08/01/15

Je suis Charlie, je suis confus.

Verso le 11.30 del 7 gennaio tre attentatori entrano nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ammazzano dodici persone ferendone undici, quattro gravemente, inneggiando Allah. 
Parigi è sconvolta, la Francia è sconvolta, il mondo intero è sconvolto. La matita di Charlie Hebdo ha terrorizzato gli jihadisti, loro di contro terrorizzano con le armi. Bisogna temere l'integralismo islamico, bisogna temere l'Islam, bisogna dividere e creare odio per far si che i musulmani diventino i nemici, così che i nemici del mio nemico diventino miei amici: l'Islam contro tutti, perché tutti contro l'Islam.

La prima reazione a questa merda è stata lo sdegno per l'accaduto e il sostegno alle vittime. Poi il casino, come sempre, perché questo mondo di cui facciamo parte è effettivamente un gran casino.
Si riflette sulla matita come simbolo, sulla libertà d'espressione, sul non aver paura di parlare di certi tabù, facendolo con ogni mezzo e in ogni modo, uno dei quali la satira appunto, che non è semplice ironia o comicità, ma è un attacco intellettuale che dietro una risata vuol far pensare e riflettere. Tutti diventano paladini della libertà d'espressione. Poi eccoli, ci sono quegli altri che dicono Fermi tutti, qui c'è l'ipocrisia! e sostengono che è facile riempirsi la bocca di questi discorsi proprio ora, quando invece la maggior parte dei giornalisti, dei politici, dei centri d'informazione e potere praticano la censura come a bere un bicchier d'acqua. Pure le persone comuni, per dire, si autocensurano mettendosi su la maschera del politically correct, e chi non lo fa viene etichettato come razzista e intollerante. L'Islam è nata come religione violenta, usando la violenza nel corso della propria storia, ed è scritto nero su bianco, documentato, perché non dirlo? Perché sei stronzo! Beh, e tu ignorante!

Si parla allora di razzismo, di guerra santa, di estremismo islamico. L'attacco è una buona scusa per fomentare odio verso i musulmani per bene, che sono la maggioranza. No, non diciamo stronzate, dicono altri, come potete dire una cosa del genere a chi professa una religione che limita la libertà delle donne, che le sfrutta, che le costringe a indossare il burqa e a reprimere la propria sessualità.
Ma che stiamo dicendo? Tu mi vieni a raccontare dei musulmani e della figura bistrattata della donna quando sei il primo a chiamarle troie e a trattarle come oggetti?! Sei un cazzo di ignorante che non sa nulla, no, nemmeno del burqa!
E ancora, la nostra cultura occidentale in eterna lotta con questo flusso migratorio islamico che ci invade, questi che vogliono le moschee ma se vai a casa loro con una Bibbia in mano e una croce ti sputano addosso (se ti va bene). E poi chi grida sostenendo che questa è davvero la scusa perfetta per quei neo fascisti, pronti a fomentare la propria intolleranza verso chiunque non siano loro, verso l'Islam. E Marine Le Pen che così, a titolo personale (meno male che ci sei te insomma), vuole offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte, infuriata contro gli islamici che hanno dichiarato guerra alla Francia, e dietro i cori di Ci vuole ben altro che la pena di morte per questi, Fuori i musulmani dall'Europa, E' una strage di bianchi.

L'appello delle organizzazioni musulmane francesi. Osservate un minuto di silenzio per le vittime, pregate per loro, condannate queste barbarie, condannate il terrorismo, siate vicini alla nazione francese che sta soffrendo. L'appello di quei musulmani che dicono che è ora di finirla, che questi malati mentali non possono permettersi di usare il loro volto, per fomentare terrore e odio, perché quando la gente ha paura e dolore vuole sfogarsi trovando il colpevole, spesso il capro espiatorio più comodo. L'appello dell'Islam che dice Non in mio nome.
E chi ci ragiona su, chi cerca di capire. Come hanno fatto ad identificare di già i tre terroristi? Uno di loro ha lasciato la carta d'identità in macchina?! Ma cos'è, rincoglionito? Uno s'è pure costituito? Ma perché? Ma non è che qui c'è sotto qualcosa? Ahh ma vuoi startene zitto un po'? C'è sotto qualcosa dici? Sei un cazzo di complottista! Gomblotto, gomblotto!!1!!11 E le scie chimiche dove le mettiamo?

