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15/01/24

A cosa serve soffrire?

Questi primi giorni del nuovo anno sembrano volermi far riflettere su una domanda: a cosa serve soffrire?

La questione del dolore, fisico o mentale che sia, e del perché lo si debba affrontare, mi sta seguendo attraverso tre opere totalmente scollegate tra loro: il romanzo Il mondo nuovo di Huxley e i film Saltburn e Perfect Days.

Tre storie che apparentemente non c'entrano davvero niente l'una con l'altra ma in cui invece, a me, pare d'aver trovato un filo conduttore. Un filo che riguarda proprio la domanda iniziale.


Vi spiego in brevissimo di cosa parlano, così poi capite il senso del discorso.

17/11/23

Hunger Games: serpenti, usignoli e tributi sfigatissimi

Riapriamo la rubrica Cinema con una vecchia (ma anche nuova) gloria del blog: gli Hunger Games!

E allora bentornati a Panem, cari cervelli, con il quinto film dedicato al mondo di Capitol City e dei suoi 12 sfigatissimi distretti, i quali sono costretti (rima simpatica) ad offrire, ogni anno, due giovani tributi che parteciperanno a questi fantastici giochi a premi.

Esiste ancora qualcuno all'oscuro di cosa siano gli Hunger Games?
In pratica Capitol City, che ha vinto la guerra sedando la ribellione, ogni anno, come punizione, pesca un totale di 24 teenagers che in diretta tv si uccideranno tra loro in una gara di sopravvivenza.
Ah già: il premio è solo per l'ultimo ed è... rullo di canguri... poter vivere!

Ora, a me questa saga ha sempre suscitato sentimenti contrastanti.
Idea affascinante.
Resa dei giochi a volte benino (vedi il primo film), a volte molto bene (vedi secondo film).
World building niente male.
Messa in scena di tutto l'anbaradàn... alti e bassi.

Questo quinto capitolo però l'ho trovato davvero piacevole.
Assieme al secondo, è in cima alla mia personalissima classifica. Che d'altro canto è l'unica che conta, qui dentro.

30/06/20

Il finale di Dark? Ecco perché non ha senso

Sì, ho un canale YouTube (da poco tempo, se vi va iscrivetevi dai dai su!) e sì: ho finito di vedere Dark è mi è piaciuta moltissimo, anche se il finale, a dir la verità, mi pare davvero senza senso.

Perché?
Ve lo racconto qui nel video.

Voi l'avete vista? Che ve ne pare? Vabè, aspetto vostre notizie!

19/03/20

L'alieno di Color Out of Space

Mezzanotte, sono a casa per colpa della quarantena e leggo che forse la situazione durerà ancora. Isolamento. Che faccio quindi? Attacco l'internet e mi vedo Color Out of Space, ed entro in una bolla...

Tratto da un racconto del 1927 di Lovecraft, questo film del 2019 mi ha letteralmente stregato. L'ho trovato disturbante, cupo al punto giusto, teso e potente. E prima che me lo diciate sì, lo so, c'è Nicolas Cage tra gli attori e tanti di voi non lo digeriscono assolutamente MAI, ma qui, signori cari, il suo personaggio è così sinistro che non potrete che adorarlo!

La vicenda è semplice: la famiglia Gardner vive tra i boschi del New England in una splendida fattoria. Ci sono papà Nicolas, mamma e tre figli: due adolescenti e un marmocchio. Una notte, tutto all'improvviso, un meteorite cade in giardino illuminando tutto di rosa. La cara famiglia esce a vedere che è successo e da qui si inizia a scendere...

22/11/18

Vivo da solo, lavoro, scrivo e vedo film

Non ci sentiamo da un po', è vero, circa un mese, ma questa mia ennesima sparizione è giustificata perché sono andato a vivere da solo.


Ebbene sì, l'età è quella che è, forse tardi per qualcuno o presto per altri, ma giusta per me, perché ora riesco a mantenermi senza rompere le balle a nessuno. Librerie e scarpiere Ikea a parte, che io e la manualità proprio non ci siamo...

