Da un po' di tempo sto frequentando dei corsi di scrittura creativa. Utili? Qualcuno potrebbe pensare di no, additandoli come cazzata, così per partito preso. Altri di voi invece magari apprezzano, avendo addirittura provato qualcosa di simile. Però di voi chissenefrega? A me questi incontri stanno dando una mano a sbloccarmi. L'avrete notato forse che qui sul blog ultimamente stanno comparendo un po' più racconti rispetto ai post più tradizionali.
Ve ne parlo comunque perchè ho ripreso a scrivere quella storia un po' più lunga che vorrei tanto, tanto, ma proprio tanto riuscire a buttar giù. Al momento quel che ho scritto è un'incompleta e incongruente colata di aneddoti più o meno collegati tra loro. Alcuni di essi mi piacciono e molti altri meno, sono poco più che appunti.
Oggi stacco uno di quei pezzi e vi riporto di seguito una singola scena. Ci capirete qualcosa? Non ne sono sicuro, ma è giusto per darvi un assaggio, e chiedervi un parere, se vi andasse di darmelo. Via...
Quando Marta entrò, il locale intero parve voltarsi a guardarla. Le sue forme, il profumo, il vestito vermiglio.

Oggi stacco uno di quei pezzi e vi riporto di seguito una singola scena. Ci capirete qualcosa? Non ne sono sicuro, ma è giusto per darvi un assaggio, e chiedervi un parere, se vi andasse di darmelo. Via...
Quando Marta entrò, il locale intero parve voltarsi a guardarla. Le sue forme, il profumo, il vestito vermiglio.
‘’Marta.’’ disse Philip alzando la sua birra. ‘’Bevi qualcosa?’’
La donna lanciò uno sguardo al barista e quello iniziò a
prepararle da bere. ‘’Phil. Ne è passato.’’
‘’Davvero.’’
‘’Davvero.’’
‘’Sei sempre l’uomo rozzo e stolto che conosco?’’ chiese
guardando il boccale.
‘’E tu la solita spocchiosa succhia cazzi?’’
fece coprendo un rutto con la mano.
‘’Ma guardarti. Sei ubriaco. Perché sei ubriaco?’’
‘’Perché mi fa sentire bene.’’
‘’Tu hai paura, Phil.’’ disse in un mezzo sorriso.
Philip non poté fare a meno di fissarle le labbra, e quando
provò a staccarsene affondò inevitabilmente nella generosa scollatura.
Lei schioccò le dita. ‘’Ehi! Non fare l’animale. Guardami
negli occhi.’’
‘’Sono pericolosi i tuoi occhi.’’ rispose tornando a
bere. ‘’Che cosa vuoi?’’
‘’Dicono ne abbiate trovato uno.’’ esordì senza inutili
preamboli. ‘’E’ la verità?’’
‘’E chi è che lo dice?’’ domandò non tradendo un certo
fastidio.
‘’Quindi è vero. E’ proprio così.’’ sorrise maliziosa.
Il barista arrivò con un calice di vino, indugiando anch'egli sulla scollatura vertiginosa.
‘’Sei proprio una gran puttana.’’ disse Philip. ‘’Ehi tu,
portamene un’altra, muoviti.’’
‘’Avanti, non essere scortese. Io e te ci conosciamo da
tanto tempo. Perché non la smettiamo di farci la guerra, perché
non collaboriamo come una volta?’’ disse allungando una gamba verso quella di
Philip. ‘’Lo sai che lavoriamo bene insieme. Ricordi quante ne abbiamo passate?
Noi siamo
‘’Finiti. Siamo finiti. Non siamo niente. E poi non ho
bisogno di te.’’
Marta si alzò per poi risedersi sulla sedia al lato destro di
Philip. Allungò una mano sotto al tavolo e gli accarezzò il ginocchio. ‘’Non mi vuoi? Sei soddisfatto così? Con la tua nuova spalla, sì?’’
continuò facendo camminare indice e medio lungo la gamba di lui, proseguendo
verso la lampo.
