Buongiorno! Oggi un racconto andato in onda qualche tempo fa al concorso 3Narratori, ad opera di Salomon Xeno, che purtroppo nel mentre che gareggiava non è stato poi tanto fortunato. Ma come si suol dire, non è che la fortuna centri proprio davvero in questi ambiti.
''Si suol dire questo? E da quando, scusa?!''
Comunque sia, dato che il concorso è finito da un pezzo, pubblico il testo sul blog. Non ha senso tenerlo rintanato nel pc, quindi ve lo beccate voi.
4000 parole, genere fantasy/fantascientifico, molta azione. Ed era proprio l'azione che volevo tentare di rendere cimentandomi in questo racconto, provando a trasmettere il dinamismo delle scene proprio come se le avessi vissute io. Chissà se un po' si nota... Vedremo! Ah, la trama c'è eh, non preoccupatevi, mica è una storia senza senso!
E ora, a voi! Come sempre attendo commenti, che mi servono sempre. Volate!...
The will of the gods
Aida correva, correva a perdifiato. Le gambe esili e pallide sporche di fango e violenza, i piedi scalzi, pochi stracci di seta bianca che svolazzavano nell'aria impestata di fumo. Capanne in fiamme a decine, donne e uomini riversati sulle pietre umide di pioggia e morte. Persino troll e giganti erano caduti come mosche. Gli dei li stavano punendo, punivano tutti loro per il sangue che inutilmente era stato versato nei secoli...
Aida correva, correva a perdifiato. Le gambe esili e pallide sporche di fango e violenza, i piedi scalzi, pochi stracci di seta bianca che svolazzavano nell'aria impestata di fumo. Capanne in fiamme a decine, donne e uomini riversati sulle pietre umide di pioggia e morte. Persino troll e giganti erano caduti come mosche. Gli dei li stavano punendo, punivano tutti loro per il sangue che inutilmente era stato versato nei secoli...
Una mano enorme le
strinse la vita, bloccando la sua corsa e mozzandole il fiato,
mostrandole il suo fetido muso e le zanne inferiori lunghe e lucenti.
La piccola si divincolò scalciando come un diavolo, ma un essere
tanto esile non poteva nulla di fronte a un mostro di quella stazza.
Un rombo potentissimo sembrò sfondarle i timpani e un'orribile
sensazione di vertigini le fece rimettere il poco cibo mangiato
qualche ora prima.
Riuscì a guardare in basso appena un attimo, il tempo di osservare la Foresta del Sole farsi sempre più piccola sotto i suoi piedi, tenuti il più possibile vicino al busto per non permettere al fuoco bollente di ustionarla. Era in volo col suo rapitore, e attorno a loro altri cento di quegli scintillanti e sconosciuti animali si libravano in cielo, lasciandosi dietro scie di fumo denso e nero, che si mischiavano con la notte.
Riuscì a guardare in basso appena un attimo, il tempo di osservare la Foresta del Sole farsi sempre più piccola sotto i suoi piedi, tenuti il più possibile vicino al busto per non permettere al fuoco bollente di ustionarla. Era in volo col suo rapitore, e attorno a loro altri cento di quegli scintillanti e sconosciuti animali si libravano in cielo, lasciandosi dietro scie di fumo denso e nero, che si mischiavano con la notte.

Zorah era tesa sotto di
lui, lo percepiva chiaramente. Sbriciolava la terra sotto le zampe
coi suoi artigli scuri, tracciando nervosamente solchi profondi mezzo
metro. Ci fu il primo segnale del comandante, e tutti e centotrenta i
draghi veterani del regno ruggirono e sputarono lingue di fuoco
altissime, e la notte s'illuminò di colpo, e il sangue iniziò a
ribollire in ogni singolo uomo, elfo, nano, orco, gigante, arpia,
tritone, troll, gnomo, licantropo e mago. La Grande Guerra era
iniziata. Al secondo segnale le vette aguzze tremarono da cima a
fondo, e le enormi bestie alate coi loro cavalieri si fiondarono
verso gli uccelli d'acciaio che gli dei venuti dal cielo si erano
portati appresso.
I muscoli delle zampe
posteriori della draghessa si fletterono al colpo di tacchi di Nair e
i due si librarono nell'aria, sotto i battiti delle possenti ali
d'ebano che lavoravano furiosamente. Le navi nemiche, mastodontiche e sospese nel vuoto, sputavano un vespaio di creature
metalliche, che cadevano in gran numero al suolo ingaggiando
feroci scontri con la fanteria, mentre in una quantità minore si
libravano tra le nuvole attaccando lo schieramento aereo.
Il cavaliere, per
reggersi meglio, strinse più forte le gambe attorno la base del
collo di Zorah, e iniziò ad accompagnare le bollenti ondate di
fuoco di lei scagliando saette dalla mano sinistra, mentre la lama
affilata sulla destra troncava di netto quei fastidiosi insetti
meccanici, appena più grandi di un lupo. La bestia virava
furiosamente, perdendo e recuperando quota continuamente per schivare
quel termitaio di mostri splendenti che intasavano il cielo e non
imbattersi nei suoi compagni.
