Visualizzazione post con etichetta Blogging. Mostra tutti i post
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09/04/15

Cos'è un blog?

Un blog in effetti è tante cose e tutte diverse, anche a seconda di chi ce l'ha e di come lo vive. Qui però parlo di me, e quindi per me, pensandoci un po', il blog è...

Uno sfogo. Un blog sei tu che ti puoi sfogare, che puoi dire la tua ed essere ascoltato, non come quando parli, che uno magari ti può zittire, può fingere di starti dietro, può fare sì sì con la testa e avere la mucca che balla la samba nel cervello. Perché il parlare è molto diverso dallo scrivere, così come l'ascoltare richiede un impegno differente rispetto alla lettura. Nessuno può fingere di leggere quel che scrivi: o si legge o non lo si fa, e l'attenzione dedicata dev'essere necessariamente medio/alta, altrimenti ci si perde via ed è quasi come tornasse la solita mucca che balla la samba.
Quindi anzitutto, il blog è avere l'occasione di venir ascoltati.

Poi è una casa. Chiedetelo a chiunque e vi verrà di certo detto che il proprio spazio virtuale è visto molto come una casa, un luogo proprio, magari un salotto, uno spazio di confronto, discussione, incontri e litigate, dove se ne hai voglia, nel caso qualcuno entri con le scarpe sporche di fango, si può prendere e mandare la gente fuori a calci. E di mezzo si piazza persino l'arredamento ad essere sinceri, che una grafica bruttarella non piace a nessuno, e allora si da una mano di colore di là, si sistema l'header di qua, si piazza un banner su e si sistemano i link giù, come per attaccare dei quadri.

Infine, e non meno importante, è una palestra, una di quelle per la mente. Non ricordo dove l'ho sentito questo paragone, ma mi è piaciuto un casino. In effetti qui ci si allena come in palestra, in più e più modi. Primo sforzando il cervello per creare qualcosa, magari che sia pure interessante, perché se si scrive in un blog lo si fa in un certo senso per essere letti, altrimenti tanto vale farlo su un diario e bonanotte. Secondo, affrontando ragionamenti e discussioni nate da quegli spunti che hai proposto, e il confronto con gli altri è sempre, in ogni caso, un momento di crescita e arricchimento, tanto più quando c'è disaccordo. Terzo scrivendo. Il semplice fatto di scrivere, di mettersi lì a digitare e parlare dei temi più disparati, è un allenamento di forma, contenuti e stile. Si sperimenta il linguaggio, si mutano i toni, si cercano sempre nuove strade per provare a vedere cosa si è in grado di produrre, e poi tutta questa esperienza torna utile anche inconsciamente, magari proprio quando devi metterti sotto con un racconto, o anche con un lavoro, o un esame, o una semplice lettera. Fateci caso voi blogger a quanto scrivete infilando un post dietro l'altro giorno per giorno. Non è poco!

Ma lanciamo la palla a voi. 
Per voi blogger, un blog, cos'è? E per voi non blogger invece? Voi semplici lettori, come lo vedete?

29/09/14

Narciso era un blogger.

E' successo in questi giorni che un pezzo di blogosfera ha tremato per un terremoto. L'epicentro, a cercarlo, è la chiusura di Strategia Evolutive di Davide Mana (qui e qui trovate quasi tutti gli eventi sismici). L'ipocentro, invece, e questa è la parte divertente, è l'ambizione del blogger (inteso come figura, non come Davide nello specifico), o meglio, il suo narcisismo. Colgo la palla al balzo per dire la mia.

