Se doveste chiederlo a me, dov'è il centro del mondo, saprei esattamente cosa rispondere.
No, non parlo del nucleo terrestre, ovviamente. Sarebbe una risposta troppo, troppo banale, sia per la sua cinica freddezza (freddezza parlando di nucleo... spiritosissimo) sia per l'assurda pretesa di identificare il mondo col nostro pianeta fisico e nient'altro, lasciando da parte il resto del creato, per esempio, in un atto di puro antropocentrismo, ma pure, volendo al contrario fare gli antropocentrici sul serio, tutti gli universi umani che abbiamo invece dentro.
Quindi cosa intendo? Che sarà mai il centro del mondo, per me?
Malo! E già m'immagino le risatine di chi lo conosce, ma anche il sopracciglio alzato di chi non ha idea di cosa stia dicendo. E allora spiego meglio e dico che Malo, il paese da cui provengo, tredicimila anime, in provincia di Vicenza, luogo che molti vedono per lo più simile a un grande dormitorio ma che secondo me invece ha molto da dire e purtroppo non è questo il momento e lo spazio per raccontarvelo, ecco questo Malo, è per me il centro. Lo so che pare assurdo, ma per me è lì il punto zero, dove il mondo parte, in cui il seme di ogni cosa nasce, si propaga e diviene realtà.
Mi è facile intuire come tale centro dipenda molto, come insegnano psicologi e psicoterapeuti, da che tipo di bambino sia stato, e ovviamente anche da che tipo di genitori siano stati i miei. Per quanto riguarda me, ero un vagabondo. Salivo in bici, già molto presto, impuntandomi a usarne una da adulti pur arrivando appena ai pedali, ed esploravo. Volevo sondare i confini di Malo. Non potevo ovviamente allontanarmi chissà quanto, ma diciamo che il fiume da un lato, la statale che portava verso San Tomio o Molina dall'altro, e Case di Malo in un'altra direzione ancora, erano limiti decentemente interessanti, decisamente abbondanti, pur nella loro poi rivelata ristrettezza. Erano abbastanza per poter vivere le avventure di cui avevo bisogno. Per quanto riguarda i miei, invece, posso affermare che assolutamente non volevano stessi troppo alla tv a rimbambirmi, o ai videogiochi, e questo si traduceva nel comandamento ad uscire, Via fuori con gli altri, o Vai a farti un giro in bici che fuori è bello! o ancora Sali sul Montecio! E così quando ero in quarta, quinta elementare, stavo fuori, mi facevo un giro come comandatomi, sul fiume o anche tra i sentieri del Montecio, un bosco in collina tutto sommato contenuto, ma che comunque poteva regalarmi ore di isolamento totale.
Quindi dicevo, il centro e Malo come centro per me, sono legati a questa mia, così come dei miei amici, attività esplorativa. Il mondo si generava dal punto di partenza dei nostri giri. Naturalmente, quel punto, ha fatto da centro in cui tornare non solo allora, ma anche dopo, ancora oggi, anche se casa mia non è più lì e il mio girovagare "parte da" e "si sposta in" altri luoghi, a distanze da compiere in auto, treno, aereo addirittura, che con quelle non hai proprio più il collegamento con ciò che passa fuori dal finestrino. Un centro che stranamente, e me ne accorgo quando ad esempio vado a trovare i miei nonni o mia zia, che ora abita il mio primo appartamento, non è questa coppia di case vicine, case della mia gioventù, né il condominio anni 80 in cui si trovano, così come il piazzale lì di fronte o il parco. È un centro che piuttosto sta all'incrocio, a circa duecento metri da lì, in cui prendevo il pulmino per andare all'asilo. Passandoci, sento come di attraversare un posto essenziale, un punto della mappa segnato in grande, in rosso, con una X. Proprio quello è il mio centro, il posto da cui ciò che esiste, inizia. E questa cosa mi fa dire Oh, sono tornato all'inizio, all'inizio del tabellone, pronti a ricominciare! e mi sento pure un po' scemo perché lì, in quell'incrocio, dimenticato da Dio, non c'è davvero niente, niente, ma proprio assolutamente niente di speciale, o anche solo di degno di nota. Non so se il vostro centro sia più interessante del mio, ma questo è quel che ho io e questo è quel che avevo da dire al riguardo.
p.s.
Alla facciaccia di Giavenale gné gné gné!
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il Montecio è quella macchia verde al centro a sinistra |
Forse il mio centro del mondo è la frazione di San Michele, nel comune di Santarcangelo di Romagna. È il posto in cui ho trascorso gli anni più belli e gioiosi dell'infanzia, il posto delle "scorribande" in bicicletta con gli amici: nei campi, nelle strade sterrate delle campagne attorno. Poi, nel corso delle vita, mi sono spostato altrove, ma il mio centro del mondo rimane sempre San Michele.
RispondiEliminaCiao Andrea! Interessante! Siamo accomunati dal fatto che intanto il centro sia, anche nel tuo caso, un luogo, e poi che questo risalga a un periodo felice dell'infanzia, o comunque della giovinezza. Direi che ci intendiamo ;)
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