Settima e sesta Forza,
spostatene il più possibile verso il confine nord della pianura.
Cominceremo da lì. E' tempo di dare spazio ai nostri giovani
iniziando dall'Accademia di Sahara.
La voce del vice
comandante risuonò limpida nella sua mente e in quella dei suoi
compagni di Forza, così come in tutti gli appartenenti alla sesta.
Dovevano spostare il più possibile dei propri nemici verso il
massiccio appostamento di cavalieri di drago dell'accademia del nord,
composto dai più giovani, certamente testardi e inesperti, ma che
possedevano una grinta e una fame di gloria tali da renderli
avversari più che temibili.
<<Zorah! Verso
nord!>> urlò Nair al suo drago, schermandosi dai finissimi
raggi violetti che quelle creature sputavano senza sosta.
La bestia attese il
dissolversi della barriera magica appena creata dal suo dragoniere, e
sfruttò l'aerodinamicità recuperata per tuffarsi verso il suolo e
prendere velocità, imitando l'altra ventina dei suoi compagni e
inscenando quella fuga tattica che avrebbe attirato i nemici verso di
loro. La barriera magica che di li a poco sarebbe apparsa alle loro
spalle, sperava il cavaliere, avrebbe dovuto mettere fuori gioco un
buon numero di quei bastardi.
Ci fu un momento di
silenzio in cui Syria sentì distintamente i battiti frenetici del
suo cuore. La battaglia l'aveva sempre eccitata, scorreva in lei e
nel suo sangue elfico, ma in quel momento, per la prima volta, la
frenesia era l'ultima delle sue sensazioni. Paura e insicurezza
invece si facevano più prepotenti. Il ruggito potentissimo dei
draghi che tuonò all'improvviso attorno a loro la fece riscuotere.
Un arco di fiamme che scaturiva dagli altissimi Denti di Artik, uno
sfondo lontano attorno a loro, illuminò i cavalieri di drago, che
partivano come una nube oscura per fermare quelle immonde creature
demoniache. La notte sopra di lei si riempì di lampi di ogni colore,
segno che lo scontro lassù era iniziato. La diciannovesima fanteria
di cui faceva anche lei parte si preparò ad accogliere i suoi
assalitori.
Piombarono pesantemente
al suolo a centinaia, sgraziati e dall'aspetto incomprensibile e
freddo. Non riusciva a capire, solo guardandoli, quale fossero le
teste e quali le gambe. Erano esseri delle tenebre, fuori dal mondo,
e spietati come nessun altro mai. Gli arcieri appostati sui rialzi
rocciosi di quella struttura a ferro di cavallo, alta una trentina di
metri, scagliarono rapidissimi un fitto nugolo di frecce contro le
armature brillanti dei loro nemici. Gli incantesimi apportati su di
esse fecero il loro dovere: molte riuscirono a sfondarli da parte a
parte, portando il nemico alla morte, tra grida acutissime, vampate
di vapore bianco e scintille elettriche; altrettante invece si
disintegrarono come fossero foglie secche stritolate dal vento
invernale.
Il contrattacco
avversario fu spietato. Quei massicci mostri a tre piedi caricarono
gli elfi senza esitazione, travolgendone molti, e sparando da quella
che sembrava la bocca un'ondata di piccoli pezzi di ferro, che si
conficcavano nelle carni pallide degli avversari.
Syria scattò in avanti e
balzò sulle spalle del primo che gli capitò a tiro, conficcandogli
la lama bluastra dritta giù per la schiena, lasciandolo tramortito
prima di ricadere al suolo. Schivò l'attacco impacciato di un
secondo aggressore, per poi amputargli due delle tre gambe con un
solo fendente netto. Un potente colpo la prese di sprovvista sul
fianco destro, ammaccando e spezzando quasi subito l'armatura
incantata che la proteggeva, mozzandole il fiato. Vorticò a
mezz'aria per qualche istante, con la vista annebbiata e un dolore
lancinante che la teneva saldamente ancorata alla sua missione, alla
realtà.
Ricadde a qualche metro
di distanza, aggrappandosi a un nuovo mostro, e infilzandolo con la
spada che non aveva mollato nemmeno per un secondo. Si diede
un'occhiata rapida attorno, il tempo di accorgersi che le cose fin da
subito non andavano troppo bene per i suoi elfi, e riprese a
combattere con furia e rabbia, senza sosta.
La sesta e la settima
Forza stanno per arrivare, avete quindici secondi di tempo per
ammassarvi sul fondo. ordinò
uno dei maghi del loro schieramento.