Il mio spirito perciò, da novembre in poi, si destreggia nelle attività di:

Casa, che tra volture, contratti, affitti, pulizie e cucinamenti mi impegna ovviamente un po' di tempo, ma stiamo lavorando affinché le mie prestazioni casalinghe siano sempre più efficaci ed efficienti

06/10/18

Venom: parassita del cinematografo


Spider-Man 3, quello di Raimi del 2007, sì, il film ultrapernacchiato da fan e critica... è un capolavoro. Punto.
O almeno, questo è il pensiero che balza alla mente facendo il paragone col recentissimo Venom.
Cervelli, giuro: è una montagna di sterco.

Partiamo dall'unica nota positiva, ovvero Tom Hardy.
Ecco. Ho finito. Detto tutto.
Come? Non ho praticamente scritto nulla?
Ma è ovvio! Il senso è che Tom Hardy, inteso come nome e cognome, è ciò che di positivo ha questo film, e funziona giusto per il trailer, la promozione, per il fatto che sia un attore che quando lo vedi t'ispira fiducia.

21/09/18

Il rebranding dei supereroi

Erano anni che aspettavo il ritorno de Gli Incredibili, e sempre grazie a quel brav'uomo di Brad Bird (c'aveva regalato quel capolavoro de Il Gigante di Ferro) oggi si torna al cinema a godere delle imprese della "normale famiglia di supereroi".

Il film riprende esattamente da dove c'eravamo lasciati ben 14 anni fa, riallacciandosi al tema dei Super fuorilegge che creano più danni che benefici con le loro soluzioni.
In breve, si racconta di come venga sviluppato, ad opera di un nostalgico riccone, il rebranding del supereroe, così da convincere l'opinione pubblica e tornare in uno stato di consenso e legalità.
fonte badtaste

18/12/17

Star Wars - Gli Ultimi Soldi Spesi Male

La verità è che sono uno a cui nonostante tutto Il Risveglio della Forza è piaciuto e sticazzi della trama riciclata. Sono perciò arrivato a Gli Ultimi Jedi con un'aspettativa altissima: i grandi effetti visivi moderni al servizio di una trama finalmente originale! 
Non vedevo l'ora di godermi le Guerre Stellari al cinema per più di due ore in grazia di Dio. Poi però, qualcosa è andato storto... e occhio agli spoiler...

Fonte cinema.everyeye.it
Titoli di testa.
Il Primo Ordine, nonostante non sia passato un niente di tempo dallo scorso episodio (Rey è lì dove l'avevamo lasciata) ha praticamente schiacciato la Resistenza, che è la flotta al servizio della Repubblica la quale, dopo 30 anni da Il Ritorno dello Jedi, non possiede nemmeno un esercito decente. I miei complimenti. Davvero.

25/07/17

Scimmie, insieme, forti

Il primo è stato un film inaspettato, il reboot di una serie fantascientifica che ha deciso di cominciare coi piedi per terra. E' così che L'alba del pianeta delle scimmie mi ha conquistato: con una storia solida e che utilizzava (pochi) elementi noti riadattandoli in un contesto completamente rivisitato. Una pellicola coinvolgente, sviluppata in un ambiente intimo e proiettata verso qualcosa che assicurava scintille.


Il secondo è stato appunto la promessa mantenuta. Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie è un sequel che non solo alza la già ottima qualità visiva, ma sa proiettare lo spettatore in un contesto completamente diverso. Siamo in un pianeta sconvolto, con due razze tra loro strettamente legate e che si scoprono molto più simili di quanto non vogliano ammettere.

E poi arriva il gran finale: The War - Il pianeta delle scimmie. Il degno epilogo di una narrazione che pur sapendo dove vuole andare ha il grande merito di non risultare banale, cogliendo anzi l'opportunità di affrontare temi ancora una volta nuovi e ancora una volta inesplorati.

