18/01/16

E non fui più nemmeno questo.

Qualcuno pensa che quando si muore ci sia una luce da seguire e un luogo al di là di quella, fatto di pace eterna e quiete infinita; oppure l'inferno che brucia, la dannazione perpetua a chi si è sporcato l'anima di vergogne innominabili. Altri credono che qui ci siamo per imparare e imparare e imparare, una vita per volta e una lezione dopo l'altra, una scuola senza maestri in cui ogni cosa ti insegna qualcosa, per sempre. E c'è chi invece è convinto del nulla, il niente che è come spegnere un televisore o staccare la spina; zak e sei morto, muto, schermo nero e batterie esaurite, contestate da un ragionevole non lo so, non lo so proprio che cosa ci sia quando si muore, non lo so se ci sia, non lo posso conoscere, ma soltanto provare quando sarà... quando arriverà il momento. La verità, vi dirò, non è nessuna tra queste, ma si avvicina a chi da valore al ricordo dei morti, a chi non dimentica le persone care, a chi le fa mormorare nel proprio cuore, nelle stupide azioni inconsapevoli di ogni giorno.
Quando mi uccisero ero eccitata ed euforica. Una bambina col cazzo duro, le mani insanguinate e il cuore in gola. Essere adrenalina ti fa girare la testa anche se questa è priva di pensieri, se è nient'altro che parte di cadavere, bambola di pezza tra le brame di un lurido. Questo fui in quegli istanti sperduti: sensazioni tanto intense che una persona non potrebbe contenere mai, in nessun modo. Poi diventai altro. Tramutai in un vomito d'ansia e vergogna, urlai tra cumuli di terra e rimpianto finché fracassavo le mie stesse ossa, spezzavo a colpi d'accetta il capo dal collo, maciullavo come una bestia la bambina di tredici anni che non ero più. E infine fui anche timore, paura, terrore, lacrime irrefrenabili di chi realizza di aver perso qualcuno, di chi sa senza saperlo che tua figlia, o la tua sorellina, non tornerà più a casa, non riderà mai più con te, non ti sveglierà ancora con la sua risata.
Ricordo non fu semplice capire, perché non hai più modo di esserti familiare, sei qualcos'altro. Lo stesso ricordare, in effetti, perde di senso in una realtà priva di segni con cui orientarsi. Ci misi del tempo a calzare le mie nuove vesti. Indossavo più aspetti, parlavo più voci, vibravo a molti toni d'umore contemporaneamente. Le notti insonni di mia madre non volevano ascoltare mio padre mentre infrangeva i suoi ricordi più belli, mia sorella mi cercava nei sogni, il mio assassino negli occhi spaventati che mi erano appartenuti e che aveva strappato. A volte davo un bacio a quella ragazzina timida che non ebbe il tempo di provare quest'emozione per la prima volta, altre ingiallivo tra le righe dei vecchi temi che un professore per caso ritrovava nel suo studio. E rimarrete stupiti, forse, nel sapere che anche un luogo può ricordarsi di te, sbadigliando all'alba nel giardino coperto di brina e sognando tra le coperte in cui un'adolescente tormentava le proprie paure.
Il dormiveglia è una confusione insapore che potrebbe farvi avvicinare a quel che verrà di voi. Sei in un letto, sei dall'altro lato del mondo, sei ovunque e da nessuna parte in un istante che inciampa a seconda di ciò che diventerai. Ed io ero così, a osservare il tempo sbiadire ogni aspetto di me, cancellando pian piano ogni riflesso, rendendomi muta e inorridendo chi non poteva più udirmi, spezzando una ad una le vite che tenevano viva la mia, finché non morii davvero.