Syria
come da programma corse tempestivamente verso il fondo del ferro di
cavallo roccioso che cingeva quella parte di pianura, lasciando
sbigottiti i demoni a fronte dell'improvvisa e prematura ritirata. I
draghi stavano per giungere in picchiata proprio da quella parte per
poi dirigersi verso nord, uscendo dalle due estremità aperte della
barriera naturale. Avrebbero incenerito quei maledetti a tre piedi al
loro passaggio e fatto schiantare i loro inseguitori sullo scudo
magico, presto eretto sopra le loro teste.
L'accelerazione
verso il basso era tremenda, la testa e le orecchie percepivano
chiaramente il cambio repentino di pressione, e la barriera
d'isolamento era appena sufficiente per far restare Nair in sella a
Zorah senza svenire. Un incantesimo di protezione troppo vasto
avrebbe compromesso l'esito della picchiata della draghessa, per
questo la fattura era tanto debole e i sensi vacillavano. Sotto di
loro gli elfi si erano rannicchiati nel fondo della scoscesa parete a
U, mentre più avanti, a qualche centinaio di metri, le fila divine
nelle loro armature scintillanti erano rimaste isolate per quei brevi
istanti che sarebbero stati loro fatali.
A trecento metri dal suolo lo stormo di draghi raddrizzò il proprio assetto, volando quasi parallelamente al terreno, rapidissimi e furenti. Al loro arrivo i due maghi a terra attivarono l'imponente barriera magica chiudendo il passaggio dei nemici inseguitori. L'esplosione di centinaia di quegli esseri volanti alle loro spalle, schiantatisi contro il muro invisibile, fu violentissima. L'aria stessa sembrò incresparsi, percorsa da milioni di onde trasparenti. Ancora una volta la notte diventò per un breve tempo giorno, e tutti esultarono per quell'attacco perfettamente riuscito.
A trecento metri dal suolo lo stormo di draghi raddrizzò il proprio assetto, volando quasi parallelamente al terreno, rapidissimi e furenti. Al loro arrivo i due maghi a terra attivarono l'imponente barriera magica chiudendo il passaggio dei nemici inseguitori. L'esplosione di centinaia di quegli esseri volanti alle loro spalle, schiantatisi contro il muro invisibile, fu violentissima. L'aria stessa sembrò incresparsi, percorsa da milioni di onde trasparenti. Ancora una volta la notte diventò per un breve tempo giorno, e tutti esultarono per quell'attacco perfettamente riuscito.
E
ora avanti! pensò Nair, planando rapidamente verso le sue
prossime prede. Schermò dal calore il suo corpo giusto prima che
ogni bestia alata vomitasse lava bollente dalle proprie fauci
infernali, sciogliendo l'esercito lucente e squagliandolo al suolo,
mandandolo letteralmente in fumo in pochissimi secondi. Sentì
l'intero corpo della sua Zorah vibrare pesantemente al passaggio del
liquido infiammabile nella sua lunga gola, e assaporò la brezza
fresca della primavera non appena riprese repentinamente a salire,
riportandolo quasi oltre le nuvole, assieme ai suoi fratelli, tutti
diretti verso nord con ancora più della metà dei loro inseguitori
alle calcagna. Pensò allora a sua moglie e a sua figlia, la prima
dispiegata in chissà quale parte del campo di guerra, la seconda al
sicuro con gli altri bambini, di ogni razza e provenienza, nella
Foresta del Sole.
Una
pioggia improvvisa di raggi viola si abbatté su di loro, scagliata
dai bastardi furenti che li seguivano, bucando e ferendo le ali della
maggior parte dei giganteschi rettili. Quelle erano sì le parti più
importanti da proteggere con la magia, ma anche le più difficili.
Nair doveva esser ben attento ad ogni singolo battito, doveva
percepire chiaramente la posizione nello spazio degli arti della sua
Zorah, e fatto questo, le ricopriva continuamente con incantesimi
scudo e anti ustione. Un lavoro difficile e faticoso persino durante
un volo normale, reso ora quasi impossibile dalla frenesia della
battaglia e dalle fatture infernali che quei mostri si mostravano
capaci di compiere.
Si mise in sella al contrario, voltandosi verso la coda per osservare meglio ciò che gli accadeva alle spalle. Raccolse le forze e scagliò fulmini e deviò maledizioni, pregando se stesso di riuscire a resistere sino alla fine della propria missione. Al suo fianco i compagni di mille avventure perdevano la vita uno dopo l'altro, lasciando questo mondo così come avevano sempre vissuto: librandosi in aria in compagnia dei loro più grandi amici, insieme verso un'ultima misteriosa meta. In basso, gli eserciti che si estendevano per tutta la Pianura dei Salici venivano travolti da lacrime di sangue e rottami, e osservavano sconcertati tutti quegli invincibili draghi che ora si schiantavano al suolo maciullati. I più forti di loro, stavano morendo.
