Visualizzazione post con etichetta MusicalMente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta MusicalMente. Mostra tutti i post

25/09/14

Usa il fondotinta, usa la felpa, usa stocazzo.

E' mattina, apro gli occhi, tendo le orecchie... sono a casa da solo. Accendo lo stereo, Numb/Encore mi distende i nervi. Che poi non è che sono nervoso, è che sono felice ma un po' incazzato. Ma magari non è niente di che penso, magari è andato via con la notte. 
Vabè, proviamo a vedere. Vado in bagno davanti allo specchio, giro leggermente la testa. Magari è passato, magari è andato via, magari, magari, magari con la notte... Notte un par di coglioni proprio, quell'affare è lì, più grande che mai, stampato a fuoco sul mio collo in uno splendido colore viola. Mierd!

Sms: Allora? :)
Rispondo: Allora si vede...
Vodafone: Hai superato la soglia di 100 sms al giorno, buongiorno!
Sms: Prova col fondotinta :*

Sì, avevo sprecato i 99 messaggi gratis della summer card tutti dalla mezzanotte prima. Che cazzo mai c'avevamo da dirci io e l'amorevole sanguisuga solo Dio se lo ricorda. 
Fondotinta dice lei. Sì dai allora cerchiamo il fondotinta tra i trucchi di madre. Uhmm... quale cazzo sarà mai sto fondotinta? Che ne so io a 14 anni di trucchi? Che sia... boh proviamo. Spalmo il fondotinta e il succhiotto sparisce. I miei occhi brillano di gioia. L'ho estirpato davveramente!!! Guardo meglio... sì beh, non c'è più la macchia viola ma ce n'è una rosa pallido, e io sono più nero di un nero per l'abbronzatura dell'agosto appena passato, che è stato un vero agosto, non come quello del futuro 2014. E se poi mi chiedono che ho al collo? Naa non funziona, serve una combo di fondotinta e... polo!

Apro l'armadio in cerca di una maglietta col colletto. Giusto! Io non mi so vestire manco per il cazzo. Abbiamo canottiere color pastello, t-shirt champion e ancora canottiere. E stasera ci si deve trovare per i preparativi alla sagra del paese. E come minchia faccio a farmi vedere così?

Scrivo all'amico spendendo danari preziosi: Oh hai mica una polo, qualcosa che mi copra sto collo?
Sms: Ahahah.
Rispondo: Eddai bastardo!
Sms: Non ti preoccupare.

Passa la giornata e miei non fanno domande. E per fortuna, altrimenti che avrei risposto? Ustione sul collo? Pugno sul collo? Strangolamento da parte di un maniaco con stampo sul collo? Caduta dalla bici di collo? (ahah quest'ultima l'ho sentita davvero). Il fondotinta e la mia posizione da eterno pensatore sconsolato, col gomito appoggiato al tavolo e la mano in faccia a coprirmi sembrano funzionare egregiamente. In realtà, ma io ancora non lo so, m'hanno sgamato in pieno ma se la ridono sotto i baffi senza dir nulla. Quando poi decidono di aprir bocca il concetto del loro pensiero è ''Ma insommaaaa!''... Ma insomma cosa?!?! E' colpa mia adesso?
La sera, con settantordici gradi e sudore a spruzzi, è dietro l'angolo. Gli amici e l'intero universo presente in quel momento nella pianura padana sentono l'afa, ma in qualche maniera sopportano, io invece... io sono un  gran coglione con la felpa col cappuccio che crepa d'asfissia (vabè ma è leggera, è estiva, mi dice l'amico) l'unica consolazione è nessuno vede l'opera d'arte della donzella. Lei viene a controllare sorridendo, qualcuno si accorge della cosa, e poi il resto, anche se non ricordo bene come, va da se. Il segreto non è più un segreto. E vaffanculo allora, via la felpa e altolà il sudore! Però quale imbarazzo essere ''chiacchierato''...

Ebbene cari amici, questo è il ricordo di settembre 2005, con un Cervello alle prese per la prima volta coi disagi creati dalle femmine e dagli ormoni in ebollizione. E il caldo, quel maledetto dannato caldo. Ahh quanto era caldo!
Con oggi, comunque, si conclude un anno di MusicalMente, e quindi se e quando volete ridarci un occhio i ricordi sono tutti là... ma adesso, però, che si fa?!

28/08/14

Latte con Lorzo?

''Woahhh, è verde!''
''Certo che è verde, te l'avevo detto io.''
''Ma come fai?''
''Eh caro, magia!''
''Ma che magia, è perché il giornale sotto ha un'immagine col colore verde.'' fa l'altro mio cugino.
''Oh ma fatti i fatti tuoi tu!'' gli risponde il fratello minore.
''Ohh, verde...'' faccio io incantato.

Siamo sotto le scale del palazzone dei miei cugini, mi stanno mostrando come fare il fuoco colorato con l'intendo di impressionarmi. Siamo nell'agosto 1998, forse 99, che qua è un casino esser precisi andando troppo indietro, e io ho 7 anni e sono impressionato. Dato che non si va a scuola, qualche sera capita che dormo a casa dei cugini. Siamo io e M in particolare, il minore dei due, che ha due anni più di me, a stare spesso insieme. 
La notte dormiamo nel divano letto in salotto, indossiamo canottiere vecchissime, del mio bisnonno a quanto dicono (che è suo nonno in realtà, quindi non siamo proprio cugini cugini ma è una cosa così complicata che se va la spiegassi vi verrebbe mal di cranio) e quando i suoi dormono il caro cug infila le videocassette dei documentari sugli alieni.

