio! Perché pure quelli erano ovunque!!! Ma vi giuro, una cosa assurda!!!!
Accoppati Cerv!
Tralasciando il fatto che certi post racchiudono in sé una sorta di pesantezza sintattica esasperante, pesante quasi quanto la pesantezza del discorso che ho iniziato con questa nuova frase, io mi chiedo se forse non sono io ad essere troppo pignolo. Infondo è proprio da quei bruttipost che mi sono fatto conoscere, e insomma, a giudicare dai commenti non è che erano poi così brutti! Auto criticarmi mi prende davvero male... 
Il punto è che mi da fastidio dovermi correggere, ancor più fastidio accorgermi di dovermi correggere, e quest'ultimo aspetto mi punzecchia soprattutto nei racconti. A rileggerli a distanza di tempo, spesso e volentieri, trovo delle brutture davvero raccapriccianti. Come diamine ho fatto a non notare quelle virgole tutte sballate, quell'aggettivazione che stremerebbe persino il catafratto e sibaritico Dipré, e quelle frasi uscite fuori da chissà quale mente deviata?! Se fanno schifo a me, come posso sperare possano piacere a voi? 

Passo a voi la questione quindi: vi è mai capitato di rileggere i vostri vecchi post e, nel caso, i vostri vecchi racconti e sentire l'impellente necessità di cambiarli? E vi 'è mai capitato di starvi in coolo da soli? Vi giuro, un paio di volte mi sarei pigliato a cinquine da solo...

Bacato: ''Guarda che anche ora sei parecchio insopportabile...''
Cervello: ''Tu stazzitto tu!''

12/03/14

Il Marvellous Hotel e il Fun Cool 9: 2 concorsi molto fiqui che se non ci provate siete pirli.

Buongiorno a tutti! Arrivo molto in ritardo con le segnalazioni ma nonostante ciò sono ancora in tempo, o meglio, siete ancora in tempo, per partecipare e provarci, ma ve dovete dà na mossa pure voi però. Oggi vi parlo di due concorsi di scrittura, uno ideato da Paolo Ungheri detto il Narratore, che se volete conoscere un po' meglio è pure stato intervistato bacatamente dal sottoscritto, mentre l'altro dal pazzo Gelo Stellato, il cui vero nome in realtà non conosco.
Ma andiamo con ordine. Marvellous Hotel è l'idea del caro Narratore, e trovate il bando qui, sul blog Midnight Corner. Rubo le parole proprio scritte da lui per mostrarvi la particolarità che questo strano progetto si porta appresso: 

Il Marvellous Hotel è un luogo che non esiste nel piano fisico, non come lo intendiamo noi. È un luogo dove le persone trovano un riparo, un misterioso inseguitore, l’amore o la morte. Quello sta a voi deciderlo.
Il vostro compito sarà quello di raccontare una storia, una storia che dovrà essere ambientata in una stanza del Marvellous Hotel. Il come è a vostra discrezione.

Non ci sono limiti di genere, pornografia a parte, quindi nella vostra stanza potrà accadere di tutto.
I racconti dovranno essere di una lunghezza tra le 1500 parole minimo e 6500 massimo, il termine di scadenza per inviarli è il 30 aprile 2014, quindi ce la si può fare tranquillamente (io stesso ho l'idea ma devo ancora scriverla, maremma majala) e, cosa che sicuramente vi attirerà come mosche, si vincono premi molto succulenti: 50 euri al primo, 35 al secondo, 15 euro di buono Amazon al terzo, e ulteriori ed eventuali chicche per i successivi. Non vi resta che andare nel bando ufficiale a sbirciare!

Il secondo concorso si chiama Fun Cool 9, sfida serratissima questa che è alla sua nona edizione. La cosa curiosa di questo strambo giuoco è che si partecipa scrivendo un racconto composto soltanto da una frase. Sì, avete capito bene, un racconto intero, ma in una sola frase. Se volete un esempio di come diamine debbano essere questi racconti striminziti potete andare a sbirciare qui, nei racconti della passata edizione, e potete ammirare pure i miei due bambini. La scadenza per partecipare comunque qui è molto più vicina, si va infatti di domenica 19 marzo, ma essendo che sostanzialmente dovete scrivere una sola cacchio di frase vi basterà cogliere il momento d'ispirazione e buttarla giù. 
Il bando lo trovate QUI, i premi in palio sono succulenti libri ed ebook da sgranocchiare con gusto.

Che aspettate insomma? Avete voglia di scrivere? Andate e (pro)create!

P.s dato che è l'ultimo giorno ricordo che se vi va potete votarmi nella categoria umorismo degli IGBA. Potete farlo Qui, e io ve ne sarò grato forevah!

10/03/14

Nel paese delle creature selvagge: perché tornare bambini non è proprio facile.

Diretto da Spike Jonze e adattato dal romanzo illustrato Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, il film Nel paese delle creature selvagge (Where the wild things are) è un delicato (e abbastanza strambo) inno alla fanciullezza.
La storia infatti racconta di Max, un bambino dalla fervida immaginazione che vive con mamma e sorella maggiore, che si ritrova a dover affrontare un'età per lui difficile, fatta di solitudine, incomprensioni e contrasti quasi impossibili da gestire. La sua indole selvaggia e genuina viene talvolta anche assecondata, ma questo non è abbastanza, e all'ennesimo momento di sfogo in cui la rabbia in lui ha il sopravvento, Max scappa di casa, e addentrandosi in un bosco comincia la sua avventura in queste terre selvagge. Ciò accade con un passaggio tra realtà e fantasia che quasi non si nota, in un protendersi verso il meraviglioso che è naturale come lo sarebbe appunto per qualsiasi bambino nell'intento di giocare. Niente spiegazioni, niente tagli netti tra una realtà e l'altra, è così e basta. Max approda in un luogo incontaminato, abitato da enormi mostri antropomorfi col dono della parola, e che presentano personalità fortissime ed estremizzate differenti in ognuno di loro. Inizia così un bizzarro percorso di auto formazione tra divertimento sfrenato e situazioni imprevedibili.

