30/08/16

Once Upon a Time e il gioco della narrazione

C'ero una volta io, che volevo liberamente costringere la morosa a guardare Game of Thrones, e c'era una volta lei, che mi proponeva in cambio di vedere Once Upon a Time, che a suo dire mi sarebbe sicuramente piaciuta anche se è una roba ambientata nelle fiabe e c'è la storia d'ammmore tra Biancaneve e il Principe Azzurro. C'era una volta allora lo scambio avvenuto, con ognuno dei due eroi a consumare la serie dell'altro e... beh, c'era una volta CervelloBacato che ve ne parlava qui sul blog!

Se questa serie non mi fosse piaciuta non sarei certo qui a parlarvene, anche perché altrettanto sicuramente mi sarei bloccato dopo qualche puntata.
Negli ultimi tempi, dovete sapere, sono un po' allergico alle storie a episodi, specie se vanno oltre le dieci puntate, e per questo motivo le uniche cose viste da qui a un paio d'anni sono state Game of Thrones e la sorprendente Stranger Things, di cui volevo pure scrivere qualcosa ma perdonatemi... me ne sono scordato. Gli appuntamenti con C'era una volta però hanno fatto meritatamente eccezione, trascinandomi sempre più in fretta verso la conclusione della prima stagione senza farmi sentire il peso di ben ventidue puntate. Capite bene quindi che dovevo proprio scriverci su qualcosa.

Ciò che da inizio alla trama è un maleficio compiuto dalla Regina Cattiva di Biancaneve. Questa, per privare la più bella del reame del suo lieto fine, riesce a portare tutti i personaggi delle favole nel nostro mondo intrappolandoli in una cittadina di nome Storybrook ed eliminando i loro ricordi passati. Nessuno, ad eccezione di un piccoletto di nome Henry, sa la verità, e il destino degli ignari abitanti delle fiabe è tutto nelle mani della sola persona in grado di rompere l'incantesimo: Emma, l'ormai ventottenne figlia di Biancaneve e il Principe Azzurro. 

Il perché Once Upon a Time mi sia piaciuta è presto detto. Con l'arrivo di Emma nella cittadina il maleficio inizia a incrinarsi e questo porta rapidamente a un conflitto tra la protagonista e Regina. Mano a mano che gli eventi si susseguono vengono mostrati allora tutti i vari personaggi delle fiabe, le cui storie dimenticate hanno in qualche modo effetto su come agiscono nel mondo reale. Risulta molto divertente cercare di indovinare, ancor prima che sia svelato, quale ruolo fiabesco possedeva quel determinato abitante di Storybrook, e molto più di questo, è eccezionale notare come ogni racconto sia furbamente legato agli altri.
L'elemento migliore di tutta la serie infatti è il modo in cui sono rielaborate le storie a noi note. L'ho trovato un lavoro magnifico, che regala un impianto narrativo che gioca a stravolgere molti dei nostri punti fermi, riuscendo a inserire per questo anche diversi colpi di scena. E proprio sfruttando i cliché delle vicende più famose, le domande e le sorprendenti risposte che ne vengono fuori sono ciò che ci accompagna attraverso e oltre le varie avventure senza mai annoiare.

Qual è la vera storia del Grillo Parlante, che rapporto ha con Il Gatto e La Volpe e perché è la voce della coscienza? Chi si nasconde dietro lo Specchio della Regina Cattiva e come mai il Cappellaio Matto è diventato matto? Ma soprattutto: che ruolo ha in tutto questo Tremotino, mina vagante del mondo magico a cui molti si sono spesso rivolti? 
Queste sono soltanto alcune delle curiosità che si trovano lungo il percorso, e per quanto mi riguarda bastano e avanzano per farmi dire che rendono la serie davvero ottima.

Qualche difetto però non posso che notarlo. Grossa nota di demerito va infatti agli effetti speciali che spesso e volentieri non reggono il peso della trama che devono sostenere, risultando inutilmente eccessivi e imbarazzanti. Fanno bene il loro lavoro soltanto in poche occasioni (come in questa scena di Pinocchio e Geppetto). Altra nota dolente poi è l'eccessiva lungaggine dell'ammmore tra Biancaneve e il Principe Azzurro, sicuramente essenziale ai fini della trama ma che fa un po' cadere le mele avvelenandole con spietati morsi di noia. 
A parte questo comunque, come già detto, Once Upon a Time merita davvero una visione, quindi se vi manca recuperatela mentre se già la conoscete ditemi Voi che ne pensate. A presto cervelli!

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