06/07/17

Bentornato, amichevole Spider-Man di quartiere!

Ci sono volute ben tre trasposizioni cinematografiche per far arrivare l'arrampicamuri nel Marvel Cinematic Universe, e dopo la buonissima trilogia con Tobey Maguire e la traballante coppia degli Amazing Spider-Man ci troviamo di fronte a un prodotto di alta qualità che intrattiene, diverte e stupisce!

Come anticipato in Civil War, il nuovo Spider-Man è un bimbo-ragno quindicenne che pensa "Porca vacca, sono Spider-Man!", facendoti vivere la sua eccitazione come mai era accaduto prima.
Il "nuovo Avenger" è infatti un personaggio ben calato nel contesto condiviso che abbiamo imparato a conoscere, e che da bravo novellino cerca di ricavarsi un proprio spazio tra i ben più popolari colleghi di lavoro.

Quello che più ho apprezzato di quest'ennesimo reboot è proprio la diversa dimensione con cui l'eroe deve fare i conti. Non c'è più il Peter Parker finto giovane dei primi anni 2000, né il ragazzetto di fine liceo interpretato dal (per me ottimo) Andrew Garfield
Siamo invece nella piena adolescenza di un protagonista che nella realtà è perfettamente plausibile, senza quegli eccessi hollywoodiani che mostrano nerd super sfigati vessati dal bullo tutto muscoli e star del football.

05/06/17

Wonder Woman, guidali tu

Wonder Woman mi è piaciuto.
Ma forse il mio non è il parere di una persona affidabile, dato che, in un certo modo, avevo trovato apprezzabili anche gli altri film DC, compreso quel suicidio di critica che è stato Suicide Squad. Qui però siamo di fronte a un prodotto che si distanzia un po' dalle "stonature" precedenti, ed è per questo, forse, che molti ritengono la pellicola parecchio migliore delle sue sorelle.

Io comunque che ne penso?
Penso che quando tutti asserivano che Gal Godot fosse una perfetta Wonder Woman avevano ragione da vendere, e una prima conferma, in effetti, l'avevo avuta già in Batman v Superman
L'attrice e modella israeliana sa essere elegante, forte e ingenua al tempo stesso, rendendo in maniera perfetta le diverse sfaccettature che il personaggio presenta nel proprio percorso di crescita. Questa però è la parte facile di cui parlare, perché come abbiamo imparato dai concorrenti di casa Marvel, un cast eccellente non può comunque sopperire alle varie grane di sceneggiatura e regia.

11/05/17

L'immaginazione serve a fuggire dalla realtà?

Oppure è vero il contrario?
Molto spesso ci viene detto di utilizzare l'immaginazione per staccare dalla routine. Fantasticare e sognare sarebbero cioè attività da svolgere per evadere. Da che cosa, poi, sta a noi sceglierlo in base ai nostri tevvibili tormenti interiori.

In questo contesto perciò pare quasi che la nostra vita sia divisa in due piani nettamente distinti: il mondo vero, fisico e tangibile, in cui ci svegliamo la mattina, andiamo a faticare, mangiamo, parliamo e facciamo tutto quel che s'ha da fare; e quello mentale, popolato da desideri, sogni, paure, turbe, emozioni e via discorrendo. 

Già presentandolo così qualcosa ci suona stonato. La sentite la nota svizzera*

Sappiamo bene che le due divisioni sono una sciocchezza, e ce ne accorgiamo non grazie a saggi di psicologia o contributi di chissà quale ricerca avanguardista, ma semplicemente perché lo sentiamo sulla nostra pelle. Il mondo interiore, ci piaccia o meno, condiziona ed è condizionato continuamente da quello esteriore, in un costante scambio che della divisione lì proposta se ne inpippa alla grande. E' il segreto di Pulcinella, lo so, lo so!
Ma allora perché riteniamo che l'immaginazione serva ad evadere? Perché diamo per vero e scontato questo modo dire, remando contro al nostro intuito?

