29/09/14

Narciso era un blogger.

E' successo in questi giorni che un pezzo di blogosfera ha tremato per un terremoto. L'epicentro, a cercarlo, è la chiusura di Strategia Evolutive di Davide Mana (qui e qui trovate quasi tutti gli eventi sismici). L'ipocentro, invece, e questa è la parte divertente, è l'ambizione del blogger (inteso come figura, non come Davide nello specifico), o meglio, il suo narcisismo. Colgo la palla al balzo per dire la mia.

Voi non blogger, lettori semplici e più o meno occasionali, non credo lo sappiate, ma chi sta da quest'altra parte e scrive, per iniziare deve fare una cosina chiamata ''Vai a salutare i tuoi vicini di casa che altrimenti non ti si caga nessuno!''. In soldoni questa tattica è il primo passo per far capire al mondo del web che tu esisti,  e che sì, vuoi farti leggere. Se sei un blogger anonimo poi, e io lo ero, è una fase essenziale. Devi girare per altri blog, leggerli e commentarli. Di rimando i loro gestori faranno lo stesso, così tu guadagni perlomeno una visitina e, se non sei proprio uno sterco d'uomo nel buttar giù i tuoi articoli, pure un lettore fisso. Questa è la base, e anche se non sembra, ci si trova la parte divertente...
Praticamente, nei primi tempi, è masturbazione assoluta e digitale, giusto per rubare la bellissima espressione coniata da quel ti spiezzo in due di Germano Hell. E' scrivere per il piacere di farlo, è interagire perché è divertente, è conoscere gente nuova perché cazzo, ma che figata che ci sono altri che hanno la mia stessa passione!

Parlavo di terremoto però. Ora c'arriviamo. 
Il fatto è che si è discusso sul perché i blog chiudano, e strettamente a ciò è saltato fuori l'aspetto pubblico (siete voi che state leggendo), che per una parte è definito ignorante, bestiame, barbaro e perché no, pure stronzo. Gli aggettivi non li ricordo precisamente, ma il concetto credo sia chiaro. C'è chi comunque, sia in questo pubblico stronzo come in quello civile, ritiene che sparare ''quattro stronzate'' e metterle su internet sia facile e immediato, che veder nascere interazioni sotto a quelle stronzate sia altrettanto scontato, che il magico mondo del blogging sia uguale a quello dei social network: veloce, diretto, semplice.
Non è così invece. Scrivere non è facile, e richiede sia tempo che fatica, figuratevi quando non sono stronzate. Così come creare vita sotto a queste parole nere su sfondo bianco, creare confronto, scontro, ragionamenti. Ve lo giuro, è difficile, fidatevi. Vi fidate di me? Come sarebbe a dire no?!...

Esatto... Il pubblico non blogger, triste a dirsi, non ci crede. O meglio, non si rende conto di cosa significhi spacciare robbabbuona sul web. E proprio per questo non ''premia'' chi lo fa. Non per cattiveria o stronzaggine, ma perché non lo sa e non può saperlo finché non prova a mettersi dall'altro lato. Diversamente, il pubblico costituito da altri blogger, che c'è dentro fin dalla nascita a certi meccanismi, come ho detto sopra, ne capisce le difficoltà e solitamente gratifica. Come? Con la CONDIVISIONE! Con un ''Ehi, io ti ho letto, apprezzo, ci sono!'' e con l'interazione.
Ha senso allora incazzarsi se non si ha riscontro dai lettori (non blogger)? No, non ha senso, perché non porta a nulla rinfacciare qualcosa di non fatto a qualcuno che non lo fa: avrà una ragione in più per continuare così. In ogni caso ciò non vuol dire che non ci si possa restare di culo. In fondo non ci vuole un genio per capire che il tastino Condividi è un piccolo click che da grande soddisfazione a te, sfigato d'un blogger, e che ti permette pure di crescere.
Preso atto di questo comunque, che si fa, amici blogger ambiziosi? Eddai, non lo sapete?
Vendete il vostro prodotto!
No ma io non mi vendo a nessuno, io resisto e vado avanti per la mia strada, per cambiare le cose!
Ma che volete cambiare? Ma Chi volete cambiare? Non vedete che blog molto più semplici, in contenuti, temi e struttura, vi mangiano gli spaghetti in testa? Non vedete che interazioni, condivisioni e cazzi e mazzi vari esistono ma fioccano sotto questi blog pieni di elenchi, frasi ad effetto, e foto e titoli provocatori? E che questi stessi blog, ok alcuni, non sono per forza sintomo di decadenza culturale? Aprite le vostre bacheche facebook, sono sotto ai vostri nasi, aguzzate la vista. Non li vedete? Cos'è, la fase masturbatoria v'ha reso ciechi, o vi nascondete davvero dietro a quei quattro cani che vi lasciano la cacca dentro casa, o magari davanti, perché fingono solo di entrarci?
Sul serio, dove lo vedete sto enorme pubblico maleducato, barbaro e incapace di apprezzare qualcosa che abbia un minimo spessore?