Guardo dischi volanti, esseri umanoidi grigi che vengono aperti come angurie, raggi che rapiscono le persone e altre scene molto adatte a un pischello di anni 7. Ci gode a torturare i suoi amici con quei video, ma ne ha una paura fottuta anche lui. Io d'altro canto sono identico a quell'ebete, ne sono affascinato, ma mi cago in mano.
La notte dormiamo sereni, più o meno, chiudendo la finestra che non si sa mai, magari arriva un disco volante e ci porta via. Il mattino mi sveglia presto e accende Mtv, o comunque un canale di musica che io a casa non prendevo, e guardiamo un video pieno di brave regazze che sul finale sono mezze ignude. Stanno passando Pretty Fly (For a white guy) degli Offspring.  Io e lui siamo incantanti più che con gli alieni.
E infine in salotto entra sua madre, cioè mia zia, e ''Che cosa fate svegli a ste ore, cosa guardate!? Filate a dormire che è ancora presto!''. E noi si torna a far finta di dormire mentre lei torna a letto.

''Oh!'' mi fa lui. ''Sai che so fare il latte con l'orzo?''
''E che roba è... lorzo?''
''Mio fratello non lo sa fare anche se è più grande, dai vieni di là che facciamo latte con l'orzo.''
''E se poi torna la zia?''
''Dai ho anche la nutella dai vieni.''
''Nutella?'' gli domando, e sono già in cucina ad aspettarlo.

Questo il ricordo di agosto con cui riparte MusicalMente, con una delle molte serate passate a dormire dai cugini, con le canottiere del bisnonno, coi video degli alieni, con mtv, e il latte con Lorzo che facevo finta che fosse caffè. E a voi, che non ve lo chiedo mai, sta canzone che vi ricorda? E che facevate nel 1998?

15/07/14

La ragazza che c'inculò con la sabbia.

Siamo in mare io, un paio di ragazze e un allegro trio di ragazzi, tra cui il mio amico F. L'acqua è già alta, che in Calabria, nel Tirreno, fai due passi e già non tocchi più, e il fondale da sassoso è diventato sabbioso.

''Gara!'' propone uno dei ragazzi. ''A chi riesce ad andare fino al fondale e tornare su con un po' di sabbia in mano?''.
''Uhm... come cazzo si fa ad arrivare fin là? Saranno... quattro, cinque metri?'' fa uno.
''Sì, settemila, che cazzo!'' risponde l'altro.
Ci guardiamo un attimo, poi tutti d'accordo, proviamo.

Vado sotto io, occhi chiusi che sono senza maschera, non capisco quanto manca al fondale. Torno a galla con un pugno d'acqua salata in mano. ''Vaffanculo, è troppo fonda non capisco dove arrivo.''.
''Eliminato, mezza sega!'' mi fa il lanciatore di sfide. Va sotto pure lui e... ''Merda, niente, ci riprovo tra un attimo dai, andate voi prima.''.

Ci provano tutti e nessuno ce la fa. Rimangono F., il mio amico nuotatore, un venetazzo come me insediatosi assieme alla mia famiglia nel profondo sud in quel luglio 2005, e M., una delle due ragazze.
''Dai dai, te che fai nuoto ce la fai, facci vedere dai dai vediamo se te sei capace dai!'' dicono tutti.
F. va sotto, scompare sott'acqua come un pesce (una similitudine migliore non mi veniva, scusate) e dopo qualche secondo torna su. ''Bahh... cazzo è fonda sul serio! Fermi un attimo che riprovo.'' dice subito prima di prendere una boccata d'aria e tornare alla carica.
Sta giù un bel po'. ''Cazzo questo è morto?'' ci diciamo. Poi riemerge tra le bolle. Alza la mano al cielo: sabbia. ''Uahhhh ce l'ho fatta!'' esulta col sangue che gli esce dal naso.
''Oh cazzo, F. ti sanguina il naso!'' faccio io.
''Merda, che cazzo hai fatto?''.
''Ops!'' fa lui pulendosi. ''Forse era un po' troppo fonda eh?'' chiede con sufficienza, fregandosene bellamente, felice per l'impresa.

''Ok ma tocca a me adesso.'' ci interrompe M., la ragazza.
''Ma sei sicura? Guarda che è impossibile quasi eh?''.
Nemmeno finiamo la frase che è sotto. Passano i secondi e... non torna più. E' l'ultima volta che la vediamo...

No ok, scherzo, era per darvi un po' di brividi. Dicevo, comunque, che scende e dopo qualche secondo riemerge con, sorpresa sorpresa, la sabbia in mano! E soprattutto senza un naso sanguinolento. Che classe!
Consci del fatto che la donzella c'ha inculato a tutti quanti passiamo il resto del pomeriggio in acqua e in spiaggia e di nuovo in acqua. Giochiamo a beach volley, prendiamo il sole, partita a carte, tuffi e cazzate varie. Una pacchia.
Io e F. ce ne stiamo sul materassino in relax, il mare è calmissimo, commentiamo delle tipe poco distanti. Dal chiosco parte Nuvole e lenzuola, e quando mai? 
''Cos'è hanno solo sta canzone?'' chiedo, e nel mentre le due signorine a qualche metro da noi, su un materassino, la cantano guardandoci. Rispondiamo, ormai la sappiamo anche noi, e cantiamo urliamo con loro.
''Son carine mi pare, no?''
''Eh sì... ma vuoi metterle con M.?''
''Eh... non tutte sanno andar sotto e prendere la sabbia con quella classe. Che femmina!''.

17/06/14

Quelli del palazzone

Inizio con un giugno 1999. Suona Mambo n. 5 di Lou Bega, compleanno di una nostra amichetta, una dolce e carissima ragazzina che fa parte dei Quelli del palazzone. Io avevo otto anni, la canzone mi piaceva da pazzi, e ricordo vagamente di quel compleanno nel mitico palazzone, dove abitavamo noi, dove ne abbiamo trascorse altre mille di quelle feste, dove ho passato tutta l'infanzia con i Quelli del palazzone.