Questo è un film strano, davvero. Nei primi minuti c'è un certo senso di incredulità nell'ascoltare i dialoghi assurdamente superficiali che questi mostri fanno col bambino. In un certo senso sono bambini pure loro, essendo appunto frutto della sua fantasia. Mi chiedevo se sarei riuscito a reggere una pellicola intera visti i toni così infantili. La risposta è che sì, ci si riesce alla grande.

Visivamente è tutto meraviglioso, a partire dalle creature selvagge, che sfoggiano un misto di cgi e pupazzoni pelosoni fantastico, fino ad arrivare ai paesaggi, costituiti da una natura vasta, potente e viva. Ciliegina sulla torta poi è lo splendido comparto musicale, che offre canzoni sia allegre e spensierate sia sinistre e un pelo inquietanti, spose perfette quindi di una fotografia pulita e un'atmosfera generale piuttosto onirica. Buio, alba, tramonto, cieli azzurri, petali di ciliegio che si cullano nel vento. E ancora neve, onde schiumose in tumulto e raffiche di sabbia in deserti bollenti... wow! E' tutto tremendamente suggestivo, una festa per gli occhi; sembra di stare davvero dentro a una fiaba.
Ma tralasciando ciò che si vede e ascolta, cosa ci resta di questa trama strambona?

Ci resta un forte senso di semplicità e spontaneità, lo stesso che provano i bambini, quello che chi è grande ha dimenticato e fatica a capire, praticamente quello che anche lo spettatore fatica a capire. C'è il rischio di annoiarsi un po', devo dirvi la verità. E' che tutte le situazioni che si vanno a sviluppare sono frutto di interazioni proprie di un bambino, e agli adulti, o almeno a me, i bambini dopo un po' rompono i maroni. Andiamo, non diciamoci balle. E' divertente giocare e stare ad ascoltare le storie strampalate dei pischelli, ma per cinque, dieci minuti, perché poi ti cascano i jambawamba. Lo stesso cascamento di jambawamba che rischia di arrivarti pure qui. Questo perché? Tutta colpa, a mio avviso, di un eccesso di tempi morti, oppure, addolcendo un po' la critica, di un ritmo troppo poco incisivo.
Ho detto però che si rischia la caduta di maroni, non che accade. Se lo si guarda bene infatti, si possono notare ''piccoli'' segni che fanno di questo film un bel film. Ogni mostro, dicevo, ha una personalità forte ed estremizzata. Ogni mostro difatti è un aspetto delle tante personalità così di Max come di qualsiasi altro bambino. C'è il mostro muto e un po' in disparte ma che obbedisce sempre e che poi ringrazia, che può rappresentare il senso di gratitudine che nei bambini non è molto semplice da tirar fuori. C'è invece, contrapposto a lui, il mostro critica, quello che ha sempre da mettere lo zampino (o lo zampone in questo caso) dappertutto, che deve dire la sua sempre, che semina zizzania, che è in disaccordo, che rompe i coglioni puntualmente. Vanità e presunzione mi vengono in mente. Oppure, ancora, quello che non viene mai ascoltato da nessuno, che è piccoletto, timido, un po' smorto ma che si lascia comunque trasportare dagli altri. Timidezza, insicurezza, gran desiderio di rivalsa. E così via tutti gli altri...
Tutto è all'estremo, tutto è selvaggio, anche l'amore.

Ok, non sto ad elencarveli, altrimenti poi che palle mettersi a guardare. Però vi invito a notare il modo che avrà Max di approcciarsi a loro e il modo in cui, conoscendoli, si accorgerà che ogni aspetto delle varie personalità ha i suoi pro e i suoi contro all'interno delle relazioni. Pro che vi faranno sorridere e sentire ''coccolati'', e contro che vi metteranno addosso ansia e perché no, anche un po' di paura.
Perché è di relazioni qui che si parla, e della difficoltà che un bambino in crescita può avere nel comprenderle, affrontarle, e magari pure risolverle.
In conclusione questo è un film un po' particolare, che sicuramente non può piacere a tutti. E' un bel film secondo me, non esente da difetti, ma che se apprezzato lascia a fine visione molto più che un sorriso sulle labbra, e soprattutto una certa nostalgia per quando si era bambini e anche noi si conoscevano ''le cose selvagge''. Quelle stesse cose che spesso, da grandi, dimentichiamo perché ormai addomesticati.

07/03/14

L'occhio di Emily.

Era nel suo letto, nella sua stanza, al buio e nel silenzio, ma di dormire come al solito proprio non le riusciva, così come di muoversi. Restava immobile a pancia in su, senza emettere un fiato, e fissava a occhi sbarrati quell'altro occhio, che la scrutava insistente da una manciata di minuti. Era una cosa enorme, grande quasi quanto lei, una bambina di dieci anni, e se ne stava sospesa a mezz'aria a puntarle la sua rabbia silenziosa addosso. Assieme alla rabbia poi, c'era pure la bava: un quantitativo spaventoso di fluido caldo che colava dalle palpebre ad ogni battito di ciglia. La piccola ne era inondata, le coperte di lana pure, inzuppate dalla nauseabonda sostanza sanguinolenta. 
Emily non poteva muoversi ma ogni tanto, quando l'istinto di sopravvivenza prendeva il sopravvento sulla paura, un tremito più forte la scuoteva di un poco dal tacito immobilismo. Voleva urlare Emily, ma non le riusciva. Voleva anche scappare, oppure tirare un pugno a quel coso orrendo che galleggiando sopra di lei la violava con insistenza. La pupilla nera e maligna , l'iride smeraldina, la sclerotica di un insano giallo limone. Non bastasse poi, la piccola finiva sempre col soffocare. Quando l'occhio puntava il suo viso, sbattendo ancora e ancora le palpebre, le riversava la bava schifosa proprio in faccia, e lei, non potendosi muovere, respirava sempre meno aria e sempre più morte.
Il suo petto striminzito andava su e giù, con più foga, più veloce, il mostro occhio sopra di lei sempre più sfocato. E infine il peggio passava, e tutto si risolveva: lei tossiva e sputava fuori, boccheggiava in cerca d'ossigeno ansimando e gridando assieme, finché qualcuno nell'altra stanza non la sentiva in preda agli spasmi. La madre allora apriva la porta, la raccoglieva da quel lago di sudore, e si curava dell'ennesimo attacco d'asma.
Emily, sguardo privo di senno, cercava un qualcosa, da qualche parte, che già non ricordava più.