Io non lo vedo, scusate. Vedo l'altro se volete, quello restio ad ''aprirsi'', quello probabilmente da conquistare. Non dico ci si debba vendere, per carità. E' un parolone, e fa pure un po' schifo. Però bisogna essere furbi, fare marketing, assecondare le tendenze dei lettori e sfruttarle: conquistare pubblico, non respingerlo. Perché nessuno e tenuto a leggerci come noi non siamo tenuti a scrivere, e come non siamo tenuti a prenderci le bombe di piscio in faccia, chiaro. Sul come farla, questa conquista, non mi esprimo, ognuno trova i suoi metodi.
Certo essere meno narcisisti, perché dite quel che vi pare ma noi siamo il nostro blog, ed essere pronti ad aprirsi, è un buon punto di partenza. E se non vi piace, beh, fate come vi pare. Inebriatevi e innamoratevi di voi stessi, fate muso duro allo schieramento che non capisce, e via così. Occhio solo a non annegare!

36 commenti:

  1. Ho letto su diversi blog della chiusura di "Strategie Evolutive" e devo ammettere candidamente, da quasi neofita della blogosfera (perchè onestamente un anno di blogging non è niente in confronto a gente che lo fa da 10) che non conoscevo questo blog.

    Detto ciò, credo che ognuno scriva per un motivo diverso e ognuno legga per un motivo diverso, più o meno valido che sia. Credo anche che ci sarà sempre chi criticherà senza motivo e chi invece lo farà a ragion veduta. Purtroppo è nella natura dell'essere umano e, anche se traslata nel mondo virtuale dei blogger, questa natura non cambierà mai.

    Andrea

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    1. Ognuno scrive per un motivo diverso e legge per un motivo diverso, è proprio vero, e lo si nota anche solo dai commenti che mi avete lasciato:)

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  2. Bisognerebbe per un attimo smettere i panni del blogger e indossare quelli del lettore, che un po' dovunque è stato chiamato in causa.
    Se non fosse, che per la gran parte, un lettore che commenta è quasi sempre un blogger egli stesso.
    Ci ho riflettuto un po' in questi giorni e ho un po' di più compreso il pensiero di chi ha chiuso il blog, che secondo me é quello di una scarsa partecipazione dei lettori ai post, perché é vero che se non tratti temi mainstream ( tipo film, ricette, make up, anime del momento), la partecipazione dell'utenza sarà quasi sempre silenziosa, colleghi blogger a parte.
    Detto questo, ribadisco quello che dissi nel blog di Moz: la chiusura di un blog é una morte virtuale scelta e non un omicidio da parte dei lettori, che non hanno nessuna colpa.

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    1. Esatto, sono più i lettori blogger a farsi sentire, e per questo dico che bisogna inventare un modo per coinvolgere di più l'altra parte. E' chiaro che in questo caso parlo per me, perché io è questo che vorrei. Poi dai vari articoli scritti dagli altri in precedenza sull'argomento mi pare un pensiero comunque condiviso.

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  3. Io non sono mai stata ossessionata dai numeri delle statistiche, dalle condivisioni e dai commenti. Sarà forse perché, negli ultimi mesi, sto ricevendo più riscontri positivi di quelli che mi sarei mai aspettata, sarà perché il successo non è mai stato il mio obiettivo primario (stare al centro dell'attenzione, dopo un po', mi mette in imbarazzo).
    Non mi sarei nemmeno aspettata di avere tanto successo con un blog sul teatro... è un argomento così di nicchia!
    Però non mi piace l'idea di scrivere quello che i lettori vogliono da me. Do un'occhiata alle chiavi di ricerca, per vedere se ci sono dei consigli sul teatro particolarmente richiesti (ad esempio l'eterna questione di come imparare a memoria il copione) e in tal caso mi fa piacere essere utile... Ma non mi va di parlare di argomenti "popolari" solo perché sono popolari, anche se non ho un vero interesse per quello che sto scrivendo. Preferisco scrivere quello che mi passa per la testa, senza preoccuparmi di attirare lettori o no. Insomma, il blog è casa mia e scrivo quello che voglio io. Se qualcuno è interessato, è il benvenuto, e se non lo è, può leggere altro. Sono molto democratica, lo so! :D