Si mise in sella al contrario, voltandosi verso la coda per osservare meglio ciò che gli accadeva alle spalle. Raccolse le forze e scagliò fulmini e deviò maledizioni, pregando se stesso di riuscire a resistere sino alla fine della propria missione. Al suo fianco i compagni di mille avventure perdevano la vita uno dopo l'altro, lasciando questo mondo così come avevano sempre vissuto: librandosi in aria in compagnia dei loro più grandi amici, insieme verso un'ultima misteriosa meta. In basso, gli eserciti che si estendevano per tutta la Pianura dei Salici venivano travolti da lacrime di sangue e rottami, e osservavano sconcertati tutti quegli invincibili draghi che ora si schiantavano al suolo maciullati. I più forti di loro, stavano morendo.
<<Hai
mai visto nulla di tanto suggestivo e grandioso, Roy?>>.
<<No,
padre. Questo mondo, lo ammetto, è andato ben oltre la mia più
fervida immaginazione.>>.
Il giovane quasi senza parole, osservò muto ciò che stava accadendo nei cieli sotto l'astronave, dove mostri di ogni forma e tipo stavano affrontando i loro cyborg da combattimento per difendere le proprie preziosissime terre. Non poteva non pensare ai racconti che gli leggeva la madre quand'era piccolo, in cui vi erano draghi proprio come quelli che ora eruttavano fuoco dalle loro bocche, tentando inutilmente di far breccia negli enormi e sofisticati deflettori. Storie in cui nani, troll ed elfi combattevano le loro guerre con spade e magia. E non poteva non provare una certa pena nel vedere tutta quella speranza e tutta quella rabbia nei loro occhi, nel vedere quel desiderio di libertà e pace che purtroppo non avrebbero mai soddisfatto.
Il giovane quasi senza parole, osservò muto ciò che stava accadendo nei cieli sotto l'astronave, dove mostri di ogni forma e tipo stavano affrontando i loro cyborg da combattimento per difendere le proprie preziosissime terre. Non poteva non pensare ai racconti che gli leggeva la madre quand'era piccolo, in cui vi erano draghi proprio come quelli che ora eruttavano fuoco dalle loro bocche, tentando inutilmente di far breccia negli enormi e sofisticati deflettori. Storie in cui nani, troll ed elfi combattevano le loro guerre con spade e magia. E non poteva non provare una certa pena nel vedere tutta quella speranza e tutta quella rabbia nei loro occhi, nel vedere quel desiderio di libertà e pace che purtroppo non avrebbero mai soddisfatto.
<<Padre,
io... Mi chiedevo se stiamo facendo la cosa giusta?>>.
<<
La cosa giusta? Cosa significa giusto? Chi decide cosa è giusto o
sbagliato?>>.
<<Credo...
Dipende da chi sei, da cosa hai vissuto nella tua vita, dalla
moralità che di conseguenza hai. Credo ogni persona riesca a
giudicare bene o male a seconda di ciò che è, di ciò che si sente
dentro...>>.
<<No,
Roy. Giusto o sbagliato lo decide chi vince, lo decide Dio. E chi è
Dio se non la più potente tra le persone, il più grande tra i
vincitori?>>. L'uomo rimase un attimo in silenzio, osservando
anch'egli l'agghiacciante spettacolo che si consumava sotto i suoi
piedi. <<Noi siamo Dio, noi siamo delle divinità al loro
cospetto. Invincibili, spietati, inarrestabili, giusti. Il solo
possedere un potere tale da rendere i nostri desideri realtà,
legittima noi stessi ad afferrare con vigore quei sogni sino a
renderli tangibili... Mi chiedi se sia giusto tutto questo? Lo
scoprirai tra poco, quando il vincitore coglierà i frutti dei suoi
sforzi e le sue capacità saranno adeguatamente ricompensate.>>.
Detto
questo digitò senza alcun indugio una serie di caratteri su di uno
schermo sottile. Guardò il figlio ancora una volta, gli posò una
mano sulla spalla. <<Ehi! Non scompariranno, è chiaro? Non
sono qui per cancellare queste meravigliose creature. Solo, anche noi
abbiamo il diritto di vivere.>> e un sorriso largo e sinistro
incorniciò la più inquietante delle espressioni.
Il perverso piacere che provava in tutto ciò, di certo non riusciva a mascherarlo.
Il perverso piacere che provava in tutto ciò, di certo non riusciva a mascherarlo.
Da
una decina di minuti il clima era più accettabile. In quanto a
velocità Zorah e gli altri otto rimasti erano nettamente superiori
ai loro avversari, e questo nonostante le numerose ferite e la fatica
riportata. Sotto di loro gli scontri erano isolati o quasi del tutto
assenti.
<<Manca
poco, resisti piccola mia, e potremmo goderci qualche minuto di
riposo mentre gli altri si occupano di questi qui...>> ansimò
Nair esausto, ora concentrato soltanto a ricoprire di protezioni la
sua draghessa.