Voi non blogger, lettori semplici e più o meno occasionali, non credo lo sappiate, ma chi sta da quest'altra parte e scrive, per iniziare deve fare una cosina chiamata ''Vai a salutare i tuoi vicini di casa che altrimenti non ti si caga nessuno!''. In soldoni questa tattica è il primo passo per far capire al mondo del web che tu esisti,  e che sì, vuoi farti leggere. Se sei un blogger anonimo poi, e io lo ero, è una fase essenziale. Devi girare per altri blog, leggerli e commentarli. Di rimando i loro gestori faranno lo stesso, così tu guadagni perlomeno una visitina e, se non sei proprio uno sterco d'uomo nel buttar giù i tuoi articoli, pure un lettore fisso. Questa è la base, e anche se non sembra, ci si trova la parte divertente...
Praticamente, nei primi tempi, è masturbazione assoluta e digitale, giusto per rubare la bellissima espressione coniata da quel ti spiezzo in due di Germano Hell. E' scrivere per il piacere di farlo, è interagire perché è divertente, è conoscere gente nuova perché cazzo, ma che figata che ci sono altri che hanno la mia stessa passione!

Parlavo di terremoto però. Ora c'arriviamo. 
Il fatto è che si è discusso sul perché i blog chiudano, e strettamente a ciò è saltato fuori l'aspetto pubblico (siete voi che state leggendo), che per una parte è definito ignorante, bestiame, barbaro e perché no, pure stronzo. Gli aggettivi non li ricordo precisamente, ma il concetto credo sia chiaro. C'è chi comunque, sia in questo pubblico stronzo come in quello civile, ritiene che sparare ''quattro stronzate'' e metterle su internet sia facile e immediato, che veder nascere interazioni sotto a quelle stronzate sia altrettanto scontato, che il magico mondo del blogging sia uguale a quello dei social network: veloce, diretto, semplice.
Non è così invece. Scrivere non è facile, e richiede sia tempo che fatica, figuratevi quando non sono stronzate. Così come creare vita sotto a queste parole nere su sfondo bianco, creare confronto, scontro, ragionamenti. Ve lo giuro, è difficile, fidatevi. Vi fidate di me? Come sarebbe a dire no?!...

10/06/14

Arriva Open Minded, la rubrica che vi apre il cervello.

La prossima settimana uscirà finalmente #OpenMinded, la rubrica che vi apre il cervello. Ma che cos'è Open Minded in pratica?

Ve ne avevo accennato prima della minivacanza romana e ora vi spiego il tutto un pochino meglio.
Open Minded avrà una sezione tutta per sè all'interno del blog e sarà un contenitore esclusivo di guest post. Con Open Minded infatti ho l'obiettivo di dare spazio (e visibilità, dato che un po' di numeri ora li ho) a chiunque abbia qualcosa di particolare da raccontare, così da poter condividere con gli altri stili di vita, idee, viaggi ed esperienze che in qualche modo possono aprire la mente a chi partecipa leggendo. Ed è proprio l'apertura mentale a cose nuove che mi ha spinto a ideare questo contenitore di guest post, perché io personalmente mi ritengo piuttosto ignorante in certi ambiti, spesso limitato (anche e soprattutto da me stesso) e quindi curioso. Se allora spesso non posso soddisfare personalmente la mia curiosità su molti argomenti, quale modo migliore per farlo se non dando spazio a chi ha voglia di raccontarsi?

L'intenzione per ora è quella di pubblicare un articolo al mese, al massimo un paio. Chiaramente tutto sarà basato sulla vostra voglia di partecipare e su quanti effettivamente scriveranno perché, come già detto, questo spazio sarà più vostro che mio. La rubrica sarà strutturata in sei sottocategorie: Esperienze, Stili di vita, Lavoro, Musica, Passioni, Religione. Quel che desidero far emergere è la varietà di punti di vista che (spero) verranno esposti, magari alcuni molto diversi dai miei e dai vostri, altri forse addirittura impopolari o moralmente criticabili. Ma sapete che c'è? C'è che non me ne importa! C'è che qui, su Open Minded, spero ci si possa confrontare soprattutto sugli elementi più contraddittori, quelli che ci definiscono come persone uniche e diverse le une dalle altre. E se c'è una cosa che ho imparato in questi due anni di blogging, è che questa piattaforma ha la capacità di far discutere, divertire e riflettere.