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    1. Chiaro, è tuo il blog e sei tu che decidi cosa e come scriverlo, e anche per chi. Io tutto il discorso l'ho fatto per ''rispondere'' ad una lamentela verso un certo tipo di pubblico. Tutto sto ambaradam di roba comunque vale per alcuni sì e per altri meno, dipende dai tipi di blog, dagli argomenti trattati e dal modo di intendere il blogging :)

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  4. Io mi ritengo una blogger piuttosto fortunata.
    Ho aperto “Appunti a Margine” a maggio ed in quattro mesi sono riuscita a conquistare diversi lettori, fissi e non. Tante condivisioni e molteplici commenti. Certo, c’è il post che “tira” di più e quello invece che colpisce meno, ma la tendenza è discreta. Ho avuto giusto un piccolo calo ad agosto ed una ripresa lenta, ma nelle ultime due settimane c’è stato un discreto boom.
    Sai qual è il segreto secondo me? Anzi, a dire il vero sono due: umiltà e spontaneità.
    Essere umili significa avere la piena consapevolezza dei propri punti di forza e dei propri limiti, per saper scrivere articoli che ne siano la diretta conseguenza. A cosa serve affrontare argomenti su cui non siamo particolarmente ferrati perché “fa figo”? Io sono stata umile quando ho deciso di scrivere meno post di consigli tecnici, perché molti dei miei lettori sono decisamente più esperti di me. Ho preferito seguire la stesura del mio romanzo condividendo giorno per giorno ciò che imparo. E questo paga.
    Essere spontanei è possibile quando (come nel mio caso) il blog è amatoriale, non ci si guadagna nulla, quindi è privo di vincoli editoriali o di qualunque altro tipo. Io sono libera di pubblicare ciò che voglio e di visitare i blog che voglio. Non mi sono mai sentita in dovere di seguire tizio e caio perché poi vengono da me. Se ti scrivo un commento e qualcuno dei tuoi lettori mi passa a trovare sono felice, ma non è questo il mio scopo. Almeno in questa fase voglio divertirmi e stringere legami (anche solo virtuali) con i bloggers con cui mi sento in sintonia. Qualità, non quantità. :)
    Chiara

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    1. Mi trovi completamente d'accordo con te, Chiara. Faccio una piccola nota solo per la parte del commentare altri per essere seguiti. Ne ho parlato perché è un procedimento naturale anche, se inizi anonimamente. Di certo non bisogna farlo con l'intento di accumulare a forza lettori fissi, o aspettandosi per forza un ricambio, o ricambiando per forza qualcuno. Io quando trovo un blog interessante lo seguo, se vedo nel blogroll post interessanti vado a leggerli, altrimenti no. Stesso discorso per chi mi commenta ed è nuovo. Una sbirciatina al blog la do ovviamente, ma se non mi interessa non mi sento assolutamente obbligato a seguirlo.

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  5. Grande post, Davidissimo!
    E grazie per il link iniziale al mio articolo... hai messo in pratica la condivisione!
    Ecco, la condivisione: ma davvero funziona così tanto? Davvero il linkare post altrui sulle nostre bachece gugolplàs, tuitter e feisbuc porta i nostri amici (non blogger) a leggere quegli articoli?
    E chi ci dice che siano articoli interessanti? E se li abbiamo letti solo perché siamo amici di blog e quindi è stato per mutuo scambio?
    E' un discorso complesso.
    Un mondo che forse si incarta su se stesso ma ci sono appunto modi e modi per smarcarsi da ciò: usando la fantasia e la comunicazione in modo diverso e puro, non mirato a fare ascolti. Che non siamo Canale5, non siamo nemmeno questi grandi personaggi famosi che la gente DEVE leggere.
    Non siamo NESSUNO.
    Certo, poi c'è pure chi si lamenta del blog che non va ma intanto non mette in pratica la prima delle cose basilari: rispondere ai commenti dei lettori.

    Moz-

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    1. Moz, ti dico solo grazie perché ho detto tutto anche su fb ;) Però mi piace l'immagine di un mondo che si incarta su se stesso!