Già si intravedevano le dolci colline del regno della regina Sahara, da cui si sarebbero presto uniti i rinforzi. I ragazzi erano giovani e spesso troppo pieni di sé, ma in un tale momento ogni singolo individuo poteva essere d'aiuto, ed esperti o meno che fossero, restavano pur sempre dei dragonieri, una delle maggiori forze belliche dell'intero Regno di Knothol. Molti di loro, come Austin il folle, Martin il quieto o Ibis grande fiamma, li aveva addestrati lui stesso, ed era quindi certo che avrebbero fatto la loro parte.
Già si intravedevano le dolci colline del regno della regina Sahara, da cui si sarebbero presto uniti i rinforzi. I ragazzi erano giovani e spesso troppo pieni di sé, ma in un tale momento ogni singolo individuo poteva essere d'aiuto, ed esperti o meno che fossero, restavano pur sempre dei dragonieri, una delle maggiori forze belliche dell'intero Regno di Knothol. Molti di loro, come Austin il folle, Martin il quieto o Ibis grande fiamma, li aveva addestrati lui stesso, ed era quindi certo che avrebbero fatto la loro parte.
Prese
un lungo sorso di pozione rigenerante, recuperò le forze perdute, e
trasmise parte di esse alla sua creatura. Infine, col sole che
svogliatamente sorgeva tingendo le nubi di rosa, arrivarono al punto
d'incontro...
I
nove cavalieri ora si sgranchivano le ossa a terra, sui soffici campi
in fiore baciati dall'alba nascente. Cinque minuti, non di più,
mentre l'aria vibrava e cinquanta giovani apprendisti cavalieri
disintegravano con non troppa fatica le duecento unità avversarie
rimaste.
<<Guarda
Nair, la forza della giovinezza. Ah, quanto mi piacerebbe essere
ancora così...>> rise amaramente Norik, osservando la
spettacolare dimostrazione di forza dei cadetti nei cieli vicini.
<<Ma d'altro canto, ringrazio d'essere vivo...>> e affogò
in fretta il suo sorriso nella malinconia, ricordando i compagni
appena caduti e i suoi familiari impegnati chissà dove in guerra.
<<Non
ringraziare d'essere vivo. Vivere è un nostro diritto, così come
dei nostri figli. E ora andiamo a fare il culo a questi dei traditori
e bastardi!>> rispose stringendo forte le spalle dell'amico, ora
rinvigorito e pronto a ripartire.
Zorah
e gli altri otto spiccarono il volo, alzandosi ad una velocità
mostruosa e finendo le ultime creature demoniache con rapidi colpi di
coda, frantumando i più vicini con gli artigli possenti, quasi a
dimostrare a quei giovani draghi che gli anni migliori per loro non
erano ancora passati. Poi insieme partirono verso sud, per
ricongiungersi al campo di battaglia già raggiunto da altri quattro
stormi di cavalieri provenienti dalle rispettive basi
d'addestramento, tutti giovani, tutti infuriati col mondo e volenterosi di
riprendersi il proprio futuro.
Sono
l'addestratore Nair, in questo momento ho il grado più alto e prendo
il comando. I maghi mi hanno informato circa le zone in cui necessita
maggiormente il nostro aiuto. Aimon, Garyon e Sismith divideranno le
loro squadre tra gli schieramenti quindici, ventitré e quarantuno.
Tutti gli altri con noi!
Terminò appena la frase e un quantità indefinita di grossi mostri rilucenti gli si parò davanti a un chilometro appena di distanza, sbucando proprio da quella che doveva essere la zona più sicura di tutto il regno, la fortezza nascosta protetta dai più potenti maghi mai esistiti: la Foresta del Sole. Pochi battiti d'ali e riuscirono ad averla pienamente nel loro campo visivo, che si estendeva ad ovest, invasa dalle fiamme.
Terminò appena la frase e un quantità indefinita di grossi mostri rilucenti gli si parò davanti a un chilometro appena di distanza, sbucando proprio da quella che doveva essere la zona più sicura di tutto il regno, la fortezza nascosta protetta dai più potenti maghi mai esistiti: la Foresta del Sole. Pochi battiti d'ali e riuscirono ad averla pienamente nel loro campo visivo, che si estendeva ad ovest, invasa dalle fiamme.
<<I
nostri figli, i nostri figli!>> urlò il veterano Zairos,
portandosi immediatamente appresso altri quattro cavalieri e puntando
verso quei cani che avevano osato attaccare le future generazioni, i
loro piccoli, le parti più importanti dei loro cuori.
Continuate
col piano... I miei allievi con me, ora. sibilò furioso e
angosciato Nair, mettendosi sulla scia di quelli appena partiti, e pensando a
null'altro che a sua figlia Aida. La percepiva, sentiva il pendaglio
che portava al collo. Lo sentiva allontanarsi assieme a quei mostri,
rapidissimi e ben più grossi di tutti gli altri visti fin ora, che
procedevano spediti verso la più centrale fra le cinque navi
volanti, in cui stavano gli dei.
