05/10/25

Degradazione

In balia degli eventi, masticato dalla vita, come un bolo alimentare, sballottato da due arcate di denti che mi fanno a pezzi, triturato, impastato con la saliva a colpi di lingua, il primo passo per essere digerito, come spiegava la prof di scienze alle medie, che inizia tutto da lì, poi gli accadimenti mi mandano giù, inghiottito, sparato nell'esofago, potrei resistere, piantare i piedi, dire fermate tutto e far soffocare queste forze peristaltiche, urlare fatemi una manovra di Heimlich, siamo ancora in tempo, ancora in tempo! ma non posso, non posso contrastarle e vado giù, la vita, la vita, la vita mi digerisce, mi scioglie nell'acido e che ho fatto mai per meritarmelo? ma intanto non c'è scampo, assecondo il flusso, mi arrendo, sì, perché a questo punto è troppo tardi, sono così diverso, così trasformato, che non sono più io, non riconosco nemmeno le parti di me più ovvie, ne uscirò vivo? non credo, ne uscirò devastato, martoriato, peggiorato, degradato, sappiamo tutti come ne uscirò, ne uscirò come da un buco di culo, cadrò nel vuoto, indifferente a tutti, nessuno saprà più chi sono, sarò forse rivelato nella mia essenza di merda, perché ogni parte buona mi sarà stata strappata via con la forza, con la determinazione maligna che a volte la natura umana sa riservare alle persone più gentili e fragili, e perciò rimarrà solo il peggio di me, che non è vero che le tragedie ti rendono migliore per forza, perciò cadrò, orrendamente trasfigurato, per essere accolto da un abbraccio freddo, indifferente, e nel silenzio sommerso di una nuova solitudine, prenderò una nuova via, scaricato definitivamente giù per lo sciacquone, con la speranza che il sole, da qualche parte, torni a brillare e che un fiore, dalle mie brutture, rinasca.




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