06/03/17

L'eredità di Wolverine

E' sulle note di Johnny Cash che termina l'avventura cinematografica di Logan, l'eroe noto come Wolverine. Uno che dovrebbe vivere per sempre perché in grado di rigenerarsi istantaneamente, e che raramente più subire grossi danni visto il bonus carrozzeria in adamantio.

Nella sua ultima pellicola però qualcosa non va. Appare vecchio, stanco e solo. Ha pure gli occhialini da vista perché non riesce a leggere bene. Eppure, più indebolito che mai, deve affrontare la sua sfida più difficile.

Devo dire che sono felice della resa di Logan. Come hanno già detto in tanti questo film è il degno addio a un attore che ha saputo rendere al meglio un personaggio nato su carta. Oggi quando dici Wolverine pensi a Hugh Jackman, e sai già che difficilmente manderai giù un nuovo interprete.

In ogni caso cosa mi ha colpito della sua ultima avventura?
Di certo tono e trama, che hanno lavorato in sincronia facendosi forza a vicenda, regalando un road movie senza i tanti fronzoli tipici del genere supereroistico (poteri appariscenti, piani segreti esagerati, cattivoni idioti) e con tanta, ma tanta, ma TANTA violenza!
Sì perché se qualcosa stona nella saga degli x-men, e più in particolare negli stand alone di Wolverine, è proprio la mancanza di sangue. Sgozzamenti, lacerazioni, artigliate e destra e a manca e non una goccia di rosso macchia l'adamantio del nostro eroe. Mai.

Qui invece si arriva quasi allo splatter, senza paura di sporcare attori e spettatori, donando alla violenza una pericolosità inedita e realistica, calando il tutto in un continuo senso di pericolo che contribuisce a rendere vera l'ansia dei protagonisti in fuga.

Dicevo trama senza troppi fronzoli, ma certamente forte e interessante. Appare perciò un film maturo come si vorrebbe fossero tanti altri, con personaggi memorabili (tra tutti la ragazzina mutante Laura) e con una profondità psicologica non di poco conto (e in effetti di solito, da questo punto di vista i film sugli x-men sono sempre stati più attenti rispetto ai cugini Avengers).

Ora rimangono soltanto alcune domande sul futuro di quest'universo che spesso e volentieri ha fatto leva sulle spalle del mutante. La più ovvia è: che ne sarà delle prossime saghe? Si riprenderà dalla trilogia X-Men l'inizio, Giorni di un futuro passato e X-men Apocalypse ignorando l'artigliato, oppure vedremo un reboot con nuovi attori ovunque? 
Io, per esempio, non disdegnerei la prima opzione, lasciando per un po' da parte il personaggio di Logan di cui ormai si è detto tanto. Godiamoci il retrogusto piuttosto...

Emozioni, violenza vera e un grande effetto nostalgia, tutti assieme per dare il degno finale al primo dei supereroi, al Jackman precursore di un genere cinematografico nato con lui ben 17 anni fa e oggi, più florido che mai.

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