Si
erano spostati da una buona mezz'ora e combatteva senza sosta tra i
solitari salici che si snodavano attorno al lago Osyris. Non erano
particolarmente difficili da abbattere quegli orrori corazzati, ma
bisognava stare attenti ai loro raggi viola, che bruciavano e
perforavano pelle e armature, e abbattevano persino troll e giganti
se colpiti al volto. Syria estrasse anche la seconda spada gemella, e
roteò frapponendosi fra due bastardi squarciandoli poi in più
parti, facendo loro vomitare inconsueti organi bluastri e
lampeggianti. Si abbassò a terra giusto il tempo di evitare un
poderoso manrovescio di un troll, che abbatté cinque nemici di
colpo, e tremò quando la clava mastodontica di Marco lo Sdentato
picchiò il suolo, lasciandosi dietro un cratere pieno di rottami
fumanti.
Tutte
le razze combattevano ora unite, e a memoria d'elfo non era mai
accaduto nulla di simile nel corso dei secoli. Ne uccise altri due, e
poi ancora tre, e quattro, e ancora, senza sosta, evitando gli
attacchi violenti ma comunque eleganti degli uomini, le asce furiose
dei nani, le bombe di fuoco che ogni tanto piovevano dai cavalieri di
drago, impegnati a risolvere le situazioni più intricate sul campo.
Quando la stanchezza si faceva sentire i maghi incantavano la
vegetazione presente nelle loro vicinanze, ed ecco allora che un
momento prima Syria ansimava di dolore e stanchezza, e subito dopo
era rinvigorita grazie al sacrificio di un arbusto o una distesa
d'erba, che moriva per lei, si sacrificava, per veder salvo il loro
mondo.
Il
sole era quasi sorto e in alto placide nuvole del colore delle arance
mature donavano un piccolo spiraglio di serenità, una minuscola
finestra di paradiso a confronto del lurido ammasso di cadaveri,
carni, mosche e organi maleodoranti sparsi in ogni dove. Le
gigantesche navi lassù però, la spaventavano. Ora avevano smesso da
tempo di sputare demoni maledetti dalle loro pance, ma se ne stavano
comunque sospese e immobili in aria, praticamente invulnerabili
persino agli attacchi magici più potenti. Sempre lassù ora, ecco
arrivare con un frastuono impressionante un centinaio di grossi
orrori d'acciaio, con enormi fuochi rossi sotto ai piedi e lunghe scie
di fumo scuro. E con un lamento ancor più disperato udì i draghi,
e Zorah, enorme e fortissima, illuminata dalla luce del mattino, e
l'uomo che la cavalcava, suo marito Nair.
Il
mondo sotto di lui si faceva sempre più piccolo, le nuvole candide e
fresche erano come nuova linfa ogni volta che vi passava attraverso.
Ma non se ne curava, non gli importava. Sua figlia era lì, poco più
avanti, e lui stava impiegando tutte le sue energie per aiutare Zorah
a volare più in fretta, deviando le masse d'aria davanti loro e
portandole dietro, spingendola sempre più in alto e sempre più
rapidamente. Nessuno osava scagliare incantesimi a distanza contro i
rapitori, la paura di colpire i propri figli era troppa, era un
rischio che non erano disposti a correre. Eppure era una situazione
disperata. Si stavano avvicinando alla grossa nave volante centrale,
e sapevano che ben presto si sarebbero schiantati contro la sua
barriera.
<<Che
cosa cazzo facciamo?!>> urlò al vento il veterano Zairos, con
le lacrime agli occhi e una furia cieca dipinta sul viso.
La
barriera. Colpiamo quella è l'unico modo... Non so che altro fare. I
maghi ci aiuteranno... gridò in con un nodo in gola Nair,
incapace di ideare una strategia sensata, e contattando subito dopo
tutti gli stregoni impegnati sul campo per un unico immediato attacco
che facesse breccia allo scudo della nave volante. I draghi più
vicini si arrestarono prima di sbattervi contro, i loro figli erano
già lontani. Pochi secondi dopo riversavano tutte le loro fiamme
addosso a quell'ostacolo invincibile. Dal basso ogni mago lanciava i
suoi più potenti incantesimi.
<<Ci
hanno rubato i figli! Hanno rubato i nostri figli!>> tuonava
ora il grido disperato di Nair, amplificato con la magia per poter
essere udito a grandi distanze. <<Ce li stanno portando via,
sono oltre questa maledetta barriera! Ce li hanno rubati!!!>>.
E altri draghi, e altri stregoni pian piano andavano ad unirsi in
quel disperato attacco, lasciando sole le zone in cui infuriava
ancora difficoltosa la battaglia.
Ci hanno puniti per i
nostri peccati. Troppo sangue è stato versato nei secoli e ora è
questo il prezzo da pagare? si
chiese tra sé Nair.