05/03/14

2 anni di CervelloBacato: l'invito di compleanno!

Buongiorno cari donzelli, come ve la passate? Qui nel piovoso Nord(e) tutto bene. 
Oggi parliamo di inviti di compleanno! Che ho in mente? Ho in mente che il 25 marzo il blog compie due anni, e ho pure in mente che è da un po' di tempo che vado dicendovi della mia imminente disanonimizzazione. Ebbene sarà proprio al secondo compleanno di CervelloBacato che quel coglionazzo che sta dietro a questo bizzarro pseudonimo si mostrerà a voi in tutta la sua bruttezza. Penso sia giunta l'ora quindi di mettere una bella faccia a questo cazzo di sorriso che tento di comunicarvi con l'idiozia dei miei post. 
Quindi nulla. Io v'aspetto per festeggiare due anni di boiate tutti insieme. Scriverò qualcosa di carino, promesso, anche perché non vorrei proprio lasciarvi in balia del vero me e basta, che quello mica è abituato a gestire un blog. Voi portate da bere quindi, e poi ci si sbronza tutti a colpi di foto, rutti, e via discorrendo.
Per quanto riguarda l'abbigliamento agli uomini consiglio qualcosa di non troppo elegante, mentre le donne possono vestirsi come più gradiscono, anche senza nulla se proprio non sanno decidersi!

Vi lascio intanto con una domanda già fatta tempo fa in questo post, e che ha visto risposte davvero assurde: ma voi, come diavolo immaginate che io sia?
Chi sa qualcosa, ovviamente, non risponda alla domanda :D

Ci (mi) si vede il 25 marzo, a presto!

P.s Un ringraziamento molto speciale a Cyberluke per aver creato l'immagine di invito. Ora mi sento un vero PR da discoteca ;)

03/03/14

TrailerZ #3

Benvenuti al terzo appuntamento con la rubrica TrailerZ, il contenitore di trailersss e news plasmato secondo i miei personalissimi gusti cinematografì. Tre, due, uno... si riparte!

Godzilla

Che bisogno c'era di fare un film su Godzilla, il buon vecchio kaiju che pure Emmerich aveva portato sul grande schermo non molti anni fa e pure con un discreto successo? Ma soprattutto, visto il potentissimo Pacific Rim, che figura può mai fare il singolo mostrone Godzilla (per quanto megaggigante sia) se confrontato appunto con quel tripudio di botte da orbi che ci siamo visti quest'estate tra jaeger e alieni spacca culi?!
Il trailer parla da solo, e dice a gran voce: il bisogno magari non c'è, ma noi ce la si, può, fare!!!

Interstellar

Aspetto Christopher Nolan più di tutti quest'anno. Da questo trailer non si vede molto, e a dire la verità, a parte Inception, tutti gli spot degli altri film di Nolan non m'erano mai garbati. Ma i film... lì è tutta un'altra storia. Da chi m'ha fatto sognare con The Prestige mi aspetto sempre grandissime meraviglie.

The double

Curioso di vedere questa bizzaria, ancor più di vedere Jesse Eisenberg all'opera.

Guardians of the galaxy

Il cinefumetto dell'anno? Non lo so, ma il procione e l'albero tirano quasi quanto un pelo di fica! Sono rimasto un po' stupito per l'umorismo, ma infondo io non so una mazza dei guardiani fumettisticamente parlando, quindi ecco.

Newsaccazzo!

Oscar 2014: La grande bellezza vince come miglior film straniero, Gravity s'acchiappa ben 7 Academy Awards e Di Caprio se lo piglia nel sedere per l'ennesima volta (miglior attore protagonista è Matthew McConaughey).

Ci lascia il 24 febbraio Harold Ramis, il famoso acchiappafantasmi Egon Spengler. La volontà di riproporre il franchise con Ghost Buster 3 però non sembrerebbe scemata, solo che ora si è aggiunto quest'altro, ennesimo, piccolo ostacolo.
Sarà in qualunque caso un bel film *-*

Il film di Veronica Mars non uscirà nelle sale italiane ma sarà direttamente disponibile in digital download dal 14 marzo (15 maggio in dvd e niente bluray). Finanziato attraverso Kickstarter dai fan affezionatissimi vedrà il ritorno di Kristen Bell nei panni della giovane detective. Che gran bonazza Kristen Bell!

In un intervista rilasciata a Fox Buisness Network Jeffrey Katzenberg rivela ci sarà probabilmente un nuovo, di cui non sentivamo assolutamente la necessità, capitolo di Shrek. Che palle!

I Fantastici 4 hanno tutti una faccia, e quella faccia è di culo. La Torcia Umana come detto la scorsa volta s'è carbonizzata, sua sorella Susan invece è bianca come un cencio. Capito bene? Sua sorella! Lui nero, lei bianca. Boh! Mr. Fantastic lo piglierei a sberle e La Cosa c'ha delle orecchie a sventola che manco Dumbo. Bleah! Ma il tono sarà molto serio promettono, niente commedia. Sivvabbè.

I fantastici 4 facce di culo...
La Fox punta a sputar fuori un film di Spiderman all'anno. In regia sempre Marc Webb, che verrà probabilmente accompagnato da Alex Kurtzman futuro regista dietro al film di Venom. Amy Pascal, co presidente Sony, dice ''Stiamo espandendo l'universo di Spider-Man con "I Sinistri Sei" e "Venom", in modo da avere un film di Spider-Man all'anno.''. Esticazzi non ce lo metti? Io aspetterei di vedere il secondo episodio come va...

Gli Avengers si preparano per girare in Valle d'Aosta, nel mentre Hulk gira le sue scene in Sud Africa. Che pensare per il momento di Age of Ultron? Non lo so, i miei pensieri vanno solo a Elisabeth Olsen, la gemellina che ho sempre voluto come morosa.