Quindi che altro dire? 
Vi dico che ci vediamo venerdì 20 giugno col lancio della nuova sezione del blog tutta dedicada ad Open Minded e, chiaramente, col primo articolo. Stay tuned, mi raccomando. E per chiunque fosse interessato al progetto e avesse voglia di scrivere, beh, sa dove trovarmi. #OpenMinded sta arrivando!

21/03/14

L'ultimo (non troppo gentile) post di CervelloBacato: il culopesismo della blogosfera.

Ebbene sì, questo è l'ultimo post di CervelloBacato, perché poi, pur mantenendo il soprannome e pur scrivendo i miei consueti schizzi da doppia personalità, ci sarà pure il vero tizio dietro a tutto questo a metterci faccia e nome. 
Bacato: Ma perché, perché caro Cerv hai deciso di fare questa svolta?
Cervello: Perché mi sono un po' rotto le balle di come funziona la blogosfera, un po' rotto di alcuni comportamenti di altri blogger.
Bacato: Bene, ci stiamo per inimicare i follower?
Cervello: No, stiamo per dire la sacrosanta verità!

In quasi due anni, e c'ho smanettato su parecchio per farlo, ho raggiunto più di 120mila visite, più di 240 lettori fissi, ho scritto più di 400 merdate post, sono stati pubblicati più di 7500 commenti. Questi numeri, che sembrano grossi, e in effetti lo sono abbastanza, li ho raggiunti con ben poco aiuto. Cosa intendo dire (a parte che mi sto vantando un pochino)?
Molti lamentano del culopesismo degli italioti, quel limite che hanno nel promuovere le cose per cui provano passione, nel mettere la manina in tasca per offrire un cazzo di caffè simbolico e pagare. Pagare magari per un ebook, magari per un servizio online, magari per supportare quel ''lavoro'' di scrittura e ricerca, fatto con passione sì ma anche con fatica. Ecco, molti si lamentano di questo. La mia posizione, sui soldi e sul blogging, già la sapete. Se uno vuole pagare lo fa, se non vuole è liberissimo di non farlo. Ho trovato perciò superfluo non tanto il lamentarsi per il fatto che gli italiani qui non abbiano voglia di donare soldi, quanto più quello di dir loro (più o meno velatamente) che sono sostanzialmente degli idioti a non farlo.

Ma perché sto tirando fuori il discorso soldi? Dove voglio andare a parare? 
Voglio lamentarmi del fatto che c'è più culopesismo qui nella blogosfera che là fuori quando si tratta di pagare, che qui nella blogosfera c'è la vera essenza dell'essere italioti. Questo perché quando si tratta di donare, di tirar fuori i soldi per supportare, si va incontro ovviamente a un ostacolo successivo. Mettere le mani in tasca e tirar fuori l'euro lo sapete bene che non è una cosa molto automatica da queste parti, è proprio un fattore di abitudine, ci vuole tempo a metabolizzare. E trattare appunto l'argomento dando dell'idiota a chi non percepisce il bisogno di pagare qualcosa che già di per sé trova gratuito, secondo me è un po' stupido ed è in sostanza come se si avesse un paraocchi addosso, non ci si accorge di quel che si ha intorno.
Che senso ha sostenere la tesi della donazione e nel contempo ignorare bellamente il passo appena precedente, non accorgersi che il grosso del problema sta qui? La blogosfera, parola di uno che da anonimo ha dovuto scontrarsi di testa con questa tendenza, funziona quasi esclusivamente per favori, non per spirito di condivisione e supporto.

17/03/14

Starsi in culo da soli.