Arrivò l'altra birra. Il cameriere intuì ciò che stavano
facendo, ma non disse nulla e tornò ai suoi affari. ‘’Sei invecchiata male,
Marta.’’
‘’Vorrà dire saranno le mie conoscenze a farti comodo.’’ si giustificò, ‘’Non trovi?’’
Accarezzò il membro turgido di Phil, poi andò sotto le
mutande e glielo prese in mano cominciando a fargli un sega. Phil sorrise. ‘’I tuoi
metodi li conosco anche troppo bene. Un tempo non eri male, lo ammetto.’’Bevve un sorso, il viso di Marta era a due centimetri dal suo. ‘’Ma vedi. Se
sei brava come dici, se ci sai fare, perché non vieni a prendertelo tu il posto di Claire?
Perché non ti arrangi e ti rispondi da sola?’’ chiese in un sorriso stronzo.
La donna fermò la mano, scese ai testicoli e puntò le
unghie pizzicandolo. Phil riconobbe di aver fatto una cazzata. ‘’E tu perché,
perché vuoi dar prova definitiva di essere un cazzone senza palle?’’
‘’Calma calma calma. Direi che possiamo discuterne… con
calma, no?’’ propose.
‘’Oh, è così che si deve fare per attirare la tua
attenzione, sì? Sentiamo allora. Sentiamo se vuoi rivalutare la mia generosa
offerta adesso.’’
Phil scolò la birra in pochi sorsi. ‘’Tu non bevi?’’
‘’Più tardi. Non sviare.’’
‘’Quel che intendevo dire è che… potrei aver trovato
qualcosa, come no. Ma vedi, c’è questa domanda che mi gira in continuazione per la
testa, sai, come un tarlo impazzito, affamato. La mia domanda è’’ Phil afferrò
il braccio della donna. ‘’Perché cazzo dovrei stare ad ascoltare una cariatide
del tuo genere, difettosa, obsoleta e incapace di rispondere a una domanda che
nemmeno dovrebbe pormi?’’
Staccò il braccio di Marta che schizzò sangue da tutte le
parti. Lo gettò a terra. La donna cadde urlando dal suo posto, osservando
inorridita carne e metallo che le pendevano dall'arto mozzato. D'impulso la gente
nel locale fece per uscire, ma Phil bloccò tutti li dov'erano, come
statue.
‘’Vieni qui, mi minacci, e pretendi di passarla liscia. Chi cazzo ti ha mandato?
Hai sentito voci’’ disse mentre la donna, culo a terra, indietreggiava
lordando il pavimento di sangue e fluidi. ‘’ma voci da chi? Le opzioni sono
due: o parli, o quel che voglio sapere te lo cavo io dalla
testa.’’
Marta smise di indietreggiare e cominciò a ridere. Si
rialzò lentamente appoggiandosi al bancone. ‘’Allora dai, vieni a provarci,
merdoso ubriacone del cazzo!’’
Il sangue prese a colarle copiosamente, una vera e
propria ondata purpurea che non si riversò a terra, ma iniziò a fluttuare
a mezz'aria, andando a ricomporre l'avambraccio amputato. ‘’Ti sei messo con
le persone sbagliate Phil. E la guerra è vicina.’’ disse plasmando il braccio fluido in qualcosa di
molto simile a una lama.
‘’No. La scelta sbagliata l’hai fatta tu anni fa.’’
Phil scattò in avanti, un destro diretto al volto
della donna, e quella schivò chinandosi, provando poi un affondo con la lama. Phil scartò a
destra e saltò sul bancone frantumando alcuni bicchieri. Era stato ferito al
fianco. Nulla di troppo grave. Marta sorrise, mollò un fendente pronta a mozzagli le gambe. L'uomo saltò in avanti evitando arma e
donna, roteò in aria, e nel mentre, col solo pensiero, spinse un tavolo
prendendola alle spalle, disintegrandoglielo sulla schiena.