28/02/14

Concorso di scrittura, febbraioli festeggiamenti, Bukowski e tette citazioniste.

Buongiorno regazzi!
Di che voglio parlarvi oggi?
Intanto vi segnalo un concorso di scrittura ideato dal buon Salomon Xeno, che dal blog Argonauta Xeno anche quest'anno ci offre la possibilità di partecipare al 3 Narratori, stavolta ''rinnovato'' e con un sottotitolo piuttosto intrigante che vi invito ad approfondire seguendo il bando del concorso al link. 3 Narratori- il libro delle ombre sono sicuro stuzzicherà più di qualcuno di voi. Io parteciperò come feci l'anno scorso (scrivendo 'The will of the gods'), sto solo aspettando mi venga una buona idea. Sì, aspetta e spera. La data di scadenza è per il 12 maggio, correte!
''Nessun individuo può sfuggire alla propria ombra''

Poi volevo dirvi che, uhmm...
Questo fine settimana c'è stata una quadrupla festicciola di compleanno. Avendo amici febbraioli come me (febbraio si chiama così proprio per il fatto che ci sono alte probabilità di prendere la febbre, e se non lo sapevate documentatevi, ignoranti!) s'è colta l'occasione per augurare buoni ventiehmehm anni a tutti quanti. Come regalo sapete che m'è arrivato? Una magnifica, splendida, profumata e soprattutto utilissima... schiuma da barbara! Nello specifico: una schiuma da barbara per uso frequente. Davvero, utilissima, grazie, stronzi! :)
Ve ne parlerò con qualche fotonica in allegato più avanti, vedrete.

Martedì sono stato a Verona con un'amica, shopping di libri. Libri universitari. Che gioia leggere i libri di studio. Però ho letto pure un libricino di racconti di Bukowski. Sapete, ho le bacheche intasate da ragazze con le tette al vento (cosa che non disdegno affatto), tette citazioniste per esser precisi, quelle che con le citazioni di zio Charles ci vanno a braccetto per dare l'aria intellettuale. A me le tette piacciono pure normali, poi fate voi. Ero in biblioteca pochi giorni fa comunque, e ho visto il libro di zio e me lo son pigliato. Ho pensato a quanto possa essere magnetica la sua maniera di scrivere, perché parla di cose semplici e quotidiane ma lo fa in un modo così affascinante che ti ci restano incollati gli occhi. ''Confessioni di un codardo'' era, un libro pieno di sbronzi e bar.

Ho perso il kindle. Non lo trovo più, sul serio. Dove cazzo l'ho messo? Perché perdo tutto? Perché sono disordinato! Poche persone hanno potuto vedere la mia stanza al suo stato naturale, quello quasi quotidiano per intenderci, e queste poche ne sono rimaste giustamente sconvolte. Sono un porco di natura. Non amo il casino ma la pigrizia mi violenta puntualmente. Violenta pure la mia stanza di conseguenza. Rimedi a tutto ciò? Donne, venite a trovarmi. (questo blog sta diventando peggio di Uomini e donne della defilippa, c'è da preoccuparsi...)

Sto ascoltando Stromae, quello che canta in francese, quello diventato famoso un paio d'anni fa con Alors on dance. Uhm, mi fa schifetto. Ma fin che spotify va tu lascialo andare. Lo lascio andare allora. Ora stendo i panni che sembra stia venendo la prima, vera, primavera. Lo dicono pure i prati davanti casa e quindi c'è da crederci. A meno che i prati davanti casa mia non si siano tutti rincoglioniti scacazzando fiori in ogni dove.
Allora ciao!!! Vi saluto coi tre punti esclamativi perché sento il bisogno d'urlare. Il motivo? Una nonnasordata nuova nuova che vi posterò presto. Qui le nonnasordate storiche. Allora ciao allora!!!

26/02/14

Cerco il vostro voto per... l'Italian Gay Blogger Award 14?! Sì, e pure per una O misteriosa.

Ciao ragazzi. Piccolo post fuori programma perché in effetti oggi dovevo metterci un'altra cosa ma amen dato che è successo questo e quindi ora con vostro sommo compiacimento termino pure la frase che state leggendo così potete respirare dato che non sto usando la punteggiatura e la cosa mi diverte sempre abbastanza.
Ok, dicevo, lo so, il titolo forse vi lascia sbigottiti. E' che praticamente ho scoperto d'esser stato infilato nella categoria umorismo degli Italian Gay Blogger Award 14, che è alla sua seconda edizione. Tale concorso, come recita il bando, ha l’intento di premiare il lavoro dei blogger e i blog che ogni giorno parlano di temi LGBTQ cercando di sdoganare, in tutte le sue forme, la questione omosessuale nel Paese. Cioè, mica male per uno che LGBTO non sapeva manco che volesse dì fino a un anno fa, nè? Che poi tra l'altro no, fermi un secondo... Lesbiche Gay Bisessuali Transgender e... Ottantenni? Orsi? Orangotanghi Ovovivipari? Oberyn Martell's fan? Occupanti di Wall Street? Che è quella O?

Capite? Io oggi vi scrivo perché siete in dovere morale di farlo, di votarmi, perché io non so cosa significhi quella O finale e nel caso vincessi l'ambito award, oltre a provare a portare la pace nel mondo e a risolvere la crisi finanziaria italiana e mondiale, potrei pure vantarmi di aver vinto un concorso del quale mi sfugge una O. Ammattetelo, sarebbe fico. E so per certo che quando me lo spiegherete di quella O misteriosa, io mi renderò conto dell'immane figura dimmerda che sto facendo in questo momento tentando di fare il simpatico ammettendo la mia ignoranza. Vabè, ci penserò al momento opportuno a come meglio sotterrarmi, suvvia.

