20/01/16

The Revenant | L'uomo disperato contro l'uomo accorto

C'è qualcosa che non mi convince per niente nel nuovo lavoro di Inarritu, regista che lo scorso anno mi aveva conquistato col suo meraviglioso Birdman. Per The Revenant chiaramente l'aspettativa non poteva che essere alta, visti appunto i precedenti Oscar a regia e sceneggiatura uniti all'osannata nuova interpretazione di Leonardo DiCaprio, uno che di statuette non ne ha ancora vista una e che per questo il mondo si è preso particolarmente a cuore. Il risultato però è che più di qualche sbuffo durante la visione partiva, e non c'era orso che tenesse.

In breve, The Revenant ci porta nei gelidi territori del Dakota del Nord, e vede una spedizione di americani cacciatori di pellicce essere sorpresa da un attacco indiano. Molti perdono la vita e gli altri costretti alla ritirata, guidati in quelle terre selvagge dall'esploratore Glass (Leonardo DiCaprio) e il figlio meticcio Hawk, sono braccati continuamente dalla tribù Arikara. Inizia una fuga nella natura sterminata con l'inverno alle porte non privo di amare sorprese, prima tra le quali il grave ferimento di Glass da parte di un grizzly (sequenza pazzesca) che, ritenuto spacciato, verrà abbandonato da tutti. Fuga che in seguito diverrà per il protagonista marcia solitaria e disperata, spinta dal desiderio di vendetta verso il compagno che ha ammazzato suo figlio.

Ciò che stona, per dirla senza troppi giri di parole, sono proprio la costruzione del personaggio Glass e gli accadimenti che lo vedono vittima. Ci viene presentato sì come uomo esperto e in gamba, che sa cavarsela nelle situazioni più intricate, ma d'altra parte è perseguitato dalla malasorte in maniera tanto marcata da risultare fasulla e grottesca; e che sia tratto da una storia vera o meno questo non cambia il giudizio, perché in un racconto su schermo una tale sequela di sfiga è difficilmente digeribile.
La vendetta passa perciò in secondo piano ammutolita giustamente dalla potenza della natura, qui resa magnificamente dal regista, e nondimeno dalla costante sventura sempre dietro l'angolo, combattuta principalmente a colpi di risoluzioni accidentali. Non c'è da stupirsi quindi se Glass mi risulta del tutto antipatico e non riesco minimamente a provare empatia con lui. Avendo una parte preponderante poi, capirete il motivo per cui l'intero film ne risente. Questo insomma è ciò che non mi convince.

Dall'altro fortunatamente troviamo l'antieroe Fizgerald (Tom Hardy), che nonostante voglia esser relegato al ruolo di stronzo, se messo a confronto col fortunoso Glass si dimostra essere uomo razionale e ragionevole, cinico e macabramente ironico, capace di valutare i pro e i contro di ogni azione per quanto estrema possa sembrare, poiché in un ambiente simile non può essere la buona sorte a proteggerti, ma semplicemente sei tu che devi portarti a casa la pelle. Sì, anche facendo il faccia di merda con tutto e tutti. 
Lo scontro tra queste due anime e concezioni di vita è allora il punto centrale del film. O almeno... questo è quello che sarebbe dovuto essere a mio modesto parere, dato che l'odissea DiCapriocentrica fatta di strisciamenti sulla neve, cadute da dirupi, semi annegamenti in rapide ghiacciate e chi più ne ha più ne metta, ne appanna l'importanza. L'uomo disperato che ha perduto tutto, persino la paura, torturato e salvato dalle circostanze più e più volte, contro l'uomo accorto e disincantato del mondo che fa buon viso a cattivo gioco. 
The Revenant poteva essere davvero un gran film, ma probabilmente si è perso assieme ai suoi personaggi nei boschi ghiacciati del nord America.

13 commenti:

  1. Avevo grandi, grandissime aspettative: Birdman è un capolavoro di innovazione (anche se un po' troppo sopravvalutato). Reverant mi ha delusa invece con i suoi colpi di scena troppo vicini l'uno all'altro e via via sempre più improbabili. Anche il personaggio di DiCaprio non era un granchè, davvero troppo "buono" per essere reale. Quando sono uscita dalla sala ho pensato che questo film mi aveva dato l'impressione di una cosa già vista un milione di volte. Il perfetto eroe comune americano mi ha stufata.
    Brillante l'elemento splatter, non me l'aspettavo.

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    1. Più o meno siamo sulla stessa linea. Io di solito per capire se un film mi è piaciuto o meno mi chiedo, uscito di sala, se lo rivedrei volentieri o no. Qui per me è no :)

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  2. Pensa, io mi ritrovo agli antipodi: questo film, per quanto imperfetto, mi ha colpito molto, mentre avevo trovato Birdman molto sopravvalutato, a prescindere dalla splendida tecnica di entrambi.

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    1. Direi proprio di sì. A me Birdman non ha dato un secondo di respiro e continuavo a pensare Wow una scena dopo l'altra. :)

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  3. Andrò presto a vederlo, come te, con molte aspettative ... forse Inarritu doveva aspettare un po' per fare un nuovo film, ma le pressioni di Hollywood ...

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    1. Forse, chi lo sa... non saprei in realtà le tempistiche che hanno solitamente. Più che altro è un film totalmente diverso. L'unico punto in comune è appunto il regista ma se non l'avessi visto scritto non è che me ne sarei accorto.

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  4. Sono decisamente d'accordo: poteva essere un gran film, magari persino un capolavoro, invece è solo una pellicola visivamente impressionante e un survival-revenge movie sopra la media.

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    1. Esatto. Survival revenge sfiganera movie per essere precisi.

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  5. Lo giudico un ottimo film, ma non perfetto. A tratti è freddo, non riesce a dare la giusta emotività.
    Tranne per le scene di stanchezza o di dolore, quella mi è davvero arrivata!

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    1. E il freddo? Nel senso di temperatura intendo. La neve, il vento e l'acqua gelida un po' le senti.

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  6. lo vedrò sabato sera ma noto che non ha per quasi nessuno, raggiunto i livelli sensazionali di Birdman...

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    1. No, confermo. Birdman sarà che mi è piaciuto davvero tanto, ma questo non mi ha dato per niente sensazioni tanto positive. Poi fammi sapere ;)

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  7. Aldilà di trama e interpretazione, sono andato completamente in solluchero per la magnifica fotografia. Ti mozza il fiato quello scenario glaciale, impervio e così selvaggio

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