02/10/14

Distopia portami via: The Giver allo sterco contro Divergent alla maionese.

Le opere distopiche generalmente mi attirano come una mosca. Scoprire cosa si sono inventati per creare una società apparentemente perfetta ma in realtà costruita su solide fondamenta di merda è sempre un gran piacere. Oggi allora si parla di due film distopici visti di recente. Il primo è The Giver- Il mondo di Jonas, che trovate nei cinemi in questi giorni, mentre il secondo è Divergent, ennesimo primo capitolo di una trilogia best seller che tenta di affermarsi seguendo le orme di roba come Twilight e Hunger Games.
Mettendoli a paragone viene fuori un risultato curioso. 
The Giver parte con ottime idee di base e si sviluppa in un incredibile gioco di scorregge in grado di smontare ogni tua minima curiosità a riguardo. Divergent invece, inizia da spunti più banali, dai soliti cliché e da trovate già viste e riviste in più e più storie, per poi sollevarsi pian piano e portarti a dire che non è proprio malaccio sto film con protagonista Shailene Woodley, la Mary Jane Watson mancata. 

Vabè parliamone.
La società di The Giver, coi suoi abitanti privi di emozioni, di libertà di scelta e soprattutto, di storia passata, stuzzica parecchio. La prima parte della narrazione, mostrata quasi totalmente in bianco e nero, è di per sé un'idea geniale. Oddio, no, geniale no, ma intelligente di certo, che il geniale lo lasciamo a Pleasantville, meraviglioso film a cui ho subito pensato notando l'assenza di colore. Sfruttandola infatti si agganciano perfettamente le caratteristiche di insensibilità della massa, ridotta a un perfetto e organizzato meccanismo di gentilezza, sincerità, non violenza ed efficienza. 
Che succede però in questa splendida utopia forzata? Che ha al suo interno una mina vagante. Vi sono infatti ruoli ben specifici per ogni persona, ruoli decisi dal sistema stesso, che tiene costantemente e da sempre sotto controllo i suoi componenti, i quali giunti a un età prestabilita ne vengono incaricati per tutta la vita. Hanno uno scopo, un senso. La mina vagante è proprio uno di questi ruoli: il donatore, che non è altro che colui il quale eredita tutta la storia passata, la conoscenza, le emozioni e le possibilità che il mondo ha deciso di privarsi in favore dell'armonia meccanizzata. Cavolo, ora si può dire... è geniale!
Da qui però parte la picchiata. Jonas, il protagonista, il nuovo donatore, assorbe gli insegnamenti del suo ormai anzianotto predecessore. Come? Tramite uno strano processo di telepatia ed empatia, caratteristica innata esclusivamente in individui destinati a diventare donatori. Sì, bello, wow, interessante, ma... perché?! Che ce lo dicano dopo magari? Forse... forse no, intanto vediamoci il resto. Il resto quindi è Jonas che scopre i colori, che scopre la pulsione sessuale, che scopre milioni di emozioni, da quelle splendide a quelle orrende, e che sente la necessità di condividerle coi suoi apatici conoscenti. Ovviamente non può farlo e da qui nascono i problemi, quindi lo sviluppo della vicenda, cioè la merda assoluta. Le risposte alle domande che ci si pone vengono buttate nel cesso, le scene d'azione sono ai limiti del ridicolo, la conclusione è qualcosa di totalmente campato per aria ma che in uno slancio acrobatico di nonsense viene fatto funzionare a forza, e il finale... un WTF grande come il buco nell'acqua che ha fatto The Giver. Uff, che palla... di sterco gigante!