08/05/17

Tu sei debole?

Vi siete mai sentiti deboli? Avete mai vissuto, o anche solo provato ad immaginare, una situazione tanto intensa da sbattervi in faccia tutta l'incapacità di cui siete fatti?

Susan è una gallerista affermata, con una bella casa, un marito in carriera e tanta insoddisfazione. C'è qualcosa nella sua vita che le è sfuggito di mano, la notte non riesce a dormire e gli spazi in cui vive, enormi e freddi, la fanno sentire soltanto più persa. Non comprende appieno questa sensazione, almeno finché non si riscopre tra le righe di Animali Notturni.
Edward infatti, l'ex marito, dopo anni di distanza le fa recapitare il manoscritto del proprio romanzo, a lei dedicato. Susan perciò comincia a sfogliarlo immergendosi in una storia che la lascerà sconvolta.  

Animali Notturni è un film potente e mi ha fatto sentire debole, incapace, insicuro. Una forza che non sta solo nella dimensione emozionale, ma anche nella costruzione narrativa, così ben ideata da non lasciarti mai perso tra gli eventi.
I piani del racconto infatti sono tre. Il primo è quello della Susan presente, che riversa le proprie angosce nella lettura del manoscritto. Il secondo è quello del romanzo in sé, che vede un padre di famiglia subire la follia di un gruppo di balordi. Il terzo infine, è tutto nella mente di Susan, che rielabora i propri ricordi soprattutto tornando al rapporto con l'ex marito.

03/04/17

Avere un amico invisibile

Un po' per caso mi è capitato di vedere Il drago invisibile, film del 2016 che è un remake del classico Elliott il drago invisibile, del lontano '77. Di quest'ultimo ricordo l'edizione vhs, che era un misto tra riprese reali e animazione tradizionale. Il drago, in pratica, era un cartone animato. 
Com'è cambiata però oggi, a distanza di quasi quarant'anni, la storia di Pete e il suo amico invisibile?

Confesso di non ricordare perfettamente la trama del suo precursore, ma ora quella che ci viene riproposta è di sicuro una gran bella fiaba.

Pete è un bambino che a seguito di un incidente stradale perde i genitori, trovandosi solo in mezzo ai boschi. Qui imparerà a sopravvivere lontano dalla civiltà, vivendo fino all'età di 10 anni soltanto in compagnia di Elliot. Che è un drago. E sì, se gli gira è pure invisibile!
Il bestione, proprio come nella sua versione a cartone animato, non ha mai l'aria di essere minaccioso, ma al contrario ricorda un "animale domestico" premuroso e giocherellone, reso vivo da una CGI fantastica che lo rende morbido e super peloso e solo guardarlo vorresti abbracciarlo.

20/03/17

La Bella e Gaston

Disney procede con la rivisitazione dei suoi classici d'animazione riportandoli sul grande schermo in versione film. 
Dopo un paio di Alici marinate da Burton, una Bella così addormentata da farsi fregare il posto da Malefica, una Cenerentola che non ho visto e un libro della giungla dalla CGI pazzesca, arrivano canticchiando pure Belle e la sua Bestia che, devo dire, non sono niente male davvero!

Questo era uno di quei cartoni che non mi catturava per la trama, quanto piuttosto per le atmosfere, qui ancora più oscure e gelide. Il castello del principe è uno spettacolo di tenebra e decadenza, il bosco che lo circonda è un postaccio in cui non ci metterei piede neanche se mi pagassero. 
E poi ci sono le sale in cui il povero padre di Belle cercherà riparo, infestate da una maledizione che per un attimo riesce persino a far sentire il suo peso.

06/03/17

L'eredità di Wolverine

E' sulle note di Johnny Cash che termina l'avventura cinematografica di Logan, l'eroe noto come Wolverine. Uno che dovrebbe vivere per sempre perché in grado di rigenerarsi istantaneamente, e che raramente più subire grossi danni visto il bonus carrozzeria in adamantio.