Quelli del palazzone passavano i primi giorni dopo la scuola a giocare fino a sera inoltrata, quando il sole tramontava e il cielo era ancora rosa. Correvano in bici su e giù per gli scivoli per le macchine, con le mollette e un paio di carte dei pokemon attaccate ai raggi delle ruote per far finta che fossero moto rombanti. Giocavano a nascondino, Quelli del palazzone, sfruttando ogni stramaledetto buco dell'immenso casermone per nascondersi, mentre il povero disgraziato di turno contava a occhi chiusi sul lampione. Magari questo riusciva pure a trovarli tutti eh, ma poi l'ultimo stronzetto di turno faceva ''Un due trè libera tutti!'' e si doveva contare dall'inizio.

Quelli del palazzone non facevano giochi d'acqua, ma combattevano vere e proprie guerre nucleari con super liquidator, canne dell'acqua, secchi e gavettoni che la maggior parte delle volte esplodevano in mano ancor prima di lanciarli tanto erano gonfi. Quelli del palazzone, sempre verso sera, s'improvvisavano cacciatori e partivano a catturare maggiolini, quegli insetti simili a mosconi o api che volavano nel parco di fronte casa e sembravano goderci pure loro nel farsi prendere. Si sfidavano a tedesca poi, sulle porte troppo grandi per dei bambini, col portiere che rimaneva lì un'eternità prima di riuscire a parare qualcosa, e facevano ''moto cross'' con le bici, nella cava dove anni dopo sarebbero nati i campi da basket e pallavolo. D'inverno ci si nascondevano pure lì dentro, tirando palle di neve alle macchine in strada, scappando quando qualcuno si fermava e scendeva per urlargli dietro.

Scoprivano l'evoluzione dei videogiochi i Quelli del palazzone, da un Sega Mega Drive a uno Snes tarocco, allo Snes vero e proprio alla Playstation, con quella demo di Tekken 3 che aveva due personaggi in croce con cui si passavano i pomeriggi a scazzotarsi, guardando i video dei protagonisti iper muscolosi e dicendo ''Da grande anch'io diventerò muscoloso come quello!''. E si scambiavano le carte dei Pokemon, giocavano coi pupazzetti dei Pokemon, e poi con quelli di Dragonball, e con le moto, e con le Mini 4WD, con qualcuno che convinceva qualcun'altro che il tubetto del grasso poteva essere usato anche come dentifricio, mentre dall'altro lato un Quello del palazzone scambiava un Charizard 120pv per un Caterpie 40pv grazie a chissà quali giochetti mentali Jedi.

Quelli del palazzone si rincorrevano con Ciapaciapa e Rialzo, tiravano pallonate prendendosi i richiami da chi stava negli appartamenti perché non si doveva far casino, pestavano mostri invisibili nei giardinetti, scappavano dal Babau cercandolo nel cesso o in qualche armadio. Si sfidavano con gli skateboard nelle discese, e coi pattini e pure con i monopattini (la moda cambia, si sa), poi baciavano le belle ragazze alla tv prendendo la scossa, registravano la propria voce in cassetta e la riascoltavano, cercavano i calendari con le donnine nude nei garage degli altri, festeggiavano ancora i compleanni, litigavano e poi facevano pace. Pian piano, Quelli del palazzone crescevano.

Ad alcuni di crescere capitava prima, tutto all'improvviso, mentre ad altri invece, la vita riservava la fortuna di restare senza pensieri per molto più tempo. Qualcuno poi andava via, qualcun altro di nuovo arrivava, qualcuno tutt'oggi è ancora lì, tra il parco e il piazzale, vicino al Montecio, la collinetta boscosa a cui ogni anno si dedica una sagra proprio di fronte a i Quelli del palazzone. Con le musiche da ballo (roba da vecchiii), coi canti dei bambini, con i tavoli sotto agli alberi e il profumo d'estate che sta arrivando.

A settembre poi, Quelli del palazzone guardavano i fuochi d'artificio dall'alto, lo spettacolo che segnava la fine dell'estate, ogni estate. E poi ricominciavano scuola ancora una volta, di anno in anno, con nuove amicizie, nuove canzoni, nuovi sogni, finché non passava il tempo e si cresceva, e i giorni spensierati e felici dell'infanzia andavano via senza nemmeno accorgersene.
Di tutto questo allora restano i ricordi, e immutabile e immenso sempre lui: il palazzone. E chissà, per questo, quanti altri ne verrano di Quelli del palazzone.

30/05/14

Di quando gli inciuci amorosi erano 'cciuci inciorno a noi!

Io il cellulare ce l'ho avuto in terza media, dopo aver rotto insistentemente le palle ai miei genitori che ''Ma alla tua età, ma a che cazz ti serve il cellulare?''. Che oggi mentre mi guardo intorno vedo i bambini poveri noto regazzini delle elementari smanettare sugli smartphone scrivendo a non si sa bene chi e facendo su internet non si sa bene cosa. ''Chi devi chiamare, Peppa Pig?'' dice pure un meme su facebook. Comunque sia arriviamo al MusicalMente...
Il mio mirabolante telefono.

Il maggio 2005 lo ricordo perché, appunto, smanettavo col cellulare. Dovessi rispondere sinceramente ai miei (e a tutti gli altri) genitori che si chiedevano che ce ne facessimo di sti telefoni, abitando tutti in un paesino minuscolo e andando a scuola a due passi da casa, risponderei che ci serviva per approcciare, chiaro! La terza media, specie con la primavera, era l'anno della tempesta ormonale per noi maschietti. Si era cresciuti tutto su un colpo, si stava cambiando voce, brufoli dappertutto, baffetti orripilanti sotto al naso e sudore ascellare come si fosse corsa una maratona di 40km usando le braccia. Uno spettacolo sensazionale, nel senso che facevamo davvero senso... Le donzelle invece iniziavano ad esporre sotto i nostri occhi sognanti la prima mercanzia di stagione. Ecco, quello era un bel vedere in effetti!
Nel mentre, la pubblicità vodafone ciuccia inciorno a ce, da marzo, sparava Lift me Up di Moby a palla, canzone che io tenevo nell'ipod nell'mp3 nel lettore cd e che m'ascoltavo pure a maggio. Ed è proprio per questo che me lo ricordo sto mese 2005. 