Votare, comunque, è semplicissimo!
Vi basterà andare QUI accedendo con faccialibro e clicckarmi tutto dicendo al mondo ''Io sto votando CervelloBacato perché mi piace, non perché altrimenti s'incazza e mi da fuoco ai capelli e non mi parla più!''
Il concorso comunque ha validità dal giorno mercoledì 26 ore 00:00 alle 23:59 di mercoledì 12 marzo. Nel caso il mio post minaccia d'invito vi arrivi dunque, se vi va, un voto mi fa piacere di sicuro ;)




24/02/14

Consuma l'ozono e conquista la femmina!

Il carnevale non m'è mai piaciuto un granché a dir la verità. E' pieno dei tipici colori primaverili e c'è il tipico freddo stronzo dell'inverno, una contraddizione che il mio tipico cervello ritardato non riesce proprio a sopportare. Avete ragione a pensare che quest'associazione tra colori delle maschere e colori di fiori primaverili sia pure un po' assurda, ma che ci volete fare, sono idiota e quindi ci penso.
Ricordo però che una volta mi ci divertivo al carnevale. Dicono che nel mio paesino-sputo si tenga la sfilata di carri mascherati più bella del Veneto. Sì, proprio, ci dovete crederci. Sta di fatto che quand'ero pischello mi garbavano assai le suddette sfilate. Ricordo che, a differenza degli ultimi anni, non si badava di certo a spese, e oltre ad avere ospiti importanti come Le veline di Striscia la Notizia, oppure le Letterine di Passaparola, o molto altro figaio assortito del mondo dello spettacolo, c'erano anche dei carri molto più grossi. Ricordo questo Clown immenso, altissimo, che ogni 30 metri di strada doveva abbassarsi per non farsi mozzare la testa dai fili della corrente che passavano tra i tetti dei palazzi del centro. Oppure un diavolo rosso con gli occhi terrificanti, e le regazzine vestite da diavolette che ballavano tutt'attorno. Pure da piccolo, come si evince dalle mie parole, ero un po' zozzarello e pensavo alla giordana.

La canzone-ricordo che mi viene in mente per questa puntata di MusicalMente è forse una delle più famose dei Cartoons, ovvero Witch Doctor, che per diversi anni è stata la colonna sonora su cui costruivano i balletti degli sfilanti. Ricordo questo episodio, in un freddo febbraio del 2003, seconda media quindi, in cui avevo indosso il mio primo profumo, regalatomi qualche settimana prima per il compleanno.
T'hanno regalato un profumo perché evidentemente puzzi! m'aveva detto la mamma. Grazie per la delicatezza, mamma!
In quella sfilata comunque, sapevo benissimo avrei intravisto una mia compagna di classe, una carina eh, con gli occhi blu e capelli castani. Quindi misi il profumo, mi vestii, e andai con un amico a farmi il classico giretto  per il centro a vedere il carnevale. Girai e girai, con la scusa di voler vedere tutti i carri, anche se in realtà me ne fregava n'cazzo, finché non la vidi la donzella, che gironzolava pure lei assieme a un'amica.
''Forza Cervello, siete compagni, datti da fare. Vai lì, la saluti, ci fai due chiacchiere.''
''Bacà, ma se poi mi snobba e se ne va? Se faccio la figura del palo? Io c'ho quasi mai parlato con questa!''
''Ma se l'hai pure invitata al compleanno ed è venuta, cazzo di problemi mentali hai?''
''Ho capito ma, cioè, insomma...''
''Ci siamo pure messi il profumo, senti che roba, sembriamo un ArbreMagique formato gigante e sinceramente mi da pure un po' fastidio aver sprecato mezza bomboletta e aver contribuito di certo all'allargamento del buco nell'ozono, muoviti e conquista la femmina!!!''

''Oh, guarda!'' mi fa l'amico interrompendo il mio delirio interiore. ''C'è OcchiBlu, andiamo a salutarla.'', e sto disgraziato s'incammina con nonchalance verso di lei, inconsapevole del mio disagio intellettuale.
Lo seguo, mi sento un po' in imbarazzo, le arrivo davanti e ci diciamo due scemate che non ricordo affatto. Poi lei e l'amica se ne vanno, cambiano posto.
''Visto? Non mi ha notato per niente, parlava più con l'amicovaffanculo.''
''Per questo dobbiamo riprovarci!... coff coff...''
Più avanti, minuti dopo, la rivedo, e sono altre due parole, ma niente di più. E intanto il carro mascherato spara a tutto volume ''Ooo eee oo ah ah, ting tang walla walla bing bang, ooo eee...'' e io quasi mi soffoco per l'alone di muschio bianco che mi porto appresso.
Ci avrei messo più di un anno a prendere confidenza con OcchiBlu, diventandone poi un buon amico. A ripensarci la mia imbranataggine mi fa sorridere, ma a ripensarci ancora meglio, un imbranato io lo sono tutt'ora. Se non altro, col tempo, ho imparato ad andarci piano con le bombolette di profumo!

21/02/14

The impossible: l'istante di silenzio appena prima dell'orrore.

Quando vidi il trailer al cinema ricordo che in sala piombò di colpo il silenzio. Lo stesso silenzio l'ho rivissuto assistendo a ''quella scena'', così terribile, così magnifica, così impossibile da concepire.
The Impossible, anno 2012, diretto da Juan Antonio Bayona e sceneggiato da Sergio G. Sanchez, racconta ciò che accadde il 26 dicembre 2004 in Thailandia, quando quel famoso tsunami devastò la vita di centinaia di migliaia di persone, e lo fa ispirandosi alla vera vicenda di una famiglia che l'ha provato sulla propria pelle.
Agghiacciante...