Nella sua ultima pellicola però qualcosa non va. Appare vecchio, stanco e solo. Ha pure gli occhialini da vista perché non riesce a leggere bene. Eppure, più indebolito che mai, deve affrontare la sua sfida più difficile.

Devo dire che sono felice della resa di Logan. Come hanno già detto in tanti questo film è il degno addio a un attore che ha saputo rendere al meglio un personaggio nato su carta. Oggi quando dici Wolverine pensi a Hugh Jackman, e sai già che difficilmente manderai giù un nuovo interprete.

27/02/17

Fuggire a La La Land

La La Land = crearsi il proprio mondo immaginario, pensare che ciò che è impossibile possa diventare realtà in un mondo parallelo al nostro.

Ed è proprio in questo mondo che Mia, aspirante attrice, e Sebastian, pianista jazz, si rifugiano assieme sin dal loro primo e casuale incontro. 

Due protagonisti che si incrociano in un istante particolare della loro vita, in un momento di frustrazione in cui entrambi sono intrappolati in una realtà sin troppo vera che impedisce loro di realizzare i propri sogni.

16/02/17

Il messaggio nella storia a tutti i costi

È un fatto di gusti personali, meglio dirlo subito, ma c'è che io odio le storie che vogliono per forza appiopparti addosso un messaggio, una morale, una sacra verità!

Sono dell'idea che quel che conti maggiormente in una storia sia proprio la storia. E questo non riguarda soltanto la trama o la sua struttura, tanto per capirci, ma anche il come viene raccontata, cioè lo stile. Un discorso che per me vale tanto nel romanzo quanto per un film. 
Ma facciamo che vi porto un paio di esempi pratici, magari proprio parlando di film. Vi va? 

Di recente ho visto due pellicole che mi sono abbastanza garbate. Una di più, e cioè Non essere cattivo, e una molto meno, ovvero Collateral Beauty. Ficcarle nel discorso che voglio fare mi porta a identificare "il messaggio a tutti i costi" nella seconda. È il caso però che faccia un po' di ordine, quindi seguitemi, miei prodi neuroni!

13/02/17

Croci, bandiere e archi dorati

Della storia di Ray Croc, fondatore del Mc Donald's, mi è rimasta impressa questa breve frase "Croci, bandiere e archi dorati" e il perché è presto detto: lui pensa dannatamente in grande.

The Founder racconta di come un semplice venditore di frullati incontri per caso Dick e Mac McDonald, due fratelli che nell'era del drive-in hanno la rivoluzionaria idea di un ristorante in cui si viene serviti al momento, direttamente al bancone. Praticamente gli inventori del moderno fast food e dell'obesità in Ammerega. 
Il primo è un uomo sempre a caccia del pesce grosso, un tipo ambizioso che vuole fare il botto, mentre i secondi hanno nel cuore un sogno, ma sono privi del F Factor (dove "F" sta per FacciadiMerda), indispensabile per concretizzare quelle fantasie. Che succederà quindi dall'accoppiata di queste 1+2 menti? Ovviamente:

"Croci, bandiere e archi dorati"

02/02/17

L'alieno in Arrival

Arrival non è soltanto un film di fantascienza.
Arrival è un film sulla comunicazione e prima ancora sull'ascolto, un film che parla di cultura, di scelte, di rapporto con gli altri e di tempo. Ed è un meccanismo ben equilibrato che non ti spiega l'idea di fondo, ma te la fa vivere direttamente.
fonte milanoreporter.it

Avevo aspettative molto alte per questo lavoro di Denis Villeneuve, e sono felice non siano state affatto tradite. 
Temevo che dal tema di un incontro tra umanità e alieni ne venisse fuori il solito contrasto fatto di esplosioni, soldati beoti, astronavi con gli scudi e raggi laser. E invece no. Il livello è sempre alto e si usa la fantascienza nel miglior modo possibile: come opportunità per riflettere sulla nostra natura.