Faceva caldo, c'erano le ultime lezioni dell'ultimo anno, e il gioco dell'ammore era magicamente nel suo momento de fuego all'interno della mitica, vecchia, ormai agli sgoccioli, 3 A musicale. Preparavamo a giorni alterni il concerto di fine anno, così come i pezzi da suonare durante l'esame (che oltre alle materie normali dovevamo pure suonare qualcosa ai professori). Definivamo inoltre i lavori per Tecnica, che ricordo c'era la scelta disegno tecnico o lavoro di gruppo, fate voi! Noi si era scelto di fare una diga in polistirolo, con l'acqua e tutto quanto, una cosa non dico brutta, ma piuttosto... particolare nel suo genere, ecco. Però ci si divertiva a farla, ritrovandoci i pomeriggi e le ultime mattine di giugno prima degli esami a tentare di capire come far fluire l'acqua senza sbrodolare tutto (il fatidico giorno bagnai accidentalmente la professoressa di arte, che bel momento!).

Gioco primavera 2014: trova CervelloPelato ;)
E insomma... nulla di che. Non ho un solo ricordo preciso da raccontarvi, ma piuttosto ho queste quattro righette che parlano in generale di maggio. Un mese pieno di emozioni, di voglia di farla finita con quei cazzo di esami, di ansia e curiosità per il futuro, di dispiacere per i compagni di classe che non sarebbero più stati al nostro fianco ogni giorno. Un mese, così come tutto un periodo, pieno di risate, litigi, strambe teorie di conquista amorosa, e appunti tanti, infiniti, improbabili Sms sparati a palla sfruttando christmas card, summer card, infinity chennesò card e altre mitiche offerte telefoniche. Era proprio ciuccia inciorno a noi quella vodafone, come diceva quella bonazza di Megan Gale!

22/04/14

Le potenzialità nascoste dell'insulto.

La prima cosa che mi viene in mente sentendola sono io che guido di sera. Siamo a marzo 2010 e lo speaker alla radio dice che questa canzone è stata creata per raccogliere fondi per aiutare le vittime del terremoto ad Haiti, scatenatosi a gennaio sempre dello stesso anno. Cantano Jay-Z, Bono, The Edge, Rihanna... la trovo meravigliosa, forse anche aiutato dalle immagini orrende di quel disastro naturale che mi passano per la testa, rimbalzate da tutti i tg in tv. La aggiungo al lettore mp3, la riascolterò nei mesi successivi per diverso tempo.
Dato che siamo ad aprile coomunque, e questo è il MusicalMente di aprile appunto, torna utile questa stessa canzone, Standed (Haiti mon amour) perché mi ricorda anche dell'altro...

Scendo dal bus affollato, siamo in gita, è primavera. Io sono in quarta superiore (la mia seconda quarta, che ho voluto approfondirla bene) e siamo in visita al Mart di Rovereto. Sto proprio bene, vado d'accordo coi compagni, è un gran bel periodo per me, sono tutti abbastanza simpatici, si scherza, io ho la strana abitudine di insultarli scherzosamente. Non sono il solo, spesso ci prendiamo tutti a parole, così per ridere, tanto che un giorno c'è scappata pure la giornata ufficiale dell'insulto. Una cosa tipo ''Buongiorno pezzo di merda! Come stai oggi?'', e l'altro rispondeva ''Proprio da Dio, schifosa faccia di culo!''.
Divertente eh? 
Ma proprio una cosa guarda...
Riprendendo il discorso, sto scendendo dal bus per prendere lo zaino nel bagagliaio. Davanti a me la mia amica E. intenta a cercare la sua borsa.
''Oh, dai muovi quel culone lardoso e prendimi lo zaino, dai dai dai forza!!!'' la incito io.
E. si gira verso di me e... realizzo di essermi sbagliato, quella che ho insultato è un'altra persona, una ragazza, dell'altra classe, e mi sta guardando malissimo.
''Oddio scusa ti ho scambiato per un'altra, scusa scusa scusa.'' le faccio io imbarazzatissimo, la vera E. alla mia sinistra che si sta già allontanando con la sua cazzo di borsa già presa.
La ragazza a cui ho ingiustamente dato della culona lardosa si allontana (forse) sorridendo, io prendo il mio zaino. Una volta raggiunta l'amica E., dopo un preambolo d'insulti, le racconto della figura di merda che m'ha fatto fare mentre ci avviamo verso il museo. Se la ridono tutti, dicono che sono un idiota, e in effetti lo sono abbastanza. Pure la tizia che ho insultato se la ride con le amiche e mi piglia in giro, o almeno è quel che penso vedendola confabulare con le sue compagne indicandomi.

La colpevole siede con nonchalance sulle mie spalle...
La giornata poi trascorre che è una pacchia, mi impressiono perfino guardando i dipinti di Monet l'impressionista, cosa che mai mi sarei aspettato dato che l'unico effetto accertato fino a quel momento nei musei era una sottospecie di sonnolenza molesta. Vedi mai che studiare da qualche vantaggio?
Dopo il museo si va in un parco lì vicino a magnà, si passa il pomeriggio nel verde, ci si fa due chiacchiere, si fanno quattro foto sceme, un po' di musica, e sul tardi si torna verso la fermata dopo una visitina a Rovereto. Di nuovo in bus e via verso casa, cuffie nelle orecchie (Haiti mon amoouuur...) e qualche sbirciata alla tipa della figura di merda, che noti è pure carina forte, e che poi conoscerai meglio e... beh, niente, questa sarebbe un'altra storia, piuttosto lunga, bella e inaspettata. L'insulto, comunque sia, è un bel modo per approcciare, garantito!