Divergent invece funziona. Non lo si direbbe dalle premesse, perché qui si è immersi in una società post bellica (come al solito) ideata sì sulla suddivisione in classi, ma riportando tali categorie in maniera molto semplicistica. Una cosa alla casate di Harry Potter, o ad orde di Ender's Game, o a squadriglie del Campo Malo. Per forza di cose ti parte il sopracciglio alzato per i primi minuti di spiegone, così come per l'ambientazione in cui tutto si svolge, che è illogica oltre ogni limite. Sheliene Woodley poi non ti dice niente, complice il ruolo da classico protagonista inizialmente sfigato che pensi subito madonnacheppalle. Altro aspetto importante è che sto film pare una tamarrata bestiale sia per titolo che per locandina.
Il punto però è che succede l'imprevisto. Nel prevedibile percorso della trama, ci si giocano bene tutte le prevedibili carte, e questo alla fine ripaga. Come a dire ''Ma perché dover per forza stupire? Proviamo a proporre la solita minestra, ma facciamolo aggiungendoci la maionese dentro, che si sa che ogni cosa è più buona con la maionese!''. E hai allora la formazione dell'eroe, che da sfigato diventa capace ma lo fa con verosimiglianza, che da emarginato conquista pian piano chi gli è contro ma con fatica, che da SheileneMammaCheNoia diventa Quasi quasi ho voglia che ti riprendano come prossima Mary Jane in Spiderman.
Succede poi dell'altro ancora. Dalla minestra alla maionese si tenta di dare un colpo di reni per sollevare le aspettative bassine del pubblico, e allora via di giochi politici, di rapporti incasinati, di test psicologici sottili e furbi, e soprattutto di introspezione. Sì perché nello sviluppo della vicenda la protagonista non è la solita fredda macchina che esegue e non si fa mai due domande, no, qui se le fa e finalmente reagisce come un qualunque stracazzo di povero Cristo farebbe: crolla. Che meraviglia! E poi via, con azione, che ok non è un gran che ma guardatevi The Giver e poi ne riparliamo, con ritmo e con... un finale a nonsense, di nuovo, merda... stavi andando così bene Divergent, perché, perché mi fai questo?!

Insomma due film distopici uno da buttare proprio e uno che invece (lasciando passare certe cazzate) è molto piacevole e sa il fatto suo, tranne negli ultimi minuti, in cui si perde forse a causa di spiegazioni che troveremo nel sequel, o forse per motivi misteriosi che mai sapremo. Quindi The Giver bocciato, Divergent promosso, e distopia sempre e comunque, nel bene o nel male, maledettamente interessante.

23 commenti:

  1. Li ho visti entrambi e sono rimasta un po' perplessa da entrambi. The Giver ha una bella morale, la faccenda del bianco e nero poi mi è piaciuta un sacco, soprattutto quando l'hanno contrapposta alle scene di vita vere. La storiella d'amore mi ha fatto cadere le braccia, per non parlare dell'attraversata di Jonas con pupo n braccio la neve, il deserto e guanti e biberon che comparivano come per magia.
    Di Divergent avevo letto il libro e non mi era dispiaciuto, il film è un po' piatto per colpa della pessima scelta dell'attrice. A me la Woodley fa simpatia, ma da questo a dire che sa recitare ce ne vuole...

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    1. Guarda le scene del deserto sino il top della demenzialità. Assurde... e cu si fa pure una risata su alla fine. La Woodley non ho ancora capito se mi dispiace o no. Forse dioende dal ruolo che le danno, non oenso sia male comunque ;)

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    2. Se non fosse che la trovata del b/n è presa di peso da Pleasantville. xD

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    3. Eh quella sì... meglio che mi riguardo Pleasantville, m'è venuta voglia :D

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  2. The Giver = Equilibrium + Pleasantville + buchi di trama da ritardo mentale.

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    1. Equilibrium mi manca. Ahah molto ritardo mentale :)

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    2. Ti dico solo che è ambientato a seguito della Terza Guerra Mondiale, in una società dove, per evitare altre guerre, sono state soppresse le emozioni (tramite delle iniezioni mattutine) e sono stati aboliti tutti gli oggetti che ricordano il vecchio mondo e la sua storia. Poi, un giorno, il protagonista salta la sua iniezione mattutina... il tutto mixato con combattimenti tamarri alla Matrix, ma con la spada-pistola (presente Ultraviolet? Stesso regista).
      Però c'è da dire che il romanzo The Giver è antecedente al film Equilibrium.

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    3. Stavo per dire ''Allora è palesemente copiato'', ma se mi dici che il romanzo di The Giver è arrivato prima... male male...

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  3. Forse però le società distopiche che nascono sempre e comunque dal desiderio di un governo malvagio e ottuso di tenere la gente sotto controllo hanno un po' stufato. Un po' di originalità no?

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    1. Io li trovo efficienti e geniali invece, i governi intendo. Non tutti, chiaro, in The Giver è formato da dementi. Per l'originalità non saprei, il genere è così, ma si presta bene a tantissime variazioni. In questi due casi sì, non ce n'è molta..

