26/01/17

Se Hitler avesse perso

"Ha inondato il nostro Paese di rifugiati. Noi abbiamo aperto loro i nostri confini, le nostre braccia, le nostre case, in segno di amicizia. E sono arrivati a migliaia, a migliaia di migliaia. Le nostre città ora puzzano dei cavoli bolliti che cucinano! I loro figli parlano lingue straniere nelle nostre scuole. Stanno esaurendo le risorse della nazione, tolgono letteralmente il pane di bocca alla nostra gente!"
Wolf lo potete trovare cliccando QUI

Grida di approvazione. Braccia alzate nel saluto. Provai un brivido freddo che non riuscii a spiegare. Stava usando le mie stesse parole contro di me.

Chi ascolta è un Adolf Hitler molto diverso da quello che conosciamo noi. È un uomo comune tra la folla, uno che ha perso il suo appuntamento con la storia e che non è riuscito a imporsi in Germania, ora in mano al comunismo. Chi ascolta non è il celeberrimo fuhrer genocida, ma un immigrato in terra straniera, che tira a campare facendo l'investigatore privato per le strade di Londra.

Questo è il what if che propone lo scrittore Lavie Tidhar nel suo romanzo ucronico Wolf, portandoci nelle gelide strade inglesi del 1939, tra violenza, depravazione e oscuri personaggi che si muovono nell'ignoto. Il protagonista è appunto un altro Hitler, ombra sbiadita di ciò che poteva diventare, costretto a ricavare qualche soldo tradendo la sua purezza ariana e accettando i soldi degli sporchi ebrei, lavorando per loro.
Ci troviamo quindi di fronte a un ottimo racconto che costruisce, assieme alle indagini di Wolf, i nuovi equilibri del mondo, facendo sentire il lettore perduto negli eventi proprio come il detective. Wolf è tutt'altro che ingenuo, conosce la propria grandezza ma non vuole farsi illusioni. È ambizioso, ma realista. E noi, che lo seguiamo portandoci dietro il nostro bagaglio culturale, non possiamo che sorprenderci osservando la sua ferrea moralità presa a calci in faccia più e più volte.

Un romanzo, a mio parere, veramente ben costruito, in cui le vicende si susseguono a un ritmo altissimo facendoci vivere in un costante senso di instabilità. E un gran lavoro lo fanno anche i personaggi secondari, così come tutta la società inglese che fa da sfondo, tratteggiando in maniera fantastica una nuova realtà tutta da scoprire.

Ci sono ovviamente anche molti rimandi alla storia che è stata. Più volte infatti sbirciamo in un altro tempo e luogo, tra i prigionieri di Auschwitz, per poi tornare subito all'ucronia di una Londra invasa dagli immigrati tedeschi, che vedono il nazismo avverarsi, ma contro di loro, assecondando le medesime pretese di ordine e pulizia razziale. 
E si rivelano azzeccate anche le note storiche che vanno a concludere il libro, che rimettono al giusto posto tutti le figure incontrate, evidenziando ancora una volta la grande cura con cui questo gigantesco If è stato raccontato. 

Non so se l'avete capito ma come prima lettura dell'anno questo Wolf mi è piaciuto moltissimo. Nel caso foste interessati lo potete trovare QUI

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