Il film si apre nel più banale e tranquillo dei modi, ovvero mostrando i protagonisti immersi nella loro quotidianità, assieme quindi alla felicità e alla quiete per la vacanza che stanno per godersi, alle loro dinamiche abituali, e ai problemi che bene o male tutti si portano dietro. Tutto questo non tanto per farci provare successivamente empatia verso di loro, ma piuttosto per evidenziare con maggior forza quanto la vita nella sua totalità sia misera e flebile di fronte a una calamità naturale di tale portata.
Quel che rimane davvero impresso di questo film è proprio l'attimo prima dell'onda, quell'istante di silenzio in cui sai bene cosa sta per accadere e osservi impotente la tragedia che ne seguirà appena dopo. Nel momento in cui si rendono conto di quell'impossibile che li sta per travolgere, è già troppo tardi, non c'è nulla che si possa fare.
Non è solo un'onda, è l'intero mare che si sposta in avanti e travolge tutto; ed è sporco, violento, inconcepibile. Si rimane lì, bocca aperta, e si assiste pensando continuamente che quel che si vede, reso tra l'altro in maniera eccellente, non è stata finzione per quelle persone. E se da un lato quindi si gode per quello spettacolo meraviglioso che il cinema riesce a fare, dall'altro ci si sente minuscoli e pure molto fortunati a partecipare a qualcosa del genere al sicuro, comodamente seduti davanti allo schermo.
La prima parte del film quindi è tutta giocata su questo. Prima lo tsunami, poi la presa di coscienza di quel che si sta vivendo. Sono scene bellissime, ricreate davvero in grande stile tanto da chiedersi come abbiamo fatto a girare una cosa simile. Scenari così immensi che sbattono in faccia con violenza quanto insignificante può essere l'uomo, con tutto quel che gli gravita attorno, quando alla natura gli gira male e si scatena.

Il post tsunami è invece presentato nella parte più corposa della pellicola, che mostra le peripezie dei protagonisti nei giorni successivi al 26 dicembre. Naomi Watts e Ewan McGregor, i due nomi grossi di The Impossible, vengono qui quasi sorpassati dal giovanissimo Tom Holland, che interpreta bene la parte del loro figlio maggiore, ragazzo diviso tra il voler occuparsi dei propri cari e il voler fare qualcosa anche per tutti gli altri disgraziati bisognosi d'aiuto. Sarà grazie a lui, soprattutto, che si avrà una panoramica della devastazione del maremoto, tanto nell'ambiente quanto nella psicologia delle persone.
Nulla è rimasto intero e salvo, dalle case alla vegetazione, fino ad arrivare alla psiche e ai corpi di chi è sopravvissuto. Ma nonostante tutto è proprio qui che una luce si intravede, ed costituita dall'umanità e dalla profonda bontà che l'essere umano riesce a dimostrare nei momenti di massimo sconforto. Il sentimento di fraternità è ciò che scalda il cuore dopo l'incubo orrendo cui si è assistito.

Tutto si chiude, ovviamente, col lieto fine, che altrimenti, così non fosse, come ci sarebbe arrivata a noi questa storia di una tragedia vissuta? Il difetto, forse, sta proprio qui. Il finale è scontato, lo sappiamo bene, e proprio per questo si poteva presentarlo in maniera più sobria e meno zuccherosa. Molti infatti sono i momenti di forte impatto emotivo rovinati da un accompagnamento musicale troppo incisivo, che vuole marcare ed enfatizzare i sentimenti di rivalsa contro l'orrore quando non ce ne sarebbe assolutamente bisogno. Una cosa fastidiosa, e non poco. E a questo si aggiungono non solo inquadrature che si soffermano troppo su certi momenti "positivi", ma anche il terribile mostro del cliché ''Ora Voglio Frustrare lo Spettatore Col Giochetto del Tutti Insieme ma Nessuno si Vede!''. 
La vera famiglia.
In che consiste? Non è il caso ve lo dica, tanto si capisce già bene dal nome stesso, o così non fosse lo riconoscerete in 0,2 secondi una volta che ce l'avrete sotto il naso. Insomma un vero peccato, anche perché sempre sul finale, ci sarà un altro momento ricollegato all'onda che sarà non solo coinvolgente a livello di significato e senso, ma anche appagante dal semplice punto di vista estetico.

Un film piacevole quindi, non adatto forse a chi prova molto disagio con storie "ansiose", ma che poteva sicuramente venir fuori meglio. Di certo ne vale la pena anche solo per la prima, terribile, mezz'ora.

19/02/14

Le Interviste Bacate #13: metiu (casalingo disperato)

Lo so, si è fatta attendere un po', ma benvenuti alla tredicesima Intervista Bacata! In nostra compagnia il caro metiu, un tipo un pochino strano. Vedrete! A voi...

Cervello:
Benvenuto caro metiu alla 13ima intervista bacata. Hai l'ansia? Palpitazioni? Un po' di febbra?

metiu:
grazie! tredicesima?! non sono superstizioso ma sto digitando sul pc col naso perchè le mani sono impegnate sotto la scrivania

Bacato:
Masturbazione? Non è l'ora dei porno! Beh ma con internet in effetti...
Cervello:
Le corna, somaro. Suvvia, parlaci di te e del tuo blog. Chi sei in questo mondo virtuale, caro casalingo? Perché questo nome?

metiu:
adoro i dissociati, caro cervello e caro bacato, perché un po' lo sono anch'io. ho scelto il nome di casalingo disperato perchè secondo un'indagine di mercato piace alle blogger

l'avatar di metiu
Bacato:
Ti confesserò una cosa: il mio pubblico è prevalentemente femminile... però con Brad dovresti andar bene.
Cervello:
Comunque sia, che ci troviamo nel tuo blog? Ricette di cucina? Tecniche di lavaggio asciugatura piatti innovative?!

metiu:
lo so, lo so, che la tua casa virtuale è ben frequentata. nel mio blog c'è (spero) soprattutto un po' di buonumore. come dice uno bravo l'allegria di questi tempi è una forma di resistenza. naturalmente sì, ci sono anche ricette su come scongelare i surgelati meglio di maledetta parodi: la rubrica si chiama "fornelli disperati"

Cervello:
Ma una maledetta parodi che ti gira per casa non ce l'hai? Una dolce metà diciamo. Ma... un momento. Quanti anni hai metiu desperate houswife?
Bacato:
Tanto mica sei donna, se pò chiede.

metiu:
giusto! ho 42 anni, vivo da solo, a maledette parodi mi difendo ma mi danno tutte come causa persa in cucina... e c'hanno ragione

Cervello:
Ammazza, da come ti si legge dimostri uno spirito molto youngwildandfree, complimenti.
Bacato:
Come dirti che a 40anni sei vecchio. Che stile il nostro Cerv...

