28/04/25

Miserazione

Non amava i loro inutili elogi.
Le stavano attorno per convenienza:
maschere di sorrisi 
ad aggiustare la coscienza.

Allora disse basta.
Né buonismo, né commiserazione.
Eresse un muro di spine
che gli desse una lezione.

Il prezzo era ferirsi?
Farsi male per davvero?
Nessuno si avvicinò più:
viltà d'animo e di pensiero.

Ma quando la primavera giunse,
inattesa benedizione,
furono tutti ancora lì,
per guardarla, in ammirazione.

Era un fascio di spine feroci
incoronato di petali nuovi.
La dignità di una rosa rossa
che è cresciuta in mezzo ai rovi.




22/04/25

Amarsi mare

È come se fossi
un male agitato.

Ti vedo arrivare,
ti guardo e sto mare.
Ti aspetto qui al freddo
ma vorrei tanto scappare.
Ti basta anche poco,
qualche parola appena. 
Mi lasci in apena
in balia della marea.

Ti aspetto e sei andato,
via da me. Davvero?
Mi odi e io affondo
nel male pensiero.
Vorrei respirarti
ma qui è tutto nero.
Vorrei un po' capirti
ma qui sono solo.

E cado pesante,
giù, nel profondo
del male agitato
che mi vuole morto.
Trattengo il respiro,
travolto annegato
in quel pianto salato
che ti avevo negato.

Urlo forte, non sento,
nemmeno più il freddo.
Tocco un fondo roccioso
di risentimento.
Forse è questo il mio posto,
infine mi arrendo.
La faccio finita:
affogo da dentro.

Respirassi ancora
sarebbe forse guarire.
Respirassi ancora,
sarebbe come tradire.
Sai il mare d'amore
non si può evitare.
Nel mare d'amore
ci puoi solo nuotare.

14/04/25

Il vincente

Ce n'è una spiaggia piena,
piena di sogni dimenticati.
E io ci sono stato,
naufrago della vita coi suoi venti incontrollati
tra ciottoli di desideri, per sempre abbandonati.

C'erano quelli dei bambini, morbidi e puliti
che disegnano universi scostanti e imbizzarriti,
potevo andare avanti, ovvio, anche a passi spediti
verso quelli "strasicuri" degli anni indispettiti.

Che eccoli impettiti di bella adolescenza,
servono gambe senza dubbi e piene di fierezza.
Si è capaci di ogni cosa, tanto il tempo è una scemenza
e c'è al più qualche stortura a incrinarmi la certezza.

Poi però i primi sassi, severi e maturi,
punture alle radici che scalfiscono i più sicuri
e correvo a volte certo sui frammenti già più duri
e inciampavo per rialzarmi con i dubbi e i sudori.

Infine: gli scogli, scivolosi e taglienti,
come ossa ben snudate e spolpate dagli elementi
e io sempre più precario, stordito dagli eventi
nell'equilibrio inaridito dei miei ripensamenti.

Sì, mi guardo attorno e...
ce n'è una spiaggia piena,
piena di sogni dimenticati.
E io ci sono stato,
naufrago della vita coi suoi venti incontrollati
tra ciottoli di desideri, per sempre abbandonati.

Perché provare ancora se tanto non ci riesco?
Perché avanzare e ambire se non per un capriccio?
Resto qui piuttosto, e sto, a distrarmi da ogni cruccio,
che la vita è molto facile se rinuncio e non agisco.

Eppure, eppure, eppure...
Un modo deve pur esistere!
Una strada veloce e facile, 
una che mi faccia evitare
la fatica e i tentativi per quei sogni che devo avere!

Oh, allora è così..
Così che si prende la sorte in mano.
Ora lo vedo il destino che merito,
quel mio premio ambito che pareva lontano...

Ce n'è una spiaggia piena, 
piena di sogni, da Voi, dimenticati
e io ci sono stato,
camminando una nuova vita coi suoi venti ora domati
calpestando quei desideri vostri, per sempre rinunciati.

Vi ricordo che questo pezzo, assieme a tutti gli altri, sia racconti sia poesia, lo potete trovare nella sezione Scrivo Storie del blog!

04/04/25

L'arca delle bozze scartate

L'arca delle bozze scartate
è il luogo ideale per lo scribacchino e lo scrittore,
per il poeta e la poetessa, il tesista e il paroliere,
il cantautore, l'autore, il commediografo e lo sceneggiatore,
o più banalmente per il furbastro mentitore,
che non riesce a beccare uno straccio d'ispirazione.
Perduto e inconsolabile nel proprio malumore
si accorge che trovarla è un'insperabile occasione.

L'arca delle bozze scartate,
se ci fai giusto un po' d'attenzione,
geostaziona a diecimila metri sopra la tua posizione.
Che tu sia in una classe oppure chiuso dentro a un ufficio,
steso su un prato rilassato o arreso e sfiancato alla tua scrivania,
puoi farti ispirare da ciò che prima era di qualcuno
ma che poi inspiegabilmente è stato buttato via.