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  4. Questi film di tipo young adult non mi piacciono per niente.
    Di distopico esiste già Il racconto dell'ancella, sublime.
    E se cerchi protagonisti giovani, allora Battle Royal è già tutto^^

    Moz-

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    1. Lo so Moz lo so. In un mondo distopico ti metterei a fare una cura Ludovico con solo film young adult ;)
      Battle Royal non l'ho visto ma ho letto il romanzo, molto figo. Un po' un casino all'inizio coi nomi, che non riuscivo proprio a farmeli entrare in testa.

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  5. Il problema di The Giver et similia sta nel fatto che queste distopie YA (non dimentichiamolo!) sembrano fatte con lo stampino. Forse lo sono. Perché dovrebbe interessarmi? Il film l'ho trovato carino, non ha buchi più grossi di altri film per "adulti". L'idea dei colori è resa bene. La premessa sviluppata in modo troppo didascalico. Un pizzico di imprevedibilità gli avrebbe giovato, anche perché non è che ci sia molta azione a movimentarlo. Magari mi sbaglio e nel secondo capitolo ci sarà una svolta, come nella saga della Collins, chissà.

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    1. Forse hai ragione, è quello che gli è mancato un po' e che magari l'avrebbe salvato. Chissà se lo porteranno il secondo :)

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  6. Non ti facevo uno che guarda questo genere di film.
    Io faccio proprio fatica a seguirli, non mi prendono. Però capisco chi ne è attratto. Il problema di questo genere è che spesso l'attrazione che si ha poi diventa delusione. Sono film che se non sono fatti bene non valgono proprio niente.
    Oh, parere personale eh? :-)

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    1. Ma intendi distopici o young adult? :) Guardo un po' di tutto in realtà, e i trailer spesso mi fregano alla grande se son fatti bene...

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    2. Entrambi, ma soprattutto quelli distopici! :-) In quel caso se hai un'idea buona devi essere veramente bravo a riprodurla altrimenti viene fuori una cavolata. Un po' come i film horror: se fatti male rischiano di essere solo dei miseri splatter.

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    3. Eh già.. in effetti è un rischio che si corre, però se vengono fuori bene... :)
      Gli horror li odio. Non riesco mai a prenderli sul serio.

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  7. Che questi libri/film siano sempre la solita minestra riscaldata, lo si sa in partenza. Io però li prendo come filmetti poco impegnativi da guardare in inglese così da fare pratica di "listening". Mi sono sciroppata anche Hunger Games, Shadowhunters e qualcos'altro che non ricordo più.
    Stavo guardando "The giver" proprio ieri, però mi si è bloccato lo streaming un paio di volte, perciò mi sono rotta le scatole e non ho visto la fine. penso che sopravviverò benissimo. Sulla trama sono d'accordo con te: l'idea iniziale è carina ma è sviluppata male. Come dire: il lettore (o spettatore) si aspetta certi clichés, diamoglieli!
    Di Divergent ho comprato il libro pensando: "Ecco un libretto scritto in linguaggio semplice con cui possa far pratica di inglese!" e in realtà mi ha sorpreso positivamente. Tris non è la solita Mary Sue e alla fine risulta anche simpatica. Le fazioni, per quanto banale possa essere la divisione, sono caratterizzate bene. Poi, è ben lontano dall'essere un capolavoro, ma finora (ho abbandonato il secondo libro a metà, causa studio) è più piacevole di tanti altri.

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    1. Ah mica male però leggerli in lingua per fare esercizio. Dovrei iniziare anch'io a leggere in inglese... mai fatto, a parte alle superiori con libri quasi da bambini :D
      Non ti sei persa niente con lo streaming bloccato, ringrazialo anzi! E per il sequel di Divergent credo lo vedrò a sto punto.

      P.s Usare la maionese in minestre riscaldate è una soluzione eccezionale xD

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  8. ti lascio la trama, sceneggiatura, effetti è finale, il generis mi intriga e in the giver, la butto lì, ciò letto un "grido d aiuto" di una società non di domani ma di oggi.

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    1. Beh il grido d'aiuto penso si veda quasi sempre nelle distopie. Un esempio che posso farti è V per vendetta, che da quando è uscito in film ha avuto una grossa cassa di risonanza. Vedi solo l'enorme diffusione delle maschere di Guy Fawkes, in così tanti ambiti da non c'entrare nulla a volte xD

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