metiu:
:) lo spirito è tutto, come diceva matusalemme. diciamo che cerco di tenermi aggiornato. comunque youngwildandfree me lo faccio scrivere come professione quando rinnovo la carta d'identità

Cervello:
Poi fotografala che mi fa piacere! Comunque sia andiamo avanti. Domanda che sorge spontanea... perché diamine non usi mai le maiuscole?! Né qui ora, né nel blog. Che diavoleria è mai questa?

metiu:
sono un sostenitore dell'uguaglianza di tutte le lettere davanti al punto. e poi è comodo, no?

bacato:
in effetti è comodo. mio sensei, lascia che mi inchini a te!
Cervello:
Si lascia trasportare così facile... parliamo di te e della tua vita. Sei una persona felice? Uno di quelli che casa disperato ma al lavoro fa scintille?

metiu:
no bac, tirati su! mi stavo per inchinare anch'io e finisce che zucchiamo. diciamo che sono un tipo contento - la felicità mi sembra una roba troppo cinematografica. faccio un lavoro che mi piace, quello sì, niente scintille ma tante parole (lavoro nella comunicazione)

Cervello:
Ohh questo mi interessa. Cosa combini di bello? Che hai studiato? Rispondi in rima o non vale.

17/02/14

Se da un lato fa schifo, dall'altro è pure peggio.

Se da un lato ho male ovunque in tutto il corpo, dall'altro posso dire di essere soddisfatto perché i risultati, in questa seconda giornata di snowboard, sono stati davvero... no un cazzo, non è cambiato quasi nulla rispetto alla prima volta! Ho male ovunque e sono andato pure abbastanza dammerda.
Sabato mattina ce ne siamo andati verso le montagne trentine a buttarci giù con la tavola. Ebbene, sorpresa sorpresa, c'erano poche piste blu (quelle più fattibili per intenderci) e per arrivarci si dovevano fare tratti di pista rossa (quelle puttane per intenderci). Vi dico soltanto che un pezzo ho dovuto farlo tutto culo a terra, non riuscendo nemmeno a risollevarmi vista la ripidità. Anzi, vi dico anche un'altra cosa: sono una pippa, quindi credeteci ma non troppo quando descrivo la difficoltà delle piste, che a me comunque parevano tutte quasi verticali. Come dite? Ci sarebbero pure le piste nere che sono sul seriamente un dito nel culo? Se ne riparla tra una ventina d'anni di pratica.

Se da un lato oggi scriverò poco, dall'altro posso dirvi che lo scriverò comodo, nel senso che sono stravaccato sulla sedia a digitare dal mio piccì. Sì, mi è ritornato il computer, alleluja! I piani per queste due settimane credo consisteranno nel sistemare tutti tutti ma proprio tutti i testi che ho scritto, finire i racconti che devo ancora pubblicare, e iniziare quel lavoro di correzione e aggiustatura, nonché cancellatura temo, di ogni singolo post pubblicato su codesto blog. Questo perché...

Ce la puoi Cerv!
Se da un lato sono un blogger anonimo, dall'altro mi sto preparando a disanonimizzare tutto. Ho ottenuto buonissimi risultati in questi quasi due anni, risultati che si notano in pubblico e interazioni, ma ora voglio provare a metterci pure la faccia e vedere se e cosa succede. Come avrete notato, cari compari blogger, qui si tende un po' troppo a scrivere per noi stessi, come dissi tempo fa in questo post. Io ho voglia di provare a scrivere anche per chi legge e basta, non per forza per altri blogger. Non voglio precludermi nulla. Non sto dicendo ovviamente che il mio pubblico attuale sia composto da soli scrittori e scribacchini (come me), ma che la maggior parte di esso però lo è. And so? State attenti, perché se è vero che voglio mostarmi è anche vero che voglio farlo in un certo modo. Un modo stupido, chiaro.

Se da un lato la tredicesima Intervista Bacata sarebbe dovuta uscire venerdì prima e oggi poi, dall'altro vi dico che uscirà mercoledì, perché ci sto mettendo un pochino a stenderla in maniera giusta. Sapete, ci sono sempre casini con i caporiga, l'allineamento e tutta un'altra serie di cose noiosissime di cui non vi parlerò. Quindi abbiate pazienza che arriverà. Soprattutto tu, amico/a intervistato, che qui sto trascinando le cose per le lunghe ed è solo colpa mia. Ma insomma, sono fatto così, un po' coglione e un po'... coglione uguale.

Se da un lato questo post orrendo sta per finire, dall'altro vi anticipo ci sarà un guest post a breve. Comparirò da qualche altra parte tra qualche altro giorno, ma non vi dico nulla gnè gnè.
Vi saluto.
Non odiatemi se scrivo porcate per favore.  Perché se da un lato volevo offrirvi qualcosa di intellettualmente gratificante, dall'altro la mia pigrizia ha avuto il sopravvento, ma perlomeno col titolo v'avevo avvertito del pericolo.

14/02/14

San Valentino: omosessuali termici.

Oggi è S. Valentino e io mi sono accorto di non aver scritto un post a tema. Sarebbe stato bello parlarvi di questa tradizione (da molti ritenuta figlia del consumismo spicciolo, del vil denaro e dei cazzi e mazzi vari) con discorsi brillanti e umoristici, nonché ricchi di sagacia. Purtroppo per voi però, non avevo abbastanza fantasia e voglia di scriverlo. Quindi che fare?
Arrivano in soccorso i... Tadàaan: cazzi miei!, che in un modo o nell'altro, volendo proprio fare una forzatura, rientrano nel campo del romanticismo e dei momenti emozione pura che sono tipici della giornata sanvalentiniana. Si insomma, parliamo di coppiette, di intimità e di terme.

