Ed ecco arrivare lo splendido sequel de L'alba del pianeta delle scimmie del 2011, un Apes Revolution che racconta di cos'è successo anni dopo che il virus si è diffuso sulla Terra, decimando quei deboli e sprovveduti omini rosa che sono gli umani, ora nella cacca fino al collo.
Ci viene dato un quadro generale della situazione, con gli immuni al virus da un lato che tentano di ripartire da San Francisco, città da cui tutto è partito, provando a riprendersi la vita che hanno perso cercando disperatamente energia, e dall'altra parte, nei boschi, l'enorme famiglia di scimmie guidata da Cesare, uno splendido Andy Serkis che è davvero un asso della recitazione in motion capture, qualcosa di impressionante oltre ogni immaginazione. I due gruppi, da prima separati, sono ovviamente destinati a incrociarsi, e questo non porterà a nulla di buono.
Apes Revolution è allora davvero un buon film, come il suo predecessore, e lo è sia per la storia che racconta e sia per come la racconta. Il mondo post apocalittico presentato è credibile e plausibile, gli scenari e le ambientazioni sono maestose, le scimmie, quelle dannate scimmie, sono meravigliose, sono realistiche, anzi no, sono vero cazzo, sono vere!!! Tanto che più volte durante la visione c'è scappato un ''Ma guarda come cavolo le hanno fatte bene, possibile siamo riusciti ad arrivare a questi livelli?''.
La trama in sé è interessante e ben strutturata, senza particolari buchi logici o inesattezze, e questo è un bene visti certi blockbusteroni roboanti e stupidi che ci sono stati proposti nei mesi caldi dell'anno. Ehm ehm, qualcuno ha detto The Amazing Spiderman 2? No ecco... Oltre alla storia a rendere tutto stuzzicante è il tema dell'intelligenza e del ragionamento, che è quella caratteristica che in genere distingue gli uomini dalle bestie e che qui viene condivisa proprio con queste ultime. Le scimmie di Cesare sono intelligenti, sono una tribù che ricorda gli uomini primitivi, con la differenza che queste sono fisicamente molto più forti di com'erano e come sono gli uomini, e hanno coscienza di ciò che si può fare per raggiungere un miglior benessere grazie alla cultura umana acquisita.
Ci viene mostrato allora quanto sia debole ora l'umano al confronto con questi animali non più tanto animali, che concorrono a divenire la specie dominante sul pianeta, non senza qualche difficoltà. Se noi infatti siamo alla disperata ricerca di fonti d'energia, da cui siamo tanto assuefatti da esserne dipendenti, le scimmie cercano approvazione, cercano sviluppo, equilibrio, identità.
L'intelligenza è allora portatrice di sentimenti più complessi, di emozioni profonde e spesso infide, come la paura, la gelosia, la brama di potere. Viene mostrato come davanti al lume della ragione tutti diventino uguali, o perlomeno simili, uomini come scimmie, scimmie come uomini, e le forze e le debolezze di una specie siano le stesse che prima appartenevano a un'altra.
E' interessante notare come non sempre le scelte apparentemente migliori portino ai risultati sperati, perché dietro a ogni decisione presa da un leader ruotano un mondo di animi diversi, con storie diverse, con emozioni diverse. Chi ha il potere di cambiare il mondo che lo circonda (è splendido vedere quel che succede con l'introduzione delle armi da fuoco, simbolo vero della parte forte dell'intelletto in grado di plasmare con la coercizione ciò che per natura non si potrebbe) sembra destinato a inciampare nei soliti errori ripetuti di secolo in secolo, e questo Cesare lo capisce, e lo capiscono anche alcuni uomini. Provare e sentire di più e poter costruire qualcosa di nuovo è una medaglia a due facce: opportunità di creare e opportunità di distruggere.
Non ci resta che vedere come andrà a finire! Voi intanto andate al cine però!