31/03/14

Suor Maria Palma al profumo di violette e zucchero.

Marzo, 1995, e un Cervello di ben quattro anni d'età. Come cazzo fai a ricordarti di quando avevi quattro anni? potreste chiedermi voi. No infatti, non è che me lo ricordo bene di quel marzo '95, ma dei due successivi, che si ripetevano identici, sì. 
Io e il nonno, nel giardino dietro casa sua, sotto l'abete. Da qualche parte per radio Zucchero si scatenava con Per colpa di Chi, particolare questo che ricordo bene perché una radio, accesa in quel da qualche parte, c'era sempre. Sì ma che ce stavamo a fà sotto l'abbete a marzo? Raccoglievamo violette per la nonna e la mamma, ovvio!
Ricordo che proprio sotto a quell'albero si presentava un tripudio di violette, e io ero intento a fare i mazzolini di fiori a mamma e nonna, le mie donzelle, perché a quel tempo in effetti ero libero dalla malefica influenza della giordana che negli anni successivi m'avrebbe condizionato la vita. E quindi io raccoglievo violette. Ok, l'ho già detto. E' che ora mi piacciono ancora tanto le violette. Doveste chiedermi qual è il mio fiore preferito? Le violette! Sì ma ai maschi di solito non si chiede qual è il fiore preferito, ch'è sei ghei?
O ma che cazzo volete? A me MI piacciono le violette, ok? Non si può? Morite! E poi mi piace parlarne, che sotto sotto, tutti noi, siamo fatti di ricordi...

Comunque, ricordo anche dell'altro oltre alle violette, ricordo dell'asilo e di Zucchero che cantava mentre tornavo a casa in macchina il pomeriggio. C'eravamo io e una compagna più grande in macchina, e le nostre mamme se la raccontavano mentre noi ci mangiavamo metà kinder bueno a testa, e intanto la primavera esplodeva fuori dal finestrino. Mi ricordo anche dell'asilo, di quel cortile assurdamente figo, immenso, col prato, la casa delle streghe e le altalene strane che perdevano olio nero. Poi arrivava suor Maria Palma, la suora dall'aspetto più terribile che abbia mai visto, e quella ti sgridava se ti sporcavi il grembiule. Ti sgridava pure se avevi il codino. Suor Maria Palma odiava i bambini col codino, perché il codino è cosa da bambine, mica da maschi. E quindi c'era lei, la suora spaventosa, che se ti sgamava sporco o col codino erano cazzi e mazzi. 
Mi viene in mente, e scusate se salto da un episodio all'altro con la leggerezza d'una rondine (perché è primavera, amo la primavera, faccio le similitudini con la primavera e una rondella non fa primavera, boh!), comunque mi viene in mente anche di quando la mamma mi disse: oggi devi restare all'asilo un po' di più, non tornare a casa in pulmino, stai lì che ho già avvertito la maestra e le suore e io arrivo un'oretta più tardi. Te ne ricordi?
avevo risposto io, pur non avendo ascoltato una parola. 
Dove sarà piccolo Cerv?

Arrivata l'ora di tornare io mi fiondai in pulmino e bonanotte, e alla fermata per scendere, tra le varie mamme, la mia non c'era. Ma che sorpresa! Toni Bomboni (soprannome dell'autista) a quel punto decise di riportarmi indietro, perché in effetti non è che poteva lasciare un bambino senza nessuno in mezzo a na strada. Tornato all'asilo quindi, disperato perché non capivo dove fosse la mamma, ecco arrivare in soccorso la suor Maria Palma, spaventevole, ed ecco me pensare che un pomeriggio peggio di quello non poteva proprio esserci. Tra tutte le suore proprio lei?!
Mi offrì un panino alla marmellata esagerato, fantastico, buonissimo. Fuori iniziava il classico acquazzone di marzo. Lei mi sorrideva mentre io smettevo di piangere e m'abbuffavo come un maiale. Non era più tanto spaventosa quella suora, era una vecchietta gentile e dolce. Pazzesco! Lei che per tutto quel tempo m'era sembrata il demonio, altro che la sposa di Gesù Cristo (strani gusti questo Gesù Cristo).
''Mi dai un pezzetto anche a me?'' mi chiese con gentilezza.
''No è mio!'' rispose quella facciadimerda che ero io da piccolo.
 E poi infine ecco la mamma, che chiaramente mi da dello scemo perché non ascolto mai, e mi riporta a casa.

Questi quindi i ricordi e la canzone di marzo. Suor Maria Palma, se tu sapessi quanto ci spaventavi... mannaggia a te mannaggia!

24/02/14

Consuma l'ozono e conquista la femmina!

Il carnevale non m'è mai piaciuto un granché a dir la verità. E' pieno dei tipici colori primaverili e c'è il tipico freddo stronzo dell'inverno, una contraddizione che il mio tipico cervello ritardato non riesce proprio a sopportare. Avete ragione a pensare che quest'associazione tra colori delle maschere e colori di fiori primaverili sia pure un po' assurda, ma che ci volete fare, sono idiota e quindi ci penso.
Ricordo però che una volta mi ci divertivo al carnevale. Dicono che nel mio paesino-sputo si tenga la sfilata di carri mascherati più bella del Veneto. Sì, proprio, ci dovete crederci. Sta di fatto che quand'ero pischello mi garbavano assai le suddette sfilate. Ricordo che, a differenza degli ultimi anni, non si badava di certo a spese, e oltre ad avere ospiti importanti come Le veline di Striscia la Notizia, oppure le Letterine di Passaparola, o molto altro figaio assortito del mondo dello spettacolo, c'erano anche dei carri molto più grossi. Ricordo questo Clown immenso, altissimo, che ogni 30 metri di strada doveva abbassarsi per non farsi mozzare la testa dai fili della corrente che passavano tra i tetti dei palazzi del centro. Oppure un diavolo rosso con gli occhi terrificanti, e le regazzine vestite da diavolette che ballavano tutt'attorno. Pure da piccolo, come si evince dalle mie parole, ero un po' zozzarello e pensavo alla giordana.