Come sapete al quando toglierò l'anonimo, il 25 marzozzone, manca poco. In questi giorni sto rivedendo tutto ciò che ho pubblicato nel blog dall'inizio alla fine. Una rottura di palle, devo dirvi la verità. Ci sono momenti in cui rileggo e mi diverto assai, alcune cose le avevo quasi rimosse, alcune battute le trovo brillanti. Sì, sto dicendo mi trovo simpatico da solo. Altri articoli però li leggo e... babba bia, che merda! 
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è l'abitudine, ormai quasi del tutto sparita, di ''virgolettare'' le parole che non esistono. Ero ''piuttostamente'' precisino a quanto pare, eccessivamente preoccupato che voi non avreste capito che io, in realtà, scrivevo male apposta. Altro orrore che mi sono ritrovato sono le frasi sceme con precisazioni tra parentesi subito dopo la loro fine (anche qui con l'intento di specificare il tutto, di nuovo temendo che voi non poteste capirmi). La peggiore merda in cui mi sono imbattuto però, porcocaxxo, è l'autocensura del linguaggio scurrile: caxxo, son cose che ti turbano nel profondo, davvero. E non parliamo dei punti esclamativi! Non fatemene parlare! Mai! Per cartiàdiddio! Perché pure quelli erano ovunque!!! Ma vi giuro, una cosa assurda!!!!
Accoppati Cerv!
Tralasciando il fatto che certi post racchiudono in sé una sorta di pesantezza sintattica esasperante, pesante quasi quanto la pesantezza del discorso che ho iniziato con questa nuova frase, io mi chiedo se forse non sono io ad essere troppo pignolo. Infondo è proprio da quei bruttipost che mi sono fatto conoscere, e insomma, a giudicare dai commenti non è che erano poi così brutti! Auto criticarmi mi prende davvero male... 
Il punto è che mi da fastidio dovermi correggere, ancor più fastidio accorgermi di dovermi correggere, e quest'ultimo aspetto mi punzecchia soprattutto nei racconti. A rileggerli a distanza di tempo, spesso e volentieri, trovo delle brutture davvero raccapriccianti. Come diamine ho fatto a non notare quelle virgole tutte sballate, quell'aggettivazione che stremerebbe persino il catafratto e sibaritico Dipré, e quelle frasi uscite fuori da chissà quale mente deviata?! Se fanno schifo a me, come posso sperare possano piacere a voi? 

Passo a voi la questione quindi: vi è mai capitato di rileggere i vostri vecchi post e, nel caso, i vostri vecchi racconti e sentire l'impellente necessità di cambiarli? E vi 'è mai capitato di starvi in coolo da soli? Vi giuro, un paio di volte mi sarei pigliato a cinquine da solo...

Bacato: ''Guarda che anche ora sei parecchio insopportabile...''
Cervello: ''Tu stazzitto tu!''

28/01/13

Ebook: come convertirli al meglio da un formato all'altro e come creare la propria copertina?

Da quando sono felice possessore di questo blogghetto ho scoperto che il miglior modo per soddisfare gli atroci dubbi che mi affliggono circa taluni specifici argomenti è...
Cercare le risposte su Google?
Utilizzare Yahoo Answer per porre una domanda specifica e/o trovare la domanda già fatta da qualche altro utente?
Chiedere aiuto alla mamma?

Ma ovvio che no! La maniera più efficace per giungere alle soluzioni desiderate è scassare le balle chiedere gentilmente aiuto ai miei lettori!

Oggi perciò si ritorna a parlare di ebukki. Eeeh già. Perché come ben sapete ogni tanto io tento di scrivere qualche piccolo testo (da poco poi ho ''inaugurato'' una nuova pagina in cui trovate tutte le mie eccellenti produzioni) e poi di propinarvelo sotto forma di libro digitale. 
Qui il primo problema: non riesco a convertire dal formato d'origine (quindi .doc o .odt)  al formato epub e mobi in maniera graficamente soddisfacente. Nel senso che una volta avvenuta la conversione (e talvolta succede anche con gli ebook che scarico sul mio kindle dopo conversione in mobi con calibre) il libro si presenta con un' impaginazione oscena, piena di capo riga messi a casaccio e spazi bianchi che non hanno un perché...
Suppongo che se Calibre è il programma giusto per fare queste conversioni, ci dev'essere un qualche settaggio delle impostazioni che s'ha da fare. Ergo, quale caspita è questo fantomatico modo d'impostare il tutto? Come li converto i miei libri (orripilanti) per voi così come tutti gli altri che invece vorrei leggere io?