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  6. Io sono molto simile a dramaqueen. Non scrivo per avere consensi, non cerco argomenti popolari, non provoco. Insomma, il mio è un blog personale, una sorta di diario - come una volta - e scrivo di quel che mi passa per la testa. Per questo motivo non sono molto toccata da numeri e statistiche e dall'ansia di farmi conoscere. Io manco pubblicizzo i miei post sul mio fb! Figurati crearmi una pagina per farlo! Ma queste sono scelte personali, dettate da carattere, esigenze e volontà soggettive.
    E poi, diciamocelo, non è che ci raccontiamo chissà quali novità travolgenti noi blogger eh! Insomma, parliamo di quello di cui parlano tutti, per questo a me non stupisce la mancanza di condivisione o, a volte, la poca partecipazione.
    Ad esempio io sono solo due i blog che pubblicizzo su fb perché a gusto mio spaccano i culi e sono davvero dirompenti. Uno è Svart Jugend e l'altro è Zerocalcare. Basta.
    Il resto mi piace leggerli, adoro commentarli e vi amo tutti ma vi considero come alla stregua di amici (e penso sia molto bello) e io, le conversazioni con gli amici, non le pubblicizzo né condivido ovunque.

    Credo, infine, che il modo di fare/essere blogger sia molto soggettivo: c'è chi vuole sentirsi leccare il culo, chi vuole offrire un servizio e chi, semplicemente, vuole chiacchierarsela.

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    1. Bisogna infatti distinguere tra un blog e l'altro. Per blog a sfondo personale, come il tuo, è un discorso che non ha senso quello che sto facendo, mentre per blog che parlano di argomenti ''mainstream'' è più normale si cerchi più confronto possibile. Dipende molto insomma dal genere :) Esempio scemo: io stesso se scrivo post personali evito di mandarli troppo in giro, mentre per post su cinema, blogging (come in questo caso) o altro di meno ''intimo'', condivido abbomba.

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    2. Mi trovo d'accordo con tutto quello che ha detto la Mareva. Dall'altra parte anche il mio blog è per lo più personale per cui a volte manco guardo le statistiche ma mi concentro più sui commenti. Commenti che nella maggior parte dei casi è scritta da lettori\blogger fissi e che ormai considero miei amici. Inoltre io ho svelato la mia identità a voi, blogger, ma preferisco evitare che chi (non tutti ovviamente) mi conosce nella vita quotidiana venga a sapere che ho un blog. Leggerebbero ma senza capire. E quindi per questo non mi faccio pubblicità su facebook (metti che titolare legga che scrivo le sue minchiate... sarebbe la fine della rubrica! :0)
      Tuttavia, come dicevi tu, il tuo discorso, e ancora a monte la questione sulla chiusura di un blog, dipende dal tipo di argomenti trattati. E anche dalla persona che si è e da tutta una serie di altri motivi.
      In conclusione dico solo che se la massa sceglie e visualizza blog dai titoli ingannevoli e dai contenuti un pò superficiali c'è sempre una nicchia che legge veramente e legge bene, di qualità. Bisogna solo aspettare.
      te saluto :)

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    3. Le nicchie ci sono e meno male. Però sarebbe bello ampliarle :)

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  7. E' grave non sapere dell'esistenza del blog che hai citato?

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    1. Era grave se non conoscevi il mio!!!
      Scherzi a parte, no, con tutti i blog che ci sono è normalissimo. Siamo millemila caspita. Difatti ho parlato di ''una parte della blogosfera''.

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  8. Ah ecco, é quello che mi hai fatto leggere in anteprima! Ecco perché mi pareva di averlo già letto! Comunque sai già cosa penso al riguardo: che pesantezza!

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    1. Dipende da blogger a blogger, e dal tema di cui un blog parla, secondo me. Bacini Misamisa!

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  9. praticamente ripeto la domando di trisporlife, è grave?

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  10. Non conoscevo il blog citato e ne ho sentito parlare in questi due giorni, e mi sa che dopo questa mossa melodrammatica tornerà, perché se le visite sono ciò che cerca questo blogger, allora ha trovato una buona strada. La condivisione? Sinceramente poca, sia per i miei post che per quelli degli altri, sono troppo abituato a vedere la condivisione come un appuntarmi articoli o link per poi ritrovarli. E, come diceva Mareva (quanto me piace sta ragazza!?) l'80% dei post che scriviamo non hanno questo respiro così ampio da "meritare" una condivisione

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    1. Anche qui, proprio perché fai notare che l'80% dei post che scriviamo non ''meritano'' una condivisione, confermo che questi discorsi possono valere per alcuni blog e per altri no. Dipende proprio dalla natura di ciò che si scrive. E' normale che un blog a forma di diario personale non vada in cerca di troppe condivisioni.
      Per quanto riguarda Davide non credo tornerà, né che la sua sia stata una mossa per farsi seguito. Non mi sembra il tipo ecco, per quel poco che conosco ;)