La canzone-ricordo che mi viene in mente per questa puntata di MusicalMente è forse una delle più famose dei Cartoons, ovvero Witch Doctor, che per diversi anni è stata la colonna sonora su cui costruivano i balletti degli sfilanti. Ricordo questo episodio, in un freddo febbraio del 2003, seconda media quindi, in cui avevo indosso il mio primo profumo, regalatomi qualche settimana prima per il compleanno.
T'hanno regalato un profumo perché evidentemente puzzi! m'aveva detto la mamma. Grazie per la delicatezza, mamma!
In quella sfilata comunque, sapevo benissimo avrei intravisto una mia compagna di classe, una carina eh, con gli occhi blu e capelli castani. Quindi misi il profumo, mi vestii, e andai con un amico a farmi il classico giretto  per il centro a vedere il carnevale. Girai e girai, con la scusa di voler vedere tutti i carri, anche se in realtà me ne fregava n'cazzo, finché non la vidi la donzella, che gironzolava pure lei assieme a un'amica.
''Forza Cervello, siete compagni, datti da fare. Vai lì, la saluti, ci fai due chiacchiere.''
''Bacà, ma se poi mi snobba e se ne va? Se faccio la figura del palo? Io c'ho quasi mai parlato con questa!''
''Ma se l'hai pure invitata al compleanno ed è venuta, cazzo di problemi mentali hai?''
''Ho capito ma, cioè, insomma...''
''Ci siamo pure messi il profumo, senti che roba, sembriamo un ArbreMagique formato gigante e sinceramente mi da pure un po' fastidio aver sprecato mezza bomboletta e aver contribuito di certo all'allargamento del buco nell'ozono, muoviti e conquista la femmina!!!''

''Oh, guarda!'' mi fa l'amico interrompendo il mio delirio interiore. ''C'è OcchiBlu, andiamo a salutarla.'', e sto disgraziato s'incammina con nonchalance verso di lei, inconsapevole del mio disagio intellettuale.
Lo seguo, mi sento un po' in imbarazzo, le arrivo davanti e ci diciamo due scemate che non ricordo affatto. Poi lei e l'amica se ne vanno, cambiano posto.
''Visto? Non mi ha notato per niente, parlava più con l'amicovaffanculo.''
''Per questo dobbiamo riprovarci!... coff coff...''
Più avanti, minuti dopo, la rivedo, e sono altre due parole, ma niente di più. E intanto il carro mascherato spara a tutto volume ''Ooo eee oo ah ah, ting tang walla walla bing bang, ooo eee...'' e io quasi mi soffoco per l'alone di muschio bianco che mi porto appresso.
Ci avrei messo più di un anno a prendere confidenza con OcchiBlu, diventandone poi un buon amico. A ripensarci la mia imbranataggine mi fa sorridere, ma a ripensarci ancora meglio, un imbranato io lo sono tutt'ora. Se non altro, col tempo, ho imparato ad andarci piano con le bombolette di profumo!

31/01/14

Burn baby burn, che tanto sei già morto!

Gennaio 2002, o comunque uno dei primi mesi dell'anno, inverno. Un CervelloBacato al primo anno di scuola media si prepara ad affrontare una dura battaglia di scazzottate col suo mini-lui di qualche anno più piccolo, ovvero primo anno di elementari. La camera dei loro genitori è buia, sono le 8.30 di sera, la luce della tv per un attimo sparisce... botte!!!

Uaaaatatatatatatatà, uachoaaa!
Noo maledetto muoriiii!
Beccati sto cazzotto, ora ti distruggo verme!
Tu non puoi farmi nulla, shuoaaa, shuoaaa, io sono Rey e ti affetto come un salame!
No, io sono Ken il guerriero, ora ti faccio esplodere la testa!
Ma chi ti credi di essere, tu non puoi nulla..
Forse non hai capito, tu sei già morto!
Strappava la maglia ogni puntata,
in quella dopo era in perfetto stato.

I due fratelli combattono saltando sul lettone, indemoniati, le mosse di Ken il guerriero ancora impresse nelle loro menti infantili (la mia non è poi tanto cambiata). Nel mentre che ci si ammazza il canale 7 gold, che ha finito di trasmettere l'anime, spara a ruota le 100 hits forever nella storica pubblicità coi tizi nel deserto che si ascoltano le musicassette contenenti appunto le 100 hits forever.
Burn baby burn, disco infernooo, burn baby burn... canta una di quelle 100 hit, e Cervello tira un pugnazzo un po' troppo forte al mini-lui che inevitabilmente inizia a frignare. E quando mai? Madre arriva in camera, infuriata "Questo cartone non lo vedete più, è troppo violento, non è per bambini, è tutto sbagliato, e non è possibile facciano questecoseequestoequello...".
I due fratelli sconsolati abbandonano la stanza spegnendo la tv. Ma si lanciano uno sguardo d'intesa, uscendo... 

Domani sera, stesso posto, stessa ora. Rinvicita! 

E così, la sera dopo, e tutte le altre, col sottofondo delle 100 hits forever, la guerra ricominciava e madre ci risgridava.

29/12/13

L'infinito fine anno di neveneveneve, religiosità e ''è dopo il ponte eh!''

2 ore prima.