Era domenica mattina ed ero parecchio annoiato, quindi ho pensato: Sai che c'è? C'è che io non c'ho cazzi di stare a casa a studiare e quindi approfitto dei miei che ci vanno e mi faccio un pomeriggio alle terme.
Seguiamo la fila di auto dei nostri ( + amici) per l'autostrada; siamo io, l'amico D che guida, mia zia e la cuginetta, e arriviamo alle terme verso le 4 di pomeriggio. 
"La cosa più bella è quando entri in acqua. Vedrai, è così calda che uaaaaaahhh ti sembrerà ti perdere le forze all'istante!" dico a D che è termicamente vergine. E quindi il tempo di entrare, pagare e cambiarci, e via, siamo dentro, e mi accorgo d'aver detto la cazzata. Altro che acqua calda, la cosa più bella sono i culi delle regazze in costume! So che può sembrare una cosa volgare da dire ma ehi, è S. Valentino da poche ore e sono già in astinenza da baci perugina (i cioccolatini preferiti anche da Dio) che quest'anno non me li regala nessuno, lasciatemi porcheggiare col pensiero.

Insomma siamo giovani, siamo single, siamo in pieno inverno e noi non si vede un pezzo di figa al vento manco a pagarlo, vedi tu se non ci sentiamo ingrifati come grifoni in calore? (qui , se interessati, trovate info sull'accoppiamento dei grifoni, perché cervellobacato è anche cuLtura). Entriamo in acqua e sì, si sta da papa, e ci sono le lucette, le grotte finte con le vasche particolari, le piscine all'aperto, il bar dentro la piscina e pure una barista niente male che "Oh, dopo spritzetto e ci si va a provare, ok?". Ma prima ci aspetta il freddo cane dell'aria invernale, il cielo che tende al buio, il fumo che si alza dall'acqua bollente... ahh adesso si che si gode, benvenuti nella valle incantata!
Mi guardo bene intorno, si guarda pure lui intorno, tra un culo, qualche gamba snella e due tettazze, e ci si accorge di un piccolo particolare: questo posto è pieno di coppiette, coppiette ovunque, coppiette pomiciatrici in ogni angolo, coppiette come fossero antani! Cos'è, staranno mica copulando in acqua quelli, no?
Intimoriti dal tripudio di spermatici girini che le acque nelle vicinanze di quel brulicare di giovani amanti potrebbero contenere, ci spostiamo verso altre zone meno popolate.
"Uh, non c'è nessuno in questa parte delle terme, buttiamoci in acqua. Guarda, pure il mio mini-me con gli amici l'ha fatto. Senti come urlano di gioia?Buttiamoci, daiii...".
Lui, probabile coraggioso discendente di una stirpe vichinga, entra prima di me e muto, io invece urlo come una tronista gallina di uomini e donne impalata da un dildo gigante (nel coolo): l'unghia dell'alluce del piede destro percepisce che quell'acqua è ghiacciata. 
"Ma qui almeno non brulica di sperma!" dice il mio subconscio, vedendo il coglionazzo del mio amico sguazzare felice perché inebetito duro da un principio di assideramento.
"Meglio una malattia veneria che la morte!" gli rispondo, e me ne torno tra le coppiette.

Dieci minuti di pausa da asciutto giusto per non cucinarmi le palle, dato che i cartelli consigliano 20 minuti massimi a bagnomaria altrimenti defungi (i miei jambawamba vi erano in brodo già da un'ora e mezza) e poi si torna in acqua. Io e D si opta per piscina sensoriale: luci soffuse, profumo nel'aere, silenzio, atmosfera; i nostri sguardi s'incrociano... ora si che mi sento ghei! Ce ne infischiamo dell'ambientazione soft porno e chiacchieriamo parlando di gnocca e scopate, facciamo liste e classifiche, come i veri uomini, ci manca solo un kilolitro di birra a conciliare i rutti, ma poi arriva il bagnino e ci fa "Astronzi qua si deve fare silenzio, vasca sensoriale, ci sono coppiette che vorrebbero riprodursi in pace, vedete?". Al che nulla da dire, ci leviamo dal trombatoio e affoghiamo i nostri dispiaceri nell'alcool.
L'alcool, il migliore amico dell'uomo single. Ci dirigiamo al bancone nella piscina, rammentando la nostra indole da conquistadores sognando il predominio della nazione spagnola, e con orrore notiamo l'assenza della cameriera di prima. Al suo posto, cazzo, c'è un uomo, cazzo! Ancora più sconsolati ci si ordina un Hugo per me (omosessualità mode on) e uno spritz per lui. Ci arriva uno spritz gigante con due cannucce. Io e D ci guardiamo.
"Si ma adesso ti fa anche il tuo." mi dice. "Mmm, forse non ti ha sentito.".
"Secondo me non ha sentito, sì. Scusa, anche uno Hugo grazie.".
Il barista risponde che non aveva sentito, me lo fa, e mette una sola cannuccia nel bicchiere. Guardando bene, tutti i bicchieri hanno una sola cannuncia, tranne quelli per coppiette, che appunto hanno più roba da bere, più romanticismo e soprattutto più cannucce!
"Mi sa che questo spritz era per due, guarda quanto ce n'è..."dice D rendendosi conto del misunderstending.
"Mi sa che c'ha scambiato per persone gaie." gli faccio osservando le coppiette al bancone.

"Eccellente! Meno male si voleva cuccare oggi, eh?".
Scoliamo tutto e ci ributtiamo in acqua allegri e felici, consci del fatto che amen, pure noi, ma come cazzo se fà a pensare di cuccare alle terme?


Fuori è ormai calata la notte, l'atmosfera si fa bollente, i colori fluo invadono le vasche di strani riflessi. Silenzio, rumore ovattato soltanto di bolle. Tutti limonano duro durissimo.
"Oh, mi sa che qui è meglio venirci con delle tipe la prossima volta.".
"Eh... dici?",
"Ok, ci facciamo le foto stupide dato che abbiamo ancora un po' di tempo prima di andar via?".
"Ok!".
E mentre le terme ospitano il misterioso rito dell'ammore e dell'accoppiamento, due deficienti, con lo sguardo rivolto alla luna, si fotografano attaccati ai bocchettoni dell'acqua calda facendo finta di pisciare in piscina. Tutto assai magico e romantico.
A pensarci, e a pensare a voi altri che oggi siete un po' più grifoni che piccioncini, mi viene da dirvi...

Beh, buon San Valentino, stronzi!