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  11. Cervellino io non conosco il blog che ha chiuso, e che tu hai citato...
    E si che sono piuttosto navigata del blog e delle sue sfumature
    Ciò posto, vero è che non mi basta, personalmente scrivere per il solo piacere di farlo, scrivo per il piacere di farmi leggere.
    Tuttavia, che mi si condivida oppure no, la cosa non è importante, anzi non me ne frega proprio una fava.
    Mi piace sentire il rumore delle mie parole, che risuonano, mi piace dire la mia...
    Tutto qui

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    1. E fai bene ad essere così Patalice. Poi è innegabile che a tutti piaccia farsi leggere, perché se era per scrivere per il piacere di farlo, non ci si apriva un blog, ma si stava su fogli word o fogli di carta e bonanotte :)

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  12. Oddio, io scrivo perche scrivere mi elettrizza e bloggo perchè è divertente. Mi sento un po' quella che non fa mai i compiti assegnati in classe, non pubblicizzo nulla e neanche mi interessa farlo. Sono esigenze differenti,no?

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    1. Sì, è proprio così. Persone diverse, blog con temi diversi e quindi esigenze diverse :)

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  13. Io non sono mai stata una "ciacolatrice" nella vita reale e nel 2003 ho creato il blog soprattutto per poter parlare a chiunque senza accorgermene.
    Io non conosco il tipo che ha chiuso sinceramente, so solo che ognuno di noi apre il blog per motivi diversi. Io mi reputo una di quelle persone che scrive per farsi leggere ma anche per rileggermi. Spesso vado a vedere i miei post vecchi e me li rileggo per ripercorrere la mia storia. :-)

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    1. Capita anche a me di rileggere i miei :) E spesso avrei voglia di cambiare qualcosa perché non mi piace il modo in cui avevo scritto :D

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  14. Sei un grande! Hai ragionissima quando dici che all'inizio il blogger deve farsi un paiolo tanto per poter essere preso non dico in considerazione, ma perlomeno degnato di un'occhiata. Scrivere un blog che esca dal solito canone delle "10 cose più cose del mondo" (ed uscire con un periodicità decente) richiede uno sforzo che chi non appartiene a questa categoria non può capire.
    Alla fine però arriva il momento che si comincia a pensare che tutto sommato va bene anche così. Si scrive quello che si vuole scrivere per il proprio piacere di scrivere. Personalmente ho smesso di crucciarmi se non vedo commenti e condivisioni. Anche perché non è detto che se non ne ricevo sia colpa degli altri che sono str##zi. Potrebbe essere benissimo colpa mia che scrivo robe noiose e mi illudo di essere uno interessante.

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    1. Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda allora ;) Alla fine però l'unica cosa importante è avere sempre il piacere di scrivere, che farlo controvoglia non ha senso

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  15. uhm... ma proprio quel quadro lì dovevi usare?
    No... niente.
    Non ti metto link stavolta.
    Te lo spiego e basta. :-P
    Che è peggio.

    2012... tre mesi a fare pulizie in una scuola (mobilità e vai bene visto che sei manodopera, per la scuola, gratis... poi ciao!) e una stampa di quel dipinto insieme ad altre lungo uno dei corridoi che veniva ramazzato dalla sottoscritta ed era la parte migliore del lavoro, lavare i gabinetti mi piaceva un po' meno. ;-)

    Dovevo scriverci un post su, avevo postato un dettaglio di una delle stampe, poi non lo ho fatto.
    Sono successe troppe cose.
    Altri post.
    Forse.

    Oh... ho la sensazione di essere andata fuori tema.
    E ma io il blog mica lo chiudo.
    Purtroppo per... i mignoli... di passaggio. ^_^


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    1. Tu trovi sempre modi alternativi di rispondere :) Mi piace! E mi piace che stavolta me l'hai detto direttamente, senza link, anche se so che hai un link per ogni occasione, sei come l'iphone, c'è un app per ogni cosa! :D

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    2. Come l'iphone eh... dovrei brevettarmi. ^_^
      A dire il vero il link sarebbe stato spam.
      Mi sono appena lamentata degli spammatori da me, ho cercato di... essere un minimo coerente.
      Per una volta. ;-)

      Non si ripeterà.
      La coerenza dico. :-D

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  16. ho letto solo il titolo, carino.
    vuoi dire che, per la legge ... non so quale, ma ci deve essere ...
    insomma per quella legge là vuoi dire che i blogger sono narcisi?
    bhè sì, in effetti, credo che non ci sia un blogger al mondo che non abbia un ego grande così!

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    1. Forse, o forse sono troppo narcisista e ti obbligo a leggerlo tutto ;)

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