‘’Figlio di puttana.’’ ringhiò lei. Ora faticava a
risollevarsi, il braccio sanguigno prese la forma di un arto vero.
‘’Sei debole Marta, e non riesci più a coprirti.’’ fece toccandosi il capo. ‘’Dimmi chi ti manda, e per questa volta vedrò di risparmiarti. In memoria dei vecchi tempi.’’
La donna sputò a terra. ‘’Ho già fatto la mia scelta. Sui
vecchi tempi ci cago sopr
Il cranio di Marta, dal naso un su, esplose in una
fontana di carne, sangue, cavi e metallo. Il suo cadavere, privato di metà testa,
rovinò sulle mattonelle del locale.
‘’La scelta sbagliata.’’ disse l'uomo. Tornò al tavolo e prese il vino di lei. ‘’Ai vecchi tempi.’’ Lo buttò giù in un paio di sorsi, poi andò verso
l’uscita trascinandosi dietro la morta, senza toccarla. Alle sue spalle tv,
telefoni e radio erano già all'opera: ripulivano le menti delle persone nel
locale, che ora riprendevano a muoversi.
mah! è che non è proprio il mio genere lo splatter...lo trovo più carino da fumetto che in prosa.
RispondiEliminaciao!
Nemmeno il mio, ma un po' di violenza mi piace ogni tanto, e qui sarà ogni tanto ;)
EliminaBe', io ho avuto l'anteprima oggi! :D Avendo un romanzo alle spalle e uno che non riesco a concludere da anni, posso dirti che l'avventura di scriverne uno è sensazionale, se solo sai arrivare in maniera sensata dall'inizio alla fine, spesso, una chimera. ^^
RispondiEliminaIspy 2.0
Eh, arrivarci però! ;)
EliminaIl brano in sé è scritto bene. Occorre però prestare attenzione ad alcuni accorgimenti di carattere tecnico. Ho infatti difficoltà a inquadrare bene il punto di vista (premettendo che ho letto velocemente, perché sono al lavoro), e non comprendo la scelta dei nomi... Marta e Philip... La storia è ambientata in Italia? Se sì, quali scelte giustificano il nome straniero di lui?
RispondiEliminaComunque arrivare alla fine della prima stesura è la cosa più difficile: vai avanti. Avrai sempre il tempo per revisionare. E non disdegnare i corsi di scrittura, perché sono molto utili se si considera ciò che dicono come uno spunto per migliorare, e non come la legge divina.
Il punto di vista qui favorisce Philp, e per i nomi hai fatto una buona osservazione. È voluto siano diversi e ha un suo perché, anche se qui non si può proprio capire.
EliminaNo infatti, nessuna legge divina al corso ;)
Okay, magari in revisione puoi fare qualche aggiustamento per valorizzare il punto di vista. Il racconto è scritto bene, anche se non è molto il mio genere. :)
EliminaGrazie per la dritta ;) Lo farò sicuramente, anche perché coi punti di vista ci giocherò parecchio.
EliminaSecondo me il nome straniero che uso anche io è solo dovuto al fatto che se scrivi in italia con gente italiota ed esterofila è meglio metterli stranieri.Solo Fante scriveva con un nome italiano in america.Ma anche lui era esterofilo.Per il resto poco troppo poco per essere pulp."Viverle per raccontarle" cantava il compare e poi scriverle.Consigliato un giretto a Tangeri....anche Scampia va bene o lo zen o Via del Campo fai tu...
RispondiEliminaCome detto c'è un motivo preciso per cui un nome è italiano e l'altro no. Ma qui in effetti non si può capire, serve il contesto. Certo mi stupisco sempre di come nomi italiani diano fastidio alla gente. Se una storia è ambientata in Italia perché non usarli? E se un italiano incontra un americano perché diamine non usare uno e l'altro? :)
EliminaComunque sia nessun genere preciso, né pulp, né altro. La scena è un po' violenta ma preferisco non fissare un genere.
Mi farò i giretti un giorno... forse :D