<<Come
dicevo non sono qui per commettere l'atroce peccato dello sterminio
di una razza. Qualcuno più grande di me ha avuto il potere di
crearli, io non ho alcun diritto di distruggerli. Ora sono salvi,
così come lo saremo presto noi.>>.
<<Si,
padre...>>.
<<Non
preoccuparti, li faremo prosperare, in seguito. Ma ora dobbiamo occuparci della
parte più importante. Provvederò alla nostra sopravvivenza e
preparerò per tutti noi la nostra nuova casa...>>.
Le
creature degli dei morirono tutte insieme e tutte di colpo. Ognuno si
guardò incredulo negli occhi, senza capire cosa fosse successo. Ma
non c'era gioia dentro di loro. I loro figli, i loro figli erano
ancora lassù, e quella maledetta barriera non voleva cedere. Le
fiamme sembravano disperdersi e propagarsi nel nulla, spalmandosi in
aria mentre seguivano i bordi del dannato scudo invisibile. Tra i
bambini presi, Syria sperava con tutto il cuore non ci fosse la sua
piccola Aida, e non trovava pace... Se solo avesse potuto parlare con
suo marito...
Amore...
Amore... le disse improvvisamente lui nella mente.
<<Lei...
Lei è lì?>> chiese la moglie affogando le parole tra le
lacrime.
<<Non
patiremo più la fame. Non vagheremo più nello spazio freddo e
buio...>>. Detto questo distolse lo sguardo dal figlio e diede
il comando. Un grappolo di bombe X-9 cadde da ognuna delle cinque
navi spaziali.
Lei
è... iniziò a dire Nair, ma da oltre lo scudo, dei cilindri
grandi quanto un uomo stavano cadendo lentamente verso il basso,
passando sotto di loro. E poi, nei pressi della più lontana delle
cinque navi vide la prima luce, e percepì cosa essa fosse, e cosa
significasse.
Lei è viva, riprese a dire rivolgendosi alla moglie, dolcemente, sento il
suo pendaglio, è viva te lo giuro. E' lassù con gli dei. Ci hanno
puniti perché abbiamo peccato, ma lei starà bene. Ti amo, ti amo
con tutto il cuore amore mio.
<<Ti
amo anch'io... Per sempre...>> rispose Syria. E l'ultimo
pensiero prima di andarsene lo dedicò a sua figlia.
<<Siamo dei, e la nostra luce purifica ogni cosa. Finalmente abbiamo una casa,
figliolo.>>.
Forse, chissà, probabilmente, più o meno, magari, può darsi, però, che tu abbia usato nelle tue espressioni oratorie un gergo idiomatico sovrabbondantemente pletorico nel descrivere con copiosa esuberanza un'atmosfera enfatizzata e lessicalmente ridondante... Poi mi spieghi cosa ho detto, perché io a volte non mi capisco... :-)
RispondiEliminaCredo di aver capito :) Ma spiegarlo... Sant'Iddio Gennà!
EliminaIo ho paura dei tuoi post! Sono lungherrimi!
RispondiEliminaPs; tarocca il trabiccolo e vieni ad intervistarmi che inizio a perdere fantasia riguardo ai post!
Si, ti sto raggirando!
Eheh, è un racconto che era per un concorso, niente post ''normale'' oggi :) Sicché ci vuole un certo tempo per leggerlo, i know!
EliminaComunque sia vedrò che posso fare :P L'intervistatore è assai corruttibile ;)
Mi sta girando la testa ... :) Come sai, cose così fantasy/sci-fi non sono alla mia portata. I nomi stavolta erano più umani da ricordare, per lo meno.
RispondiEliminaIn ogni caso, rispondo al tuo implicito quesito: sì, hai saputo descrivere bene la frenesia e il caos di una battaglia. Sottolineando col giusto ritmo anche gli aspetti introspettivi delle "persone" coinvolte :)
In ogni caso, abbasso l'high fantasy! :p
Moz-
Ahahah prometto che la prossima volta resterò a parlare di questo mondo qui, giuro! Tutta sta robbba che non esiste la metto da parte per un po'! :P Forse...
EliminaUsa nomi come Carlo, Andrea, Lucia ecc ecc almeno XD
EliminaMoz-
Oh, dipende dall'ambientazione, dai :) Non posso chiamare un drago ''Matteo''! xD
EliminaIo conosco il mago Nicola, operava a Bari.
EliminaMoz-
Che Matteo t'incenerisca, perdindirindio!!!
EliminaMi verrebbe la curiosità di chiederti da dove ti sei ispirato, riguardo draghi e dragonieri, ma evito :)
RispondiEliminaSecondo me ci sono un certo numero di imprecisioni, nella pura forma sintattica, che possono avere influito non poco sull'esito del concorso.
Inoltre avrei dedicato più spazio a descrivere le due diverse civiltà, e un po' meno alla battaglia in sé stessa, però a me il racconto è piaciuto.