Secondo problema: volendo io fare un lavoretto decente anche a livello estetico, come creo una copertina per un mio scritto? I programmi che so usare sono paint e... Mmm... Basta?! Si ecco... Come si fa?! Qualche suggerimento? Qualche anima pia che tramite scambio di favori, tangenti e mazzette mi dia una mano?

Mi affido alla vostra esperienza, miei cari followa'! E spero che in seguito a tale post, le vostre risposte possano essere d'aiuto anche a qualcun'altro, proprio come lo sono state quelle riguardanti l'articolo Ebook, eReader e Tablet! ;) 
Speranzosi saluti, CervelloBacato!

17/12/12

Urgono chiarimenti da voi che sapete! Si parla di ebook, eReader e tablet!

Questo Natale sono seriamente intenzionato a passare (finalmente!!) alla lettura ''digitale'',ed ecco quindi che si sollevano (complici i miei genitori che saltano fuori con simpatiche sparate) dei simpaticissssimi dubbi che chiedo perciò a voi tutti di chiarirmi.

1)Tablet o eReader?!
Prima fra tutte c'è la questione del mezzo su cui leggere questi benedetti libri digitali. Da una parte potrei scegliere (come incitano i miei creatori) un tablet (a basso costo però, e qui mi pare già un pacco), grazie al quale potrei quindi compiere più svariate attività oltre alla semplice lettura di ebook. Dall'altra invece si fa prepotente la scelta di un lettore ebook vero e proprio, magari (e qui sono abbastanza deciso) con retroilluminazione dello schermo. Voi, dall'alto della vostra esperienza, quale mi consigliate tra i due? E più nello specifico: quale marca, tenendo conto della famosa accoppiata qualità/prezzo? Per ora il Kindle Paperwhite è quello su cui sono sbilanciato. Ah, ancora: cambia qualcosa in ambito di ''reperibilità di ebook'' variando la marca dell'eReader?

2)Ebook... Dove li compro?
Essendo quasi totalmente estraneo a questo mondo, la più spinosa questione che mi sorge è appunto legata al momento pratico del ''comprare''. Dico questo perché tutti gli ebook (o racconti in formato digitale) letti fin'ora sono stati affrontati grazie al programmino ''Adobe Digital Edition'' direttamente sul mio pc portatile. Quindi, arrivando al dunque, quali sono i siti migliori per comprare ebook? Per ora conosco solo Amazon... Come sono scontato eh?!

3)Il formato dell'ebook.
Continuo col rischio di apparirvi al quanto stupido, ma ripeto: sono abbastanza estraneo a questo mondo. Ultimo importante punto di domanda riguarda il formato del file. Nel momento in cui compro (o scarico gratuitamente) troverò sempre il formato adatto al mio lettore? E se ho un eReader o un tablet posso leggere comunque qualunque ebook proposto sul mercato? E ultimissima (stupidissima) domanda: se ho un eReader posso scaricarli direttamente dal supporto stesso, o devo fare il passaggio pc/eReader? Vale lo stesso per un tablet?

Da questi tre punti sono sicuro capirete la mia confusione al riguardo. Se potete perciò darmi una mano, con consigli su prodotti, siti, modalità di scaricheggiamento e quant'altro, fatelo! Pendo dalle vostre labbra! O dai vostri polpastrelli, fate voi!

Confusi saluti, CervelloBacato