AmoGesù: "Si ma ti ricordi dov'è?" 
Cervello: "Hai capito la zona vero?"
QuellocheSa: "Masssìiii, non vi preoccupate, è un po' dopo il cartello del paese Sperdutoneimonti, in un via laterale che si segue dopo aver attraversato il ponte. Tranquilli raga...".
Io, AmoGesù e gli altri 4 ragazzi ci tranquilliziamo.

2 ore dopo rispetto al '2 ore prima', quindi, nel caso vi foste già persi, fissando la conversazione di prima ad un tempo zero, 2 ore esattamente dopo...

Le auto si fermano in un piazzale poco distante dal cartello di Sperdutoneimonti, i genitori alla guida ci salutano.
Genitoreperplesso1: "Sicuri che vi lascio qui?"
QuellocheSa: "Sì tranquilli è dopo quel ponte, là dietro.".
Genitoreperplesso2: "Ok, quindi andiamo?".
QuellocheSa: "Siii si andate pure, a domani e buon anno eh! Ciao mà, ciao Genitoreperplesso1".

I nostri accompagnatori ci lasciano tornandosene a casa per festeggiare la sera del 31, noi 7 siamo pronti a incamminarci verso quell'ex scuola in cui si terrà la festa trovata dal carissimo QuellocheSa.
Lo seguiamo, arrancando su per quella strada di montagna fredda e buia come la morte. Il ponte da attraversare è a 100 metri da noi, la presunta scuola, appena dietro l'angolo.
Superiamo il ponte, svoltiamo a sinistra, la strada finisce in una corte chiusa, niente scuola. Torniamo sui nostri passi, svoltiamo a destra dopo il ponte, la strada scende nel buio, non v'è traccia di feste nell'area di 300 cazzo di chilometri!
AmoGesù, gli occhi iniettati di sangue, un macete nella mano sinistra, si avvicina a QuellocheSa ed esordisce dopo un efficace preambolo di sole bestemmie: "Dove cazzo è sta Dio xxx di scuola di merda?! Senti che Dio xxx di freddo, non dirmi che ti sei perso Dio xxx e Dio xxx!!!".
QuellocheSa, da come posso analizzare la situazione, ha l'aria di uno che al momento non è proprio proprio sicuro di sapere. Risponde balbettando qualcosa, travolto dallo tsunami, anzi dalla valanga, visto che s'era in montagna e io voglio contestualizzare bene pure le figure retoriche giusto per avere un testo più efficace nonchè piacevole, ma insomma dicevo, travolto dalla valanga di insulti e imprecazioni, ecco che QuellocheSa ha il colpo di genio:
"Torniamo indietro intanto..."
AmoGesù: "Dio xxx!".
QullocheSa: "Intanto chiamo un attimo mia mamma e vedo se ci riprende su e tu chiami tuo padre e gli dici pure a lui di tornare.".
AmoGesù:" Si ma sei un Dio xxx di ingestito, cazzo! E senti che freddo del Dio xxx!.".

Sarà la sfiga, sarà il signoreiddio che un poco si sarà pure offeso, ma i telefoni...
"Non prende un cazzo!" esclama nervoso Amico1, mentre in sottofondo AmoGesù recita un rosario.
Siamo perduti, al freddo, senza una meta. Esploro con Amico2 la zona in velocità, con la speranza di trovare un qualche passaggio segreto tra i cespugli. Nulla.
QuellocheSa(che verrà ucciso): "Oh raga, può essere che mi son sbagliato ma... beh sarà un po' più avanti, se non ricordo male andando sempre su per la strada principale si arriva comunque a Sperdutoneimonti, insomma, è solo quella la strada, quindi...".
Amico1, 2, 3 e 4 si lamentano un po' ma concordano. Il religioso tace, io sdrammatizzo. C'è tempo, sono appena le 22.

25/11/13

Sarai anche un drago ma il mondo pende troppo a sinistra!

[...] "Guardala, guardala... quella lì, sì.".
"Eh, allora?".
"È bbbella!".
"Si dai, figa!".
"Nononono non è figa, quella è bella! E si ci provassi? No ma ha il moroso...".
"Beh ma che te frega? Vai dai dai che stasera sei un dragoooo!".
"Uoooh ok dai vado vado che è bella e chissenefregadaidaidaiiii!". [...]

Se ve lo steste chiedendo, ebbene no, non andai, nonostante la "draghezza" insita in me. Con questo surreale preambolo, probabilmente molto incorretto a causa dei ricordi annebbiati, incorretto come la parola stessa che dovrebbe essere scorretto semmai, vi do il benvenuto al secondo mirabolante episodio della rubrica MusicalMente. E allora musica, maestro. No ok, arriva tra un attimo fermi lì eh!

Ore 2.00 del mattino, passate. Novembre 2012. Il mondo, sospettavano in molti, sarebbe finito nel giro di un mese. Per me, povero stronzo sfigato, era già un po' finito dopo la fine della storia d'ammore più lunga (diciamo pure l'unica) che abbia mai avuto, oltre i due anni. La serata era perciò partita con un "Stasera Cervello torna a casa in barella, stasera lo accoppiamo!" e così, pensate un po', fu.
Dopo avermi gentilmente offerto mezzo bar di alcolici per ogni bar visitato (che qui noi li si visita come fossero musei, con rispetto e reverenza) s'era andati in questo localetto a ballare. Io, che non son un gran danzerino, me ne strafregavo, in quanto totalmente incapace di relazionarmi con le più basilari coordinate spaziotemporali, e danzavo cacciato sulle note delle mitiche canzoni anni 90 tanto che Cledi di Mariadefilippa, ma llevati uun po' dai coglioni và! 