Tranne per un dettaglio non da poco. Non chiamare mai più i Draghi bestie! Sono le creature più meravigliose che esistano! :P
Dovrò riguardare per la forma, in realtà mi sono fatto dare un po' di consigli esterni ma il tutto è stato fatto molto rapidamente per questioni di tempo. Magari più avanti rivedrò e correggerò, al momento non riesco, sono troppo fresco di lettura/scrittura, è difficile aver distacco :)
EliminaPer la trama in sée... Credo siano gusti, c'è da dire che mi sarebbe piaciuto parlare di più delle differenze tra le due civiltà, ma il numero limitato di caratteri, che già avevo sforato, non me l'ha permesso.
Ti ringrazio comunque, e sono contento ti sia piaciuto. Bestie era perché sono incazzati e feroci, potenti! :)
Uff... mi ero dimenticata di ripassare di qua.
EliminaRiguardo la forma, se posso permettermi un consiglio si dovrebbe scrivere, rileggere e leggere tutto a rovescio, per beccare eventuali orrori ortografici (non mi fido mai del correttore automatico di word chrome) e se leggi alla dritta gli errori di ortografia non li vedi, perché sai già cosa c'è scritto.
La cosa del leggere a rovescio è solo una mia pignoleria, comunque.
In ogni caso poi si deve lasciare decantare tutto per alcuni giorni e rileggere. Correggere. Lasciare decantare. Rileggere... e così via... bene anche se hai qualcuno che lo legga per te e ti dica i passaggi poco chiari, o troppo pesanti :P
Almeno, questo è il mio sistema :)
Riguardo la trama si, sono gusti, però se presenti un racconto ad un concorso credo che ci guardino molto, alla trama, ed una battaglia fine a sé stessa potrebbe venire penalizzata.
Molto dipende anche dal bando, che non ho letto, quindi non so :)
E tornando ai Draghi, ribadisco che non sono bestie :P E alla mia tenera età ne ho la casa piena! :P
Beh, se per forma intendi l'ortografia su quello penso non ci siano errori, e no, non rileggo al contrario perché ci vorrebbero sei anni. Mi fido abbastanza del correttore e spero di esser riuscito ad evitarne il più possibile xD Per quanto riguarda la sintassi lì si potrei aver fatto qualche danno, ma comunque sia ho riletto e lasciato riposare, e fatto leggere al Il Moro, che ha commentato qui sotto ;)
EliminaCome sarebbe a dire hai la casa piena di draghi? xD
Rileggere a rovescio si, è per l'ortografia e no, non ho visto errori ortografici, ma imprecisioni sintattiche e stilistiche che leggendo a rovescio ovviamente non vedresti.
EliminaI draghi? Ne ho ovunque. Miniature, ovviamente, anche di 50 cm :P
E il Draconomicon stabile sul comodino :P
Sei forse tu, mia dolce Daenerys?!?! <3
EliminaEcco, allora più avanti vedrò di correggere le imprecisioni sintattiche, quando ci rimetterò le mani. Chissà quando, boh! :D
Ossantinumi n'altro fan di Martin! O più probabilmente della saga dell'HBO :P
EliminaA parte che Daenerys di dolce non ha nulla, a mio avviso, cmq no, non ho niente a che spartire con i folli Targaryen :P
Ma mi stupisci. Tu hai il mio contatto FB per via dell'intervista. Non hai notato che immagine ho nel profilo?
Della saga hbo e ora anche del libro. Sto finendo il primo.. Credo almeno che sia il primo, non ho ancora compreso la suddivisione italiana.
EliminaPer il profilo penso d'aver perduto nel marasma dei contatti faccialibro il tuo :/ Ciò non toglie che per contattarti ti contatto comunque :D Però si, ecco... Ups...
Ti riscrivo? XD
EliminaCertoz ;)
EliminaE io l'ho letto in anteprima, oh oh oh... XD
RispondiEliminaIl Moro
Ahah vero, mio sensei! Quasi quasi un giorno, ma adesso non c'ho la voglia, lo espando ... Mmmah! Intanto penso ad altro và! :D
EliminaPenso che in questo caso il limite di lunghezza abbia giocato a tuo sfavore. Anch'io penso che in qualche modo la battaglia risulta troppo ingombrante per apprezzare appieno le motivazioni dello scontro. Hai gestito bene i PdV nelle diverse posizioni di battaglia, non ho avuto difficoltà a seguirne l'andamento. Buona la svolta finale, che dà un sapore diverso al racconto. Per concludere, non demordere e vai di revisione, soprattutto ora che hai più pareri!
RispondiEliminaUn'ultima curiosità: perché il titolo è in inglese?
Grazie mille per il commento, ero curioso di sapere la tua ;) Prima o poi vedrò di rimetterci le mani, al momento manca un po' il tempo e la concentrazione..
EliminaComunque sia... Mmm... E' brutto se dico perché mi suonava più fico? xD Mi piaceva di più in inglese ecco :)