Ci sono scritti fitti e densi affiancati a una pila di pensieri spersi,
aeroplanini di carta straccia di chi non aveva il coraggio di chiedere amore in faccia,
insomma dediche fugaci, e così pure insulti frustrati,
ma anche appunti, tanti, e numeri e simboli affastellati,
elenchi telefonici di contatti tutti sbagliati,
programmi radiofonici che non sono mai stati approvati,
progetti per un futuro migliore, più felice, da fare insieme,
e messaggi mai inviati per non dirle che le vuoi ancora bene.

C'è una sezione musicale, di note canticchiate con poca convinzione,
e spartiti promettenti di gruppi straconvinti e poi già spenti.
Ci sono ritmi latini, esaltanti e un po' tribali, canzoni epocali che non sono mai state reali,
ed esigenze urgenti e giovani, ma spente, per movimenti generazionali,
e ovviamente carte strappate di locandine in cerca di pubblico con almeno due denari.
E poi vabè... ci trovi scarabocchi, segnacci, bei pastrocchi, 
mica solo dei bambini, ma di giovani e adulti fino pure ai più anzianotti,
e pure, se stai attento, ci trovi anche certi occhi!
e spesso cuori, interi molti, trafitti alcuni, soprattutto quelli rotti,
circondati di geometrie piramidali, in penna bic, che fai agli angoli dei fogli
che come sacri altari della disattenzione ne portano silenziosamente i voti.

Oh... come mi manca quella bell'arca delle bozze scartate,
lassù dove i frutti del sovrappensiero maturano in attesa di farsi ascoltare.
Tomi e ripiani, scaffali e stanzoni a più e più piani
ricolmi di altrui dimenticanze che non avevano alcun valore.
Ma sai cosa ti dico, ora che qui mi ci ritrovo?
Che gli sforzi fatti ieri sono l'anima di ogni nuovo lavoro.
Ed è qui che ho ritrovato l'arca bella di cui racconto,
tra le pagine scartate di un quadernetto mezzo rotto.
Lei è sempre lì, come una mappa che promette oro,
e non sapevo di averla in tasca perché convinto che il meglio è solo il nuovo,
E ora, che anche tu sai come arrivarci in questo posto che ti fa prendere il volo,
torna indietro alle tue bozze, e scava, perché là sopra c'è un tesoro.



25/03/25

13 anni di blog e stamattina era in down

Me ne sono ricordato così. Non si poteva più vedere il sito perché m'ero scordato di rinnovare l'hosting su Aruba. Genio! Poi però la sorpresa: 13 anni di blog!

E allora che fai? Non le scrivi due righe due?!
13 anni ininterrotti (coff coff) di blog n'è mica una roba da ridere eh!

Ma quanto sono bravo?
Quanto sono stato costante?!
Un talento!
E poi ho pensato anche: ma io, nella vita in generale, in cos'altro posso vantare altrettanta costanza? 

Forse, mi vien da dire, solo nel tennis. Anche se nell'ultimo anno e mezzo la racchetta è rimasta lì appesa al chiodo. Ma vabè, il tennis è uno stile di vita. Io so al centopercento che è solo questione di una piccola spinta e si riparte.
Che poi a tennis nella mia testa ci gioco ogni giorno.
Schemi mentali, dritti e rovesci mimati quando nessuno mi guarda, versetti agonistici... cose così insomma!

Ma intanto siamo anche a 13 anni di blogging.

Già!

...

...

In realtà non ho chissà che da dire, ma mi piaceva farmi un piccolo remind.
Poi lo scorso anno, ora che ci penso, vi avevo raccontato un po' di cosette proprio legate alla nascita del blog e quindi allo scrivere. Vi ricordate? 

Mah, forse no...
Vabè, anche fosse, tra queste c'era il romanzo che stavo terminando.

Non ho più detto nulla ma: è finito, un po' di persone l'hanno letto e infine dopo alcune aggiustatine l'ho proposto un po' in giro. Benone, vero?

Attualmente sono in una luuuuuuunga fase d'attesa.
Come stare alla cassa con quattro persone davanti col carrello strapieno e intanto quello al nastro chiede se per favore può andare a recuperare di corsa (ahimé non sarà di corsa) il detersivo perché se l'è scordato e anche se tu vorresti dire No col cazzo! conta solo la risposta di quello che gli sta appena dietro e allora stai lì ad aspettare e poi quando torna s'inventa pure di non ricordare il codice pin della carta e tu lì, stronzo e impotente, aspetti che una casa editrice ti dia una risposta per farti sapere che ne è del tuo manoscritto. 

Insomma così!

E son 13 anni di blog.
Molto bene e avanti tutta!
Ciao cervelli ;)