"Sarebbe figo," dico alla Maga (un'amica che pratica magia), " se adesso mettessero la canzone Pipappapparapò!".
E lei mi guarda, la bionda, e mi urla "Adesso la mettono!" e mezzo secondo dopo parte Piiiiiipappapparappò, pappapparappò, piiiiiipappapparappò....
Esaltazione massima, la maga aveva fatto la magia, io non capivo una ciolla, i miei amici erano pure loro un po' brilli, e tutti saltavano urlavano ridevano mammamia che bello il mondo quando s'è brombi. Capellidifuoco, non molto dopo ma molto inaspettatamente, faceva la sua entrata in scena sul fondo del locale. La guardai, la misi a fuoco, si esatto misi a fuoco Capellidifuoco. E perciò iniziai, rivolto a un amico, con un "la vedi quella? Guardala, guardala..." e qui si torna a inizio post.
Capellidifuoco, giusto precisarlo a questo punto, era una donzella già veduta tempo prima (in quanto nel pisciatoio di Dio ci si conosce quasi tutti almeno di vista) e già impegnata purtroppo per me (in quanto magnete per peni) ma di aspetto tanto incantevole da farmi venire piùppiù d'una turba mentale.

Alla fine poi nulla, v'ho già detto. Non andai a parlarle, forse complice il fatto che a stento vedevo dritto e tutto si muoveva continuamente verso sinistra, perche più alcool bevo più il mondo va verso sinistra, e non ne so il motivo, ma rispetto la sua scelta politica insomma, perché cioè chemmefrega.
Però la serata fu un successo. Pippappapparappò m'aveva fatto divertire come non mai, noi si era felici, io e Bacato dico, anche se uccisi d'amore per una storia finita, e gli amici ci volevano un gran bene. Magia in quel locale, ecco cosa accadde (si tende a esser poetici da sbronzi), e di certo, per quanto improbabili siano state le ore successive, ovvero dalle 2.30 in poi, conservo ottimi e sfuocatissimi ricordi. Quest'ultimo lasso di tempo comunque, è tutta un'altra storia, credetemi. Ma chissà, magari un giorno ve la farò raccontare da qualcuno di loro ;)

Questo quindi è il ricordo che mi porto dietro per il mese di Novembre, e Pippapppapparapò la canzone che mi fa viaggiare indietro a quel giorno.

23/10/13

Quando si era guerrieri, e si danzava...

Tempo fa sul blog parlai di viaggi nel tempo, e lo feci con due post. Il primo, trattando l'argomento in modo pseudo scientifico, o perlomeno logico, il secondo invece andando a tirar fuori un significato un po' più intimo di viaggio nel tempo. Dicevo infatti che viaggiamo nel tempo ogni qual volta sentiamo un profumo, vediamo un particolare panorama o ascoltiamo una certa canzone. Torniamo indietro coi ricordi.
Oggi voglio iniziare una rubrichetta che avrà cadenza mensile e che tratterà appunto dei viaggi nel tempo grazie alla musica. Ogni mese una canzone, ogni volta un ricordo. E quindi...

La magica coppia
Ottobre, anno 2009, Warrior's dance, The Prodigy. Perché quando l'ascolto, questa danza del guerriero, non posso che sorridere. Il 2009 per me è stato un anno di rinascita, un'occasione di cambiamento che mi ha permesso di lasciarmi andare un po' di più e di esprimermi come avrei sempre voluto fare. Ma che cazzo è successo mai in sto anno 2009, vi chiederete voi a questo punto?
Beh, è successo che ho ripetuto il quarto anno di liceo. Sì, Cervello Bacato è stato segato un anno. E si vede pure, direte voi, scrivi da bestie!!! Insomma, entrando nel merito della questione, che qua sto parlando a vAnvara come al solito, quell'anno conobbi un sacco di persone nuove, essendo in una classe nuova. Una di queste, una certa ragazza dai Capelli Rossi (che non è CapellidiFuoco con cui ogni tanto sogno di fare le zozzerie), porta con se un bel po' di memorabili momenti.
Non ricordo il motivo, ma quel  caldo pomeriggio di ottobre si stava andando da qualche parte con la mia macchina. Oddio, mia è un parolone. Era la macchina della nonna, la stessa che qualche giorno fa mi è morta in mezzo alla rotonda. Questa simpatica carriola, dovete sapere, ha l'autoradio istallata dentro il porta oggetti nel lato del passeggero. Se vuoi accenderla quindi devi avere per forza qualcuno di fianco a te mentre guidi, oppure puoi sporgerti ad aprire il porta oggetti e far partire la musica, magari ammazzandoti giù per un fosso. Per risolvere il problema, io che sono furbo, che avevo pensato? Imposto lo stereo in modo che parta quando accendo la macchina.
E partiva, Warrior's dance, ogni santissima volta, perché quell'unico cd dei Prodigy avevo.

Guidavamo chissà dove, io e Capelli Rossi, felici come due pasque, e ridevamo, cantavamo come ebeti, eravamo belli come il sole. Proprio non ci si poteva guardare in pratica! E di sottofondo sta musichetta, che ci gasava abbomba. Poi il fattaccio: arriviamo all'incrocio, pieno di macchine, automobilisti tutti nervosi, tutti agitati, ma noi no, noi sereni, felici, giovini, belli. E la macchina muore...
Quella puttana, quella troia, quella lurida baldracca di una macchina di merda che c'ha (sul serio) più anni di me, m'era morta in mezzo all'incrocio. E allora rimettila in moto, e parte Warrior's dance, ma poi l'auto muore. E riaccendi, e riparte Warrior's dance, ma quella muore di nuovo. E via così, altre due volte, finché finalmente ci leviamo dal cazzo mentre tutti ci odiano, io sudo come un caimano e Capelli Rossi ride come non ci fosse un domani.

Ecco, questo è il mio ricordo del mese. Noi si danzava tra quelle persone tutte 'ncazzate, eravamo guerrieri in quel caldo ottobre del 2009. Si danzava pur stando fermi in mezzo al traffico, accompagnati dai clacson. Eravamo dannatamente fighi!