15 commenti:

  1. "anche un luogo può ricordarsi di te" ... beh, questa è bella. Io forse sono tra quelli che "non lo so, lo scoprirò poi", ma mi piace pensare che non morirà mai chi vivrà sempre nei ricordi degli altri. Bello il sentirsi "spirito" mutabile che hai descritto nel racconto. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo di essere anch'io tra quelli, e anche tra chi dice che non c'è proprio niente.
      Comunque guarda il film Amabili Resti. L'idea l'ho presa da lì per scrivere.

      Elimina
  2. Amabili resti ti è piaciuto così tanto da scriverci un pezzo? Io non ho apprezzato la versione paranormale di una tragedia che purtroppo nella vita è molto reale.
    E neanche il film in sé mi è molto piaciuto, solo l'interpretazione di Stanley Tucci mi ha sorpresa, chi l'avrebbe mai detto che sarebbe riuscito ad essere così bravo nella parte di un depravato mentale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi è piaciuto abbastanza, ma non è quello il motivo che mi ha spinto scrivere. Ho trovato spunti interessanti :)
      Vero. Mette un'ansia pazzesca.

      Elimina
  3. Ho pensato subito a quel film (il libro non l'ho letto), e mi è sembrato un bel racconto il tuo. Si, intenso e ispirato ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nemmeno io l'ho letto. E visto il film la prima volta la scorsa settimana :)

      Elimina
  4. a me il film piacque... ma non mi ci immersi tanto, da uscirne con una mia versione...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mmm non saprei però. Non trovo che l'apprezzare o meno qualcosa la renda più o meno d'ispirazione per crearci su. Si potrebbe fare lo stesso per un film orripilante. Anzi, forse ancora meglio! :)

      Elimina
  5. Ciao CB, mai visto il film ma letto il libro. Trovato stupendo e scritto con uno stile "leggero" n onostante l'argomento trattato. Nel senso che non è morboso, violento, truculento.
    Ho subito pensato a questo libro leggendo il tuo racconto e devo dirti sinceramente che il tuo scritto mi è piaciiuto veramente.
    Mi ci sono ritrovata quando dici che non sia cosa c'è oltre e se c'è.
    E anche quando scrivi del valore del ricordo. Il ricordo di chi se neè andata da parte di chi resta.
    Complimenti!

    ps per caso hai mica voglia di partecipare al mio giochetto mensile Insieme Raccontiamo? Sono convinta che te la caveresti benissimo! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Patricia! ;)
      Vengo a sbirciare. In caso puoi lasciarmi un link?

      Elimina
    2. E perchè non ci ho pensato???? Uhm... ogni giorno di più mi rendo che che .... non divento giovane!!!! ahahahahha
      Ti metto il link poi se guardi sull'etichetta ci sono anche le puntate precedenti.
      Praticamente io scrivo un incipit e chi vuole può scrivere il suo finale da postare nei commenti. A scelta 200/300 battute oppure 200/300 parole. E anche entrambi. Già fatto ed è stato molto simpatico. Si possono eventualmente aggiungere musiche o disegni. Massima libertà.
      C'è tempo fino al 30 gennaio così il giorno dopo io posso postare il riepilogo con tutti i finali e gli eventuali link dei blog perchè ovviamente puoi anche postarlo sul tuo. Anzi.. mi fa piacere!
      INSIEME RACCONTIAMO
      Ciaooo

      Elimina
    3. Perfect allora! ;) Bell'idea tra l'altro. Tempo fa ho tentato un esperimento simile che sicuramente riproporrò!

      Elimina
  6. Siccome ultimamente sono un po' svampita... ma solo poco poco eh, no farti idee cattive :P) ahhahhahahahahah, se lo fai dimmelo che partecipo volentieri!

    RispondiElimina
  7. Forse muori davvero quando muoiono tutti quelli che ti ricordano con affetto.
    Me. Wise

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrà dire che continuerò a imbrattare questo blog per diventare immortale ;)

      Elimina

Vuoi parlarne? Lascia un commento!
Ti piace quel che hai letto? Condividi sui social!
Non ti piace? Fa' come sopra! ;)