Infine, non meno importante, Je suis Charlie, l'unico aspetto che mi sento di condividere a pieno, il più romantico di tutta la storia. Milioni di persone in piazza, di riflessioni su carta e web, centinaia di vignette satiriche di altrettanti colleghi, il raccoglimento in silenzio per ricordare chi in questa storia ci ha lasciato la vita, diventando magari un eroe della democrazia e della libertà d'espressione, sicuramente senza volerlo. Je suis Charlie che vuole essere un'identificazione con la parte non violenta della faccenda, cogliendo il fatto che una matita, cioè la parola, resta l'arma più potente per combattere i mali di questo mondo. Un'arma però, che come è evidente si confonde in mezzo alle altre parole. E quindi... 

12 commenti:

  1. La matita non è neanche entrata nel discorso, nei 15 minuti più assurdi di pausa caffè a cui abbia partecipato, e invece è una delle poche cose che pesano, in questo genere di discorsi.

    RispondiElimina
  2. E' ovvio che ci sono giochi molto più grandi, ma io dico... andassero a farli tra militari, gente pagata per (all'occorrenza) morire. Non rompessero le palle a civili, fumettisti!
    Perché è facile che quei tre buzzurri e ignoranti siano solo delle pedine di un gioco più grande, magari nemmeno voluto e premeditato ma innescato. Però restano tre ignoranti fanatici e armati, e non è il primo caso che l'Islam si comporta così verso gli intellettuali (guarda Rushdie o Theo Van Gogh).
    Pertanto, che siano pedine o meno, devono comunque essere puniti e nel più satirico dei modi: umiliati nel loro stesso fanatismo, li farei sfilare forzatamente (a calci, se necessario) con indosso le copertine del magazine.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non esistono da un pezzo le ''guerre cortesi'' purtroppo. Ora (sette secoli e più) si gioca sporco e per far male. Il terrorismo poi è veramente una merda. Sono d'accordo con te, ma sicuramente quei tre decerebrati sono degli esaltati del cazzo. Già ho una mia personalissima opinione sui militari in generale e sul lavaggio del cervello che ti fanno per andare in guerra (come fai a uccidere una persona e convincerci, boh!), figurati cosa posso pensare di chi fa strage di civili, magari ammazzando se stesso.

      Elimina
  3. Ho riletto 3 volte questo post nell'arco della giornata, ma faccio davvero fatica a scrivere cose riguardanti la cronaca o la politica in generale... non è il mio genere, di fatti sul mio blog non ne parlo mai.

    Non ho soluzioni diplomatiche, parole migliori di altri o idee più nobili di altri. Nel mondo succedono cose, spesso belle perché, grazie al cielo, prevale l'idea sana e non lesiva verso il prossimo, ma basta un piccolo margine di marcio per fermare il mondo e far posare un'inquietante coltre di tenebra negli animi della gente... ora, purtroppo, è uno di quei momenti.

    Ispy 2.0

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah tranquillo, fatico anch'io ad affrontare certi generi discorsi, di fatti qui dico la mia solo in un punto, per il resto sottolineo le reazioni contrastanti che eventi simili comportano. E tutto da quel margine di marcio che dici.

      Elimina
  4. sdegno e dolore, ma si saprà mai la verità?
    io penso che il " il disegno" fosse ( e') più grande...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma ha davvero importanza sapere chi ha fatto tutto questo? l'Isis o i membri del partito fascista francese? Cambia qualcosa? Non è chi, la cosa che mi preoccupa: di assassini ne esistono di ogni forma, colore di pelle, e orientamento religioso. Quello che mi angoscia è cosa: hanno fucilato degli scrittori e dei disegnatori a Parigi (Parigi è qui, dietro l'angolo!), hanno provato ad intaccare la libertà più radicata, la nostra fottuta libertà di espressione! Se avessero colpito un ministero poi, o un'ambasciata o una banca, sarebbe stato per noi, noi persone comuni, un attentato sentito in maniera meno personale di come è stato questo. Ma tra quei giornalisti poteva esserci mio padre, e anche voi. E se le persone comuni rischiano di saltare in aria per una vignetta questa Europa è una gran bella merda.

      Elimina
    2. Purtroppo Ludo, il terrorismo funziona così. Si cercano di prendere i punti più vicini ai civili e ai loro simboli, piuttosto che alle grandi forze, in modo tale che i civili (la maggioranza) si sentano deboli, incazzati e persi.

      Elimina
  5. Sdegno, tanto sdegno che, spero, non aumenti l'odio.

    RispondiElimina

Vuoi parlarne? Lascia un commento!
Ti piace quel che hai letto? Condividi sui social!
Non ti piace? Fa' come sopra! ;)